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La mamma di casa, il papā di casa, il figlio di casa e la febbre
Scritto da Marista Urru
martedė 26 gennaio 2010
Come appendice dei consigli su cosa non fare anzitutto e cosa fare in caso di febbre, mi sembra giusto dedicare qualche riga alla mamma di casa, quella strana creatura, immune (si fa per dire) alla febbre .
Anche se si becca i
vari virus, bacilli e flore microbiche varie, generosamente elargiti dai vari
componenti della famiglia, lei niente. E si che spera, tra sé e sé di avere un
piccolo, insulso, innocuo rialzo di febbre, giusto per riposare un pochino,
mica per altro!
Invece nulla di ciò accade, lei resiste, è una roccia,
nessun febbrone provvidenziale.
Quasi che la "febbre" sapesse che a lei la mutua non la
passano.
Nella parte "seriosa" ho accennato che ognuno si vive in
maniera individuale l'attacco di febbre, prendiamo il marito della mamma con
esenzione febbre: il padre di famiglia.
A lui non ci vogliono picchi stratosferici per cadere in catalessi o alternativamente in ansia , avete presente
il grafico della temperatura basale quando segnano il picco ovulativo? Ecco, quello!
Al papà di casa bastano due lineette del termometro (quello
che si usava una volta, ci mettevi l'ascella a cavallo e ti misurava la
temperatura), per sentirsi un reduce di guerra appena colpito da un proiettile
dum dum. (Che sono? Mi sembra di aver sentito dire che fanno di un corpo carne
trita per polpette).
Lo si vede gigiolare per casa in pigiama, barba lunga,
puzzoso di acido della notte, occhi
gonfi, sguardo vacuo, capello arruffato, se è calvo, cranio opacizzato.
Pensa se rimettersi a letto o spalmarsi sul divano del
soggiorno davanti alla tv martirizzandosi nel vedere le reclame dei pruriti
vulvari femminili e segnarsi sul block notes di consigliare alla moglie tale
prodotto, almeno il momento di grave malattia serve a qualcosa!
Lo sguardo interrogativo della moglie, la mammadicasa, muto
e allo stesso tempo rumoroso, gli impone di dichiarare solennemente, anzi
gravemente che:
"Sto male!"
Sfodera con decisione il termometro che 20 minuti prima
aveva messo sotto l'ascella! (5 minuti sarebbero stati pochi!)
Il tutto con lo stesso tono greve di chi riferisce una
subitanea condanna a morte.
La febbre? 37,5°C!
La mammadicasa, quella che non si ammala nemmeno se
l'ammazzi, non sa se sbatterlo fuori a calci a lavorare, ma questo
comporterebbe un'estenuante guerra casalinga a suon di musi lunghi o ...
Decide stoicamente per .... O!
Lei che se ne strafrega dei consigli del medico, perché
negli anni ha imparato sul campo, propina all'ammalato una bella dose di
aspirina, dentro la camomilla caldo-tiepida, che fa sempre bene, mette la
gallina a bollire per fare il brodo e sospirando, gira i tacchi e va a
spentolare da un'altra parte della casa,
badando bene a non transitare nei pressi del divano spalmato di marito
ammalato.
Il figlio: se il bimbo di casa è piccolo, è allarme generale,
se si possedesse la sirena sarebbe tritonale, di quelle tipo ambulanza medica
americana, che rimbomba per tutta Los Angeles (Boh!).
Il bambino può avere le convulsioni! Tavolo del soggiorno con, in bella vista,
tutto l'assortimento di medicine pediatriche potenzialmente utili, pompetta
sgorga nasino, (odiatissima dai bambini!), termometro rigorosamente digitale
ultima generazione (gli adulti possono utilizzare quello al mercurio e
ilchesenefrega dove lo metti), non manca gigantografia, da fare invidia ai
cartelli autostradali che ti indicano dove trovare tale supermercato, del numero di telefono del medico (studio del
medico, numero di casa del medico, cellulare del medico, cellulare della moglie
del medico, che non si sa mai).
Assoluto silenzio in casa.
La mamma va e viene dalla stanza in penombra del piccolo,
che se la dorme tranquillo, la natura segue il suo corso, la febbre lo
stordisce e in qualche modo lo anestetizza; lei lo controlla toccandogli la
fronte, lo monitorizza ogni mezz'ora si e l'altra pure, lo sveglia per vedere
se dorme! (grrrr) se poi il piccolo piange, buon segno! Ma quale buon segno???
Piange eccome! Incazzato come una giovane iena alla quale hanno sfilato il
pezzo di carne che aveva messo in una profonda buca qualche settimana prima. La
mamma si chiede perché il piccolo pianga .... non può averlo disturbato col suo
troppo amore!
Panico! Oddio ora il bimbo si irrigidisce, diventa paonazzo,
blu! E ci credo!
Lascialo dormire no? Tra poco arriva il pediatra e si
sistema tutto. Almeno spero, con i tempi che corrono, con una Sanità che fa
acqua, qualche buon medico si sarà salvato no?
Un saluto alle mamme di casa dalla vostra
Mariella
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