D) Prof
Folliero, in Italia dal 16 novembre è in carica il governo Monti,
nominato dal Presidente della Repubblica Napolitano, che ha
ufficialmente come compito principale la riduzione del cosiddetto debito
pubblico, favorire la crescita, tagliare gli sprechi. Quale è il suo
giudizio su Mr Monti, uomo legato alla Goldman Sachs, Iscritto al Gruppo
Bilderberg e alla Trilaterale, nonché massone?
La domanda da lei formulata
contiene in se tutti gli elementi necessari a dare un giudizio su Monti,
però, piuttosto che dare un giudizio su Monti, sarebbe più opportuno
chiedersi: perchè Monti? Perchè Monti è diventato capo del Governo e
come è arrivato a ricoprire tale ruolo? Come lei ha detto, Monti è
legato a Goldman Sachs, al Gruppo Bildenberg, alla Trilaterale, ossia
alla grande finanza, a chi regge i veri destini del mondo ed a chi è
interessato ad impadronirsi, ovviamente a prezzi stracciati delle
ricchezze che possiede l’Italia.
L’Italia possiede enormi
ricchezze e tantissime imprese pubbliche, vere galline dalle uova d’oro,
ossia che danno profitti, anche enormi, e quindi molto appetibili.
Ovviamente, l’obiettivo di questi “sciacalli” è impossessarsi di queste
ricchezze, di queste imprese sborsando il meno possibile. Nella prima
metà degli anni novanta ci fu il primo assalto ai tesori italiani. Qui
non può mancare un ricordo al caro vecchio amato Carlo Azeglio Ciampi,
che poco dopo essere diventato capo del governo, il 30 giugno del 1993
nomina un Comitato di consulenza per le privatizzazioni, presieduto da
Mario Draghi, altro pezzo pesante di Goldman Sachs, non a caso, oggi,
arrivato alla presidenza della BCE.
Allora, i tesori italiani
erano contenuti in uno scrigno chiamato IRI, smembrato e svenduto,
praticamente regalato, con la scusa che fosse un carrozzone che dava
solo dolori di testa e perdite ai proprietari, ossia allo stato, al
popolo italiano, e quindi era meglio disfarsene, piazzando i vari pezzi a
qualunque costo, anche regalandoli praticamente, come avvenuto. La domanda sorge spontanea: un privato compra una impresa che non da utili? Io non credo che qualcuno compri qualcosa che poi non gli renda degli utili e neppure la accetta in regalo!
A quell’epoca dell’IRI, di
cui uno dei principali rottamatori fu Romano Prodi, si diceva tutto ed
il contrario di tutto, meno che fosse una delle più grandi
multinazionali del mondo, quarta o quinta! Le imprese dell’IRI davano
enormi utili, che assieme alle tasse ed alle altre entrate dello stato
servivano a finanziare anche gli investimenti sociali: sanità,
educazione, cultura, pensioni, ecc. Oggi tutti i grandi media (cassa di
risonanza del pensiero unico neoliberale) sono impegnati ad associare la
spesa pubblica, gli investimenti nel sociale, al termine spreco. Non si
tratta di uno spreco, ma di un investimento, che nel passato ha dato
enormi benefici al paese. Quando si investiva in educazione, scuole,
università e tutti, i capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi,
avevano il diritto di poter raggiungere i gradi più alti degli studi,
l’Italia era un paese prosperoso; oggi, quelle parole contenute nella
Costituzione (art. 34) stanno diventando lettera morta, perchè
all’università non si accede liberamente, ma tramite prove d’accesso ed
il numero di posti disponibili è sempre più limitato; si sta plasmando
una società in cui l’esclusione sarà la norma; i membri delle classi
ricche, anche se eventualmente bocciati agli esami d’accesso delle
università pubbliche, possono sempre accedere a quelle private, i cui
costi sono proibitivi per i membri delle classi più povere ed anche per
le classi medie.
Nella stessa direzione vanno
i tagli alla sanità (chiusura degli ospedali), alla giustizia (chiusura
del tribunali), l’aumento dell’età pensionabile, la sostanziale
riduzione dei diritti dei lavoratori, ecc... tutto questo farà
dell’Italia una società sempre più elitesca e riservata ai ricchi e
potenti.
