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GIUSTIZIA - DOSSIER sui Tribunali per saperne di più
Scritto da Marista Urru
lunedì 23 novembre 2009
Riprendo questo articolo
dal quotidiano La Stampa ad ulteriore risposta ai due commentatori del
mio post sulla relazione del Cepej sulla giustizia e sul costo dei tribunali in Italia rispetto ad altri Paesi qui
Ora li invito
rivelarmi chi starebbero cercando di favorire gli estensori di questo articolo/ dossier di un quotidiano di cui tutto si può dire meno che sia tra i fan di Berlusconi. Singolare il modo di vedere le cose dei due signori che mi hanno dato della ballista accusandomi di fare gli interessi del solito spauracchio di alcune procure, invece di controbattere in modo urbano esponendo le loro opinioni che qui poi valgono quanto le mie, e, nel caso di Salvatore postando dati anche lui probabilmente approssimativi, visto che la materia è top secret, nebulosa più di un grave segreto di Stato.
L'Italia è peggio di Angola, Gabon e Guinea. A Roma ci sono
più avvocati che nell'intera Francia
MICHELE AINIS
Quanti
sono i processi pendenti?
Stando alla cifra comunicata dal ministro Alfano nell’ultima
relazione al Parlamento sullo stato della giustizia (gennaio 2009), quasi 9
milioni. Più precisamente, 5.425.000 processi civili e 3.262.000 penali. A
propria volta il rapporto Cepej (Commissione europea per l’efficienza della
giustizia), che s’estende a una cinquantina di Paesi anche extraeuropei, ci aiuta
a fare qualche paragone. Nel 2006
in Italia le cause civili pendenti nelle corti di prima
istanza erano 3,68 milioni, molto più di quelle non ancora decise in Francia
(1,16 milioni), Germania (544 mila) e Spagna (781 mila) messe assieme. Ancora
peggiore la situazione per quanto riguarda le cause penali pendenti nei
tribunali di primo grado. In Italia erano più del doppio (1,2 milioni) rispetto
al dato complessivo di Germania (287 mila), Spagna (205 mila) e Inghilterra (70
mila). Ma in generale solo la
Francia, fra tutti i Paesi presi in considerazione dal
Rapporto, supera il milione di cause pendenti (1.165.192). Quanto ai reati più
gravi (come omicidio, rapimento, criminalità organizzata, traffico di
stupefacenti), in Italia i procedimenti giacenti alla fine del 2006 erano
1.204.151 nel primo grado, mentre in Inghilterra 70.610, in Germania
287.223 e in Spagna 205.898.
Quanto durano i procedimenti? Facciamo parlare nuovamente Alfano: 960 giorni per il primo grado e 1509
giorni per il giudizio di appello nel civile; 426 giorni per il primo grado e
730 per il grado di appello nel penale. Questo significa - come aggiunge il
rapporto Doing Business 2009 - che per recuperare un credito originato da una
disputa commerciale in Italia servono 1210 giorni, contro 331 giorni in
Francia, 394 in
Germania e 515 in
Spagna. Significa altresì che un processo per sfratto dura in media 630 giorni
(in Canada 43), mentre un contenzioso per incassare assegni a vuoto si conclude
dopo 645 giorni (in Olanda dopo 39). Dipende però dal domicilio, dato che ogni
processo può durare il triplo per chi risiede nel Mezzogiorno (rapporto di
CittadinanzAttiva, novembre 2009).
Quanti rinvii, quante prescrizioni?
I primi colpiscono ogni giorno 7 processi su 10, ossia il 76,1% dei procedimenti
penali fissati per il dibattimento ordinario (Eurispes 2008). Quanto alle
prescrizioni, nel 2007 hanno raggiunto la cifra record di 209.779 declaratorie,
che nel distretto di Napoli significa un reato estinto ogni 13 minuti. Qualche
giorno fa (19 novembre) il ministro Alfano ha diffuso un dato un po’ più basso:
vanno in prescrizione 170 mila processi l’anno. In ogni caso è un’amnistia di
massa, ma solo per chi ha quattrini da elargire agli avvocati; e senza neppure
la necessità di scomodare il Parlamento, com’è accaduto per l’indulto nel 2006.
