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Assassinio di Avetrana abbiamo un mostro, l'orrore, il dolore, manca il rispetto PDF Stampa E-mail

Scritto da Marista Urru   
venerdì 08 ottobre 2010

mostro avetranaDal fiume di particolari di cui son inutilmente arricchite le cronache, mi restano impresse le parole del mostro assassino.

Dice :"Quel pomeriggio nel garage non so che cosa mi è scattato, lei mi intrigava. L'ho toccata, ha reagito e io ho perso la testa." Solo poche parole misere e scarne, come la sua anima, se anima ha chi è tanto povero di sentimento, di autocontrollo, di ragione. Hanno un'anima i mostri? Non lo so, io credo che se l'hanno, è miserrima e rattrappita come le parole dello "zio".

Fa parlare questa storia drammatica, a proposito ed a sproposito, è un buon segno, è segno che almeno non ci siamo incallitti e intorpiditi del tutto: ancora chi compie azioni indegne di tal fatta è mediamente ritenuto un qualcosa a parte, un non appartenente al civile consesso. Data la china che si vuole prendere, è già qualcosa.

 


 

Sappiamo bene , e la cronaca ci sbatte in faccia troppi episodi, troppi mostri perchè noi si possa ignorarlo, sappiamo bene che per quanto un Paese possa credersi civilizzato, per quante menti colte possa annoverare ed anime belle abbia da esibire, sappiamo bene che al di là dello squilibrio della follia, molta strada è ancora da fare verso quell'ideale Eden che, ammesso possa esistere, porterà al rispetto generalizzato degli uni verso gli altri.

In qualche modo è il tema adombrato da un articolo di Gianluca Bifolchi che però cede al compiacimento sciocco di quanti in questa drammatica occasioni, non hanno saputo esimersi dalla soddisfatta segnalazione del baco dell'Occidente reo di esser anche essso a suo modo imperfetto,alcuni sembrano quasi sollevati di potere accusare, "vedete, l'occidente anche quindi non è perfetto", ed approfittano anche di questa povera bambina morta, per portare l'acqua al proprio mulino di globalizzatori di uomini e risorse umane.

Si resta interdetti e si spera che lo facciano a fin di bene come debbo ritenere per Bifolchi che nel suo blog scrive, dopo aver delineato l'accaduto

"Anche qui, quanto a primitivismo culturale non si scherza. Un torbido e sanguinoso dispiegarsi di passioni verso un’adolescente vista come proprietà sessuale del patriarca. Anche nella civilissima Europa. "

Secondo me, con illogicità assoluta, questo autore si pone nel novero di quelli che affermano che se la cronaca ci riporta fatti di sangue efferati compiuti da immigrati che vengono da Paesi tanto culturalmente diversi dai nostri, dobbiamo, visto che quegli stessi fatti di sangue possono avvenire anche da noi, cessare di sottolineare gli orrori, la lesione dei diritti umani , che taluni costumi e consuetudini mantenuti intatti nei secoli, comportano , accettarli in seno alla nostra società, perchè pur sempre si tratterebbe di arricchimento culturale. L'arricchimento c'è, ma è un altro discorso

Su una cosa  Bifolchi ha ragione, la miseria dello "zio" è frutto di "primitivismo culturale", difatti non è che l'occidente abbia raggiunto l'Eden del quale accennavo  prima, niente affatto. Se riandiamo alla storia dei popoli vediamo con chiarezza che la strada per il progresso è lunga , ed è in salita, si dispiega per gradini, non è facile salirli, e in ogni società alcuni restano indietro, altri hanno passo più spedito, ma le distanze non sono incolmabili .

Basti pensare che nel nostro bel paese è da poco che abbiamo seppellito la vergogna del delitto di onore, anche se qualche zombi laido ogni tanto esce dagli inferi e compie delitti che maschera in nome della gelosia, dell'onore. Sappiamo tutti noi che sono assassinii punto e basta, anche se fu dura allora farla capire alla casta dei magistrati.

Sta di fatto che però questi delitti ormai fanno orrore, non sono più la norma, la strada  del progresso è aperta e la si sta percorrendo ormai da tempo.

Mi scriveva giorni fa una ragazza bulgara, che il suo uomo la aveva riempita di botte perchè sospettava una sua infedeltà, e lei aveva paura, sostiene che potrebbe ucciderla, sarebbe normale secondo il loro modo di sentire.

Normale, ecco il punto: da noi non è normale, non più; accade talvolta, ma fa orrore, non è quella la norma per fortuna, e se si continua quella strada verso il progresso accadrà sempre meno spesso.

Però abbiamo sacche di primitivismo culturale, e se lunga è la strada che abbiamo lasciato dietro, lunghissima è quella che abbiamo davanti. Di fronte a simile fatto, anche un bimbo poco furbo capirebbe che in presenza di sacche di arretratezza, inondare chi ancora è indietro, di gente che è ancora più indietro, serve solo a mettere su l'Italia e forse sull'Occidente , un bel pietrone, affichè per molte generazioni resti e si confermi, come Paese arretrato.

Certo le industrie si avvantaggiano, certo potremo dare ancor più salari bassi, certo i nuovi venuti si accontantano di pochissimo, sono malleabili , sfruttabili "usabili", le strade sono piene di usabili ed usati ed abusati, il peggio del Paese se la gode, le persone normali, inermi ne subiscono invece i danni. Molti guadagnano, ma il Paese , come società di cittadini, perde, gli viene imposta una violenza e una violenza viene imposta a coloro che vengono costretti fuori dal loro paese in luoghi dove i loro usi e costumi sono mediamente inaccettati, o dove vengono costretti a tipi di delinquenza che forse nel loro Paese nemmeno conoscevano. Questo crimine contro l'umanità lo si impone solo perchè non si ritiene di dover rispettare i ritmi naturali di ogni società nel salire quei famosi gradini della scala verso l'eden, perchè è più utile forzare, violentare, costringere, destrutturare civiltà,  per onorare il dio danaro.

Rispetto, parola magica del cui significato la nostra società ha perso il ricordo.Prova provata' la incredibile trasmissione della Sciarelli, il dolore impietrito di una madre, l'uccisione in diretta di una ragazzina, Sarah Scazzi, lo sfruttamento di un assassinio per dare forza e legittimità alla mancanza di rispetto ed alla violenza bipartisan che stanno facendo a noi e a molti immigrati, tutto ammantato dell'abito maleodorante del buonismo.

Questa  ferita inferta al senso di umana pietà, che non ascrivo alla conduttrice, bensì al degrado della società Italiana che davvero sembra aver perso la testa, sarà difficile da rimarginare. Comunque vada, sia che  mediamente si faccia spallucce, sia che  ci mettiamo a fare il pianto greco crocefiggendo la Sciarelli, io credo che non saremo più gli stessi, è acclarato cosa siamo diventati, perchè la TV commerciale ti da quello che può vendere, e noi  compriamo emozioni , spiamo, scrutiamo come sciacalli il dolore di una madre. Siamo arrivati al fondo.

Dopo tante lotte contro l'ipocrisia della DC e della cultura di certi preti, ci resta l'ipocrisia tutta e potenziata, ma in compenso abbiamo buttato al cesso il rispetto per l'uomo – persona.

Basta pensarci un po' su per scoprire quanto è pericoloso il mix irresponsabilmente creato. Ma per pensare si deve avere : la ragione , una anima, dei sentimenti. Se invece si è affetti da quella forma di primitivismo culturale che ti fa aderire al mondo dell'interesse materiale , magari mascherato da ideologismo d'accatto, anche solo pensare diventa parola troppo grossa.

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