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Globalizzazione commercio: consumi energetici, inquinamento e fame in aumento, a che pro? PDF Stampa E-mail

Scritto da Marista Urru   
martedì 09 giugno 2009
multinazionali agricole
E' stato calcolato che -  fonte Coldiretti- dal Cile un chilo di prugne dal Cile devono volare 12mila chilometri con un consumo di 7,1 kg di petrolio che liberano 22 chili di anidride carbonica, mentre l'uva dal Peru' percorre quasi 11mila chilometri con un consumo di 6,5 chili di petrolio e l'emissione di 20,2 chili di anidride carbonica.
 
Pomodori, senza arrivare a scrivere della assurdità di  volerci surrettizamente costringerci a  mangiare pomodori cinesi per  interessi "altri" che non ci riguardano, guardiamo vicino vicino cosa succede in casa nostra:  per un qualche motivo intuibile dalla Sicilia i pomodori vanno a Napoli per il centro di raccolta del supermercato, poi tornano a Palermo per  approdare sui banconi della vendita, il perchè di questo spreco  e del conseguente aggravio di costi è evidente, ma non mi sembra che nessuno se ne occupi in modo  proficuo.

Riso : il riso in Italia non manca, ne avremmo di ottima qualità, ma se vado al supermercato trovo e pago riso di scarsa qualità  e chi sa di quale sicurezza alimentare,  che viene  da posti lontani con aggravio di spesa e aggravio di  emissioni di anidride carbonica per i trasporti commerciali continui .  E quei Paesi  non sono affatto meno poveri, a volte sono più poveri di prima, i conti non tornano, qualcuno come suol dirsi, ciurla nel manico

Miele: come per il riso




Olio d'oliva : il nostro vero olio d'oliva è scomparso o lo trovi dall'amico fortunato possessore di olivi che si sa come vengono coltivati, oppure, come normalmente avviene, ti affidi alla grande distribuzione  e capita, per restare alla evidenza,  che  anche quando trovi scritto che è spremitura di olive italiane, in realtà le olive vengono  da altri paesi, spesso si usa la dicitura furba  "oliva  mediterranea" vaga  dizione   che non permette nessun serio controllo, e non sappiamo come  sono state coltivate le piante e non sappiamo  un bel nulla dei trattamenti che fanno al liquido che  ci vendono come olio e che paghiamo carissimo, mentre i popoli che  dovrebbero essere aiutati dal nostro continuo sacrificio come "consumatori" sia dal punto di vista organolettico che del portafoglio, continuano a farsi la fame; in compenso si sta formando in molti paesi una  classe dirigente ricca e  corrotta , ben felice di  assecondare le famose multinazionali  che stanno diventando potentissime  e sempre più  potenzialmente pericolose.

 Forse  sarebbe ora di porci un po' di attenzione vera.

Mi fermo qui, ma la rete di commerci  indotti per arricchire le organizzazioni, è fitta e andrebbe districata da chi  potrebbe e dovrebbe farlo , senza  adesioni cieche ed ideologiche che stanno facendo il male nostro e dei popoli  schiavizzati da loro signori con il nostro tacito consenso, visto che ci accontentiamo dell'apparenza della solidarità che ci regalano per metterci in pace la coscienza mentre  magari , perché no, forse  qualcuno addentro al sistema, riesce a guadagnarci qual cosina.

N.B Meglio saperlo:

FLO cosa è:    L' organismo di certificazione del commercio equo e solidale, peccato che risulti essere interno al Fairtrade , a quanto pare  anche qui controllore ed il controllato sostanzialmente coinciderebbero.

Il FLO è composto  da tutti i soggetti interessati al commercio equo e solidale: produttori, commercianti,  iniziative di etichettatura e simili, e  si avvale di esperti esterni scelti da loro stessi, mi pare di capire,  tutto seguendo un Codice di  Buona  Pratica,  ISEAL e una serie di consultazioni tra i soggetti interessati: produttori, commercianti, esperti esterni , ecc.. .

Insomma un mondo complesso e poco niente conosciuto dal grosso pubblico, ma un fatto ci è chiaro  nonostante le nebbie che ci vengono servite a carrettate: tutto l'ambaradan costruito intorno ai commerci, la rete di  merci che  vengono dispendiosamente trasportate spesso in modo folle ed incomprensibile  da un Paese all'altro, viene spiegato con la necessità di fare uscire dalla fame  le popolazioni povere per le quali si  sta preparando con alacrità questo  sistema del commercio definito "equo e solidale" , peccato che nella realtà la fame nel mondo sta aumentando e questi signori che ci hanno già spremuto distruggendo  a me pare solo  il commercio utile alla collettività per favorire quello utile ai loro interessi,  sembrerebbero ad occhio avere  interesse per allentare eventuali tensioni là dove meglio o leggio  a seconda dei punti di vista, operano, a spingere  i poveri del mondo nei nostri Paesi perché li sfamiamo noi, oltretutto  destabilizzando nei fatti i nostri paesi. 
Ed allora? Allora prendiamo coscienza anzitutto noi cittadini di cosa nella realtà ci stanno facendo e puntiamo i piedi, se saremo molti dovranno ascoltare, ma ci dobbiamo muovere in fretta, dopo sarà troppo tardi.

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