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di Tommaso Cerno e Paola Pilati
Milioni di italiani ricevono richieste di soldi assurde,
spesso per multe e bollette già pagate o non dovute. Un Moloch di
Stato che non ascolta ragioni e ti pignora la casa per pochi euro. Ma
ora c'è chi dice basta
Un grande falò di cartelle esattoriali sotto la Mole
Antonelliana. Parte da Torino la rivolta fiscale contro Equitalia.
Sono pronti a migliaia per la prima class action, proprio come nei
film americani, che porterà davanti al giudice quello che
definiscono il nuovo sceriffo di Nottingham: il fisco impazzito. Non
difendono certo gli evasori e le frodi.
Anzi, denunciano i metodi
della società pubblica che riscuote tasse, contributi Inps, Iva,
multe e canone Rai per conto dello Stato. Nel 2006 fu armata dal
governo per scucire il dovuto ai più incalliti nemici del fisco, ma
sta diventando l'incubo di un'altra categoria: artigiani senza più
commesse, commercianti oberati di debiti, famiglie monoreddito
stremate dai conti di casa. Secondo i dati diffusi per la prima
volta, i 18 milioni di cartelle inviate solo nell'ultimo anno e i 40
milioni fra solleciti, notifiche e avvisi di pagamento colpiscono con
la stessa rudezza furbi e imbroglioni, ma pure cittadini con colpe
veniali e magari pronti a pagare. Gente che si vede trattare dagli
sceriffi di Equitalia come ricercati. E che sfinita si sta
ribellando.
Voi evasori, noi poveracci Il consigliere
regionale Alberto Goffi è una specie di Robin Hood che viaggia per
Torino su una jeep verde con il numero di cellulare sulla fiancata. È
lui che ha chiamato a raccolta questo popolo e ha ingaggiato un
duello inedito fra due soggetti pubblici: il locale ufficio di
Equitalia Nomos e l'Osservatorio messo in piedi dalla Regione
Piemonte, che gli fa le pulci. Un duello che potrebbe allargarsi a
macchia d'olio in tutto il Paese. E così in mezzo a chi le tasse non
le paga davvero, nasconde capitali all'estero, distrugge le multe e
con le bollette riempie i cuscini, c'è sempre più gente come Anna:
dopo la crisi della Fiat per mandare avanti l'azienda che faceva
componenti per auto ha congelato i versamenti Inps. Aveva un debito
da 300 mila euro, che nel frattempo è salito a più di un milione. E
non si ferma. La rata da 37 mila euro al mese non la reggeva. Così,
adesso che gli ordini sono tornati a salire e avrebbe lavoro per un
decennio, sta licenziando e chiuderà baracca: "L'interesse
annuale è più alto del debito, così io pago ma non finisco mai. Mi
hanno portato via tutto, mobili, macchinari, auto e casa. Mi resta
l'orologio che mi regalò mio marito e ho paura che me lo sfilino dal
polso. Secondo lei, se volevo evadere mi intestavo tutto?". C'è
Francesco, 46 anni, licenziato, bimba a carico. S'è visto
ipotecare il mini-appartamento per non aver pagato il canone Rai. C'è
Giorgio, 39 anni, cassintegrato: "Il mutuo mi mangia
tutto e quelle vecchie multe di quattro anni fa si sono trasformate
in un incubo: il debito è triplicato, paghiamo ogni mese e non
scende mai". E c'è Giovanni, 60 anni, che
fornisce macchinari alle carceri. Stavolta è lo Stato che ha smesso
di pagarlo e così lui non ha potuto versare i contributi Inps per i
tre dipendenti. Solo che adesso quello stesso Stato è pronto a
mettergli all'asta la casa.
