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Curzio Malaparte ; cinquanta anni dalla sua morte PDF Stampa E-mail

Scritto da Marista Urru   
sabato 14 luglio 2007
Siamo arrivati al cinquantenario della morte di un grande scrittore Italiano, amato in tutto il mondo, letto e tradotto quasi ovunque, misconosciuto in Italia. Eppure fu uno dei più originali, moderni ed indipendenti scrittori del secolo. Certo questa sua indipendenza di mente e di spirito gli costò tra l’altro 5 anni di confino, varie peripezie, alterne sorti e un livoroso ostracismo da parte di molti dei così detti intellettuali  nostrani.......

Io non son nessuno, ho  solo mini-blog, ma per quel pochissimo che posso e che so, sento di dover , sia pure microscopicamente, rimediare al silenzio imposto sia da destra che da sinistra ad un grande scrittore, che pagò fino in fondo la libertà di spirito e l’intelligenza geniale, acuta e moderna che ebbe in dono dalla sorte.

Consola il bell’articolo di Giordano Bruno Guerri pubblicato sulla pagina “Cultura” del Giornale di oggi. Tra l’altro ci ricorda come :
“ Malaparte si staccò prima dal fascismo, poi dal comunismo quando si accorse che non avrebbero compiuto rivoluzione alcuna. E scese a compromessi con entrambi perché riteneva che la propria libertà, il suo bene più prezioso, e la propria scrittura, valessero più del martirio pro o contro una ideologia.
Il crollo delle ideologie e la difesa delle libertà individuali, che è alla base delle più moderne democrazie liberali, fanno di lui un precursore piuttosto che un voltagabbana”.

E queste parole sono tratte da un libro di Giordano Bruno Guerri, di 26 anni fa (L’Arcitaliano), che come nota lo stesso autore, non è ancora stato smentito.
Mi piace qui anche riportare quel che di lui disse Eugenio Montale “Un parlatore squisito e un grande ascoltatore pieno di tatto ed educazione”. Ascoltare : quanti pennivendoli nostrani tanto lodati ed osannati sanno ascoltare?Quanti sanno guardare uomini, donne, bambini, persone, animali, con animo partecipe e compassionevole? O  non restano piuttosto chiusi in sè stessi, spesso passivi  espositori di morte ideologie, ciechi alla realtà dei tempi in cui vivono, contenti dei beni che il potere elargisce loro, dimentichi delle "persone", gli Italiani comuni che pure esistono, uomini, donne, vecchi, bambini, che non possono esser considerati solo come utili mezzi per la scalata al potere.
Malaparte scrisse di argomenti feroci, mise a nudo miserie , disperazioni,degenerazioni, con lucido cinismo e tanta compassione, con un dolore per le umane miserie, sentito, sofferto e quasi pudicamente trattenuto.  Malaparte non fu  però solo questo, non fu semplicemente un lucido e crudo narratore di fatti orrendi e situazioni feroci, non fu unicamente il primo o quasi, reporter di guerra. E' stato  anche un ignorato poeta, almeno che io sappia, mentre  molte sue pagine sono intrise di autentica poesia. Non può essere che non si sia saputo o voluto cogliere la autentica poesia di molti dei suoi scritti, eppure sembra così. Io non son nessuno, e non mi posso certo arrischiare ad analisi dei suoi testi, ma con tutti i miei limiti e le mie incapaci ignoranze, sento di poter dire che Curzio Malaparte era un poeta, la sua anima era l’anima di un poeta, ristretta e oppressa dai tempi grami e violenti  in cui fu costretta ad esprimersi.

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  Commenti (2)
1. Scritto da Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo , il 18-07-2007 09:34
Ciao Gios, anzitutto grazie per la bellissima mail. 
La poesia negli scritti di Malaparte ? presente, riguardati la Pelle, vedrai che oltre le descrizioni che la critica ha definito di lirismo classico, ci troverai espressione di sentimenti, capacit? di smuover l'anima di chi legge, non si tratta solo di meravigliose descrizioni, di puntuali reportage. Le sue parole suscitano sentimenti, malinconie, dolore piet? ed amore per uomini, animali e.. Napoli tutta, come essa ?. 
Tutto il libro La Pelle, altro non ? che uno struggente grido d'amore per Napoli ed i napoletani. Questo forse non si vuole riconoscere, forse perch? potrebbe portare ad una analisi impietosa, quella si, di come ? stata ridotta Napoli, di come sia stato possibile calpestare i napoletani oggi, come tutti vediamo, tacendo in sostanza.
2. Scritto da Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo , il 18-07-2007 00:32
Mi piace il tuo articolo, ma non sono del tutto d\'accordo: ho letto la Pelle, e altre cose di Malaparte, pi? che per la poesia lo citerei come fustigatore dei costumi e dei difetti degli Italiani e per i reportage di guerra,comunque ? una cosa originale quella che dici.

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