Altrove niente indulti, niente prescrizioni. E così - per citare un solo
esempio - il primo presidente della Corte di Cassazione francese, Vincent
Lamanda, nella relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario (7 gennaio
2009), ha raccontato che loro impiegano 15 mesi per chiudere un processo
civile, appena 4 mesi per un processo penale. Più in generale, in Francia le
corti d’appello - sempre in materia civile - arrivano a sentenza in 12 mesi, in
7 mesi i Tribunaux de grand instance e in 5 mesi gli altri tribunali.
Troppi gradi di giudizio?
Ne abbiamo tre, e questo chiama in causa innanzitutto il ruolo della
Cassazione, che in Italia deposita 30 mila sentenze all’anno, contro le 75
dell’Inghilterra. È evidente che abolire il ricorso in Cassazione - come ha
proposto l’anno scorso Guido Alpa, presidente del Consiglio nazionale forense -
taglierebbe i tempi di un terzo. Ma neanche l’appello è un passaggio obbligato
dappertutto. Negli Usa soltanto i condannati a morte hanno una revisione
automatica del giudizio. Gli altri possono chiederlo a condizione che la
condanna sia sproporzionata o che nel processo di merito vi siano state gravi e
numerose violazioni costituzionali, e l’ottengono solo se rientrano in quel numero
decisamente piccolo di casi in cui una corte d’appello prende in considerazione
la richiesta di certiorari. A sua volta l’appello non consiste nel rinnovo del
dibattimento, bensì nella revisione formale del verbale. Tocca al condannato
dimostrare che il verdetto di primo grado merita di venire rovesciato. Ma nel
2004, su 45 milioni e 200 mila procedimenti giudiziari, i casi in appello erano
273 mila.
Quanto costa la giustizia?
Secondo il rapporto Cepej, spendiamo per il nostro sistema giudiziario 4,08
miliardi di euro, contro i 3,35 della Francia e i 2,98 della Spagna. Spendono
più di noi, in valore assoluto, Germania (8,73 miliardi) e Gran Bretagna (6,07
miliardi). In queste cifre, però, vengono anche inclusi i fondi per il
patrocinio legale gratuito, dove siamo i più micragnosi: appena 86,5 milioni
l’anno. La Germania
spende oltre 6 volte di più, la
Francia circa il quadruplo e la Spagna il doppio. Per non
parlare della Gran Bretagna, che destina all’assistenza legale più della metà
del proprio budget (3,35 miliardi su 6,07). Tolte le somme per il patrocinio
gratuito, soltanto la
Germania si rivela quindi più generosa dell’Italia. Quanto
alle componenti della spesa, in Italia i salari coprono quasi il 70%
dell’intero budget, molto più che in Francia (meno del 50%) e Germania (meno
del 60%). C’è poi da aggiungere il costo della «malagiustizia»: in base alla
legge Pinto, gli indennizzi pagati dallo Stato per risarcire i cittadini
danneggiati dall’eccessiva durata dei processi ammontavano a 1.266.355 euro nel
2002, 10.730.000 nel 2005, 24.999.847 nel 2008 (e la proiezione per il 2009 è
di 34 milioni di euro). Fra le dolenti note, anche gli investimenti per
l’informatizzazione: secondo la classificazione del Cepej, i tribunali italiani
si piazzano ancora a un livello «moderato» di informatizzazione, quelli
francesi a un «alto» livello, mentre quelli tedeschi, britannici e spagnoli a
un livello «molto alto».
Quanto costa ogni processo?