Nell'ottobre 2009 Equitalia mandò un preavviso di ganasce fiscali
addirittura al Radio Soccorso di Torino, che trasporta i malati di
cancro. Il tutto per un debito di 3.058 euro su una vecchia tassa
rifiuti. "Una cosa è la caccia ai delinquenti, che ogni anno
nascondono allo Stato 120 miliardi di tasse e vanno presi. Altra cosa
è infierire su questi poveracci per fare cassa", dice Goffi.
Ecco il punto. Da un anno l'Agenzia delle Entrate ha diminuito le
"commesse" per Equitalia: meno riscossioni con la forza,
più disponibilità a trattare con i presunti evasori per ottenere in
via bonaria e in tempi più rapidi il dovuto.
In questo modo l'Agenzia incassa direttamente oltre il 67 per
cento dei crediti, lasciando alla società di riscossione circa un
caso su tre. E così Equitalia si concentra sempre di più su multe,
canoni, Tarsu e ritardi di pagamento o sui piccoli imprenditori
soffocati dalla recessione. Applicando le stesse ipoteche e
pignoramenti previsti per chi evade, anche per poche centinaia di
euro. L'effetto pratico è bizzarro: l'evasore consapevole,
mimetizzato dietro off shore e conti esteri, senza case da
sequestrare né auto da bloccare, se la cava spesso con un
concordato. Mentre il cittadino che ogni anno compila il modello
Unico, ma non ha i quattrini per saldare, si vede spogliato di tutto.
Emblematico il fenomeno della case ipotecate spesso per pochi
spiccioli. A "L'espresso" Equitalia ha fornito un primo
quadro nazionale. Si parla di oltre 616 mila ipoteche iscritte dal
2007 a oggi. E sarebbero già tante. Eppure Federcontribuenti ripete
che il dato non è attendibile e che in Italia le ipoteche sarebbero
già oltre un milione e mezzo. "Basta leggere i dati della
Provincia di Torino trasmessi alla Regione qualche mese fa. Oggi in
un territorio di 2 milioni di abitanti ci sono almeno 39 mila
ipoteche attive. Impensabile che in Italia siano poco più di 600
mila, soprattutto se si considera che nelle grandi città come Roma e
Napoli il fenomeno è storicamente più diffuso", spiega Goffi.
A dimostrare che i provvedimenti non scattano solo nei confronti
degli evasori veri, c'è il boom di ricorsi da Roma a Milano.
Centinaia di persone si sono trovate l'ipoteca per debiti inferiori
ai mille euro, magari per vecchie multe. A chi s'è presentato allo
sportello di Equitalia la risposta è stata sempre la stessa: "Noi
applichiamo la legge". Lo ripetono tutti. Dal responsabile
comunicazione dell'Equitalia, al direttore generale. Peccato che la
Cassazione l'abbia smentito, dichiarando illegittima l'ipoteca della
casa per meno di 8 mila euro. Equitalia ha preso atto e ha subito
promesso di cancellare senza oneri per il contribuente le ipoteche
irregolari iscritte dal 2007. Eppure finora non è accaduto nemmeno
questo, in un rimpallo su chi debba sborsare i quattrini necessari.
C'è pure il caso di chi, come Gianni di Milano,
artigiano nel settore del mobile, s'è visto mettere all'asta la sua
quota di casa che divideva con la moglie. Il 50 per cento è finito
in mano a un estraneo che, pochi giorni dopo, ha cominciato a
presentarsi a casa a tutte le ore: "Mi diceva questo: o ti
ricompri da me la tua quota al doppio del prezzo o vi rendo la vita
impossibile. Per me è cominciato un incubo". "Questi sono
problemi che stanno emergendo e su cui è necessaria un riflessione
sia a livello politico, sia di sistema", ammettono ai piani alti
dell'Agenzia delle Entrate.
Che vi sia un abuso lo conferma l'avvocato Carmelo Calderone.
Siede in quasi tutte le commissioni tributarie d'Italia, da Trieste a
Messina, e da tempo denuncia le storture del sistema: "La
vessazione è evidente. Nell'ultimo triennio Equitalia nel Lazio ha
attuato l'ipoteca al 69 per cento dei proprietari raggiunti da una
cartella. È così che la bandiera della presunta lotta all'evasione
sventola fiera sui tetti degli immobili ormai diventati di
Equitalia".
