La Fiat, quanto è stata amata, e quanto ne andavano orgogliosi
gli Italiani. Almeno fino a che il suo costo per la comunità è cominciato ad
evidenziarsi . Almeno fino a che la Italietta serena e colma di
speranze del dopo guerra non se le è viste scippare di sotto il
naso con destrezza dalla sua classe dirigente sia le speranze che le certezze, spingendo gli Italiani finalmente a interrogarsi,
a fare confronti, ad indignarsi, anche se troppo tardi ahimè.
Si
chiede Marcello Foa sul suo blog:
-Ma dov’è finita la Fiat dei miracoli, la Fiat del riscatto
italiano, narrata recentemente nello strepitoso spot della Panda,
firmato da Luciano Nardi? Dov'è il Marchionne capace di
ristrutturare aziende decotte, in Italia e negli Usa? Il manager che
non ne sbaglia una? Sarò un po’ all’antica, ma credo che le
politiche aziendali debbano essere giudicati sui risultati.-
E più sotto incalza..
-Cos’è andato storto? Marchionne ha improvvisamente perso
la bacchetta magica? La colpa è di un sistema sindacale e di una
legislazione che alla fine impedisce il rinnovamento e il necessario
dinamismo, boicottando dall’interno le riforme? Rispecchia una
cultura aziendale ormai fuori dal tempo? Il mancato rilancio è
dovuto alla mancanza di adeguati investimenti e dunque da un capitale
insufficiente? O alle crisi finanziarie dei sub prime e a quella più
recente dell’ eurozona? Ma se la risposta è si, perché altre
aziende automobilistiche hanno retto meglio? E quanto incidono i
debiti di Fiat?-
Siamo in molti a non esser preparati a rispondere a queste
domande puntuali sulla ex fabbrica del cuore che ormai è più
accusata che difesa, brucia a molti il passato di una impresa
che, come esattamente nota e certifica Vladimiro Giacchè nel bel dossier, Cent’anni di improntitudine. Ascesa e
caduta della FIAT, Fonte: Proteo N. 2002- 2003
ci ha
regalato davvero cent'anni di improntitudine, alla fine dei quali
siamo alla disfatta ed alla solita richiesta: per la ripresa si
chiede di limitare il valore del lavoro . Naturale la conclusione
dell'articolo di Giacchè:
...per quale motivo, pur
essendo gli operai Volkswagen pagati un 30% in più degli operai
FIAT, le Golf si vendono, e le Stilo no.
Da questa constatazione credo si possa scantonare difficilmente,
la domanda con la sua implicita risposta, che ci conduce a mio
avviso , dopo le ovvie responsabilità della proprietà, alle
responsabilità di tre colpevoli, sempre gli stessi che stanno
radendo al suolo questo Paese: 1) Politici ; 2) Sindacati; 3)
Burokrazie . Ad affondare la Fiat ci hanno messo decenni, con altre
fabbriche eccellenti molto meno, e ad ammazzare una piccola impresa, un
cittadino che non voglia parassitare, ci mettono pochissimo. E' sotto
gli occhi di tutti noi la dissennata politica della distruzione di
ricchezza, del desiderio di intraprendere, che si sta operando, a me
pare, a man bassa e con miope ostinata pervicacia da parte di
politici e tecnici così detti, in questo infelice Paese. I
colpevoli: sempre gli stessi magnifici tre gruppi di interesse ed i loro improvvidi calcoli di breve periodo.Il conto tanto lo daranno a noi.
Per il dossier di V. Giacchè, qui trovate il pdf
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