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La luce nella fotografia di Elio Scarciglia - tra bianco e silenzio PDF Stampa E-mail

Scritto da Anna Alessandrino   
mercoledì 16 aprile 2014
Indice articolo
La luce nella fotografia di Elio Scarciglia - tra bianco e silenzio
Pagina 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

Come subito lampo che discetti

 li spiriti visivi, si che priva

 da l’atto l’occhio di più forti obbiettivi,

 così mi circonfuse luce viva,

 e lasciommi fasciato di tal velo

 del suo fulgor, che nulla m’appariva.”

(Dante, Par. XXXX, vv. 46-51)” .

 

Rimango affascinata sempre dalle fotografie di Elio. Tutte hanno una storia da raccontare, ogni viso, ogni colore, ogni paesaggio ha qualcosa da dire, ha una emozione da regalare. Questa è la grandezza della sua Arte. Tuttavia, mi hanno molto attratto le fotografie che hanno per tema “Tra bianco e silenzio”.

Quelle porte, quelle case, le pietre che lastricano stradine e gradoni, quei muri, improvvisamente mi sono diventati familiari, pur non avendoli mai visti. È come se lì vi avessi abitato perché la memoria fa strani scherzi e ha sovrapposto a quelle immagini altre lontane, rimaste ben impresse nella mente.

In questi suoi scatti, in cui predomina il bianco, accentuato da una luce magica che forse solo al sud possiamo vantare, mi trovo a sorprendermi di come proprio la luce sappia parlarmi della semplicità di un paesaggio che quasi toglie il respiro, facendolo diventare frammento di un’eternità  in cui suoni e rumori sembrano congelati, tanto che le porte chiuse, le stradine vuote e il cielo grigio che incombe ne danno una dimensione quasi irreale. Eppure la realtà è là, in quei panni stesi ad asciugare, nei fiori sul balcone e proprio nel silenzio, sì, nel silenzio che segue al concitare di voci che già immagino:” Mninn, fuscit’, jinde a cast ca mo’ s’ n’ ven a chiouve – bambini, correte, presto in casa, che tra poco piove. ”

Ed emerge via via   la storia antica di questo bellissimo centro storico (il paese è Ceglie Messapica) in cui tutti si davano una mano, come quando dovevano imbiancare le case con la calce, per dare più luminosità a quelle viuzze o per evitare che la peste dilagasse.

Attraverso la luce ogni pietra, ogni porta, ogni squarcio di cielo fermato dallo scatto di Elio Scarciglia si arricchisce di un sapore proprio, di uno strato di bellezza e autenticità che rende ogni fotografia un’opera d’arte perché chi la veda possa essere proiettato col proprio mondo in quel mondo e interagire con esso.

A me è capitato con una in particolare che ho trovato estremamente bella, quella in cui  i raggi del sole sembrano voler indicare un punto, il buio di una finestrella, quasi un pertugio, accentuandone l’importanza e il mistero e permettendo,  in un gioco di luce e penombra, di assaporarne la magia. Così ho immaginato storie, personaggi, vite passate là dietro. E per un attimo ho vissuto con loro, perché incantano le fotografie di Elio ed emozionano. Hanno un’anima che parla e ci parla.

Grazie Elio.



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