Ho
conosciuto Mariagrazia Genovese sul web, grazie alla poesia, passione che ci
accomuna.
Colta,
amante della buona musica, soprattutto di quella classica (è stata tra l’altro
insegnante di pianoforte), vive a Messina con il marito e i suoi amatissimi
gatti, a cui si è ancor più legata da quando suo figlio Gabriele lavora e studia a Bruxelles.
Scrive
poesie da anni e nonostante questo non ama il clamore, la visibilità ostentata
e cercata a tutti i costi, forse perché la sua
modalità di fare poesia è fare anima.
È quello che ho pensato leggendo i versi della sua silloge Tempo
lucente, che verrà presto data alle stampe.
Fare anima è una espressione cara a Keats (Chiamate, vi prego, il mondo
‘la valle del fare anima’. Allora scoprirete a che cosa serve il mondo.) e
ripresa dallo
psicanalista americano James Hillman,
per significare quel lavorìo di ricerca di sé, che si attua nel momento in cui
si entra in rapporto con la propria interiorità, e che permetterà all’Io di
imparare a sognare e a rendere leggibile quella terra di mezzo che sta tra noi
e gli eventi.
Ecco,
Mariagrazia fa della poesia la sua terra di mezzo, terra che apre agli altri
quando scrive di dolori, amori, dubbi, ma anche di speranze, gioie,
consapevolezze e scoperte interiori, arrivando a condividere ciò che
dall'esterno la tocca.
Il
suo è un viaggio interiore che ripone una incondizionata fiducia nella forza
della parola poetica in grado di manifestare non solo i più reconditi pensieri,
ma soprattutto quel forte sentire dell’esistenza, della quale ne accetta fragilità
e perdita, tanto da scrivere, nei due versi dedicati alla madre:
Fulgida levasi l’anima
come morte di stella.
La poesia di
Mariagrazia rivela una interiorità che rende necessario abbandonarsi
completamente ad essa, per accogliere la forza creatrice della Parola:
Ho smesso le vecchie
vesti.
Ho dato, in esse,
tutto quel che posso….
…E lascio alla Parola
il potere
di dilatare il Tempo.
Così
scrive in Vita nuova.
E,
perché ciò avvenga, lascia che il suo tempo interiore sia quello dell’anima, quello
che segue il ritmo naturale delle cose…
Apriti, oh cielo, alle
ali del mattino…
…brezze diurne invadono
il cuore.
Tutto è possibile in un
altro domani. (Brezza del mattino)
…o
quello che si vorrebbe addirittura fermare quando la felicità ci inonda di luce
e colori, come confessa nella poesia Tempo
lucente, che apre la silloge e alla quale dà il titolo:
Devo fermarlo
questo mio tempo felice.
Liquido e lucente….
...Tempo immerso
nel verde e azzurro
paravento di felicità.
Ma
i versi della Genovese sanno muoversi anche in una dimensione accorata quando la
poetessa, in Alba, vuole indicare il
cammino da seguire per avvicinarsi il più possibile al vero:
…Spezza la catena
che t’opprime
e scegli la Verità
del pianto o della
gioia.
Lascia che vibri sonora
la corda del tuo cuore.
Che la tua voce si alzi
forte e chiara…
…se solo vorrai
sorgere
nel chiarore dell’alba.
…o
quando si rivolge all’amato in Dimmeli
i tuoi pensieri
…anche se ogni parola
è già stata detta.
Dimmeli ancora
che non ti conosco.
Oscura è l’anima
tua.
Per me.
Grazie
alle sue poesie, inoltre, Mariagrazia riesce a cogliere l’intimo segreto del
mondo e soprattutto di se stessa quando
fa rivivere quel daimon, quel demone che
ciascuno di noi riceve come compagno prima della nascita e che ci induce a essere in quel determinato modo o a fare
certe scelte, e non solo, casuali o illogiche. Sensazioni che ben descrive in Pensieri alla rinfusa e ne La strada sbagliata:
Labirintici meandri
imboccati per sbaglio
i miei pensieri.
Irti di rovi.
Intravedo nei varchi
specchi
e muri di gomma.
Con
la stessa naturalezza Mariagrazia, però, sa mettere a fuoco anche la
concretezza dei luoghi dell’esperienza (Ferragosto)
e degli elementi della vita, quando ampliando lo sguardo si apre e si pone in
relazione con la realtà esterna, cogliendone vizi e virtù (Divagazioni).
E
non è poi un caso se in questa silloge poetica inserisce l’unico racconto, Stati d’anima, in cui parla con una
struggente nostalgia di Arturo, un bellissimo e amatissimo gatto Blu di Russia,
della cui
perdita non sa darsi pace, tanto che un giorno…beh, dovete leggerla!
Non
è forse anche questo fare anima?
Ho provato una miriade di emozioni leggendo i versi e le
parole di Mariagrazia Genovese perché ho attraversato la vita e ho ripercorso,
con lei e attraverso lei, le esperienze fondamentali di ogni essere umano:
amore, morte, abbandono, gioia dell’essere al mondo, interiorità, frustrazione
e vita quotidiana.
Ve lo chiedo ancora una volta, dunque, non è fare anima, tutto questo?
Anna Alessandrino
Ancora una parola:
ogni poesia è stata tradotta anche in inglese, lingua che la poetessa
conosce molto bene, un omaggio agli amici di questa madre lingua. E' il
motivo del sottotitolo Shining time sulla prima di copertina.
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