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Dio, Caino, i compagni di scuola e il Compagno Saramago PDF Stampa E-mail

Scritto da Marista Urru   
domenica 25 ottobre 2009


Dio e i bambini, ricordo bene che  noi bambini avevamo di Dio una visione  idilliaca: le suore, i genitori, i nonni, ci avevano dipinto una figura rassicurante, le illustrazioni  dei libri che la nonna mi mandava,  ricche di dipinti sacri mostravano un  Dio bello ed imponente, paterno e dolcissimo, o meglio un grande nonno in barbone bianco che spuntava dalle nuvole mentre figurette di uomini donne, bambini e soldati si affannavano sulla terra...

Finita la fanciullezza approdammo alle scuole medie dell'epoca e la lettura, sia pure semplificata, delle scritture ci delineò un Dio molto meno rassicurante.





Mi sembra di ricordare che la prima lezione di religione che  in prima media ci fece Don Luigi, fosse proprio  incentrata su Caino ed Abele, i due fratelli  diversi di indole uno dall'altro facevano doni a Dio  come gli era stato insegnato dai genitori, Dio vide i doni di Abele il fratello di buona indole, mite e caritatevole, e  li apprezzò, vide quelli di Caino, il fratello duro, invidioso,  e li disprezzò.

Nessuno di noi trovò niente da ridire, se davvero Caino era un "cattivo soggetto", ci dicemmo, perché Dio avrebbe dovuto apprezzare i suoi doni, magari fatti senza vero amore? Poi il racconto proseguì come tutti sappiamo fino al fratricidio da parte di Caino dettato da invidia e rancore verso il mite Abele. Ho ritrovato il vecchio libro , e mi è tornato alla mente don Luigi che serio ed accigliato leggeva : " Il primo delitto sulla terra era compiuto. Non doveva restare impunito. Ed impunito non restò"  Dio quindi rimprovera Caino e lo maledice : " ..Tu sarai maledetto sopra la terra... Quando la avrai lavorata, essa non ti darà i suoi frutti e tu sarai ramingo e fuggiasco sopra di essa.. ".. E così avvenne e Caino fuggì ed andò vagabondo gridando.. "Il mio peccato è troppo grande.."

Qualcuno in classe insorse e mi sembra fosse proprio la mia compagna di banco, una riccioluta bionda e peperina, che  trovava assurdo che Dio che tutto poteva e sapeva, che era misericordia divina, non potesse metterci una pezza, lui  che certo sapeva come sarebbe andata a finire,  perché non aveva  fatto in modo che Caino non ammazzasse Abele?

Chi sa quanti altri in classe non avevano avuto il coraggio di esprimere il proprio pensiero, penso parecchi, perché quello della riccioluta compagnuccia è  argomentare tipico della cultura di noi occidentali che   dall'esterno aspettiamo la grazia, il perdono, ogni aiuto da un  Dio che vogliamo paterno e buono, lontano e  onnipotente, un Dio che vogliamo grande anche nel perdono. Una caratteristica precipua dell'uomo occidentale notava Jung,  è che,  erede della cultura cristiana , è deresponsabilizzato, il credente resta bambino, la salvezza gli viene donata, il creato gli è stato donato, tutto gli è dovuto .

E la bambina bionda, coerente con le sue radici, non si dava pace : Dio non perdonava Caino, e  questo non  corrispondeva alla sua idea: se Dio è grande , se Dio sa tutto, sa  anche che Caino ucciderà  Abele e sa come impedirlo, se non lo impedisce è cattivo.














Ricordo bene Don Luigi sorridere paziente , ho ritrovato un breve mio appunto al bordo della pagina che reca la storia di Caino ed Abele:"  il libero arbitrio  di scegliere, la coscienza del bene e del male". Un po' poco  mi sono detta, speravo di poter ricostruire la vecchia lezione,  ma a ben vedere bastano queste poche parole,  in effetti Dio ci  avrebbe creati liberi di scegliere, dotati di libero arbitrio ,  quindi  con un fratricidio liberamente compiuto, non esercitò il perdono che cancella la colpa, ma  mediante parole severe mise l'assassino di fronte alla realtà della colpa, solo allora  Caino acquistò coscienza della  enormità del suo misfatto. Coscienza,  termine con cui ancora oggi  indichiamo la consapevolezza di quello che ci circonda e la capacità di interagire  correttamente con l'ambiente intorno, la consapevolezza infatti distinguerebbe l'uomo dall'animale , il primo può scegliere consapevolmente , possiede la ragione e la volontà. Scriveva Victor Hugo "se non avessimo altro argomento, basterebbe il grido della coscienza per dimostrare che Dio esiste"

