Se incontriamo un riccio restiamo per lo più spiazzati e spesso abbiamo
poche e confuse nozioni sul da farsi, istruzioni precise e dettagliate
sono contenute nel sito vegan promiseland in un bell'articolo a firma
Tamara Mastroiaco . Se potete diffondetelo.
Se incontriamo un riccio...
Quando è necessario accorrere in suo aiuto.
- " Sono molti i pericoli che
minacciano i ricci, i mammiferi più vecchi che esistono ancora
sulla terra; la loro presenza risale al periodo terziario. Se gli
uomini avessero più rispetto per l'ambiente circostante, potremmo
evitare loro numerosi rischi.
Giugno e luglio, purtroppo,
sono i mesi nei quali possiamo contare nelle strade il maggior
numero di ricci, schiacciati dalle automobili o feriti gravemente.
- La reazione di un riccio di fronte
un possibile pericolo è quella di immobilizzarsi e di drizzare gli
aculei sul dorso, grazie alla sua fascia muscolare che contraendosi,
gli permette di chiudere il corpo, arti inclusi, in una sacca
cutanea; arrotolandosi su se stesso, forma una impenetrabile palla
di spine che scoraggia quasi tutti i potenziali aggressori. Questa
tecnica purtroppo risulta vana con la volpe, che, urinando sul
riccio arrotolato, lo costringe ad aprirsi per poi scaraventarsi sul
fragile musino, provocandone la morte.La tattica
dell'appallottolamento, inoltre, risulta inutile quando il riccio
viene travolto da un automobile in corsa, che inevitabilmente lo
uccide.
I nemici dei ricci non sono solamente le volpi e le
automobili. Si nutrono delle loro carni anche i tassi e le civette;
i cani, soprattutto di taglia grande, possono provocare la morte di
ricci adulti, così come i gatti possono ucciderne i cuccioli; ma
dobbiamo sottolineare che il principale nemico del riccio è l'uomo,
che, con i suoi molteplici interventi deleteri, causa spesso danni
irreversibili alla natura. I tombini della canalizzazione, nei quali
annegano o muoiono di fame.Le reti metalliche sotto tensione
elettrica usate per arginare le mandrie, che costituiscono delle
trappole mortali per i ricci, in quanto il filo più basso con
tensione elettrica, è troppo poco distante dal suolo.Gli aspiratori
utilizzati per risucchiare le foglie, strumenti infernali che a
volte aspirano i piccoli ricci, tolgono il cibo ai ricci adulti (in
quanto insieme alle foglie vengono anche aspirati insetti, larve,
vermi, che rappresentano la fonte principale di cibo per questi
mammiferi durante la stagione fredda) e tolgono loro anche il
materiale primario necessario per la costruzione del nido prima dei
mesi invernali e dunque prima del letargo costituito appunto dalle
foglie. Le monoculture predominano, i vasti paesaggi naturali
caratterizzati da cespugli, arbusti, siepi, boschi diventano sempre
più rari e ai nostri amici, dunque, mancano gli spazi vitali dove
trovare il cibo, costruire un nido e le piccole oasi naturali sono
spesso troppo piccole per far si che una specie possa
sopravvivere.Pesticidi, concimi artificiali, diserbanti,
insetticidi, non solo vengono assorbiti dal nostro suolo, ma
avvelenano e provocano la morte dei piccoli animali selvatici. Ogni
anno molti ricci e altri animali perdono la vita a causa dei fuochi
appiccati per bruciare l'erba e le foglie secche.Un'altra trappola
mortale per i ricci e altri piccoli animali è rappresentata dalle
piscine, che, non coperte di notte, non danno speranza a coloro che
vi finiscono dentro; le pareti lisce e verticali impediscono ai
malcapitati di risalire e dopo lunghi ed estenuanti tentativi di
fuga, i piccoli animali muoiono agonizzanti.
Cosa possiamo
fare noi, in caso dovessimo imbatterci in un riccio, sano che vaga
di giorno, ferito, ammalato, orfano, di un riccio, insomma,
bisognoso di un pronto intervento, prima di essere affidato alle
cure di un CRAS (Centro Recupero Animali Selvatici)?