Nel 2008 il ministro Alfano ha comunicato un dato stratosferico: 670 mila euro
(Osservatorio sulla legalità e sui diritti). Ma anche il rapporto Doing
Business 2009 della Banca mondiale ci piazza in prima fila: in Italia il costo
processuale è il più alto d’Europa, ossia il 29,9% del valore della causa (e il
21,8% solo di parcelle agli avvocati), quando in Germania s’attesta al 14,4%,
in Austria al 18%, in Francia al 17,4%, in Finlandia al 10,4% appena. E meno
male che il nostro ordinamento non prevede la condanna a morte: negli Usa il
«Miami Herald» ha calcolato che ogni detenuto in attesa d’esecuzione capitale
costa 3,2 milioni di dollari.
Quanto lavorano i giudici?
Secondo il ministro Brunetta (settembre 2009), non più di quattro ore al
giorno. Da qui la proposta di mettere i tornelli nei palazzi di giustizia, che
ha scatenato un putiferio. In realtà ogni magistrato, come del resto ogni
docente, svolge buona parte del lavoro fuori dall’ufficio, studiando e
scrivendo a casa propria. C’è da aggiungere però che il Csm autorizza circa 2
mila incarichi extragiudiziari l’anno (dal novembre 2007 al maggio 2008 ne
hanno beneficiato 1044 magistrati, per un totale di 11 mila ore di lavoro
svolte fuori dalle aule giudiziarie, come ha calcolato Lagattolla sul
Giornale). E c’è da aggiungere altresì che la produttività del lavoro giudiziario
(come documenta un saggio di Stefano Livadiotti) crolla di anno in anno: i
fascicoli chiusi «pro capite» dai giudici italiani sono passati da 654 nel 2001 a 533 nel 2006. In ogni modo, per i
rinvii causati dall’assenza del giudice titolare dell’udienza la maglia nera
spetta al Sud, dove i rinvii arrivano al 29,1%; viceversa nel Nord Ovest la
percentuale è del 3,8% (Eurispes 2008). Quanto agli organici, in Italia
disponiamo di 11 giudici ogni 100 mila abitanti, contro gli 11,9 della Francia
e i 10,1 della Spagna (CittadinanzAttiva 2009). Più o meno nella media; i verbi
difettivi colpiscono cancellieri e impiegati, perché nel 2003 ce n’erano 45
mila, nel 2009 sono diventati 42 mila, e hanno tutti intorno ai cinquant’anni.
Infine lo stipendio medio dei giudici italiani è più basso dei loro colleghi
europei a inizio carriera, più alto alla fine della corsa: rispettivamente
37.454 euro, contro 35.777 dei francesi, 38.829 dei tedeschi, 45.230 degli
spagnoli; e 122.278 euro, contro 105.317 dei francesi, 86.478 dei tedeschi,
115.498 degli spagnoli (Cepej 2008).
Quanti sono gli avvocati?
236 mila, con la conseguenza che Roma conta più avvocati dell’intera Francia. E
poi su Roma marcia l’esercito dei cassazionisti, che in tutta Italia sono
37.902 (dato 2006), mentre in Francia non raggiungono il migliaio. Più in
particolare, la Spagna
dà lavoro a 155 mila avvocati, il Regno Unito a 140 mila, la Germania a 147 mila, la Francia a 48 mila, la Svezia soltanto a 4503
avvocati (Eurostat 2008). Che in Italia il loro abnorme numero sia causa o
effetto della gran mole di processi che ci portiamo sul groppone, lasciamolo al
giudizio dei lettori. Ma non c’è dubbio che la lobby degli avvocati sia ben
presente in Parlamento. Nel 2001 soltanto Forza Italia ne fece eleggere 44; alle
elezioni del 2008 la categoria è arrivata in vetta nella graduatoria delle
professioni (sono il 14% alla Camera e il 14,3 % al Senato).
Troppo garantismo?
