I cosiddetti "salvataggi" dei paesi non sono
destinati, come ci si potrebbe aspettare, per soddisfare le esigenze di
una popolazione in difficoltà, ma perché il Paese "salvato" affronti il
pagamento d’interessi su un debito contratto con istituzioni finanziarie
senza scrupoli. Questi "aiuti" sono condizionati da misure di
adeguamento che soffocano ancora di più la popolazione, e anche, nel
caso della Grecia, a compromessi, come l'acquisizione di armi, che non
fanno altro che aumentare il deficit. Il denaro dei nuovi prestiti
finisce così nelle mani di chi ha causato la crisi e dei fabbricanti di
armi. Non sono salvataggi, sono truffe in piena regola.
Qui sotto il link al film Debtocracy, realizzato con pochissimi fondi per denunciare e fare conoscere la verità sulla crisi della Grecia, le responsabilità, i tanti problemi di una Europa politica che non esiste, i danni e le ruberie della elite economica contro i paesi ed i popoli più deboli. Il film è sottotitolato, per chi come me fosse poco abituato: sotto lo schermo a destra , pigiate due volte su cc .
http://www.youtube.com/watch?v=R3SxvKX3uW0&feature=player_embedded
Segue Intervista con Aris Hatzistefanou, ideatore di
Debtocracy – Il documentario rivoluzionario e sovversivo sulla crisi
finanziaria che ha sconvolto l’opinione pubblica della Grecia.
di Stanislas Jourdan, owni.eu 6 maggio 2011
“Il nostro governo ci ha chiamato barboni,
mangiapane a ufo, e coloro che ci hanno concesso prestiti ci hanno
definito “PIIGS” *, proprio come tutti i paesi periferici dell’Unione
europea. I nostri ministri hanno cercato di convincerci che ognuno di
noi ha avuto una parte in questo”.
*La connotazione spregiativa è evidente dal fatto che pigs in inglese
significa maiali, a suggerire il cattivo stato delle economie di tali
paesi PIIGS (Portogallo-Italia-Irlanda-Grecia-Spagna).
Aris Hatzistefanou, 34 anni, ha l’abitudine di pubblicare documenti
scomodi e fastidiosi. Giornalista fin dall’adolescenza, la sua
trasmissione “infowar” in onda da lungo tempo su Sky Radio è stata
sospesa subito dopo la pubblicazione del suo documentario Debtocracy, il
cui contenuto e messaggio va decisamente contro-corrente rispetto al
pensiero dominante.
Nato ad Atene, Hatzistefanou ha iniziato la sua carriera a Radio Sky,
considerata la stazione radio più popolare in Grecia. Il suo ultimo
progetto è stato visto da un milione di persone e ha suscitato una
campagna che ha riscosso molti consensi a livello nazionale per lanciare
un audit, una revisione contabile del debito pubblico del paese.
OWNI ha incontrato il creatore del documentario sovversivo che ha sconvolto l’opinione pubblica.
Qual è la storia che sta dietro a Debtocracy?
L’idea è nata durante una trasmissione di Radio Sky, su come il
presidente dell’Ecuador aveva affrontato il massiccio debito del paese.
Aveva dato luogo ad una semplice verifica finanziaria del debito
sovrano, ed era giunto alla conclusione che altri paesi avevano usato
l’Ecuador come “schiavo”, come prima l’Argentina e molti altri paesi.
L’amministrazione imponeva ai suoi creditori un taglio del 70%.
Nel frattempo, in Grecia, alcune persone erano alla ricerca di un
sostegno per una simile iniziativa, e il mio programma su Radio Sky ha
avuto un’eccezionale influenza. Molte persone sembravano chiedersi se
avremmo potuto fare la stessa cosa nel nostro paese.
Katerina Kitidi – capo redattore di TV XS – e il sottoscritto abbiamo
deciso di produrre il documentario. Abbiamo dovuto far fronte ad un
serio problema di finanziamenti ma, per ovvie ragioni, non abbiamo
chiesto nulla a partiti politici, ad imprese o, cosa peggiore, a banche;
così abbiamo fatto ricorso alla ricerca di finanziamenti presso la
gente. La nostra raccolta di fondi ha avuto un buon esito, abbiamo
raccolto 8.000 euro in soli 10 giorni, una cifra senza precedenti per un
paese come la Grecia, di fronte ad una grave crisi economica.