La piovra di Stato Il fatto è che per
sopravvivere la piovra Equitalia deve fare budget. E per riuscirci
non guarda in faccia nessuno. Al Capone e la vecchietta con 500 euro
di pensione che non è riuscita a pagare la tassa immondizie per loro
sono la stessa cosa. "Lo dice la legge", ripetono ai call
center. È vero, è una società pubblica (51 per cento di proprietà
della Agenzia delle entrate, 49 dell'Inps). Un baraccone all'italiana
con 8 mila dipendenti, come un ministero, che ha raccolto i rami
secchi del vecchio sistema di riscossione privato abrogato nel 2005
dal ministro Vincenzo Visco. Per mandarlo avanti l'unico introito
sono proprio le cartelle esattoriali. Su ogni debito contestato, alla
società spetta il cosiddetto aggio, ovvero un interesse del 9 per
cento. Una specie di gabella che si calcola sull'importo già
maggiorato dalle sanzioni e non sul debito reale che il cittadino ha
contratto. Significa che più cartelle spediscono, più notifiche
mandano, più avvisi recapitano e più incassi fanno.
Di gente tartassata così ce n'è a migliaia. E l'incubo che grava
sul Paese ha i numeri di una catastrofe finanziaria. Basta guardare
una cartella esattoriale per capire che il sistema è destinato a
esplodere, col debito che aumenta anche di quattro o cinque volte. In
un caso documentato, un piano di ammortamento datato 18 dicembre 2009
partiva da circa 350 mila euro. Contributi in ritardo perché
l'impresa doveva scegliere fra licenziare a Natale metà dei
dipendenti o sospendere l'Inps in attesa di tempi migliori. L'hanno
fatto decine di migliaia di aziende del Nord. Per Equitalia è
evasione fiscale. Così ha fatto i conti e l'importo iscritto a ruolo
è salito a oltre 544 mila euro, poi a 726 mila con gli interessi di
mora. In più, su ognuna di quelle cartelle, la società si porta a
casa il famoso 9 per cento: 25 mila euro calcolati sull'importo
iscritto a ruolo, cioè già gonfiato. A questo punto l'imprenditore
accetta di rateizzare e il calcolo riserva l'ultima amara sorpresa:
il debito sale a 828 mila euro.
Senza tirare in ballo le migliaia di cartelle "pazze",
multe mai ricevute che riappaiono dieci anni dopo con importi cinque
volte superiori, capita anche che la contravvenzione annullata dal
giudice di pace prosegua comunque il suo iter di riscossione. E che
Equitalia ti mandi la cartella esattoriale. Nessuno è tenuto a
informarla che quella sanzione sia ormai illegittima. E l'unico che
resta fregato è il contribuente. L'importo cresce anche del 120 per
cento e, se non viene coperto entro i fatidici 60 giorni, scatta il
blocco dei beni. L'avvocato Antonella Nanna della Federconsumatori è
in prima linea nel denunciare le storture del sistema. Dal Lazio alla
Toscana, da Napoli a Trento sono migliaia le segnalazioni: "Un
nostro associato aveva ottenuto l'annullamento di una cartella
esattoriale con liquidazione delle spese processuali a suo favore,
eppure s'è visto notificare un fermo all'auto", racconta. Un
altro, con tanto di sentenza favorevole della commissione tributaria
che prevedeva il rimborso di somme che aveva già versato a
Equitalia, non ha ottenuto la restituzione dell'importo perché non
era possibile stabilire chi dovesse risarcirlo.