Intanto, troppi uffici giudiziari; sicché per esempio i giudici di pace sono
sparsi in 846 sedi. Stando al rapporto Cepej, l’Italia dispone di 1292
tribunali, più che in Inghilterra (595), Spagna (703), Francia (773) e Germania
(1136). Mentre il rapporto di CittadinanzAttiva osserva che il 56% degli uffici
giudiziari hanno non più di 20 magistrati, e una sessantina si trovano in posti
dove c’è già un tribunale. Per tagliare la testa al toro potremmo imitare gli
Usa, dove le 13.500 Lower Courts gestiscono 90 milioni di casi l’anno, senza
giudici professionali (spesso neppure diplomati), senza avvocati, senza un
verbale delle udienze. Trattano i reati minori e le piccole cause civili, e se
la sbrigano in pochi minuti. Da un eccesso all’altro.
Abbiamo troppe leggi? È il fardello più pesante che ci portiamo addosso, dal momento che il
troppo diritto rovescia i torti e le ragioni, alimenta il contenzioso, e in
conclusione intasa i tribunali. Abbiamo in circolo 50 mila leggi, ma il
ministro Calderoli sta per ridurle a 11 mila. Ottimo risultato, purché in
futuro i nostri governanti smettano d’usare la penna d’oca del burocrate, che
rende ogni legge incomprensibile ai comuni mortali. Purché una buona volta
chiudano il rubinetto del diritto, dato che dal maggio 1948 all’aprile 2009 il
Parlamento ha licenziato 15.627 leggi (Sole 24 Ore, 27 aprile 2009). E purché
infine lascino alle riforme il tempo d’assestarsi, senza scalzarle in un minuto
attraverso l’ennesima riforma della legge di riforma. Due soli esempi: dopo la
legge n. 69 del 2009 che ha sfoltito i riti civili, quest’ultima disciplina si
affianca a quella del 2006, e intanto perdura il trascinamento delle vecchie
norme procedurali antecedenti al 2006. Mentre la depenalizzazione del rifiuto
di sottoporsi ai test su droga e alcol per chi guida, scattata ad agosto 2007,
è stata abolita dopo 9 mesi, nel maggio 2008.
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1. giustizia un mix di responsabilità Scritto da
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, il 27-11-2009 13:08 caro Matteo, anzitutto ti ringrazio per aver segnalato il video di Caselli. Certo che questa legge del governo sul processo breve anche semplicemente cercando di capire, così come posso fare io, dalla strada risulta un po' disastrata, e bene vengano i chiarimenti di chi i processi li conosce e li capisce.
Resta un punto, Caselli a parte, (che certo non mi metto io a contestare ), che non possiamo e non dobbiampo più ignorare ,mettendo da parte anche Berlusconi, che come uomo ricco e di potere può al massimo per noi poveri cristi, costituire una ottima cartina da tornasole,insomma come persone comuni, riandando alla casistica, non possiamo negare che la Giustizia ad un certo momento della storia del Paese , ha subito un corto circuito le cui conseguenze sono gravissime , non solo e non tanto per la classe poltica che se vai a vedere si potrebbe dirgli: hai voluto la bicicletta? pedala! ma il grave è la mancanza di valida difesa per il cittadinio per bene che in troppi casi vede conculcati i suoi diritti da una giustizia strampalata, inequivocabilmente politicizzata, che arriva a cose assurde come spezzettare posizioni di ricorrenti contro la PA in diversi processi, con diversi giudici, col risultato che , cambiato governo, chi è rimasto fuori non ha visto riconosciuto il danno alla salute visto che il buon Massimino baffino, allora Presidente del Consiglio, sempre pronto al bene dei poveri.. ha voluto favorire imprese e PA, su centinaia di persopne cui vari giudici hanno riconosciuto un diritto, soono rimasti fuori pochissimi sfigati.. questa non è giustizia specie se ci ha messo il piedino certa politica politicante..
