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Dolci di carnevale di Marista
Scritto da Marista Urru   
martedì 24 febbraio 2009

Frittelle a modo  mio

 

150 gr di farina, 2 cucchiai di zucchero 2 uova, i bicchierino di vino bianco secco, grattata di limone, una punta di bicarbonato, pizzico di sale,

 

In una terrina mettete la farina, il pizzico di sale, i tuorli, lo zucchero , la buccia di limone grattata, il pizzico di bicarbonato, il goccio di vino e amalgamate, contate  che questa pastella la dovrete alleggerire con le  chiare montate a neve ben ferma, quindi attente col vino e ricordatevi di mescolare gli albumi all’impasto con un cucchiaio di legno e con movimenti  delicati dal basso verso l’alto per non abbassare il tutto, potete anche  sostituire il vino con acqua minerale frizzante ed in tale caso eliminate il bicarbonato..

Questa pastella la potete friggere semplice oppure con  delle uvette che avete ammorbidito in  vino bianco e strizzato, o anche con pezzettini di mela che avrete lievemente infarinato ( io confesso, non lo faccio), spolverate con zucchero a velo.

 

 

Bomboloni di patate

 

Farina 300 gr , patata 250 gr, burro 50 gr, lievito di birra, 20 gr, 2 uova,  poco latte, zucchero semolato, vaniglia o cannella , grattata di limone.

 

Lessate le patate e passatele ancora calde , versate la farina a fontana sulla spianatoia, mettetevi al centro le patate passate,  2 rossi e una chiara, pizzico di sale, burro ammorbidito e a pezzetti, fate sciogliere il lievito in una tazzina con poco latte tiepido, grattate il limone, se piace aggiungete una bustina di vaniglia , impastate e qualora l’impasto si attaccasse alle mani, passatele nella farina, badando che sia poca per non rovinare le dosi, quando la pasta sarà elastica e morbida, ricavatene delle ciambelline che metterete in piatti o vassoi, ben distanziate a lievitare in  sito caldo e senza filature di aria fredda, coperte con  panni leggeri, per circa  1 ora e mezza, Poi  friggete in olio abbondante ben caldo badando che non lo sia troppo perché altrimenti non cuociono dentro, ma che non sia troppo freddo altrimenti assorbono unto, scolatele bene e mettetele su carta - cucina  ad asciugare, spolverate con zucchero semolato mescolato a polvere di cannella, se piace.


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Oro italiano perduto, la storia di 4,3 tonnellate di oro svanito
Scritto da Marista Urru   
lunedì 23 febbraio 2009


Prendo questo articolo dal sito, tutto da leggere,: homolaicus


IL TESORO DI SALISBURGO


Nel 1945 un certo Herbert Herzog fece ritrovare agli alleati il cosiddetto "tesoro di Salisburgo": circa 4.3 tonnellate di oro.
Durante il recupero dei sacchi notò che erano ancora piombati e che portavano la scritta "Banca d'Italia".
Ad Herzog venne fatta una promessa: avrebbe ricevuto una ricompensa non appena l'oro fosse stato riconsegnato al legittimo proprietario.

Dopo tre anni di inutile attesa scopre che l'oro è stato consegnato nel 1947 al governo di Vienna. Gli austriaci avevano "fornito prove" che l'oro ritrovato era di legittima proprietà della banca nazionale austriaca prima dell'occupazione dell'Austria da parte dei tedeschi e che non aveva mai lasciato il territorio austriaco.

Nel 1950 Herzog riesce ad avere una risposta in proposito dalla cancelleria austriaca: l'Austria non è proprietaria dell'oro ma solo detentrice, non è, quindi, autorizzata a dare nessuna ricompensa.




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Il Vento e l'arpa di Eolo. Vento di sabbia da Sabbia di V.G. Rossi
Scritto da Marista Urru   
mercoledì 11 febbraio 2009

Il Vento

Il vento da sempre  accende la fantasia di poeti e letterati che infatti  ci hanno regalato in ogni tempo pagine bellissime da esso  ispirate.