La protesta si allarga E così la rivolta
torinese è ormai una rivoluzione nazionale. Dal Veneto alla
Lombardia, dalla Toscana alla Puglia, le storie sono tutte simili e
drammatiche. Un circolo vizioso, secondo il presidente dell'Api
torinese Fabrizio Cellino, il primo industriale italiano a schierarsi
apertamente contro Equitalia. "Nelle regioni produttive del Nord
oggi pesa perfino più della crisi economica: se un artigiano o un
commerciante è in difficoltà, magari perché proprio lo Stato
ritarda i pagamenti, Equitalia pignora e segnala la posizione alla
centrale rischi. Il debito aumenta e molti chiudono. O finiscono
nelle mani degli usurai. Mentre lo Stato non paga mai", spiega.
La loro proposta al ministro Giulio Tremonti è una moratoria che
consenta ai vessati di uscire dal gorgo dei debiti, per ripartire con
la caccia all'evasione quando le regole saranno più eque.
Che il problema esiste, l'Agenzia delle Entrate lo sa. Tanto che
ha varato il cosiddetto "bon ton" del fisco. Il gran capo
Attilio Befera, che è anche presidente di Equitalia, è dovuto
ricorrere a una severa lettera di richiamo per riportare a modi più
civili il comportamento dei suoi segugi. Non che gli evasori meritino
il guanto di velluto, ma la mossa indica il bisogno di cambiare il
clima tra erario e contribuenti, soprattutto in vista della nuova
battuta di caccia che si aprirà a breve: tra il 2011 e il 2013
all'Agenzia tocca di scovare 20 miliardi di euro che oggi le sfuggono
e riportarli a casa. E se per l'Agenzia il sistema funziona meglio
non si può dire che Befera abbia ottenuto grossi risultati con
Equitalia, anch'essa con un obiettivo ambizioso: aumentare le
riscossioni di un miliardo entro il 2012 (oggi è a quota 8).
Mentre da un lato il mastino di Giulio Tremonti sul fronte del
fisco si preoccupa di bon ton, dall'altro si rafforzano i poteri del
braccio operativo di Equitalia. Già superiori a quelli della stessa
Guardia di finanza. Arrivano, notificano, pignorano, sequestrano,
ipotecano, bloccano i conti senza nemmeno la necessità di un giudice
che firmi. Ma non è finita. Dal prossimo anno la società avrà
anche un'altra arma: quella di agire direttamente sul contribuente
infedele con indagini finanziarie che fino a oggi erano riservate
all'Agenzia e relegate alla procedura penale, e rispetto alle quali
il contribuente godeva di garanzie e tutele. Da domani, gli esattori
potranno eseguirle in via amministrativa e guardare così nei conti
correnti e negli investimenti di chiunque.
Due anni fa è nato pure il Fondo giustizia, che incamera tutti i
denari bloccati da un provvedimento giudiziario e finora depositati
nelle banche. Si tratta di 1,7 miliardi, che Equitalia dovrà
investire come fosse un gestore finanziario (incassando un aggio del
5 per cento sull'utile). Sempre per il ministero retto da Angelino
Alfano, la Spa guidata da Befera dovrà recuperare i crediti delle
spese processuali e le sanzioni pecuniarie maturate alla fine di un
processo.
Fra i pezzi grossi di Equitalia vige la regola del silenzio. A
Torino l'amministratore delegato Nicola De Chiara non riceve
giornalisti. Al centralino puoi chiamare decine di volte, che tanto
nessuno ti passa nessuno. L'unico modo per parlarci e andarci di
persona. Ma niente contatto diretto. "Parlate con Roma",
rimbalza la segreteria.