All’inizio questo progetto doveva concretizzarsi in un semplice video
YouTube. Ma, poiché tanti professionisti hanno offerto il loro aiuto
(musicisti, editori video), e tante persone hanno donato i loro soldi,
il lavoro è diventato un documentario vero e proprio. Il denaro avanzato
è stato investito nella promozione del film. Abbiamo cominciato con due
persone, ma alla fine almeno 40 persone hanno lavorato al progetto.
Aris Hatzistefanou & Katerina Kitidi
Com’è stato accolto finora Debtocracy?
Abbiamo avuto più di mezzo milione di visualizzazioni in meno di una
settimana, e stiamo ora raggiungendo le 700.000 presenze. Nonostante il
suo successo, i media greci non hanno riportato una sola parola su di
esso. Quando hanno visto che abbiamo avuto mezzo milione di visitatori,
non hanno potuto più far finta che il documentario non esistesse -
alcuni giornali hanno cominciato ad attaccare e screditare il
documentario. Finora non un canale TV ha fatto menzione di Debtocracy,
nemmeno in negativo. Il giorno in cui i principali canali televisivi
parleranno di noi, questo costituirà il gradino ultimo verso la
vittoria.
In poche parole, di cosa tratta Debtocracy?
Noi sosteniamo che la situazione attuale fa parte di un problema
economico mondiale, oltre a costituire un problema dell’euro-zona.
Poiché la zona euro è suddivisa in centro e periferia, siamo condannati a
soffrire per le perdite di competitività nell’economia globale, e non
possiamo svalutare la nostra moneta.
Quello che è successo non può essere tutto addossato ai “PIIGS” - come
ci chiamano - anche se noi abbiamo la nostra parte di responsabilità. Il
problema è che la Grecia ha creato uno stato sociale senza tassare di
più le imprese. Quindi, il disavanzo è cresciuto. Inoltre, abbiamo seri
problemi di corruzione, ma questi sono solo dettagli. Anche se tutti i
politici fossero messi in prigione, la crisi rimarrebbe irrisolta.
In più, noi sosteniamo che la Germania non è un modello da seguire –
loro hanno congelato gli stipendi per un intero decennio! Questo non è
un modello sostenibile per tutta l’Europa.
Alcuni sostengono che il vostro documentario non è equilibrato. Come rispondete a queste affermazioni?
Non abbiamo mai pensato di essere equilibrati, al contrario, dal momento
che le nostre controparti hanno avuto abbastanza tempo e spazio nei
media per esprimere le loro opinioni. E nemmeno loro sono tanto
equilibrati! I critici sostengono anche che l’Ecuador non è un esempio
opportuno, perché è un paese in via di sviluppo e ha petrolio. Ma il
petrolio rappresenta solo il 25% del loro PIL. D’altra parte, anche noi
abbiamo il nostro petrolio: il turismo. Si potrebbe considerare un
qualsiasi paese diverso dall’Ecuador, e ci verrebbe detto ancora che si
tratta di due paesi diversi, anche se ci trovassimo di fronte a una
situazione simile, con un debito in crescita e “soluzioni” identiche
proposte dal Fondo Monetario Internazionale. Alla fine, stanno solo
cercando di deviare la discussione per evitare di parlare del tema
principale del film: la necessità di una commissione di revisione del
debito.
Secondo la vostra opinione, cosa dovrebbe fare ora la Grecia?
È chiaro che la Grecia non può rimborsare il debito – sia secondo le
norme giuridiche o meno, indipendentemente dal tasso d’interesse. 350
miliardi di dollari non crescono di sicuro sugli alberi (ed ironia della
sorte, il mercato è stato il primo a raggiungere questa conclusione).
Il governo continua a dire che troverà i soldi, ma il mercato non è
stupido. Il piano di salvataggio progettato dall’Unione Europea e il FMI
non comporta il salvataggio della Grecia - si tratta di salvare solo le
banche tedesche e francesi, che subirebbero un collasso se la Grecia
dichiarasse bancarotta.
Così, il nostro punto di vista è che non dobbiamo aspettarci nulla da
loro. Sarà troppo tardi se noi ci attendessimo da loro l’adozione delle
misure necessarie. Siamo noi che dobbiamo trovare le soluzioni per noi
stessi e creare iniziative.
Consideriamo questo: prima di tutto dobbiamo effettuare la verifica del
debito al fine di distinguere ciò che è legale o illegale. Ci sono
indicazioni come un’enorme quantità del nostro debito pubblico sia
dannosa o illegale. Ma solo una commissione di controllo dovrebbe
determinare e dimostrare questo. È per questo che appoggiamo
completamente questa proposta. Tuttavia, questa commissione dovrebbe
essere condotta in modo democratico e trasparente, e non da
parlamentari.
