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Eravamo la culla del diritto: Carceri, Costituzione, Cucchi, dignità della persona.. PDF Stampa E-mail

Scritto da Marista Urru   
sabato 26 dicembre 2009
San Vittore e TettamanziTettamanzi a san Vittore

Strano paese l'Italia:  la nostra Costituzione viene tanto spesso invocata  ma ancor più spesso  totalmente disapplicata.

 Dalla cronaca  abbiamo dovuto apprendere quello che si sapeva, ma che per lo più buttavamo dietro le spalle: capita che di carcere si muoia, ma il carcere , il carcerato, sono qualcosa di remoto, di lontano che in fondo non ci tocca.
 Eppure ci vantiamo di essere uno stato di diritto, o meglio,  dovremmo essere la culla del diritto, anzi, lo eravamo, ma quanta strada da allora? Quanta dottrina, giurisprudenza, lavori, commissioni, libri, pubblicazioni dotte , convegni e bla.. bla.. , tanto impegno di alti intelletti per giungere alla caduta del velo: il caso Cucchi, il caso che  che fa scrivere per esempio nel Foglio quotidiano del 13 Novembre 2009:

"Quanti Stefano Cucchi ci sono, nei corridoi violenti delle carceri e dei tribunali italiani? Domanda imbarazzante, resa attuale però dalla schiera di rivelazioni che sta accompagnando il decorso dell'inchiesta per omicidio che riguarda il ragazzo romano malamente morto nelle mani dello Stato dopo un arresto per detenzione di droga."




 
cella
Ce lo chiediamo anche noi, dopo esserci angustiati nel passato anche in questo  sito con alcune storie di ingiusta detenzione, casi disvelati forse sull'onda del caso Tortora, casi di cui alla fine mi son stancata io stessa di scrivere.. sono troppi, si rischia temo a scriverne troppo in un sito  del tipo del mio, la rassegnazione , o addirittura che alla fine  le storie scritte vengano lette e presto dimenticate, svanendo  rapide come nebbia al sole. Vite distrutte da una giustizia  che sbaglia, vite di cui nessuno si ricorda più.

Eravamo la culla del diritto ed a questo ed altro siamo giunti: errori giudiziari lunghi decenni, ingiuste incarcerazioni, morti per carcere ( 169 almeno nel 2009), vita invivibile e disumana fra quelle costose mura.

Eppure la Costituzione detta in materia di pene principi fondamentali e chiari "Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato" così tra l'altro nell'art 27 della Costituzione.

Giusto ," il senso di umanità" dove era quando si infieriva a calci e pugni nei corridoi del tribunale  su un ragazzo arrestato per piccolo spaccio di droga ? E quando quel ragazzo è finito in Ospedale dopo un evidente pestaggio, a leggere i giornali parrebbe che ci si sia limitati ad applicare formalmente formulette burocratiche lasciando nei fatti abbandonato fino a farlo morire un piccolo spacciatore, e certo   sarà la giustizia a stabilire i fatti, per ora di sicuro un ragazzo ha fatto una morte tremenda ed ingiusta, e temo sia solo  uno dei tanti e si chiamava  StefanoCucchi.


Noi davvero possiamo solo chiederci quanti casi  Cucchi nell'inferno delle nostre  costose carceri, altro che pena che deve "tendere a rieducare nel pieno rispetto della volontà "e bla.. bla...mettete un uomo a vivere in condizioni crudeli e sub umane e poi raccontatemi che lo volete rieducare nel pieno rispetto... La realtà è che il rispetto, manca. Ed il grave è che tutto sommato visto come e quanto poco si ha rispetto dei cittadini in genere, ci pare quasi normale  e la rassegnazione è parola italica.

La realtà delle carceri è tutta una altra, non parla di rispetto,  ma  è storia terribile di violenza  manifesta e sotterranea.

E' storia  di disperazione e crudeltà in carceri affollate, spesso con personale ridotto, dove la disperante vita delle guardie carcerarie si accomuna alla  assurda situazione di carcerati ammassati e maltrattati cui si disconoscono le necessità più elementari.  Ascoltando a  Radio radicale le interviste dal carcere una costante  lamentata da tutti è il freddo. Ora mi chiedo, quale è il motivo per cui le  nostre carceri non assicurano  riscaldamento ai carcerarti? Perché molti lamentano di non avere acqua calda? Perché leggo sul web che vi sono carceri costruite, terminate ed abbandonate a marcire? I contribuenti le hanno pagatie delle ditte ci hanno guadagnato, e poi davvero  a quel punto queste opera  hanno esaurito la loro funzione? E se così fosse perchè nessuno se ne occupa? Lo Stato c'è ancora?

Le carceri italiane sono sovraffollate, ma  il 50% dei detenuti è gente  in attesa di giudizio, quindi sono presunti innocenti, che se anche saranno accertati innocenti, intanto il carcere lo hanno fatto, e di carcere a volte si muore, colpevoli o innocenti è lo stesso.

