Fascismo ed antifascismo - Cassola e "La casa di via Valadier" |
Scritto da Marista Urru
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giovedì 18 settembre 2008 |
La storia non è solo un insieme di eventi
concatenati nel tempo, di date e trattati. Storia è anche il vivere
quotidiano delle persone che gli effetti della politica, dei trattati,
degli accordi degli uomini di Stato e dei poteri forti subirono, storia
è anche il segno che tali eventi lasciarono sulla vita spirituale e
morale degli uomini, dei popoli.
Nel particolare momento politico che stiamo
vivendo a me pare che la lettura, e per chi lo avesse già letto, la
rilettura, del libro di Cassola possa essere illuminante. Il racconto
delle vicissitudine delle persone comuni che lottarono nel piccolo di
vite private contrapponendosi al fascismo o sfiancandosi nel dilemma
fascismo ed antifascismo, esposto con delicatezza e precisione
dall’autore, come d'altra parte da molti altri scrittori italiani nel
filone del neorealismo nato nel dopoguerra, può esser chiarificatore
specie per i giovani che quei tempi non hanno vissuti e che quindi,
spesso sospinti dalle opposte sirene dei moderni politicanti, trinciano
affermazioni e giudizi avulsi dalla realtà di una epoca di cui hanno
nozione tramite narrazioni e scritti di parte, ormai sempre più resi
imperfetti in qualche modo, dall'offuscarsi dei ricordi e dalla urgenza
degli opposti interessi; leggere invece quel che a ridosso dei fatti
scrissero uomini che quei fatti conobbero e vissero in prima persona
può essere non solo interessante, ma necessario.
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ROMA - Ponte Fabricio (isola tiberina) e leggenda di Papa Sisto |
Scritto da Marista Urru
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domenica 14 settembre 2008 |
Ponte Fabricio, il più antico di Roma, davvero un miracolo
che sia ancora intatto visto che data dal 62 a.C, viene detto Ponte dei quattro capi, e
poiché lo strambo nome non è ben sicuro a cosa o a chi sia dovuto, la fantasia
fervida dei romani vi costruì una leggenda un po' bislacca.
Vediamo anzitutto cosa sappiamo di sicuro su questo
antichissimo e bellissimo ponte romano: di sicuro, visto che lo attestano le
iscrizioni poste nelle 4 arcate, fu
costruito da un curatore di strade nel 62 AC di nome, Lucio Fabricio.
I quattro capi sarebbere quelle teste
raffigurate nelle misteriose erme, rappresentanti
Giano quadrifronte e probabilmente
servivano per delle balaustre forse in bronzo.
Dicono gli studiosi che queste erme quadrifronti di Giano sono le
uniche del genere di cui si abbia
notizia a Roma, la tradizione vuole appunto che fossero 4, ma oltre alle due rimaste sul ponte se ne è trovata
una terza soltanto ed è inserita nel monumento-fontana al poeta
romano Gioacchino Belli in piazza Sonnino
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ROMA - Il Muro Torto e le sue leggende |
Scritto da Marista Urru
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sabato 13 settembre 2008 |
Roma dalle mille leggende, piena di misteri e di segreti: passaggi, cunicoli, scalette
segrete che portano in cantine che a loro volta hanno uscite sconosciute ai
più.
Se ne perde il ricordo di queste storie di morti violente, amori impossibili, fantasmi e maledizioni, tanto più che spesso i
Romani poco amavano parlarne, ed i nuovi calpestatori del suolo
Romano sono frettolosi e distratti; se
aggiungiamo gli interventi poco rispettosi accumulatisi negli ultimi decenni che hanno sbarrato porticine e chiuso cunicoli, di sicuro brandelli di storie di congiure e tradimenti
sono svaniti insieme ad angoletti tipici e intrisi di magia.
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NONNA ADA IN CUCINA: La pasta rapida n 2 |
Scritto da Marista Urru
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mercoledì 02 aprile 2008 |
Pasta al sugo di noci:
Mentre mettete a bollire un bel pentolone di acqua salata, prendete per 4 persone un 200 gr di gherigli di noci ai quali toglierete la buccia ( sarebbe amara ), un 30 gr a di pane grattugiato, aglio , prezzemolo olio oliva e.v. Pasta, formato a scelta : 360/400 gr.
Mettete a rosolare a fuoco basso ed in poco olio il trito di aglio e prezzemolo, unitevi il pangrattato e i glerigli pestati al mortaio, un pizzico di sale. Quando la pasta è cotta ( al dente), scolatela e saltetela nella padella in cui avete fatto il soffritto, aggiustate di sale.
