Ha ragione Grillo molti Italiani non si rendono conto fino in fondo della situazione, ne fanno una questioncella di preferenze per questo o quello, ma siamo immersi in un "sistema" che ci taglia le gambe e ci sommergerà, i nostra castelli di sabbia ad uno ad uno cadranno a meno che noi popolo non ci facciamo parte attiva senza usare il paravento del sistema
Castelli di sabbia
Ieri camminavo in spiaggia
tra le persone. Qualcuna mi riconosceva e mi faceva una domanda che
era poi sempre la stessa: " Cosa succederà dell'Italia? Come
ne usciremo? Cosa si può fare?".Qualche volta iniziava un
dialogo, una conversazione e si aggiungeva via via altra gente ad
ascoltare. Mi sembrava di fare un comizio a Hyde
Park a Londra, dove chiunque può salire su una cassetta di frutta e
arringare i passanti.
Ero sulle dune di sabbia invece che ai
giardini pubblici. La diagnosi dei mali d'Italia era quasi sempre
condivisa: l'occupazione dello Stato da parte dei partiti, il declino
della scuola, della ricerca, la deindustrializzazione, la perdita di
valori morali, il lento incagliarsi del baraccone in cui viviamo
nelle secche dell'indifferenza.
Alcuni gridavano: "Forza
Grillo!", "Sei l'unica speranza rimasta, Grillo!".
Più li ascoltavo, più mi preoccupavo. Provavo la
sgradevole sensazione di un "Armiamoci e parti (io da
solo)".
E ho cominciato a interrogarli
chiedendo come avrebbero cambiato le cose. Le risposte erano sempre
al condizionale: "Farei, direi, progetterei...".
Alla mia domanda sul perché non "Fate, dite, progettate
ora?" e passassero all'indicativo presente, le facce
cambiavano espressione, gli sguardi si facevano più
sfuggenti ed emergeva una lieve irritazione contenuta, come a
rimproverarmi di uno sgarbo.
La moglie di un medico
ospedaliero mi ha spiegato che suo marito non può mettersi
contro il sistema, lo distruggerebbero, lo stesso ha detto un
impiegato statale, un commesso di un grande magazzino, un vigile
urbano.
Non vogliono correre il rischio di perdere il poco o molto
che hanno. E questo li inchioda al muro come uno spillone con una
farfalla.
Li capisco, ma fino a quando la maggioranza degli italiani
ragionerà così non ci saranno cambiamenti radicali. La
responsabilità individuale si ferma di fronte al
proprio benessere, ma senza responsabilità individuale, senza il
coraggio della denuncia, dell'esporsi in prima persona
non c'è un progetto di società.
Gli italiani sentono il rumore
della cascata, sanno di essere su una barca piena di buchi, ma finché
non precipiteranno nelle rapide, in molti rimarranno a guardare.
Leo
Longanesi disse che gli italiani accorrono in soccorso del vincitore,
ma per quello che ci aspetta, il default sociale e economico,
non ci saranno vincitori, ma solo vinti. Di chi accorreremo in
soccorso?
Prigioniero di questi pensieri guardavo il mare, verso
la Corsica, e mi è venuto in mente, non so perché, Newton, che non
c'entra nulla con il futuro dell'Italia:
"Mi sembra soltanto
di essere un bambino che gioca sulla spiaggia, e di essermi divertito
a trovare ogni tanto un sasso o una conchiglia più bella del solito,
mentre l'oceano della verità giaceva insondato davanti a me".
Il
nostro futuro è ancora tutto da scrivere. Loro non
si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.
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1. Grazie Scritto da
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, il 30-08-2010 11:12 Ciao Luca davvero un grazie a te, sei giovane e non intendi arrenderti, è molto, l'unica speranza o quasi per questo paese ciao Marista
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2. Scritto da
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, il 30-08-2010 03:08 grazie
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