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Borse tutto male madamalamarchesa? Forse, in realtà c'è chi si arricchisce alla faccia nostra PDF Stampa E-mail

Scritto da Marista Urru   
lunedì 07 giugno 2010
arrembaggio
Crollano le borse? Alla Borsa di Roma,  quando si verificava un crollo,  i vecchi agenti  solevano dire che non c'era da aver paura, voleva dire soltanto che qualcuno stava facendo grossi, grossissimi affari,  andava male solo per il così detto parco buoi, i piccolissimi azionisti e per qualche incapace.

Credo che valga anche per il presente, la stampa ci allarma mentre  qualcuno se la ride alla faccia nostra, sapendo  che  oltre tutto, tremebondi ed allarmati,  saremo più propensi ad accettare sacrifici per scontare peccati che non ci appartengono.

"Male tutte le Piazze asiatiche" titola la stampa  oggi. Allarme venerdi  per i dati deludenti sulla occupazione in USA, allarme per il rischio default  della Ungheria, ed ora Tokyo in picchiata.

E i governi Europei corrono ai ripari come sanno, meschinetti!

 



"Drastico colpo di scure del governo di Angela Merkel per risanare le finanze pubbliche, con il taglio di 15mila posti nel pubblico impiego fino al 2014, per un risparmio stimato in almeno 800 milioni di euro all'anno. (...) La Merkel intende anche congelare gli aumenti per i dipendenti pubblici previsti per il prossimo anno, mentre altri 500 milioni verranno tagliati dal ministero della Famiglia sugli incentivi ai padri disposti ad accudire per i primi mesi i figli appena nati. A fare le spese della stangata in arrivo saranno anche i disoccupati, i cui sussidi verranno corrisposti non più sulla base delle leggi vigenti, ma a discrezione dei funzionari degli uffici del lavoro. In questo modo lo Stato risparmierà due miliardi di euro già nell'anno prossimo, che saliranno a oltre 6 miliardi nel 2014.(...)


Aria pesante anche in Gran Bretagna, che va incontro «ad anni di sacrifici»: non usa mezzi termini David Cameron, parlando degli sforzi necessari a ridurre l'enorme debito pubblico del paese. Il neopremier conservatore - in un'intervista al Sunday Times - ha spiegato che l'economia britannica si trova in uno stato peggiore di quanto si fosse precedentemente pensato e i tagli, quando arriveranno, saranno «dolorosi». «La qualità di un vero uomo di Stato è di assumere la buona decisione spiegando alla gente gli obiettivi che ci sono dietro ai sacrifici» ha detto Cameron. «Un debito enorme deve essere gestito. Incrociare le dita aspettando la crescita e sperare che scompaia non è una risposta». E ha quindi aggiunto: «Il paese è scoperto. E gli interessi su questo scoperto si mangiano ciò che la nazione avrebbe dovuto spendere per altro, per l'istruzione dei nostri figli. Dobbiamo avere la gente dalla nostra parte nel corso di questo difficile viaggio» ha insistito il leader dei conservatori. Secondo i dati dell'Ufficio di statistica nazionale, il deficit pubblico ha raggiunto i 156,1 miliardi di sterline nel 2009/2010, pari all'11,1% del Pil, un dato record. Cameron ha anche attaccato le previsioni per la crescita economica - il 3% nel 2011 - stilate dal governo laburista: «Non ci sarà nessun trampolino per la ripresa», ha detto. Quindi la medicina: «Bisogna affrontare i conti dello stato sociale, del settore pubblico e la dimensione della burocrazia accumulata in questi anni». "   Fonte: Sole24ORE

 
A me sembra che si voglia condannare la società civile ad almeno 15 anni di lacrime e sangue come ci dicono ogni tre per due, pur di non toccare o per paura, o per incapacità o peggio, coloro che questa crisi hanno provocato, coloro che su questa crisi voluta e  sognata, si stanno ingrassando  davvero .

Quando poi dobbiamo  sentirci dire in genere dai politici " facciamo dei sacrifici", come non farsi ribollire il sangue vedendo come allegri   essi continuano nella loro immensa e gioiosa giostra di guadagni  milionari e di sprechi costellati qua e là da ruberie ?  Allora sanno.. è il dubbio .
I banchieri intanto continuano indisturbati per la loro strada, allegri e felici si curano i propri affari cercando di raschiare il fondo del barile e di prendersi più che possono.

Scrive oggi a questo proposito su Icebergfinanza  Andrea  Mazzalai parole  sagge , che in quanto tali resteranno inascoltate :

 
"Una cosa è certa e giunto il momento di lasciare fallire definitivamente tutti coloro che debbono fallire e quelli troppo grandi di farlo devo essere nazionalizzati e i loro azionisti e obbligazionisti devo responsabilmente accettarne le perdite e i rispettivi manager cacciati. Non è più sostenibile la leggenda metropolitana del rischio sistemico, quando significa tranciare stipendi, ricerca, innovazione, cultura, scuola, Famiglia in nome di una socializzazione delle perdite che non è più tollerabile. E' ora che qualcuno tolga di mano il timone ha coloro che hanno fallito, è ora che quello che resta del capitalismo si assuma le proprie responsabilità prima che questa guerra finanziaria si trasformi in qualcosa di molto più serio."

 

Una guerra finanziaria, una guerra tra pirati appunto, e noi che caspita c'entriamo? Perché chi governa in Europa pretende che  noi si  partecipi nella veste di  utili idioti? Ma sarebbe  tanto difficile fare un bel pernacchio  altisonante a tutti questi furbi, furbetti e furbastri? E'  ormai evidente che i loro interessi confliggono  marchianamente con i nostri. Vogliono applicare fino in fondo il teorema vincente dell'Avvocato  Agnelli, il segreto del suo successo è noto:  incamerare i profitti e socializzare le perdite. Si è solo scelto  gli  appoggi  giusti nel paese di pulcinella , e lo ha anche sfacciatamente detto, con la franchezza che solo i ricchi e potenti possono permettersi.

Ha fatto scuola evidentemente, l'Italia di Machiavelli ha esportato nel mondo il modello Fiat, ed il mondo della finanza piratesca , ringrazia.

 

 

 



 


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