Di Francesca Lippi
Per gli adolescenti è un simbolo di emancipazione. Per alcuni c'è la
convinzione che se si smette si ingrassa. Per altri è un modo per
scaricare lo stress.
E' stato vietato nei ristoranti, negli uffici, "in
presenza di donne in evidente stato di gravidanza" e addirittura
all'aperto. Si è fatto di tutto, eppure sono molti i fumatori: secondo
le rilevazioni dell'Istituto superiore di sanità, in Italia ci sono
circa 13 milioni di fumatori di cui 80 mila muoiono ogni anno.
A questo
deve essere aggiunto che ben un milione e 700 mila sono i fumatori di
età compresa tra i 15 e i 24 anni e che questa percentuale è aumentata
del 5% durante lo scorso anno. Se pensiamo, poi, a quanto scoperto dai
ricercatori del Massachusetts Department of Public Health, cioè che la
quantità di nicotina inalata dalle sigarette è aumentata addirittura del
10% a partire dal 1998, ci rendiamo conto che non si tratta di una
questione di poco conto.
La ricerca da anni tenta di risolvere il problema della dipendenza da
nicotina, l'alcaloide presente nella pianta del tabacco. Una delle più
recenti proposte proviene dalla scienza americana ed è niente meno che
un vaccino. Chiamato NicVAX, è sviluppato e prodotto dalla Nabi
Biopharmaceuticals di Rockville e aiuterà le persone a smettere di
fumare evitando ricadute. Jonathan Henry, professore associato con il
Dipartimento di Psichiatria della Michigan State University,
sperimenterà il vaccino su mille volontari fumatori di età compresa fra i
18 e i 65 anni in una clinica dell'università. "L'uso di un vaccino per
curare la dipendenza da nicotina è uno degli approcci più unici per
combattere questo problema"dice Henry." Siamo molto fiduciosi e pensiamo
che sarà possibile aiutare i fumatori a liberarsi dal vizio".
Poiché
gli anticorpi rimangono in circolo per diversi mesi, il vaccino potrebbe
essere efficace nel prevenire le ricadute. Con le attuali terapie per
smettere di fumare, i tassi di recidiva possono essere alti fino 90%
durante il primo anno in cui il fumatore smette di fumare.
Di diverso tipo invece è la soluzione della 'sigaretta elettronica',
chiamata anche ‘e-Sigarette'.
Questa avrebbe dovuto fare la differenza,
eppure non si è ancora certi della sua salubrità. Si tratta di un
piccolo vaporizzatore che dovrebbe dare la sensazione di fumare, senza
farlo veramente e, soprattutto, senza nicotina. Purtroppo, però, la Food
and Drug Administration ha riscontrato la presenza di alcune sostanze
cancerogene nel vapore prodotto dalle e-sigarette. E gli utenti non sono
più così tanto convinti del suo utilizzo. Jean-François Etter,
dell'Università di Ginevra, spiega che "attualmente, c'è un difficile
equilibrio tra la necessità di proteggere i consumatori e la possibilità
offerta ai fumatori di utilizzare un nuovo dispositivo potenzialmente
efficace per smettere di fumare".
Lo studioso, che ha realizzato un
sondaggio per la rivista BMC Public Health, ha notato che "visto
l'enorme peso della malattia e della morte causata da tabacco da fumo,
c'è un urgente necessità per la ricerca sulla tossicità, l'efficacia e
l'impatto sulla salute pubblica delle e-sigarette". Effettivamente,
quasi il 95% degli intervistati ha trovato l'e-sigaretta utile per
smettere di fumare. Ciononostante, gli utenti hanno anche mostrato una
certa preoccupazione per la potenziale tossicità del vaporizzatore che
non risulta proprio innocuo come una sigaretta di cioccolato. Etter
afferma che "anche se i commenti sono stati generalmente positivi, molti
erano preoccupati per la sicurezza e la tossicità. Diversi intervistati
sono anche preoccupati per il futuro status giuridico delle
e-sigarette, e se queste un giorno poteva eventualmente essere vietate".
Troppo scarse le informazioni sulle sigarette elettroniche, conclude
Etter: "sono pochissimi gli studi che indagano questi nuovi dispositivi
ed è urgentissima la ricerca in tal senso".
Rimane pur sempre il divieto di fumo che, in barba agli
antiproibizionisti più incalliti, sta attualmente dando i risultati più
concreti. Secondo uno studio di Henry Ford Hospital, infatti, il divieto
di fumo permetterebbe di risparmiare più di 90 milioni dollari e di
ridurre significativamente ricoveri per infarto. Dopo aver analizzato i
dati di 13 stati americani che non hanno una legge che vieta di fumare
nei luoghi pubblici, i ricercatori hanno concluso che si potrebbero
avere circa 18.596 ricoveri in meno se ci fosse il divieto di fumo in
tutti i 50 stati. Numeri troppo ottimistici? Forse, ma tentar non nuoce
gravemente alla salute.
Da Itali@ Magazine
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1. Il fumo uccide veramente, Scritto da Frasnco Parpaiola , il 25-05-2010 04:11 Salve Francesca. E io cretino pensavo che fossi tu che voleva smettere di fumare. Fai bene a non fumare. Personalmente fino a 8 anni fa fumavo alle 40 alle 60 sigarette al giorno,a Bordo da noi costavano sui 12 Euro la stecca, smisi di brutto un bel mattino quando a Bordo appena alzato tossivo da maledetti e mi chiesi perché diavolo mi stessi ammazzando. Spensi la sigaretta e da allora non fumai più. Aumentai si un poco di peso, ma mi accorsi anche che dopo pochi giorni non tossivo più, che avevo pian piano più fiato e le scale non mi pesavano più. Ciao und Salutönen. Franco
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