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Marista
HomeArticoli Berlusconi come Mattei dopo l'accordo ENI Gazprom
Immaginate una Europa energicamente indipendente? Immaginate che stravolgimento economico politico? Questo era nelle intenzioni di Mattei, questo si potrebbe avverare con l'accordo Eni- Gazprom. per il gasdotto South Strem. Usa non gradiscono e neanche Buxelles, favorevole al Nabucco. Una partita complessa e forse pericolosa, per Mattei lo fu.
Da "LIBERO" di
Venerdì 22 Maggio
Gli stessi
obiettivi, la stessa partita, gli stessi nemici, speriamo non lo stesso tragico
epilogo. Alla luce di quanto Allessandro Sallusti ha ieri rivelato in queste pagine,
sono molte, e inquietanti, le analogie tra personaggi in apparenza agli
antipodi: Enrico Mattei e Silvio Berlusconi. Gli Stati Uniti non hanno digerito
che il nostro presidente del consiglio si sia adoperato (...) (...) affinché
Eni e Gazprom suggellassero un accordo per la costruzione del gasdotto South
Strem, che potrebbe incidere sugli equilibri dell`energia in Europa. S`è messa
di traverso anche Bruxelles, intenzionata a ridimensionare i rapporti
commerciali con Mosca e favorevole come gli Usa - a un altro gasdotto, il
Nabucco, che partendo dalla Turchia dovrebbe giungere a Vienna, convogliando
combustibile dall`Azerbaigian, dall`Iran e perfino dall`Asia centrale.
Mattei si era già
mosso in una simile prospettiva.
Nel 1960,
nonostante le resistenze di Fanfani, timoroso delle reazioni americane, strinse
un`intesa con l`Urss di Krusciov: 12 milioni di tonnellate di petrolio in
quattro anni, al prezzo di 1 dollaro e 26 centesimi al barile, il più basso sul
mercato. In cambio, l`Urss avrebbe ricevuto tubi Finsider, attrezzature della
Nuovo Pignone e gomma sintetica. Le quotazioni imposte dalle famigerate Sette
sorelle non potevano reggere la concorrenza, tanto che la Standard Oil decise
un ribasso, costringendo le altre grandi compagnie a fare altrettanto.
Negli stessi il
presidente dell`Eni giocava le sue carte anche in Algeria. La complessa trama
diplomatica che aveva intessuto fu sul punto di compiersi nel 1962; essa
prevedeva un accordo i cui capisaldi erano costituiti dalla costituzione di una
società mista franco-italo-algerina, dalla realizzazione di una raffineria e
dalla posa di un metanodotto che unisse le due sponde del Mediterraneo.
Nel giugno 1961, a Genova Pegli,
Mattei aveva inaugurato il primo tratto dell`oleodotto che avrebbe dovuto
spingersi attraverso la
Svizzera fino a Igolstadt, in Baviera, e di li salire alla
volta di Stoccarda. Dall`iniziativa erano state escluse le compagnie del
cartello e questa, si augurò, avrebbe dovuto essere la regola. Da un paio
d`anni, l`Eni aveva volto lo sguardo a Nord. Con la Germania del cancelliere
Adenauer aveva perfezionato il progetto Centro Europa, capace di assicurare
l`indipendenza energetica al vecchio continente. Il disegno era chiaro: il
petrolio russo e quello algerino avrebbero ridimensionato il cartello
anglo-olandese e americano, avviando una reale cooperazione in un`Europa che
andava dall`Atlantico agli Urali.
Indipendenza
energetica e ruolo europeo, anche allora; l`Eni dei primi Sessanta si era
accordata con De Gaulle, quella di oggi con Edf. Scrisse il Foreign Office in
un rapporto del luglio 1962: "Non è un`esagerazione asserire che il
successo della politica matteista rappresenti la distruzione del libero sistema
petrolifero di tutto il mondo... Le compagnie petrolifere internazionali hanno
tutto il diritto di difendersi". A 47 anni di distanza lo scenario si
ripete: ancora una volta si parla di energia russa e dei mezzi per portarla in
Europa, suscitando la contrarietà di Stati Uniti e Inghilterra. Se non
bastasse, Mattei e Berlusconi - uniti anche dal comune desiderio di piacere
alle donne - condividono gl`identici nemici interni: la borghesia che conta e i
suoi giornali, ostili al primo presidente dell`Eni come all`attuale presidente
del consiglio. Il grande Indro ebbe l`occasione di attaccare entrambi: l`uno
con quattro velenossimi articoli nel 1962, l`altro ogni volta che gli si
presentò il destro dopo la discesa in campo del `94.
Gli americani,
l`hanno dimostrato con Andreotti e Craxi, non esitano a porre in condizione di
non nuocere chi ostacola i loro intereressi.
La magistratura,
braccio secolare dei poteri forti, è sempre pronta; finora, però, non è
bastata. A questo punto, se Berlusconi vi proponesse un passaggio sul suo aereo
privato - come Mattei fece con il giornalista americano William Mc Hale -
sarebbe prudente declinare l`invito.
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1. verosimile Scritto da
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, il 21-09-2009 19:14 non so se è vero , ma è verosimile - Certo non ci sono prove , ma molti indizi valgono quanto una prova