Allora, perchè Monti arriva a
ricoprire il ruolo di capo del governo con l’obiettivo principale di
ridurre il cosiddetto debito pubblico, favorire la crescita, tagliare
gli sprechi? Monti governa l’Italia da dieci mesi, il debito pubblico da
segni di riduzione? L’Italia sta iniziando a crescere? Ha tagliato gli
sprechi, ha condotto una seria lotta all’evasione fiscale?
Niente di tutto questo. Se
analizziamo i dati mensili del debito pubblico dal dicembre 2010 a
luglio 2012, ultimo dato disponibile (nella tabella seguente,
appositamente poreparata su dati di fonte Banca d’Italia), ci si rende
conto facilmente che il debito pubblico con l’avvento del signor Monti è
continuato a crescere. Non solo cresce in valore assoluto ed in valore
percentuale sul Pil, ma la cosa più preoccupante è che cresce il debito
da pagare a breve, ossia con scadenza inferiore ad un anno! Alla fine di
dicembre del 2010 il debito pubblico ammontava a 1.842 miliardi, 118%
del PIL. Monti arriva al governo il 16 novembre del 2011; il debito
pubblico ad ottobre 2011 era di 1.908 miliardi; secondo l’ultimo dato
pubblicato, come detto luglio 2012, il debito è salito a 1.967 miliardi
di Euro ed ormai siamo prossimi alla soglia del 130% del PIL; ricordiamo
che mentre il debito continua a salire, il Pil quest’anno si contrarrà
di oltre il 2%.
Ciò che più preoccupa della
gestione Monti è la crescita del debito in scadenza a meno di un anno.
Alla fine del 2010 l’Italia aveva 457 miliardi di Euro in scadenza nel
corso del 2011, ossia il 24,81% di tutto il debito; alla fine di
ottobre del 2011, quindi alla viglia dell’insediamento di Monti, il
debito da pagare al massimo entro i successivi 12 mesi era salito a 491
miliardi, il 25,76% di tutto il debito; a luglio 2012, grazie a Monti
ovviamente, il debito da pagare entro i successivi 12 mesi è salito a
524,53 miliardi, che rappresenta il 26,66% (vedasi la tabella seguente).
Se il signor Monti, quando era alla guida di Goldman Sachs, dopo un
anno di lavoro, avesse presentato cifre del genere lo avrebbero
licenziato all’istante ed anche in malo modo!
L’azione di Monti non sta
riducendo il debito pubblico, come ben indicano i numeri e non ha per
fine la riduzione del debito pubblico! Prima di spiegare il fine del
governo Monti, rispondiamo alle altre due domande che ci eravamo posti, a
cui impicitamente abbiamo già risposto: da quando Monti è al governo
non c’è segno di ripresa, anzi quest’anno andrà molto peggio che l’anno
anteriore con Berlusconi! In quanto ai tagli di bilancio, questi
effettivamente sono in corso, peccato che anche per il signor Monti, il
termine spreco è sinonimo di investimento sociale, ossia sta tagliando
ospedali, tribunali, l’impiego pubblico, le pensioni, l’educazione...
taglia unicamente quegli investimenti che danno utili sul lungo termine.
Una volta appurato che il
signor Monti sta ottenendo risultati esattamente contrari e totalmente
negativi rispetto a quelli che si era prefisso sulla carta, possiamo
rispondere alla domanda perchè Monti è diventato capo del Governo, ossia
qual è il suo vero fine. Monti è stato chiamato al governo col fine di aumentare il debito pubblico!
Come visto sta assolvendo nel migliore dei modi il suo compito.
Attenzione, però che il signor Monti non solo ha il compito di aumentare
il debito, ma deve anche accellerare i tempi! E’ per questa ragione che
oltre ad aumentare il debito in se, aumenta la quota da pagare a breve
termine, a meno di un anno.
Che cosa è il debito pubblico?
Il debito pubblico è il miglior modo per trasformare il patrimonio nazionale in capitale privato.
