Debito Pubblico ci brutalizzano senza motivo, non
siamo insolventi Maastricht ha invertito i criteri, ma è troppo comodo cari signori d'Europa!!
La nostra Stampa dimostra ancora una
volta la sua superficiale dipendenza da interessi "altri "
evita di mettere in risalto per esempio che in realtà l'Italia è più virtuosa della Germania. E si ritorna
alla struttura dell'euro, moneta rigida e valutata a misura del
marco, di una economia che non ci appartiene, una moneta cucita con
arroganza su misura su Paesi altri da noi che ora, sempre con
arroganza, ci chiedono di pagare anche conti che non sono i
nostri.Paesi molto meno virtuosi di noi, ma che, guarda caso, stanno
nei parametri di Maastricht su di essi studiati e cuciti. E Marista
ha la sensazione dolorosa che il gioco sia partito TRUCCATO, ma
Marista non può sinceramente fare testo, magari quello che dice la
Stampa estera, osannata e messa su un altare se dà addosso al Bel
Paese, potremmo leggercelo con attenzione anche quando ci chiarisce
qualche punto oscuro . Ed è il caso di un articolo di Ambrose
Evans-Pritchard, responsabile della sezione economica
internazionale del “Telegraph”: dichiarazioni apparse sul
quotidiano inglese e poi riprese in un’intervista realizzata da
Enrico Piovesana e pubblicata il 4 novembre 2011 da “Peacereporter”).
Ambrose Evans-Pritchard,
Chiarisce:
L’Italia non è fondamentalmente
insolvente. Lo Stato italiano è uno dei pochi al mondo ad avere un
avanzo primario, ovvero a incassare più di quello che spende, al
netto degli interessi che paga sul debito pubblico. È in questi
pasticci perché non ha un prestatore di ultima istanza, una banca
centrale sovrana o una moneta sovrana. La
struttura dell’euro ha trasformato uno Stato solvente in uno
insolvente. Ha invertito l’alchimia. La posizione
debitoria italiana è solida, perché non esiste solo il rapporto
debito pubblico/Pil stabilito dal Trattato di Maastricht. Se tra i
criteri di sostenibilità di un’economia si considera anche il
debito privato, l’Italia risulta uno dei Paesi più stabili
d’Europa.
L’indebitamento delle famiglie
italiane e delle società non finanziarie italiane è il più basso
d’Europa (42% del Pil, contro il 103 britannico, l’84 spagnolo,
63 tedesco e il 51 francese)
e ciò rende il debito aggregato
italiano (pubblico più privato) inferiore a quello di Gran Bretagna,
Spagna e Francia, e analogo a quello della Germania.
Considerate queste condizioni, se il
vostro Paese non fosse entrato nell’euro e aveste quindi una banca
centrale sovrana in grado di attuare una politica monetaria autonoma
espansiva a sostegno dello sviluppo, la situazione dell’Italia
sarebbe molto migliore. Ovviamente stiamo parlando in linea puramente
teorica, perché ormai che siete dentro non potete uscirne: sarebbe
una catastrofe per voi e per l’Europa in generale.
Il problema è che la direzione in cui
stiamo andando è proprio questa, perché la politica economia della
Bce produce risultati nefasti. La politica
monetaria restrittiva della Bce, che anche in questi ultimi anni di
piena recessione ha pedissequamente osservato il suo dovere
statutario di tenere bassa l’inflazione tenendo alto il costo del
denaro, ha ristretto il credito e di conseguenza ha rallentato la
crescita di tutta l’Europa. E ora pretende di salvare Paesi in
recessione come Grecia e Italia imponendo loro riduzioni salariali e
tagli occupazionali che bloccheranno crescita e sviluppo.
Incompetenza, per non dire di peggio.
A questo si sommano la pericolosità
politica dell’azione della Bce,
che impone i suoi diktat in maniera arrogante e offensiva
della sovranità nazionale. Si pensi al piano per la Grecia che
prevede l’apertura ad Atene di uffici europei permanenti per
monitorare l’applicazione di queste misure, come una sorta di
viceré europeo.
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