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Ecco cosa spaventava gli insegnanti della Sapienza PDF Stampa E-mail

Scritto da Marista Urru   
martedì 15 gennaio 2008
La "terribile " affermazione del Cardinale Ratzingher  nel 1990.

Ecco cosa spaventa i nostri insegnanti della Sapienza, la conclusione di una conferenza il cui testo trovate ormai sul web, a totale disdoro del mondo accademico romano, io mi limiterò a riportarvi il senso della breve conclusione , che salta evidente agli occhi da una attenta lettura.

-- la fede che si inscrive in una ragionevolezza più grande,  e  che cioe' si pone  in armonia con la  ragione che Dio ha infuso nell'Universo, quella è una fede forte che può trovare una "fondamentale affermazione" proprio nella... Scienza.


Non è affermazione da poco.

Il Papa a mio avviso viene osteggiato, non perchè simpatico o antipatico, ed altre amenità varie, ma solo per quello che è : un filosofo, un pensatore  di grande dottrina e di mente superiore,  oltre che un teologo ;  la "persona" capace di di mettere in accordo, di fare superare il distacco Fede- Ragione.

Era necessario intervenire prontamente, e lo hanno fatto, usando le truppe cammellate dei giovani ignari ed inconsapevoli dei centri sociali, i quali di altre e più pedestri questioni si sono preoccupati, ovviamente, basta leggere i giornali.

Rendetevi conto come coloro che, potenti e opulententi, difendono i loro interessi  per cui  ci vogliono rigorosamente  divisi e un contro l'altro armati, sono  saltati su, manco una vespa gli avesse punto le nobili terga!

E tutto è stato ben usato alla bisogna , non ultime le solite beghe e camarille tra docenti della Sapienza, gli interessi dei centri sociali,  i tic di certa sinistra : tutto fa brodo, anzi, brodaglia

Riporto qui di seguito, quel che disse allora il Papa su Galileo. Che resti ad eterno disdoro di insegnanti, liberi secondo me di contestare  e di confrontarsi  con il pensiero del Papa,qualora ne siano capaci,  ma non liberi di usare disinformazione e menzogna per scopi di bottega e di lotta politica, sostanzialmente sottraendosi al confronto delle idee ed al dialogo e lasciandosi strumentalizzare,  al pari di un qualunque ragazzotto  appartenente ai centri sociali

ROMA (15 gennaio) -   Ecco che cosa disse l'allora cardinal Ratzinger alla conferenza di Parma su Galileo, il 15 marzo del 1990, e oggetto di contestazione da parte dei professori della Sapienza. Di seguito uno stralcio dell'intervento, tratto dal volume "Svolta per l'Europa? Chiesa e modernità nell'Europa dei rivolgimenti", edizioni Paoline.

«Nell'ultimo decennio, la resistenza della creazione a farsi manipolare dall'uomo si è manifestata come elemento di novità nella situazione culturale complessiva. La domanda circa i limiti della scienza e i criteri cui essa deve attenersi si è fatta inevitabile. Particolarmente significativo di tale cambiamento del clima intellettuale mi sembra il diverso modo con cui si giudica il caso Galileo. Questo fatto, ancora poco considerato nel XVII secolo, venne - già nel secolo successivo - elevato a mito dell'illuminismo. Galileo appare come vittima di quell'oscurantismo medievale che permane nella Chiesa. Bene e male sono separati con un taglio netto. Da una parte troviamo l'Inquisizione: il potere che incarna la superstizione, l'avversario della libertà e della conoscenza. Dall'altra la scienza della natura, rappresentata da Galileo; ecco la forza del progresso e della liberazione dell'uomo dalle catene dell'ignoranza che lo mantengono impotente di fronte alla natura. La stella della Modernità brilla nella notte buia dell'oscuro Medioevo.

Secondo Bloch, il sistema eliocentrico - così come quello geocentrico - si fonda su presupposti indimostrabili. Tra questi, rivestirebbe un ruolo di primo piano l'affermazione dell'esistenza di uno spazio assoluto; opzione che tuttavia è stata poi cancellata dalla teoria della relatività. Egli scrive testualmente: "Dal momento che, con l'abolizione del presupposto di uno spazio vuoto e immobile, non si produce più alcun movimento verso di esso, ma soltanto un movimento relativo dei corpi tra loro, e poichè la misurazione di tale moto dipende dalla scelta del corpo assunto come punto di riferimento, così (qualora la complessità dei calcoli risultanti non rendesse impraticabile l'ipotesi) adesso come allora si potrebbe supporre la terra fissa e il sole mobile".

Curiosamente fu proprio Ernst Bloch, con il suo marxismo romantico, uno dei primi ad opporsi apertamente a tale mito, offrendo una nuova interpretazione dell'accaduto. Il vantaggio del sistema eliocentrico rispetto a quello geocentrico non consiste perciò in una maggior corrispondenza alla verità oggettiva, ma soltanto nel fatto che ci offre una maggiore facilità di calcolo. Fin qui, Bloch espone solo una concezione moderna della scienza naturale. Sorprendente è invece la valutazione che egli ne trae: "Una volta data per certa la relatività del movimento, un antico sistema di riferimento umano e cristiano non ha alcun diritto di interferire nei calcoli astronomici e nella loro semplificazione eliocentrica; tuttavia, esso ha il diritto di restar fedele al proprio metodo di preservare la terra in relazione alla dignità umana e di ordinare il mondo intorno a quanto accadrà e a quanto è accaduto nel mondo".

Se qui entrambe le sfere di conoscenza vengono ancora chiaramente differenziate fra loro sotto il profilo metodologico, riconoscendone sia i limiti che i rispettivi diritti, molto più drastico appare invece un giudizio sintetico del filosofo agnostico-scettico P. Feyerabend. Egli scrive: "La Chiesa dell'epoca di Galileo si attenne alla ragione più che lo stesso Galileo, e prese in considerazione anche le conseguenze etiche e sociali della dottrina galileiana. La sua sentenza contro Galileo fu razionale e giusta, e solo per motivi di opportunità politica se ne può legittimare la revisione". Dal punto di vista delle conseguenze concrete della svolta galileiana, infine, C. F. Von Weizsacker fa ancora un passo avanti, quando vede una "via direttissima" che conduce da Galileo alla bomba atomica.

Con mia grande sorpresa, in una recente intervista sul caso Galileo non mi è stata posta una domanda del tipo: Perchè la Chiesa ha preteso di ostacolare lo sviluppo delle scienze naturali?, ma esattamente quella opposta, cioè: Perchè la Chiesa non ha preso una posizione più chiara contro i disastri che dovevano necessariamente accadere, una volta che Galileo aprì il vaso di Pandora?. Sarebbe assurdo costruire sulla base di queste affermazioni una frettolosa apologetica. La fede non cresce a partire dal risentimento e dal rifiuto della razionalità, ma dalla sua fondamentale affermazione e dalla sua inscrizione in una ragionevolezza più grande. [...] Qui ho voluto ricordare un caso sintomatico che evidenzia fino a che punto il dubbio della modernità su se stessa abbia attinto oggi la scienza e la tecnica».

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  Commenti (1)
1. Scritto da Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo , il 17-01-2008 12:59
Ciao, sono Andrea del blog Civitaweb. 
Ho creato un nuovo blog che unisce la mia passione fotografica con quella di scrivere temi d'attualit? con il mio punto di vista... 
ti volevo chiedere se accetti uno scambio link anche con il nuovo blog! 
Terra Marique 
www.terra-marique.net 
grazie e buona giornata

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