Intanto mi piace ricordare cosa dice Gesù  nei Vangeli al Fariseo  Niccodemo che  vuole capire  e lo interroga “.. nessuno può fare Rabbi i segni che fai se Dio non è con lui” e Gesù risponde con questa bellissima immagine

 " il vento soffia dove vuole e' tu ne odi il rumore ma non sai ne donde viene ne dove va.. cosi' e' di chiunque e' nato nello spirito "  Il vento  come Spirito e mistero, già così  solo a leggerne senza approfondire se ne trae piacere.

Bella anche la lirica tra le più famose di Samuel Coleridge su l’arpa eolica, quella specie di scatola aperta sulla quale sono tese delle corde che suonano al passare del vento e questo strumento a noi per lo più sconosciuto veniva usato nella letteratura romantica inglese come uno dei simboli di unione fra le  forze della natura e l’arte.  Coleridg  narra di lui seduto con la sua amante  accanto alla loro casa, con  gelsomino e  mirto, tra i profumi che vengono dai campi,  mentre ascoltano nella sera d'estate, i suoni che giungono dalla arpa collocata in una delle stanze. Egli era affascinato dai suoni della natura: il rombo del mare lontano, il mormorio dei ruscelli, il frusciare del vento nei rami, il canto degli uccelli, naturale che i suoni che il vento stesso produceva passando tra le corde dello strumento  affascinassero lui e molti poeti , come quelli più adatti ad esprimere le magie del mondo naturale

 

Vento di sabbia. ( da un reportage di viaggio di un giornalista)

Il vento passa passa scuotendo la tenda - una nuvola di sabbia infocata che passa passa senza fine.Sono disteso sulla branda, sommerso dalla marea rovente sabbiosa; e respiro fuoco, fuoco e sabbia; e la mia gola è arida e rasposa come carta vetrata.Non sudo più; il mio corpo si è asciugato, spremuto tutto; è un mucchio di fibre secche, una cosa di legno.Sento il cuore faticare, lavorare a sbalzi , a tuffi, pompa arrugginita; e il sangue scorrere faticosamente, greve, sabbioso.Senso d’angoscia; d’orrida sfinita angoscia, come d’uno che annega.Viene, di fuori, il gridare dei cammelli; un gridare disperato, annegante, folle. E gli uomini gridano; e i greggi belano belano, disperatamente, follemente belano nella nuvola di sabbia che scorre rovente e interminabile, con un fruscio di acqua.

Da “ Sabbia” di V. G. Rossi

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Carnevale: significato, filastrocche e poesie
Scritto da Marista Urru   
domenica 22 febbraio 2009


















 

 

 

 Il Carnevale tradizionalmente è una festa  che oltre che trasgressiva è rigenerante.   Nasce proprio per  liberarsi  da oppressioni e limiti, godere di alcune libertà. Risale a Dioniso e Mercurio,  ai baccanali, mitici maestri di ogni trasgressione  ed abbuffata, in cui ci si abbandonava ad ogni licenza riempendosi di dolci e vino in quantità.

 Il fatto che al Carnevale, momento liberatori di piaceri ed eccessi,  segua la Quaresima non può non fare pensare al principio alchemico della alternanza , per cui ad una fase di disgregazione , segue una fase di rigenerazione, il nuovo.

A ben  vedere il carnevale altro non è che   festa della vita che reca in sé la consapevolezza della morte, accettata allegramente come necessaria fase del  meraviglioso viaggio dell’uomo.

 

 

Febbraio

E' febbraio monellaccio

molto allegro e un po' pagliaccio;
ride, salta, balla, impazza,
per le vie forte schiamazza;
per le vie e per le sale
accompagna il Carnevale.
Se fra i mesi suoi fratelli
ve ne sono dei più belli,
il più allegro e birichino,
sempre è lui, ch'è il più piccino.

 

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Brevi appunti sul Futurismo ed il nuovo senso della vita
Scritto da Marista Urru   
domenica 22 febbraio 2009
Il 1909  cento anni dal Manifesto futurista, si celebra un po' in tutta Italia, Bologna, Milano, Roma , e qualche appunto può tornare utile.

Questo movimento, perché di un autentico movimento culturale complesso si tratta, esprime aperta ribellione al passato.

Non si tratta  di esprimere solo una nuova poetica, ma addirittura di esprimere una nuova concezione della  vita, non solo la poesia va riformata, ma la vita morale, e con essa la politica e i costumi civili ovviamente.