Gherigli : lo sapete di sicuro.. ma non si sa mai : per togliere agevolmente la pellicina immergeteteli per qualche minuto in acqua ben calda ( fuori dal fuoco)
Pasta alla svelta noci e pinoli:
Tritate aglio, pinoli, noci, foglie di basilico, un poco di mollica di pane bagnata nel latte, frullate il tutto fino ad ottenere una crema, se piace potete aggiungere qualche cappero, aggiungete olio, sale ed un poco di parmigiano, emulsionate e condite la pasta
Pasta alle zucchine.
4 persone, 4 zucchine , prezzemolo, olio, aglio, 400 gr pasta.
Anche questa , come altre paste con le verdure, è facile da fare e rapida.Una zucchina a persona basta.
Tagliate le zucchine a fettine abbastanza sottili ed in poco olio ed aglio fatele rosolare con attenzione in una padella ampia in cui poi poter "strascinare " la pasta, che siano asciutte, ma non bruciate.Intanto al solito mettete a bollire un bel pentolone di acqua salata, quando è al denta, ma quasi pronta, strascinatela in padella, aggiustate d sale e all'ultimo aggiungete una bella presa di prezzemolo ben tritato
Fettuccine o tagliolini al forno
Questa ricetta viene comoda anche se si hanno ospiti e non si ha tempo o voglia di pasticciare a lungo . Potete in tale caso se vi piace , usare la besciamella pronta. Il ogni modo è sbrigativa:
4 persone : 250 gr di tagliolini- 100 gr prosciutto cotto, 100 gr. di emmental, 3 uova, 500 gr di besciamella, pangrattato, noce moscata , sale, burro.
Prendete uno stampo da soufflè, imburratelo, cospargetelo di pangrattato. Preparate la besciamella, tagliate a dadini l'emmental e il prosciutto
cotto, profumate con la noce moscata, unite i tuorli , mescolate con cura. Mentre cuoce la pasta, avrete già montato a neve ferma gli albumi, calcolate che i tagliolini debbono esser tolti al dente e cuocciono presto. Scolate i tagliolini, conditeli con la besciamella già mescolata a formaggio e prosciutto cotto, all'ultimo e badando a non smontarle, unite le chiare montate a neve, mescolerete il tutto con cucchiaio di legno e con movimenti circolari dal basso verso alto, versate nello stampo già imburrato e panato e mettete al forno a 180 ° per 30 minuti, servite caldo
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Scritto da Marista Urru
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domenica 02 marzo 2008 |
Queste piante hanno bisogno di
ossigenare le radici e per questo scopo hanno spesso delle radici superficiali
fuori dal terreno. Sfortunatamente molti coltivatori inesperti vedendo queste radici, le
ricoprono col terriccio. Anche un substrato troppo fine e compatto, porta al marciume. La torba fine se non corretta, toglie
l’aria alle radici perché non è porosa e inoltre trattiene troppa acqua, per
questo le radici asfissiano e diventano suscettibili al marciume più comune:
quello causato dalla Phytophthora cinnamomi.
I sintomi del marciume da Phytophthora sono l'imbrunimento delle foglie con
le nervature che rimangono in rilievo e quasi sempre una graduale e progressiva
defogliazione. Durante i periodi più umidi l’intera pianta può avvizzire
completamente di colpo, come se fosse colpita da apoplessia.
Se le trapiantate in terra
assicuratevi che non vi siano ristagni. Per quelle coltivate in vaso invece procuratevi un substrato molto sciolto che assicuri una
buona aereazione e drenaggio.
Aggiungete se mai al substrato 10-20% di
sabbia fine bilanciata con altrettanta corteccia di pino della macinazione da 0,5 a 1,5 cm. Questo dovrebbe
assicurare un perfetto drenaggio. La corteccia di pino inoltre ha un’altro
vantaggio: contiene una sostanza che ritarda lo sviluppo della Phytophthora.
Mantenete il pH del substrato tra 5,5 e 6.5 per ottenere lo sviluppo
ottimale e delle piante sane. più il pH si avvicina a 6,0-6,5 e più le camelie
sono resistenti alle malattie. Alcuni sconsigliano di’ mischiare il concime con
il substrato. Sono preferibili i concimi a lenta cessione messi in copertura.
