La "terribile " affermazione del Cardinale Ratzingher nel 1990.
Ecco cosa spaventa i nostri insegnanti della Sapienza, la conclusione di una conferenza il cui testo trovate ormai sul web, a totale disdoro del mondo accademico romano, io mi limiterò a riportarvi il senso della breve conclusione , che salta evidente agli occhi da una attenta lettura.
-- la fede che si
inscrive in una ragionevolezza più grande,
e che cioe' si pone in armonia con la ragione che Dio ha infuso nell'Universo,
quella è una fede forte che può trovare una "fondamentale
affermazione" proprio nella... Scienza.
Non è affermazione da poco.
Il Papa a mio avviso viene osteggiato, non perchè simpatico o antipatico, ed altre amenità varie, ma solo per quello che è : un filosofo, un pensatore di grande dottrina e di mente superiore, oltre che un teologo ; la "persona" capace di di mettere in accordo, di fare superare il distacco Fede- Ragione.
Era necessario intervenire prontamente, e lo hanno fatto, usando le truppe cammellate dei giovani ignari ed inconsapevoli dei centri sociali, i quali di altre e più pedestri questioni si sono preoccupati, ovviamente, basta leggere i giornali.
Rendetevi conto come coloro che, potenti e opulententi, difendono i loro interessi per cui ci vogliono rigorosamente divisi e un contro l'altro armati, sono saltati su, manco una vespa gli avesse punto le nobili terga!
E tutto è stato ben usato alla bisogna , non ultime le solite beghe e camarille tra docenti della Sapienza, gli interessi dei centri sociali, i tic di certa sinistra : tutto fa brodo, anzi, brodaglia
Riporto qui di seguito, quel che disse allora il Papa su Galileo. Che resti ad eterno disdoro di insegnanti, liberi secondo me di contestare e di confrontarsi con il pensiero del Papa,qualora ne siano capaci, ma non liberi di usare disinformazione e menzogna per scopi di bottega e di lotta politica, sostanzialmente sottraendosi al confronto delle idee ed al dialogo e lasciandosi strumentalizzare, al pari di un qualunque ragazzotto appartenente ai centri sociali
ROMA (15 gennaio) - Ecco che cosa disse
l'allora cardinal Ratzinger alla conferenza di Parma su Galileo, il 15
marzo del 1990, e oggetto di contestazione da parte dei professori
della Sapienza. Di seguito uno stralcio dell'intervento, tratto dal
volume "Svolta per l'Europa? Chiesa e modernità nell'Europa dei
rivolgimenti", edizioni Paoline.
«Nell'ultimo decennio, la
resistenza della creazione a farsi manipolare dall'uomo si è
manifestata come elemento di novità nella situazione culturale
complessiva. La domanda circa i limiti della scienza e i criteri cui
essa deve attenersi si è fatta inevitabile. Particolarmente
significativo di tale cambiamento del clima intellettuale mi sembra il
diverso modo con cui si giudica il caso Galileo. Questo fatto, ancora
poco considerato nel XVII secolo, venne - già nel secolo successivo -
elevato a mito dell'illuminismo. Galileo appare come vittima di
quell'oscurantismo medievale che permane nella Chiesa. Bene e male sono
separati con un taglio netto. Da una parte troviamo l'Inquisizione: il
potere che incarna la superstizione, l'avversario della libertà e della
conoscenza. Dall'altra la scienza della natura, rappresentata da
Galileo; ecco la forza del progresso e della liberazione dell'uomo
dalle catene dell'ignoranza che lo mantengono impotente di fronte alla
natura. La stella della Modernità brilla nella notte buia dell'oscuro
Medioevo.
Secondo Bloch, il sistema eliocentrico - così come
quello geocentrico - si fonda su presupposti indimostrabili. Tra
questi, rivestirebbe un ruolo di primo piano l'affermazione
dell'esistenza di uno spazio assoluto; opzione che tuttavia è stata poi
cancellata dalla teoria della relatività. Egli scrive testualmente:
"Dal momento che, con l'abolizione del presupposto di uno spazio vuoto
e immobile, non si produce più alcun movimento verso di esso, ma
soltanto un movimento relativo dei corpi tra loro, e poichè la
misurazione di tale moto dipende dalla scelta del corpo assunto come
punto di riferimento, così (qualora la complessità dei calcoli
risultanti non rendesse impraticabile l'ipotesi) adesso come allora si
potrebbe supporre la terra fissa e il sole mobile".
Curiosamente
fu proprio Ernst Bloch, con il suo marxismo romantico, uno dei primi ad
opporsi apertamente a tale mito, offrendo una nuova interpretazione
dell'accaduto. Il vantaggio del sistema eliocentrico rispetto a quello
geocentrico non consiste perciò in una maggior corrispondenza alla
verità oggettiva, ma soltanto nel fatto che ci offre una maggiore
facilità di calcolo. Fin qui, Bloch espone solo una concezione moderna
della scienza naturale. Sorprendente è invece la valutazione che egli
ne trae: "Una volta data per certa la relatività del movimento, un
antico sistema di riferimento umano e cristiano non ha alcun diritto di
interferire nei calcoli astronomici e nella loro semplificazione
eliocentrica; tuttavia, esso ha il diritto di restar fedele al proprio
metodo di preservare la terra in relazione alla dignità umana e di
ordinare il mondo intorno a quanto accadrà e a quanto è accaduto nel
mondo".
Se qui entrambe le sfere di conoscenza vengono ancora
chiaramente differenziate fra loro sotto il profilo metodologico,
riconoscendone sia i limiti che i rispettivi diritti, molto più
drastico appare invece un giudizio sintetico del filosofo
agnostico-scettico P. Feyerabend. Egli scrive: "La Chiesa dell'epoca di
Galileo si attenne alla ragione più che lo stesso Galileo, e prese in
considerazione anche le conseguenze etiche e sociali della dottrina
galileiana. La sua sentenza contro Galileo fu razionale e giusta, e
solo per motivi di opportunità politica se ne può legittimare la
revisione". Dal punto di vista delle conseguenze concrete della svolta
galileiana, infine, C. F. Von Weizsacker fa ancora un passo avanti,
quando vede una "via direttissima" che conduce da Galileo alla bomba
atomica.
Con mia grande sorpresa, in una recente intervista
sul caso Galileo non mi è stata posta una domanda del tipo: Perchè la
Chiesa ha preteso di ostacolare lo sviluppo delle scienze naturali?, ma
esattamente quella opposta, cioè: Perchè la Chiesa non ha preso una
posizione più chiara contro i disastri che dovevano necessariamente
accadere, una volta che Galileo aprì il vaso di Pandora?. Sarebbe
assurdo costruire sulla base di queste affermazioni una frettolosa
apologetica. La fede non cresce a partire dal risentimento e dal
rifiuto della razionalità, ma dalla sua fondamentale affermazione e
dalla sua inscrizione in una ragionevolezza più grande. [...] Qui ho
voluto ricordare un caso sintomatico che evidenzia fino a che punto il
dubbio della modernità su se stessa abbia attinto oggi la scienza e la
tecnica».
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, il 17-01-2008 12:59 Ciao, sono Andrea del blog Civitaweb. Ho creato un nuovo blog che unisce la mia passione fotografica con quella di scrivere temi d'attualit? con il mio punto di vista... ti volevo chiedere se accetti uno scambio link anche con il nuovo blog! Terra Marique www.terra-marique.net grazie e buona giornata
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