Poi mi spiace, ma non abbiamo solo giudici inefficenti, non cambia nulla se non si riporta l'Ordine dei magistrati alle regole del giusto processo stravolte a me pare , dalla lettura dei giornali e dalle lagnanze che mi capita di sentire o leggere che queste regole son cadute per troppi giudizi quando la magistartura, certa magisstratura, ma gari in buona fede, ha coltivato l'idea , simile a quella di molti costituzionalisti, che, non riuscendo ad ottenere dalla classe politica l'adeguamento di Costituzione e Leggi, ci si poteva pensare da soli, da una parte con un intenso lavoro di Professoroni sulla così detta Costituzione materiale e dall'altra con intenso lavoro di certi magistrati che , trovando un cuneo nel potere di interpretazione delle leggi, lo hanno usato come un cavallo di *** per esercitare nei fatti quello che la Costituzione vieta loro : una intepretazione politica, non dico connotata politicamente, ma in sostanza politico - sociologica, dovendo sostituirsi alla politica, specie dopo il repulisti di mani pulite che ha fatto fuori anche politici dichiarati poi INNOCENTI, non condannabili comunque, ma rimasti fuori, e "terminati" come politici. Io non ho amato questo andazzo, nemmeno un poco, io sono cresciuta nella idea che sia bene una rigorosa separazione di funzioni e di poteri, mi da l'orticaria il giudice-politico, comme il politico, che altro non è se non un goiudice momentaneamente sospeso, pronto a rientrare a fare il Giudice, sia che appartenga ad uno schieramento o a un altro, non ci vedo chiaro, se quel Giudice ha da dire cose sulla Giustizia lo dice nelle sedi opportune come Giudice, o se vuol entrare il politica, si dimetta da Giudice e dagli emolumenti che com Giudice gli spettano, senza prendere il cattivo esempio di Scalfaro, che esercitata la professione di Magistrato , solo per quanto è bastato onde appplicare la pena di morte a due ragazzi ( se la poteva evitare sta robaccia), poi è passato alla politica con successo inarrestabile, mantenendo stipendio, carriera autometica e pensione da magistrato... è un esempio che possiamo fare perchè il soggetto è noto, ma quanti Scalfaro abbiamo? Quante sedi nei Tribunali vacanti, come accade per gli insegnanti, perchè il titolare è in tutte altre facende affaccendato, ma continua a fare carriera ed a prender lo stipendio? E il cittadino paga e molto, Caselli è un privilegiato, non sa come e quanto il peso della PA sta affossando e soffocando la gente normale, lui chiede , se non sbaglio , più risorse, e chi non vorrebbe più risorse? Ma come poi verebbero spese, e davvero finirebbe la vergogna del Giudice pagato doppiamente e più?Chi controlla? Nessuno in realtà ,e questo in nome di una male applicata indipendenza della magistratura, indipendenza che fu stabilita non certo per coprire scaltrezze ed arbitrio a danno dei poveri cristi. Mi fermo qui , ho cercato di fare presenti come posso alcuni problemi che si tende a coprire, coprire, coprire....
2. Scritto da
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, il 27-11-2009 11:28 Wow che coda di paglia :P
Nel mio post dell'altro giorno non mi pare di avere lanciato accuse o aver incluso nessuno in "gruppi" (tranne forse Brunetta), ma solo di aver ricordato che in caso di dubbio basta risalire alle fonti.
I dati da soli tra l'altro possono dire poco, è sempre necessario interpretarli, ed in questo senso l'articolo de La Stampa fa un ottimo lavoro.
Proprio leggendo un articolo come questo, risulta ancora più paradossale il libro scritto da qualche ghostwriter per Brunetta e firmato da lui : in Italia il problema Giustizia è una gravissima questione fatta di pesanti eredità del passato, leggi inefficaci, leggi male applicate, mancanza di fondi e in ultimo anche da magistrati inefficienti.
Chi "incolpare" per tutto ciò? Chi quel sistema di leggi le deve far rispettare, o chi le ha create e nel tempo modificate per scopi spesso lontani dal bene comune?