La sanità carceraria,  non ci sarebbe neanche bisogno di dirlo, non funziona.  Gli agenti penitenziari  sono pochi, spesso costretti a turni massacranti e a controllare troppi detenuti  con i quali condividono una vita disumanizzante. E allora come affermare, con che coraggio, che la pena deve tendere a rieducare, quando il lavoro gli è negato, lo studio, è negato, l'umanità è negata. Mi ripeto, ma è domanda cui qualcuno dovrebbe saper rispondere, o no?


Quanto costano le  carceri? Non lo so, ma spigolando qua e la' da  girodivite apprendiamo che il  carcere di Favignana che ospita 85 detenuti ed è costruito sotto terra, le celle sono 10 metri sotto il livello del mare, per cui  umidità e salsedine corrodono tutto mentre topi e scarafaggi scorazzano tranquillamente nelle celle dove sono ospitati 3 o 4 detenuti che restano in cella 22 ore al giorno, bene questo soggiorno di lusso per ogni detenuto ci costa 300 euro al giorno.

Il carcere di  Roma Regina Coeli, un vecchio carcere italiano costruito nel 1654 ,ha celle che ospitano dai 4 ai 6 detenuti, riscaldamento insufficiente, difficoltà a far arrivare l'acqua nei rubinetti, sporcizia e umidità. Anche qua i costi non scherzano: 14 milioni e mezzo l'anno di euro per la manutenzione straordinaria. Lo Stato ha speso 21 milioni di euro dal 1999 al 2003 per i lavori di ristrutturazione mentre la Regione Lazio, nel 2006, ha stanziato per il carcere 450 mila euro.   E se avrete voglia di leggere l'articolo da cui ho tratto questi dati , su girodivite,  vedrete che i carceri costano, ma i detenuti  patiscono il freddo, spesso mangiano male.

Quindi a 300 euro al giorno di spesa per la collettività.. come mai vivono in queste misere condizioni?  Qualcuno avrà mai il coraggio di occuparsene? Facendo il conto su 200 euro al giorno  per duecento carcerati, visto che per 1 carcerato si ricevono almeno , al ribasso 75.mila euro l'anno ... fatevi i conti moltiplicando per 200, se poi io ne inzeppo 400... incasso il doppio, o no?

Tettamanzi   è stato a san Vittore e  ha  provato : " Pena e sconcerto" per la situazione del carcere milanese di San Vittore, dove  ha potuto constatare condizioni di «squallore intollerabile» Bene , cominciamo ad accorgercene, poi però a detta del Sole 24 ore pare abbia proseguito  che vi è  la necessità di «gesti di solidarietà per rimediare, come e dove è possibile, a situazioni di squallore intollerabile».

Certo ben venga la solidarietà della Chiesa. Ma  con la solidarietà si  dispensano pannicelli caldi qua e là.

Noi  contribuenti , datemi retta, basta con la solidarietà:  volontariato, le associazioni, e questo e quello, molto è gratis, non c'è dubbio , ci sono volontari che fanno miracoli, ( ma  se saranno solo loro  resteremo ai  pannicelli caldi), tutto mentre qualcuno  succhia alla mammellona dello stato 100 per dare 10 ai carcerati,  questo è il modus operandi del Paese, (è successo anche con gli immigrati), mentre resterebbero invariate le cifre, molte o poche non sta a me dire, che vanno,( si fa per dire), ai carcerati che resterebbero con acqua fredda a vivere in condizioni bestiali.

Noi dobbiamo pretendere  che i carcerati non siano solo una voce di spesa tra le tante misteriose che  stanno fiaccando il Paese, ma siano persone delle quali la collettività ha il dovere di prendersi cura, in tutti  i sensi, anche assicurando a quanti lo volessero un lavoro che non sia la ridicolaggine che ho sentito stanotte a radio radicale 75 euro al mese.. mi sembra nel carcere lager di Teramo, ma posso sbagliare.

 E per favore, evitiamo una nuova  ricca , inutile autority per le carceri, ma  che ognuno faccia il suo lavoro alla fine e BASTA!!

E se è vero che la civiltà di un Paese si misura anche dalla civiltà delle sue carceri, bene sentitevi a radio radicale cosa succede nelle nostre carceri e misurate la civiltà del nostro Paese  i cui "educatori" carcerari danno spesso, almeno   a legger la stampa, tanto buona prova di sé  ( Caso Izzo in testa), oltre ad essere penosamente insufficenti, pare,  del che non sono sicura, visto che nel 2000 Fassino assicurava che erano in arrivo altri 1200 operatori per le carceri in aggiunta non so a quanti, va a vedere che  anche di questi ne paghiamo un bel numero e poi cadono in una piega spazio-temporale e nei carceri ne arrivano pochissimi! Anche su questo cercherò cifre attendibili.

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