Eppure, fuori microfono, qualcuno che ammette gli errori c'è. Una
mail riservata, partita dagli uffici milanesi, invita a osservare una
coincidenza quanto meno bizzarra: mentre Equitalia continuava ad
accumulare ipoteche sulle case nei mesi dello scudo fiscale, buona
parte dei capitali che rientravano dai conti dei veri evasori
all'estero (pagando solo il 5 per cento del dovuto) è finita proprio
sul mercato immobiliare. Vale a dire che, oltre a portarsi in Italia
milioni di euro con meno di un ventesimo di quello che versano i
contribuenti trasparenti, quei soldi sono spesso serviti ad
accaparrarsi, sottocosto, ville e appartamenti messi all'asta da
Equitalia. Un trend che al quartier generale dell'Agenzia delle
entrate a Roma osservano a distanza: "C'è anche un aspetto
positivo: quegli evasori rientrati dovranno pagare le imposte e noi
ora sappiamo dove sono. E possiamo controllarli". Peccato solo
che molte di quelle case le ha perse gente che i redditi li aveva
almeno dichiarati.
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/equitalia-e-rivolta/2139305//0
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1. riflessione Scritto da
Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo
, il 18-09-2011 16:53 A mio parere l’unico sistema per uscire da questo giro vizioso, sarebbe quello di fare uno sciopero fiscale, tutti o quasi tutti i cittadini produttivi smetteranno di pagare le tasse, a pochi mesi crollerà questo sistema e poi si vedrà cosa fare. Segue una mia riflessione fatta qualche mese fa che a mio parere sono le prime cause che ci hanno portato a questo punto senza ritorno. Mi stringo a voi, e vi saluto Rino Vaccari Montesilvano,Lì 19-09-2011 Qingada Cina 29-04-2011 Dopo una lunga riflessione focalizzata: cause ed evoluzione del contesto sociale italiano. Sono arrivato nel tracciare questa conclusione soggettiva. Le prime domante che mi sono posto sono state : cause del tutto naturali, oppure qualcuno o qual cosa ne hanno influenzato direttamente o indirettamente nello scaturirle? A mio parere sono state una somma di fattori che hanno innescato un ingranaggio vizioso dal quale non si esce , se non con la rottura di esso! Questo cosìddetto ingranaggio, oppure possiamo chiamarlo mostro, è figlio di un sistema politico ormai fuori controllo, il quale sempre per mantenere il potere di uno o altri schieramenti politici; ma la giusta definizione corretta sarebbe : associazione nel delinquere con lo scopo di usurpare per i lori interessi il bene comune della nazione. “Senza pietà: sacrificano parte del fasciame, attrezzi, armi, e marinai, che compongono la nave Italia, dandoli in pasto al cosiddetto mostro, con l’unico loro intesse quello di arricchirsi mantenendo i privilegi, tirando nel navigare con un piede dentro la loro sola scialuppa di salvataggio, fino a quando la nave non affonderà.” Quindi è chiaro a tutti se gli italiani non uccidono questo mostro, sarà il mostro ad uccidere definitivamente l’Italia . Con tutta questa crisi che stiamo subendo noi cittadini, queste cellule che formano il cosìddetto mostro: di quali privilegi si sono privati? Nessuno anzi ne hanno acquisiti altri! Come può una nazione garantire un benessere a tutti i suoi figli, quanto la ricchezza prodotta viene divorata da una parte della popolazione, non produttiva messa lì solo con lo scopo di fungere da serbatoi di voti politici. È chiaro che mi sto rivolgendo al derivato politica e stato sociale, una parte considerevole della popolazione italiana messa in tanti carrozzoni senza fare niente, con l’unico loro merito: quello di aver appoggiato una o l’altro schieramento politico. Per questi: i diritti costituzionali e lavorativi vengono applicati al lettera, per altri figli d’Italia sono considerati illegittimi,” è qui cade anche il terzo articolo della nostra carta Costituzionale.” Articolo 3 Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese. Nessun politico si è mai curato d’ interrogare l’alta corte costituzionale? Per questa stranezza tutta nostrana! Allo stato attuale la ricchezza italiana sarebbe anche sufficiente per tutti, se fosse equamente distribuita, ma siccome dobbiamo dare da mangiare al cosìddetto ”mostro”, il quale cresce di peso e di appetito, i nostri bravi politici nel passato e accora oggi; cosa si sono inventati? Ci hanno divisi in due classi sociali. - La classe dei privilegiati, i quali hanno tutti i diritti ma sono esenti dal dovere di lavorare e produrre. - La classe dei poveracci, i quali devono lavorare produrre ricchezza per poi darla al mostro e ai privilegiati e alla fine aspettare che lascino qualche avanzo per loro questi devono lottare a mani nudi per avere qualche goccia di diritti, “ma con al collo il giogo e frustrati per adempire a tutti i doveri”. Supponiamo che: le cosìddette caste siano due serbatoi di acqua e noi cittadini pesci, queste sono collegati una con l’altra da un canale, il quale abbia delle chiuse fatte da grate metalliche, dove i pesci si possono guardare e comunicare gli uni con gli altri, senza poter passare. Costatando che in una vasca si vive molto meglio dal la loro, il pesce svantaggiato giustamente ci si vorrebbe trasferire, per i pesci che vivono nella vasca molto confortevole guardando gli altri pesci che stanno molto peggio da loro, questi cosa fanno cercano in ogni moto di rimanere nel loro posto . Supponiamo che i nostri politici abbiano le chiavi per aprire la chiusa permettendo, ai pesci che vogliono loro; di passare da una vasca all’ altra. Questo a mio avviso è la fonde del potere dei nostri politici, quello di poter ricattare la popolazione. Quindi a mio parere è chiaro che non ne usciremo da questo sistema politico e sociale, col tempo crescerà sempre di più la disuguaglianza tra la popolazione italiana, il cosìddetto mostro diventerà sempre più grande e affamato, il quale divorerà tutto. È chiaro che i nostri innumerevoli politici insieme ai loro seguaci e tutto il loro malfatti non possono e non voglio fare niente per uscire da questo giro vizioso, quindi se vogliamo bene alla nostra Patria e al futuro dei nostri figli qualcosa si dovrà pur fare. Con la gradita occasione sono nel porgerti cordiali saluti .
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2. pensieri Scritto da
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, il 21-08-2011 02:06 Montesilvano, Lì 20-08-2011 Dopo aver letto le vostre inchieste e commenti posso affermare che da me sono pienamente concordanti, aggiungo che ormai abbiamo toccato il fondo del barile, è sarà inevitabile una qualsiasi forma di rivoluzione, oppure sarà un disastro per tutti; visto e costatato sopra la nostra pelle, che i nostri innumerevoli politici e le loro corti , non si limitano e non si limiteranno nel depredare la nostra amata Nazione. Preciso che la nostra Patria: è una repubblica democratica, regolata da una carta costituzionale la quale dovrebbe, essere guida maestra per regolare ogni legge e altro. Questo è l’articolo il quale detta come applicare le imposte ai cittadini: Art. 53. Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività. Questo articolo a mio parere non parla, che si possa caricare i cittadini di tasse derivanti da un presunto guadagno! Ci sono istituzioni che dovrebbe vigilare, che ogni leggi sia conforme alla detta costituzione, ma pare che si vanno ad accanire a piccoli capilli, è non vedono tutte porcate di indubbia incostituzionali che fanno passare, credo che non ci siano altri articoli i quali legittima i fatti che si possa: condannare o sanzionare i cittadini con accuse presunti. Finisco qui e approfitto per proporvi tutto il mio sostegno per frondeggiare tutti i torti che dobbiamo subire da questi certi delinquenti. Saluti da Rino .
