Ascoltavo un po' distrattamente i miei figli esaminare le caratteristiche di
un nuovo giocattolo della tecnica, mi
sembrava di capire parlassero di
qualcosa di piccolo, svelto e leggero da
portare con sé ovunque al posto del computer portatile, non ho capito bene, e
non ho approfondito, non ero
interessata, ma mentre loro discorrevano mi è venuto da considerare come queste
"novità" arrivano ormai a getto continuo e come sia facile in questo nuovo mondo esser dominati dagli
oggetti piuttosto che dominarli noi. Una
riflessione ovvia e scontata , ma volendo andare oltre nella considerazione
delle necessità indotte dalle imprese produttrici, a me sembra che l' effetto
del nuovo andazzo non si esaurisca nel consumismo, effetto visibile che
tutti additano e deprecano, ma che
piuttosto si stia spingendo, non so se volutamente o meno, ad operare un
forte cambiamento nella nostra società.
Siamo immersi nella
solitudine che nei suoi aspetti più negativi sembra avanzare ogni
giorno un poco di più, lenita appena da pannicelli caldi che forse servono solo a non
fare perdere il lume della ragione a molti di noi.
E' un fatto , il progresso della tecnica dovrebbe regalarci del tempo libero, ma non è
cosi' nei fatti; a me pare che, almeno
in Italia, la organizzazione della vita sociale
faccia acqua da tutte le parti con il risultato che il nostro tempo in realtà viene
ristretto, limitato , avvelenato.
Siamo indaffarati, dirò
meglio , veniamo tenuti indaffarati, anche perchè nonostante il numero immenso di
dipendenti pubblici e delle SPA di servizi , che altro non sono che privati che svolgono con ulteriore spesa per il
contribuente il lavoro che i burocrati italici
potrebbero svolger benissimo dato il numero surreale di pubblici impiegati di
cui gode il Bel Paese.
Eppure siamo spesso chiamati a perfezionare molte pratiche che
dovrebbero essere di stretta pertinenza degli addetti, dobbiamo col
nostro impegno e dopo file agli sportelli, correggere errori ed
orrori.
Il tutto è aggravato dalla disgrazia di doversi
muovere in un traffico pazzo e
disordinato al quale contribuiscono
fattivamente ed entusiasticamente scioperi spesso perfettamente
inutili visto che già prima dello sciopero le così dette parti
sociali sanno benissimo
dove si andrà a parare e qusto appare sempre più un comodo
paravento per accordi già
stilati o addirittura obbligati dalle
circostanze, ma con suprema incoscienza si provocano disagi anche seri alla popolazione derubata di un minimo di decente decoro nei trasporti e del suo bene_ tempo, prezioso ed insostituibile, bene che una volta perso non ti viene nè ripagato nè restituito
Quindi oltre i danari ci stanno rubando il tempo, giornate e giornate nell'arco dell'anno spese per trasporti indegni, scioperi disfunzioni della amministrazione, code ... e quelle giornate le persone oneste non le tolgono al lavoro, ma inevitabilmente si tratta di spazi distolti dal tempo libero, quello dedicato alla famiglia ed agli amici. Ladri anche di tempo quindi ed indirettamente anche di salute.
Ed ecco che arriva un aiuto : arrivano gli amici virtuali, due
righe sul social network, una mail.. e il gioco è fatto, sei pronto per la nanna, sei pronto perché domani ti
succhino insieme alle risorse della famiglia ed al tuo tempo , un altro poco di forze, di
vitalità, di sentimenti.
E questo giochino sta
creando una gran brutta società, becera ed anaffettiva, una società in cui la cultura è tale perchè le si da questa qualifica, mentre nel complesso abbiamo una mediocrità diffusa anche nelle espressioni culturali oltre che nei gusti che decretano il successo degli uni sugli altri, l'immiserirsi del "sentire", del senso del bello e del gusto, porta inevitabilmente ad una miseria culturale che diventa miseria dei costumi e dei rapporti interpersonali mentra la vita di ognuno di noi è sempre più incentrata sulla quotidianità in un grigiore acceso dai
rancori di un passato remoto e di un presente diviso tra figli e figliastri, rancori ad arte tenuti vivi e rinfocolati da
individui avidi, meschini e senza scrupoli, privi di un minimo di coscienza civile e di
amore autentico per il prossimo.
Ormai è un fatto, non abbiamo
più tempo per l'affetto, per i sentimenti, per l'anima : tutti presi da noi stessi a
rimirarci l'ombelico diceva la mia
nonna già tanti anni fa, un pò
scandalizzata ed arcigna. Così eravamo già allora forse ed ora di certo siamo soli e chiusi
in piccoli mondi separati, aggravati dal viver quotidiano, dalla
mancanza di certezze, sfiduciati e
frastornati dalle grida di caporioni
senza qualità , gente col pelo sullo stomaco che gioca a chi urla più
alto per
spingere il gregge lungo la via più
utile ad affari ricchi e prudentemente
ben nascosti.
Ci potremo salvare da questa specie di melma appiccicosa che soffoca anche la volontà? Immagino a volte una unione delle persone di buona volontà, ma ha un senso una così generica aspirazione? Non credo.
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