Stare
a piedi nudi sulla soglia
mentre il dolore
distende le braccia
accalora la mente
e annebbia i pensieri
che diventano serpi.
L’aurora intanto
si ammanta di neve
e dimentica la notte
Essere di ghiaccio
fino a quando i colori
non imporporino l’acqua.
Senza fine è l’affanno
e si duole la schiena
che sulla strada
spinge i giorni
a cercar la speranza
che la pietà diventi riso
inutile gioco
di una defraudata vita.
Aspettare
nonostante tutto
che l’attesa sia presenza
che i pensieri parlino
e le bocche bacino
mentre il vento
strappa i pensieri
e l’ulivo piega i rami
per carezzar la terra.
Risuona l’eco
di un dolore mai sopito
anche se la brezza
per un attimo
risveglia i sensi
che ormai
non hanno senso.
Inutile
inutile farfugliare
di parole
e pensieri.
Chiedere
che la misericordia passi
e distenda i segni.
Il cielo intanto è là
è sempre là
spettatore in attesa
di un finale
già da tempo scritto.
Tra le mani
sfoglia il copione il regista
e non fa altro che gridar
buona la prima
mentre invano tu gli chiedi
di rigirar la scena.
La notte
ha l’odore
del grembiule nero
a pallini bianchi
di mia nonna.
Come lei
mi stringe
in un abbraccio
quando si piega
il corpo
e l’ombra mia
è stanca
mentre il capo
nel suo grembo
affondo
e l’annuso
perché sa di vento.
La notte
riposo gli occhi
dall’evidenza della luce
che a volte
le coscienze storpia.
La notte
è del silenzio
in cui mi tuffo
per dimenticar
frastuoni e frasari
che altrimenti
ingabbierebbero
l’anima.
E' il soffio di Dio
sulla fronte contratta
è il vento
che chiede di entrare
è una luce nel buio
è l’albero che sussurra
parole d’amore alla gemma
ed è lieve carezza
sulla pelle
appena accennata.
La notte
è la sposa di colui
che allo zenit
volge in giù lo sguardo
per sorrider
a quell’ombra
che dietro a lui
allunga il passo.
La notte
non è l'inchiostro versato
sulla pagina bianca
ma è quello che scrive
inconfessate pagine.
Non è il peccato
perché il peccato siamo noi
quando agiamo
per rinnegar le ombre
e non è paura
perché siamo noi quella paura
quando temiamo l’ombra.
No
la notte
non mi fa paura.
Ha l’odore
del grembiule nero
a pallini bianchi
di mia nonna
e quando
l’ombra mia stanca
il corpo piega
il capo
nel suo grembo affondo
e l’annuso
perché sa di vento.
A.A.(19/11/'98)
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