Mantenete il substrato umido, non bagnato. Le irrigazioni debbono essere regolari così aiutano il
concime a lenta cessione a cedere gradualmente le sostanze nutritive alle
radici. E se le radici, ben ossigenate, ricevono la giusta quantità di
fertilizzante, le piante crescono più rapidamente, sono più sane e resistenti
ai marciumi radicali.
Se le piante mostrano sintomi di
marciume usate dei fungicidi come
l’Aliette o simili per curare il marciume radicale da Phytophthora.
Hanno fama di essere di difficile coltivazione, e quando le vediamo dai fiorai o nei
vivai, un poco ci intimidiscono, non sappiamo che farne quasi, se metterle in
piena terra o lasciarle in vaso; e poi mille altri dubbi ci assalgono. Invece
avere una o più piante di camelia , prendersene cura con risultati soddisfacenti è più semplice di
quel che possa apparire.
Anzitutto questo è il momento di comperarle, tenendo
presente che sopportano temperature fino a 12-13 gradi sottozero.
Privilegiate una esposizione a mezza ombra, sole ed ombra
per intenderci con la luce filtrata dai rami , la protezione dai venti troppo
forti, fino a dover se mai ricorrere a barriere frangivento.
Poi non dimenticate che sono un po’ esigenti in fatto di terreno, sono piante
acidofile, il PH del terreno deve essere intorno al 5, terreno sciolto e ricco
di sostanze organiche composto di una parte di torba, una di terra di foglie
con argilla sabbiosa oppure se la trovate di buona qualità, terra di castagno o
di bosco, con un quarto di sabbia.
Se optate per piantarla in piena terra, fate una buca larga
e profonda almeno 60 cm.
Al fondo la buca dovrà avere almeno 2 cm di cocci o ghiaia, importantissimo il
drenaggio. Badate che la buca dovrebbe
avere al centro una montagnola di terriccio su cui adagiare la pianta, perché l’apparato radicale non
deve stare troppo in profondo. Pacciamate bene con foglie o torba, anche gli aghi delle conifere vanno
bene, lo spessore deve essere alto almeno 15 cm.
Le annaffiature debbono essere regolari e ricche. La
concimazione avverrà almeno 2 volte l’anno con cornunghia o concimanti
specifici sui quali non dovete essere superficiali, debbono essere di buona
qualità e dimezzate le dosi consigliate sulle confezioni.
Dopo la fioritura eliminate i rami secchi o quelli che vi sembrano poco adatti alla forma che
desiderate per la vostra pianta.
Le malattie
Tenete presente che spesso le scottature solari sono scambiate per malattie, ricordate la esposizione a mezza ombra è vitale . I sintomi sono delle macchie giallo-brune nella parte
centrale della pagina superiore della foglia. Se le camelie mostrano questi sintomi mettetele
in un luogo più ombreggiato.
Anche una eccessiva concimazione porta i suoi danni :
i sali diventano troppo concentrati nel terreno, ed appariranno delle
bruciature marroni sui bordi delle foglie, vengono colpite
per prime le più giovani e quelle molto vecchie. Il problema si presenta
più spesso e progredisce più rapidamente nelle piante allevate in contenitore
rispetto a quelle in pieno campo, perché i vivaisti tendono a concimarle
troppo.
Per prevenire questo inconveniente è bene utilizzare un
substrato molto buono e soprattutto molto ben drenato. Se le piante mostrano
sintomi di danni da salinità, dilavate i sali con abbondanti irrigazioni e
quindi rinvasatele in un altro contenitore con un substrato migliore.
Ora parliamo de le diverse malattie che affliggono le camelie. Solo
due di esse -l’apoplessia e i marciumi radicali- sono in genere fatali anche se c'è sempre una speranza di guarire con i trattamenti tutte
le malattie.
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La leggenda della zuppa di pietra |
Scritto da Marista Urru
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martedì 27 maggio 2008 |
Dal sito :http://www.pol-it.org/ital/editoriale.htm
C’è una storia, tramandata dal tempo dei
tempi fino a noi, che racconta di due viandanti in pellegrinaggio.
Affamati e stanchi del cammino percorso durante il giorno, essi arrivarono nei
pressi di un piccolo e povero villaggio, dove decisero di fermarsi a riposare,
a lato della strada. Uno dei viandanti mise insieme un piccolo fuoco, sul quale
pose una grossa pentola, mentre l’altro la riempì d’acqua raccolta nel torrente
e vi pose dentro una semplice pietra.
I due uomini si sedettero accanto al fuoco, che ben presto portò ad ebollizione
la loro zuppa di pietra.
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Rimini:il 68 una occasione perduta |
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