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Da Mondart : L'emergenza lavoro e il linguaggio biforcuto del potere PDF Stampa E-mail

Scritto da Marista Urru   
venerdì 07 giugno 2013



 emergenza lavoro
Tutti quanti abbiamo oggi ben presenti le cose che non vanno in questo sistema sociale, e tutti abbiamo una più o meno vaga idea utopica secondo cui potrebbero andar meglio. Ma finchè non buttiamo definitivamente l' idea del modello al quale ci hanno legati mani e piedi, finiremo sempre con l' accontentarci di soluzioni palliative, di surrogati di vita, di una distorta idea di lavoro che non farà che vincolarci ancor più strettamente a tale modello, fino ad arrivare al caso limite di una schiavitù di vecchio stile.

Il fatto è che a noi ancora manca la chiara visione del passaggio intermedio, di una possibile strategia alternativa a ripercorrere sempre lo stesso labirinto mentale imposto. Ed è esattamente a questo punto, contando sulla nostra incapacità di comprendere le dinamiche del gioco, che il grande potere finanziario ci adesca, ci intorta con le sue seduzioni: idee attraenti come splendide donne nude, stupende fate morgane che mai si riesce a raggiungere, chimere dal duplice volto prima amichevole e subito dopo terrifico.  




Ed ecco che i politici vassalli in questi giorni si riempiono la bocca con la filastrocca dell' emergenza lavoro, come se fosse un problema sorto appena l' altro ieri. Purtroppo vestendo la malvagia strega ideologica che ci stanno vendendo con le stupende fattezze della seduzione, rendendo desiderabile quella che in realtà altro non è che l' ennesima fregatura, quello che altro non è che lo scivolo che ci riporterà tutti dentro il solito circolo vizioso di un modello di morte: per tutti, non solo per il "lavoratore", ma anche per l' "artigiano", per il "piccolo e medio imprenditore", e via dicendo. Categorie che peraltro non avevamo appiccicate addosso appena usciti dall' utero di nostra madre, ma alle quali il modello schiavista-capitalista tiene tantissimo, e dividere in ogni sorta di categorie è sua grande premura perenne, a cui siamo sottoposti fin dai primi anni di vita.

Ovvio che poi non sia facile riuscire a pensare con una diversa forma mentale.

A calcare la mano sull' idea di emergenza oggi concorre, oltre alla ormai pluriannuale deprivazione materiale, lo spauracchio degli scoppi di violenza, che non a caso hanno preferibilmente la faccia di un nero: scaricare la rabbia e l' odio accumulato in questi anni verso l' icona di un "invasore" è un espediente sempre terribilmente efficace, come visto parlando della propaganda di guerra.
Attenzione: perchè è proprio a questo punto che possono venderci quel che vogliono, se non saremo abbastanza lucidi da smontare lo spot pubblicitario, l' impianto propagandistico ideologico retrostante.

Lavoro o sussistenza ?  E' il lavoro infatti, o non piuttosto un vastissimo corollario di problemi legati alla sussistenza, che fomentano sia la rabbia latente nella popolazione intera, che la sua cieca esplosione attraverso le volute crepe del muro sistemico, ossia i punti appositamente indeboliti, la parte resa disagiata della popolazione, gli esclusi, gli emarginati, gli esodati, i suicidi, gli imprenditori falliti, ecc. ecc.
Tutta gente che si vede privata dell' esistenza, deprivazione che i politici devolvono abilmente sul tema "emergenza lavoro".
Ed ecco comparire la solita filastrocca di Jack: "Abbiamo bisogno di più crescita, bisogna far ripartire la parte produttiva, bisogna incentivare le PMI, è urgente tornare a produrre, ecc. ecc".

ATTENZIONE: perchè altro non è che il preludio ad un esacerbarsi sempre più montante di una situazione in sè contradditoria, che volgerà di questo passo all' eccidio, allo scoppio violento, allo scorrere del sangue, alle scene conclusive di Shining. Non sono che malefiche streghe camuffate da splendide fate, non sono ancora che irraggiungibili promesse, nient' altro che fate morgane.
Come può infatti un qualsiasi provvedimento volto a favorire l' occupazione ad inserirsi in uno schema produttivo sempre più malato, già finito, già morto e defunto e tenuto in vita solo artificialmente ?
Come può un' aspirina giovare ad un malato terminale di cancro ?
Come è pensabile pensare di sbollire e migliorare la situazione sociale senza affrontare i veri problemi, quelli legati all' esistenza, come la possibilità di poter sopravvivere indipendentemente da un lavoro che la società non può più assicurare, di avere un tetto sopra la testa senza che Iniquitalia te lo venga a pignorare, di non essere preso tra i due fuochi di un paese che prima ti ospita perchè gli fai comodo e poi ti dice "adesso vattene" senza peraltro fornirti concrete strategie alternative ? Ovvio che in queste situazioni nessuno si mette a comporre ditirambi di endecasillabi in rima baciata, cosa in cui invece i politici sono espertissimi, avendo anche tutta la tranquillità esistenziale per poterlo fare. Ovvio che questa situazione alla lunga non potrà che sfociare in privata ribellione e violenza.

Salviamo le PMI ! ... Ecco un' altra orribile strega vestita da stupenda chimera: ma come fai a dire che intendi salvare le piccole imprese se parallelamente aumenti l' Iva, aumenti a dismisura il già insopportabile peso fiscale sempre sul loro groppone, esasperi una burocrazia già elefantiaca per cui nemmeno arrivano a percepire i saldi dei debiti che lo Stato ha contratto con esse ...
COME, se non c'è nessuna possibilità di vendere già l' attuale, pensare di piazzare ulteriore prodotto su una tale crisi di liquidità ? Come fai con un semplice provvedimento a favore di una peraltro ipotetica occupazione a risolvere problematiche così complesse ed interconnesse, che richiederebbero appunto un' operazione altrettanto complessa ed interconnessa ?

No, è ovvio che ce la stanno raccontando, e che il fine è quello di giungere alla situazione di ancora peggior schiavitù, di un' insanabile esasperazione dei conflitti: di questo passo ci stanno solo spingendo in guerra.

http://mon-dart.blogspot.it/2013/05/l-emergenza-lavoro-e-il-linguaggio.html#more


       


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  Commenti (1)
1. Come il coniglio coi levrieri
Scritto da Nessie website, il 07-06-2013 23:13
Questo post lo condivido in toto rispetto a quello precedente sulle migrazioni bibliche. L'impressione che ho io è che che continuino a spostare un coniglio di pezza per farci correre trafelati come levrieri. Fino a farci schiattare.

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