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3. rimborsi Scritto da
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, il 07-06-2011 17:11 Interessante Raffaele, sarà poco facile appurare, ma cercherò di dare pubblicità a questo interrogatvo e di informarmi, su facebook si stanno riunendo per protestare contro questi ladri di democrazia di certo, e riscossori poco professionali e disumani, di sicuro Mi trovi su FB come Maristaurru oppure in uno dei gruppi http://www.facebook.com/maristaurru/posts/135299853213303?ref=notif¬if_t=like#!/profile.php?id=1331962514
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4. Dott. Scritto da
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, il 07-06-2011 13:25 Buongiorno. Se Vi interessa Vi spiego in poche parole come Equitalia Nomos di Torino deruba i contribuenti. Come segnalato nell'articolo, vengono richiesti più volte gli stessi pagamenti, sopratutto a chi, in situazione di difficoltà finanziaria, ha un numero non esiguo di debiti con lo Stato Italiano. A fronte di queste richieste reiterate Equitalia ottiene pagamenti doppi; i fortunati che si accorgono del pagamento doppio effettuato avviano il procedimento di rimborso, molte volte si ritrovano rimborsi multipli di cifre molto vicine, chiamiamole "importi assonanti". Questi importi sono soggetti ad comunicazioni via posta della loro autorizzazione. Adesso viene il bello; autorizzato il rimborso Equitalia il cittadino si trova due lettere di rimborso autorizzato, a fronte della stessa cartella con due importi simili. Non saprei dire quante persone sono soggete all'errore di richiedere il rimborso di una sola autorizzazione, la seconda non viene richiesta. Che fine fanno i soldi che avrebbero dovuto tornare al contribuente? Ebbene risultano "Incassati" dall'utente!!! Qualcuno dell'autorità giudiziaria dovrebbe andare a vedere semplicemente tutti quegli utenti che avrebbero dovuto compensare altri debiti con i crediti acquisiti e che invece hanno incassato il rimborso; tutti questi casi sono sospetti e da verificare (molti sono soggetti a sottrazione degli importi stessi... da chi???).
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5. Ci vuole una rivolta seria per difendere Scritto da
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, il 11-03-2011 18:26 La ntrancheta e lo stato, Non si capisce chi e peggio. Bisogna organizzarsi per non farci calpestare e rubare. Noi siamo gente che paghiamo ma dateci la possibilità,e sicuramente senza interessi e more da usurai.
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6. Equitalia e recupero crediti in mano ai Scritto da
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, il 10-02-2011 11:01 La situazione in cui ci hanno messo con la Equitalia e le sue agenzie private di recupero dei crediti è assai seria. Questi hanno libertà che temo sfiorino la anticostituzionalità e di certo il recupero crediti è in mano a gente che non rispetta le leggi dello Stato, fanno usura e gliela lasciano fare. In molti hanno provato a segnalare le irregolarità, oppongono il muro di gomma. Ha ragione mimmo, bisogna fare gruppo, se siete d'accordo, ci proviamo, teniamo d'occhio quelli che protestano a Torino, restiamo uniti per mail tra noi, se ho novità vi contatto via mail le vittime di equitalia sono molte, ma il potere di quegli estorsori è forte, fare valere la legalità non sarà facile, ma ci si deve provare
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7. Scritto da
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, il 10-02-2011 09:36 Sono interamente interessato a dire basta a questa situazionew perversa,caldeggio vivamente la rivolta contro equitalia, vera associazione a delinguere sulle spalle del contribuente onesta di questa italia ormai al collasso.
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8. imprenditore agricolo Scritto da
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, il 10-02-2011 09:31 Caldeggiamo vivamente la vostra leggittima protesta,essendo stato direttamente vittima del sistema perverso, di questa associazione a delinguere da parte di questa psedo agenzia quale:Equitalia.
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9. Commento Scritto da
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, il 25-01-2011 08:50 Bisogna fare gruppo contro questi banditi che al posto di affiancare il cittadino onesto in difficoltà, lo distruggono. Dobbiamo unirci per farci rispettare e non farci rubare.
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10. rivolta contro equitalia Scritto da
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, il 17-12-2010 16:04 Spero tanto in una rivolta contro questi strozzini. Grazie agli studi di settore mi hanno fatto chiudere l'attività e per anni dovrò pagare senza aver guadagnato.Diamo corpo a questa rivolta già partita da Torino e spero anche altrove. GRAZIE
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