Siamo più radicali di altri nell’avanzare questa proposta, in quanto
riteniamo che dovremmo smettere di pagare il debito, uscire dalla zona
euro, e nazionalizzare il nostro sistema bancario. Non è una cosa facile
ottenere il sostegno su questi provvedimenti, in quanto possono dare
l’impressione di essere troppo radicali - ma anche alcuni politici ed
economisti di punta stanno cominciando a considerarli. Nazionalizzare le
banche potrebbe suonare come un’idea comunista, ma il problema è tanto
serio e dobbiamo proteggere il paese. Se usciamo dalla zona euro, il
sistema bancario molto probabilmente crollerà, e quindi dobbiamo
proteggerlo da una fuga di capitali fuori dal paese.
Siete collegati ad altre iniziative di questo tipo in Europa?
Siamo stati contattati da un certo numero di gruppi e ci è stato chiesto
di mettere i sottotitoli sul nostro film. Al momento, stiamo lavorando
per diffonderlo in diverse lingue. In sé, non stiamo collaborando con
qualcuno, ma abbiamo diffuso il documentario sotto una licenza Creative
Commons (in modo che chiunque può utilizzare il nostro prodotto).
[N.d.tr.: Le Creative Commons Public Licenses (CCPL) sono delle licenze
di diritto d’autore che si basano sul principio di “alcuni diritti
riservati”. Le CCPL, infatti, rendono semplice, per il titolare dei
diritti d’autore, segnalare in maniera chiara che la riproduzione,
diffusione e circolazione della propria opera è esplicitamente
permessa.]
Come immaginate il futuro della Grecia?
L’anno scorso esisteva tanto fermento contro il piano di salvataggio del
paese ma ora i cittadini greci sono troppo sfiduciati. Negli ultimi
dieci anni, l’opposizione non ha messo a punto una proposta decente che
potesse raccogliere il sostegno popolare. Alcune persone credono che le
agitazioni si siano placate quando l’Unione Europea ha introdotto tassi
di interesse nel pacchetto di salvataggio. Ma sento che il fermento sta
ancora crescendo sotto i nostri piedi. E può ravvivarsi in qualsiasi
momento.
Vale la pena notare che nessun partito politico ha il controllo dei
movimenti di protesta, e nessuno è in grado di indirizzare in un alveo
opportuno questi sentimenti. Quindi ho paura che probabilmente il
malcontento esploderà improvvisamente e in modo violento, anche se non
possiamo prevedere quando e perché.
Quali sono le prospettive per Debtocracy?
Visto che tante persone hanno donato denaro, e dato che abbiamo raccolto
fondi sufficienti per il film, abbiamo deciso di creare un conto
speciale per depositare le donazioni, che saranno restituite se non
usciremo con un progetto dettagliato e trasparente nei prossimi sei
mesi. Non ci aspettavamo un tale successo con mezzi così modesti. Non è
stato facile, ma abbiamo dimostrato a noi stessi che cose importanti
possono essere realizzate con pochi mezzi - soprattutto quando si ha il
supporto di persone di talento.
Internet ci ha aiutato molto, ma ora possiamo scorgere i suoi limiti.
Anche se il nostro documentario è stato visto da quasi un milione di
persone, dobbiamo raggiungere anche un pubblico che non ha una
connessione Internet, soprattutto al di fuori di Atene. Abbiamo
intenzione di distribuire DVD e di organizzare proiezioni di Debtocracy
nei luoghi di spettacolo e nei cinema. Con Internet da solo, il nostro
approccio finirebbe con l’essere elitario.
In definitiva, noi sicuramente vogliamo andare oltre, e affrontare i
tabù che i più importanti mezzi di comunicazione della Grecia non osano
denunciare. Se le persone non prendono parte alla produzione e alla
diffusione delle informazioni, non troveranno mai qualcuno all’interno
delle grandi corporazioni dei media disposto a parlare in loro nome.
Con il contributo di Federica Cocco & Stefanie Chernow
Photo Credit: Debtocracy, copyrighted.