Ricordiamoci, che se l'istinto è quello di detenerlo in casa
o nel proprio giardino, abbandoniamo questa idea, perché, il riccio
è un animale protetto dalla Convenzione Europea di Berna del 1979
ed è, inoltre, protetto dal 1977 dalla legislatura italiana. Prima
di contattare un veterinario o un centro specializzato, è
fondamentale effettuare le seguenti verifiche, per snellire la
consulenza telefonica di un esperto:
- pesare l'animale è
fondamentale per capire se abbiamo di fronte un neonato, un
cucciolo, un adolescente o un adulto; se non abbiamo a portata di
mano una bilancia, possiamo regolarci, se il riccio si appallottola,
associando le sue dimensioni a quelle di un frutto: pesa circa
100/200 g. se ha le dimensioni di un mandarino, circa 300/400 g. se
ha la grandezza di un arancia, circa 500/600 g. se il suo corpo ci
ricorda un pompelmo o oltre 700g. se grande quanto un
melone;
- guardare il colore degli aculei;
-
verificare la sua vitalità (si chiude, barcolla, rimane aperto, se
il riccio non si appallottola, potrebbe significare che il nostro
piccolo mammifero è malato);
- verificare se presenti
eventuali ferite, se sono rosse sanguinanti, marroni-verdastre, con
secrezioni o meno; se sul suo corpo osserviamo delle ferite e queste
sono vecchie di qualche giorno, emettono un odore cattivo, putrido.
Potrebbero essere presenti delle uova di mosche o le larve che lo
stanno mangiando vivo. In questo caso, la sola cosa che possiamo
fare è contattare urgentemente un veterinario o ancora meglio un
centro specializzato;
- controllare se presenti sul corpo
dell'animale, parassiti come zecche, somiglianti a semi di anguria
di vario colore, dal grigio al marrone, pulci, acari;
-
segnalare dove abbiamo trovato il riccio, in campagna, in strada e
con chi abbiamo trovato il riccio, se solo o con altri
esemplari.
Se soccorriamo il riccio, nel periodo che va da
aprile a settembre, dobbiamo verificare se nei dintorni, nascosti
tra i cespugli, ci sono i cuccioli, perché potremmo trovarci di
fronte ad un riccio femmina che ha da poco partorito e nel caso ci
fosse una cucciolata, bisogna con dei guanti, prendere anche i
piccoli, adagiarli in una scatola con una borsa dell'acqua calda e
portarli insieme alla mamma in un centro di recupero. Mai però
mettere mamma e cuccioli nella stessa scatola, perché quest'ultima
potrebbe non riconoscerli e spaventata potrebbe addirittura
ucciderli!
Dopo aver contattato un esperto e mentre
attendiamo di agire per soccorrere i nostri piccoli amici, possiamo
intanto metterli in una scatola alta in una stanza, mai al sole! Se
si tratta di un cucciolo o di un riccio ferito, mettergli nella
scatola una borsa dell'acqua calda avvolta in un panno per evitare
che si possa scottare e in modo da mantenere costante il calore del
corpo, potrebbe andare in ipotermia anche d'estate.Se ferito,
mettere sul fondo della scatola, semplicemente della carta da
cucina, che ci consente di verificare se sanguina o se ci sono delle
pulci ed è più igienica di qualsiasi altro materiale; se invece il
riccio è sano, possiamo rendere il suo giaciglio più accogliente,
adagiando sul fondo fieno o paglia. Mai mettere segatura perché
potrebbe andargli negli occhi, nella bocca o nella ciotola. Una
volta che lo abbiamo messo in un luogo tranquillo, possiamo
nutrirlo, ricordandoci che è un animale carnivoro e quindi possiamo
offrirgli delle crocchette o umido per gatti, il doppio della
quantità che daremmo ad un gatto, perché il riccio ha bisogno di
mangiare molto e non rischia l'indigestione! Mai dargli il latte di
mucca perché non digerisce il lattosio, mai patate, insalata,
carote, mandorle che sono tossiche per i ricci o nocciole! Dobbiamo
ricordarci che abbiamo di fronte un animale selvatico, quindi non
dobbiamo trattarlo come un animale domestico, evitare di coccolarlo!
Non lasciarlo libero per casa, perché purtroppo, le nostre
abitazioni sono piene di luoghi insidiosi per i nostri mammiferi:
scale, la parte posteriore dei mobili, i cavi e le prese elettriche
potrebbero trasformarsi in imminenti pericoli mortali. Evitare di
farlo entrare in contatto con i nostri amici domestici, perché una
volta guarito e rimesso in natura, potrebbe avere difficoltà a
distinguere gli animali pericolosi dagli animali per lui
innocui.
Questi sono i principali consigli per un primo
pronto soccorso prima di portare il nostro piccolo mammifero in un
CRAS (Centro di Recupero Animali Selvatici -
http://www.recuperoselvatici.it/elenco.htm),
che provvederà a riabilitarlo in caso di malattia o ferite o che
provvederà ad allevare i cuccioli rimasti eventualmente
orfani!
Autore: Tamara Mastroiaco - redazione di
Promiseland
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