Meglio essere informati: queste le valutazioni della Ragioneria Generale dello Stato sul contestato "buco di Bilancio"
ROMA
(19 giugno) - «Il Comune di Roma non è stato in grado di generare un
proprio equilibrio di parte corrente». Così cominciano le "Valutazioni
della Ragioneria generale dello Stato sui dati di bilancio" presentata
oggi dal sindaco di Roma Gianni Alemanno sulla situaizone del bilancio.
«Ma - prosegue la relazione - ha dovuto attingere, in modo sempre più
marcato, alla liquidità destinata agli investimenti, senza però essere
in grado di generare un surplus di entrate libere per poterla
ricostruire, creando un cosiddetto debito di flusso. Questo debito
rappresenta l'entità del riequilibrio strutturale che serve perché
l'Ente possa ritrovare un proprio equilibrio duraturo dalla parte
corrente di bilancio. E' stato stimato in circa 1.089.698.012 di euro
l'entità del riequilibrio strutturale necessario al Comune di Roma».
Il dettaglio dell'analisi dei cospicui residui attivi e passivi
«permetterà - si legge - una valutazione puntuale della stima ripresa
dalla Ragioneria che ha comunque segnalato la criticità dei residui
attivi relativi all'incasso dell'Ici, nei confronti dell'Ater, e delle
multe non riscosse». Nel testo viene spiegato che «il debito totale del
Comune al 31 dicembre 2007 è di 8.151 milioni di euro. Dal dato
rilevato dalla Ragioneria, si evidenzia che nel bilancio 2008-2010
approvato dal Consiglio comunale sono previsti ulteriori investimenti
da finanziare con il ricorso al mercato creditizio per 1.544,4 milioni.
Complessivamente, se al debito contratto si somma il debito
programmato, il totale complessivo è pari a circa 9.762 milioni».
Segue poi un passo importante della relazione: «Si può affermare, con
tutte le cautele del caso, che il Comune di Roma versi in una
situazione di grave difficoltà finanziaria sia per quanto concerne la
competenza che, ancor di più, per quanto concerne la cassa, con una
tendenza al peggioramento del 2009 e 2010».
«Il peso degli oneri finanziari per il 2008/9 - si legge nelle
valutazioni - sono stati stimati in euro 467 e 633 milioni
rispettivamente. A partire dal 2009 gli oneri del debito assorbiranno
oltre il 20% delle entrate correnti previste dal bilancio previsionale
approvato e che nel biennio 2009-2010 rappresentano un incremento
complessivo di 387 milioni rispetto al 2008». Per la Ragioneria, «le
ulteriori aree di criticità evidenziate sono riferibili a potenziali
oneri derivati dai debiti fuori bilancio stimati, in via preliminare, e
senza la possibilità di verificarne la precisa entità e l'eventuale
previsione di copertura, in oltre 720 milioni; a questi si aggiungono
debiti derivanti da passività delle società partecipate dal Comune in
corso di accertamento attraverso un'attività di incrocio delle parti
creditorie (delle società) e debitorie (dell'Ente). Ad oggi, questi
ultimi, ammontano a 127 milioni per Ama e per oltre 100 milioni per il
comparto del trasporto pubblico locale».
Altra area di criticità, «gli oneri espliciti e impliciti nei confronti
delle diverse aziende non quotate che fanno riferimento al Comune e
hanno beneficiato di anticipazioni dal Comune per 869 milioni di euro
vantando esse stesse crediti non liquidati nei confronti dlela Regione
per il trasporto pubblico locale di 765 milioni di euro». La relazione
segnala che «congiuntamente Ama ed Atac presentavano a fine 2006 una
posizione finanziaria netta negativa per oltre un miliardo di euro».
«Si può dire con certezza - si legge infine - che appare necessario
invertire la tendenza inerziale del bilancio, poiché le risultanze
riportate indicano che, al momento, l'andamento delle entrate e delle
spese non garantisce la sostenibilità finanziaria, nemmeno nel breve
periodo».
l'assessore al Bilancio replica "Non abbiamo occultato un bel nulla" dice Marco Causi. "È tutto scritto nelle carte, basta leggerle.
Nel 2001 abbiamo ereditato uno stock di debito pesante, pari a 6.1
miliardi, aggravato dagli investimenti per costruire le nuove
metropolitane. È un bluff".
Probabilmente l'ultima parola alla Corte dei Conti che appare interessata
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