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Il G20, gli abbiamo solo pagato una altra costosa vacanza
Scritto da Marista Urru
domenica 05 aprile 2009
I Commenti dopo il raduno dei grandi sono abbastanza concordi: poco
o niente di fatto, troppo entusiasmo diffuso a piene mani dicono gli osservatori, quindi tempi duri
si preparano visto che si danno tanto da fare per infondere fiducia.
E una domanda sorge
spontanea, perché smuovere questo costoso
ambaradan, quando poi dobbiamo
apprendere che tolte le cerimonie, le passeggiate sui tappeti rossi, i bacetti ed abbracci, le pacche sulle spalle
secondo i soliti maschi rituali del tipo, metto la mano sulla spalla io a
te, ( segno di condiscendenza) e allora di rimando io ti do una pacca per dimostrare chi comanda
chi, un po' come fanno i gatti o i cani per misurarsi a vicenda, mentre poi in sostanza ognuno dei 20 grandi ha avuto 10 minuti per recitare un discorsetto già preconfezionato
dalle burocrazie politiche?
Anzi tutto quanto è costata ai poveri contribuenti del mondo questa
recita? C'era davvero bisogno di questo incontro per stabilire quello che già
si sapeva: che come da copione daranno più importanza a quello strano organismo chiamato Fondo
Monetario Internazionale che sembra
tutto proteso a erogare fondi alle
economie emergenti, che a dirlo sembra una bella cosa, se non fosse che fin ora
in realtà si è dedicato con
passione a finanziare i dittatori del
terzo mondo, il tutto insieme alla Banca
Mondiale e alla cooperazione internazionale, che hanno profuso sostanze ufficialmente per
combattere la povertà estrema, che guarda caso, non solo non è affatto
arretrata, ma anzi è decisamente aumentata insieme alla burocratizzazione di queste economie.
Insomma diciamolo i
sospetti di una immensa pappatoria sono ormai certezza di cui si può finalmente
parlare aperti verbis tanto son sotto gli occhi di tutti. Peccato che sta festa la pagano i contribuenti di codesti signori troppo allegri, troppo soddisfatti degli errori commessi, troppo sicuri, troppo tutto.
Quindi in sostanza avremo solo ulteriore dispersione della nostra ricchezza a
favore della industria che meglio rende, quella della povertà. Per il resto,
generiche affermazioni di intenti che fanno rabbrividire: si ripromettono di “ricostruire
un sistema finanziario affidabile”, si insiste cioè nel giochino delle tre
carte di fingere che finanza e banche non siano la stessa cosa, quindi manco
per la capa gli passa di voler mettere al posto chegli compete le banche, niente di fatto, tutto
come prima, forse peggio chi sa.
Insomma , ci stanno prendendo spudoratamente in giro, come sempre, ed in più gli abbiamo
pagato una ennesima vacanza.
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