Pubblicato da TLAXCALA ΤΛΑΞΚΑΛΑ ТЛАКСКАЛА تلاكسكالا 特拉科斯卡拉
Fonte: http://www.tlaxcala-int.org/article.asp?reference=5249
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1. sistema economico Scritto da
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, il 03-07-2011 07:57 Franco, certo ormai , come tu dici, il gioco è svelato, l'errore di fondo è noto, ma nessuno sembra volersi prendere la responsabilità di dire: abbiamo sbagliato, sono state fatte una serie di castronerie alimentate da avidità e piccoli opportunismi e qualche ingenuità, ci siamo comportati come tanti Pinocchi nel terreno dei miracoli: siamo dei cretini che hanno creduto al gatto ed alla volpe e vi abbiamo fregato, letteralmente fregato un sacco di soldi , pensando che piantandoli la sera, l'indomani davvero lo avremmo trovati triplicati, e i primi che ci hanno fatti trovare ce li siamo magnati tutti, e abbiamo continuato, era così facile.. ed eccoci qui, chi tirava le fila de gioco passa all'incasso e ora sta ancora una volta a voi impoveriti pagare." Prova a farlo capire al popolo, i Greci stanno cominciando a capire, e li vedi in piazza.. prova a farlo capire a tutti i popoli, e vediamo se le monete d'oro originare tolte al popolo non rispuntano fuori.. perchè se è vero che molta ricchezza si è volatilizzata, molta è rimasta laddove i ladri la hanno nascosta. Io non sono per mettere una pietra sopra se non sui ladri
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2. Scritto da
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, il 03-07-2011 04:13 Salve Marista. La Grecia è troppo fuori Mano per diventare una Nazione Industriale e troppo piccola per potersi liberare dal cappio che L’Europa Finanziaria le ha messo al Collo. Il male Greco è cominciato con Onassis e continua a gonfie vele con altri Armatori e faccendieri greci. È di pochi giorni fa la Notizia che Armatori Greci (Lloyd`s List) hanno firmato con la Cina un accordo miliardario per la Costruzione di 14 Navi Porta contenitori da 8 mila TUE, (un TEU è un contenitore da 20 Piedi di lunghezza = 6,2 Mt. TEU da TwEnty Unit ) Se la Grecia si vuole salvare deve mandare a ramengo l’Europa, allo stesso tempo internamente dovrebbe eliminare la Corruzione e ridurre la Burocrazia, altre possibilità ai Greci non sono date. La stessa fine un domani, o meglio, prima lo stesso giochetto e poi la stessa fine della Grecia la vedremo svolgersi nei Balcani. Il copione e irlandese, portoghese e spagnolo e ora greco, parla chiaro. In Irlanda i pastori continuano a pascolare le pecore ma ci vanno in Off – Road, la Spagna e il Portogallo si sono in prevalenza buttatii in una frenetica corsa all’edilizia, cementando su mezza Nazione, ora hanno costruito tante Case che nessuno può comprare e Fabbriche o Capannoni che non servono. In compenso il Portogallo ha distrutto le saline lungo la Costa atlantica e il Sale ora lo deve importare dalla Francia, altrimenti anche quel poco di Industria peschiera che gli è rimasto va a ramengo come è già andata la Nazione. È difficile dire quanto questo bestiale sistema potrà ancora durare, fino a quando intendo dire la Germania potrà permettersi di esportare a profitto Zero se non addirittura sotto costo, elargendo crediti a chi non ha soldi perche acquisti il Made in Germany. Ed è ancora più difficile dire fino a quando la buffola Europea durerà prima di crollare in se stessa. Vogliono tirare dentro in Balcani, e l’Ucraina, il tutto è pazzesco. La crisi della Grecia si ripeterà anche all’Europa settentrionale, ora pian piano toccherà ai grandi andare in crisi finanziari,vedrai. Questo è un problema prettamente Europeo, e non ha niente a che vedere con l’America. E qui in Europa che si nasconde il Male, dove stanno creando un colosso Finanziario basato su un mucchio di Carta Straccia, anche la Germania recentemente ha firmato nuovi contratti per forniture Industriali alla Cina, e come dicono in tanti a profitto Zero, il tutto mentre le Spese interne aumentano il deficit e il debito pubblico salgono alle Stelle e i Fallimenti artigianali e della piccola Industria, nonchè le insolvenze personali, sono in vertiginoso aumento. Bisogna cambiare il sistema finanziario in Europa,restituire i Soldi al Popolo e all'iniziatica privata altrimenti quest'Europa è destinata a crollare. Intanto la Danimarca per non venir soffocata dalla Germania ha ripristinato i controlli Doganali.
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