3. soluzione? Scritto da
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, il 27-11-2009 08:56 Ho letto attentamente, infatti ho mal di testa, tutto l'articolo, pieno di cifre e percentuali, va beh! e adesso? la soluzione qual'è? la prima domanda è: -Come si fa a non riinviare un processo -Qual'è la durata ideale di un procedimento penale. Le altre domande la prossima volta, non voglio fare un overdose di informazioni. Grazie.
4. processi Scritto da
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, il 27-11-2009 08:47 Ma non ho capito è meglio avere processi brevi o lunghi? Per quanto pasteggi a pane e TG, segua con attenzione "allucinata"(con gli occhi a spirale) quello che si dice nei salotti, dove non mi invitano mai, ma che vogliono? Non sarebbe bene che tutti si comportassero onestamente, non avrebbero bisogno d'essere processati? Ah già! può succedere anche agli onesti di subire un processo...in quel caso come fare? Io un giorno ho dato fuoco a un campo, non volendo il fuoco è divampato ai campi vicini, ho chiamato i pompieri dicendo: Aiuto, ho incendiato il campo! Sono stata io.mi aspettavo pene infernali. Ebbene, ho pagato meno del previsto, sono stata onesta! Ma perchè non fanno tutti così? Cosa? Dove vivo? Io, sulla terra, forse sono i disonesti a vivere sulle nuvole. Dai Marista, fammi un bello spiegone, magari serve anche a quelle come me che non capiscono niente, non sanno come si vive. Evviva le piante!evviva gli animali. Evviva l'ingenuità dei bambini. voglio rimanere bambina.
5. Che pena Franco Scritto da
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, il 24-11-2009 15:24 E' una pena, Berlusconi a parte, vedere quanti Italiani comuni si trovano a soffrire per un sistema penale illiberale, i cui padri putativi sono noti a molti e che si è arricchito del sapere di gente che era ammirata e "studiosa" del sistema cinese dei tempi del buon Mao. Viviamo nella incertezza e nel timore: se stai sulle scatole ad un potente, il sistema è tale che la storia di Tortora si può ripetere per te , solo che se sei un cittadino comune, chi te li dà i soldi? Marcisci in carcere e succede, succede, succede, nel migliore dei casi ti ritrovi mascariato per niente, una dimenticanza, un errore, una svista, un dispetto... e lo vogliono preservare sto vergognoso sistema che avvilisce soprattutto i tantissimi Giudici che lavorano e.. subiscono, mettendo toppe e pezze dove e come possono
6. Scritto da
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, il 24-11-2009 15:03 Salve. Il sistema italiano, almeno quello civile, sembra fatto apposta su misura, da una classe di criminali politici, per i loro protetti ed i furbi che si sanno destreggiare nei marasmi di questo sistema, a discapito dei meno avvisati. Ciò che invece mi ripugna è il sistema penale italiano, in nessuna Nazione Europea e permesso ad un pubblico ministero di erigere mandati di cattura, un PM, prove alla mano, deve invece andare da un Giudice e convincerlo che ci sono i presupposti di crimine e chiedere il fermo della persona, sarà il Giudice a decidere se le prove sono sufficienti per un’accusa o meno, non il PM. Vedi le persecuzioni contro Berlusconi, ad esempio.
Una volta questo sistema esisteva pure in Germania, e nell’Unione Sovietica come in tutti i Paesi del blocco sovietico, ma mentre a quel tempo in Germania regnava incontrastato il nazismo, e in Russia c’era Stalin con le sue purghe, e questo sistema esiste ancora nelle dittature islamiche, africane, asiatiche e südamericane, esiste anche oggi in Italia in seno all’ Unione Europea, facendo praticamente il Belpaese sì un paese democratico, ma con un sistema penale dittatoriale. Difatti chiunque sia, in certi casi, si viene a trovare alla mercè del tasso d’acidità di stomaco di un PM, e magari di quattro pentiti o testimoni di comodo, roba da matt. Salutönen