Ci si oppone ai valori  egualitari delle riviste fiorentine ed i proclami che contenevano  il nuovo senso della vita, furono molti  in realtà anche se quello riportato anche nel sito … di F.T. Marinetti è fondamentale.

 Si esalta la forza, l’attivismo, la  nuova civiltà contemporanea industriale,  il nazionalismo, l’imperialismo e si rigetta la malinconia della contemplazione e del concettualismo astratto.  E in effetti col  tempo la adesione un po’ entusiasta ed acritica alla nuova civiltà delle macchine, dei complessi industriali, alle masse operaie creerà un rapporto tra letteratura e società stretto tanto da arrivare in sostanza ad una copertura ideologica all’industria capitalistica, fino a dare spazio a posizioni anarchiche e rivoluzionarie, ma anche alla “esaltazione della guerra come sola igiene del mondo”  si avranno immancabilmente degli eccessi di esaltazione del nuovo, per esempio Marinetti scriverà un poema per la conquista della Libia.

 

Nel complesso  si  apprezza la libertà e la immediatezza delle espressioni artistiche e si ricercano nuove tecniche dell’arte , non solo per letteratura e poetica, ma anche nella musica, e  se pure con degli eccessi di polemica e rigetto del passato, si va contro il sentimentalismo ed accademismo, nella ricerca in ogni espressione artistica,  si proclama di voler  dare al  fruitore dell’opera qualunque essa sia, una immediata impressione del nuovo senso della vita, vista come attività energica, viva ed attiva. Un movimento tutto da approfondire e queste povere righe ne danno un semplice accenno. Fondato da Filippo Tommaso Marinetti, fu seguito da moltissimi, ricordo al volo .Giovanni Papini, Aldo Palazzeschi, Bruno Corra,  ed altri per la letteratura.

 

Immediatezza, libertà segnano anche la pittura. Boccioni, Carrà, Balla  e moltissimi altri.

 


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Testo del Manifesto del Futurismo
Scritto da Marista Urru   
domenica 22 febbraio 2009




Manifesto del Futurismo
Le Figaro - 20 febbraio 1909

   1. Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità.
   2. Il coraggio, l'audacia, la ribellione, saranno elementi essenziali della nostra poesia.
   3. La letteratura esaltò fino ad oggi l'immobilità penosa, l'estasi ed il sonno. Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l'insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno.
   4. Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova; la bellezza della velocità. Un'automobile da corsa col suo cofano adorno di grossi tubi simili a serpenti dall'alito esplosivo...un'automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia, è più bella della Vittoria di Samotracia.
   5. Noi vogliamo inneggiare all'uomo che tiene il volante, la cui asta ideale attraversa la Terra, lanciata a corsa, essa pure, sul circuito della sua orbita.
6. Bisogna che il poeta si prodighi con ardore, sfarzo e munificenza, per aumentare l'entusiastico fervore degli elementi primordiali.
   7. Non v'è più bellezza se non nella lotta. Nessuna opera che non abbia un carattere aggressivo può essere un capolavoro. La poesia deve essere concepita come un violento assalto contro le forze ignote, per ridurle a prostrarsi davanti all'uomo.
  

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CESOIA & RASTRELLO Jasminumnudiflorum o Gelsomino di Inverno
Scritto da Marista Urru   
sabato 21 febbraio 2009
Il Gelsomino d'Inverno

 

Il gelsomino d’inverno, Jasminumnudiflorum,  è  una pianta  che mai ho visto assalita da parassiti, sopporta benissimo la siccità ed il pieno sole, ma fiorisce anche in ombra.

Quando perde le foglie i suoi getti restano di un bel verde  e in pieno inverno, anche se nevica o grandina, fiorisce riccamente.

Ma raramente viene  usata come la sua natura richiederebbe,  cioè come ricadente.


Questo tipo particolare di gelsomini fu introdotto nel 1844 dalla Cina, non profuma e fiorisce in inverno, tra gennaio o febbraio ( i miei quest’anno hanno cominciato a fiorire  poco prima di Natale, per  fare esplodere letteralmente il massimo della fioritura a metà Gennaio, probabilmente perché son piantati a ridosso di muretti di tufo e volti ad Est.

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