Queste parole a me danno la misura della importanza della coscienza per l'uomo, che egli creda o che egli non creda. Il non credente dovrà fare i conti  con la propria spiritualità, morale, coscienza , etica, solidarietà, libertà.. valori essenziali per viver da uomini e non da bruti.

In questo  discorso di Dio, bambini, libero arbitrio , coscienza, si inserisce bene una notizia di attualità, il Nobel Saramago, Portoghese  che fa una bandiera del fatto di esser ateo e comunista, ha dato alle stampe un   ennesimo libro contro la Chiesa e le tradizioni cattoliche, questa volta se l'è presa con la storia di Caino che racconta sicuramente in modo originale, tanto che, così per non disdegnare un po' di sano marketing, ha concesso una conferenza stampa in cui ha pronunciato parole e concetti "contro" ,secondo la migliore tradizione comunista , e va contro Dio, cosa che economicamente  renderà certo molto. Ci fa sapere che  a lui Dio non piace "«Vendicativo, rancoroso, cattivo e indegno di fiducia». è il «Dio della Bibbia».  Infatti la pubblicità del suo libro  " Caino" recita:

  «Che diavolo di Dio è questo che, per innalzare Abele, disprezza Caino?». 

Ora dove l'abbia letto che Dio disprezza Caino per innalzare Abele, non lo sappiamo, non essendo Premi Nobel, leggiamo l'episodio per come ci viene dato e forse nemmeno  con un litrozzo di rosso e un paio di canne arriviamo a questa nuova intepretazione dell'episodio, che serve  invece al Nobel  come pretesto per indignarsi contro la Bibbia ed il suo Dio.

Poco male, ce ne faremo una ragione, tra le tante versioni della Bibbia, ne è spuntata una nuova, avanti che c'è posto per tutte, anche per la Bibbia di Saramago che  come la bimba riccioluta dei miei 11 anni, reclama un Dio buonissimo che non offenda  nemmeno  Caino il fratricida,  stando almeno a quel che è dato capire dalle Agenzie.

Certo è che alcune sue uscite possono essere interpretate come offensive per i cattolici ,  anche se  è tanto sensibile verso Caino,  ma il  Nobel non vuole sentirci da quest'orecchio e tuonando  contro la censura , rampogna: «Crediamo fermamente che un valore fondamentale delle società democratiche, come quello della libertà di espressione e di creazione, non possa essere sottomesso o soggiogato a regole morali».

Fa impressione, si può esser d'accordo o meno, una simile frase,  altera e lapidaria, ti  allarma e ti paralizza,  ma... ricorda l'articolista del Giornale che quando a causa  delle vignette pubblicate dai danesi  su Maometto e i Kamikaze, questi bruciarono diverse ambasciate per rappresaglia  , il Nobel fiero stigmatizzò : ": «Quello che mi ha davvero spiazzato è l'irresponsabilità dell'autore o degli autori di quei disegni. Alcuni ritengono che la libertà di espressione sia un diritto assoluto. Ma la cruda realtà impone dei limiti».

Quindi Saramago che è contro l'intolleranza delle religioni organizzate, reagisce altero e severo se due vescovi cattolici gli fanno notare che sta offendendo con i suoi  scritti milioni di cattolici nel mondo, ma se alcuni fanatici  religiosi dell'Islam, bruciano, scendono per strada, minacciano la vita di chi osa solo minimamente criticare la loro religione, con fiero coraggio  e coerenza  egli critica... il critico e non  l'Islam  se porta a certi eccessi. Due pesi e due misure, ci siamo abituati.

Era certo più comprensibile e razionale la mia riccioluta compagnetta rispetto al Compagno Saramago, Nobel intollerante delle regole morali in nome della libertà di espressione che vede purtroppo a senso unico  quanto pare, ai danesi la ha negata infatti...

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