L’Italia, come gli altri
paesi, ha grandi ricchezze, di cui vogliono impossessarsi coloro che
stanno dietro i vari Monti. Questi mettono a capo dell’amministrazione
della cosa pubblica propri uomini di fiducia precisamente col compito di
accrescere il debito pubblico. Monti è solo l’ultimo di una lunga
serie, probabilmente l’uomo finale, quello che deve dare la stoccata
mortale all’Italia.
Per decenni i governanti di
un paese (che per esempio arrivano al potere grazie a campagne
elettorali finanziate dai poteri economici interessati alle ricchezze
del paese) adottano politiche atte a far aumentare il debito; magari
qualche politico è così incompetente, che agisce inconsciamente, sotto
consiglio degli “esperti”. Una volta che il debito è talmente alto si
procede alla liquidazione degli attivi: le ricchezze di un paese vengono
svendute con la scusa che bisogna ridurre il debito.
Qual è la proposta dei vari Monti che governano oggi i paesi indebitati?
Vendere gli immobili dello
stato; privatizzare imprese e servizi pubblici, arrivando perfino a
vendere i beni del demanio pubblico; dare in garanzia per nuovi prestiti
i metalli preziosi, come l’oro e ricordiamo che l’Italia, dopo Usa e
Germania è il paese con la maggior riserva di oro del mondo; ridurre
l’impiego pubblico (attraverso i tagli agli ospedali, ai tribunali, alle
amministrazioni provinciali, all’accorpamento dei comuni, al mancato
rinnovo di personale che va in pensione, come i professori
universitari).
Con i tagli alle università,
appunto attraverso la mancata sostituzione del personale che si
pensiona (lo scorso anno si sono pensionati 5.000 docenti universitari,
che non sono stati sostituiti con nuovi assunti) si procede anche a
svalutare l’attività formativa delle università pubbliche, alle quali,
in ultima istanza, subentrano le private; lo stesso sta passando con la
RAI. Non solo si svendono le imprese produttive dello stato, ma si
stanno gettando le basi per il passaggio ai privati dei servizi
pubblici.
E vediamo quando comincia a crescere il debito pubblico italiano.
Nel 1970, l’Italia aveva un
debito pubblico inferiore a quello degli Stati Uniti, essendo il debito
italiano pari al 37,11% del Pil e quello statunitense del 37,72% del suo
PIL. Dal 1971 il debito italiano, e di tutti i paesi occidentali,
comincia a crescere. Il debito pubblico italiano era equivalente a 13,09
miliardi di Euro nel 1970; nel 1980 supera i 100 miliardi, arrivando a
114, il 56,08% del Pil; nel 1988 arriva a 524 miliardi, il 90,83% del
Pil. Poi arrivano gli anni del Britannia, dell’ascesa di mister Draghi,
degli Amato (a proposito del quale, i giudici di mani pulite mai lo
hanno sfiorato nelle loro inchieste, pur essendo il braccio destro di
Craxi, prima consigliere economico, poi sottosegretario alla Presidenza
del consiglio nei due governi Craxi dal 1983 al 1987, in seguito
Ministro del Tesoro, dal 1987 al 1989, quindi capo del governo), dei
Ciampi, i carrozzoni di Prodi, le prime svendite, ma il debito continua a
crescere incessantemente: 1992 è a 849 miliardi; 1993 a 959; nel 1994
supera i mille miliardi di euro, arrivando a 1.069; anno dopo anno
cresce sempre, fino ai 1.908 miliardi lasciati in eredità da Berlusconi
ed i 1.967,4 miliardi di oggi (31/07/2012, ultimo dato disponibile) a
cui è arrivato col governo Monti!
Quindi in concreto Monti è
stato chiamato a dare il colpo di grazia al paese Italia, far crescere
ulteriormente il debito, aumentando soprattutto quello a breve, ad un
anno e dunque procedere alla svendita del patrimonio nazionale, che
finisce nelle mani dei privati, di quei privati che stanno dietro i
Mister Monti.
Manca solo un passaggio da
aggiungere: prima della svendita, ed una volta assicurata la crescita e
l’impagabilità del debito a breve, ad un anno, ci sarà il ricorso al
prestito del FMI e quando si ricorre al FMI fanno il segno della croce
anche gli atei!
(Continua )
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