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FIAT pensieri neri di fine Estate e 4000 lavoratori.... PDF Stampa E-mail

Scritto da Marista Urru   
lunedì 25 agosto 2008

Oggi 25 Ottobre 2010  mi sono davvero indignata, ho letto l'utima Marpionnata che giudico più grave di quel che sembra, non solo Marpionne sputa sul piatto in cui hanno mangiato e stramangiato casa Fiat e seguito ballante  e danzante, ma temo che  stia lanciando un messaggio del tipo: Noi in Fiat ci siamo sistemati, voi siete in difficoltà e non ci servite ( l'Europa non permette più certe libertà ai nostri pavidi e servili politicuzzi), ma non mi meraviglierei s ebaldanzoso  sperasse di incastrarci con il problema sottaciuto delle PMI imprese del settore, nei decenni trattate in modo indegno dalla Fiat che gli faceva tirare il collo per i  pagamenti, ma anche dai politicanti, che  mi sembra le abbiano spesso , se non sempre , abbandonate   preda degli squali. Spero di sbagliare, somiglierebbe ad un ricatto e non posso credere che da quell'ambiente  elegante e sciccoso della ultima Monarchia Italiaca, quella tanto amata dalla sinistra  che " sa e comprende cosa è meglio per noi italiani", possa uscir fuorri persona men che correttaWink che comunque è abituata a ricever graziosamente dal popolino ( noi) la pecunia necessaria per insaccocciare i profitti e lasciare  a noi l'onore di pagare le perdite, per cui alla fine: 

GUARDATELA BENE: ce la siamo pagata tutta o quasi noi Italiani, e questo  che segue annotavo nel 2008.


Pensieri neri di fine Estate

Fiat:riapre  Mirafiori, e 4mila lavoratori hanno avuto l’amara sorpresa di "vacanze forzate".

Un migliaio i dipendenti appena  tornano in fabbrica in queste ore, per  altri ci sarà infatti cassa integrazione fino all'8 settembre, come allo stabilimento di Pomigliano. E altri stop sono previsti per i prossimi mesi.

Comunque tra

settembre e dicembre pagheremo:

  • Sata di Melfi: 4 settimane
  • Mirafiori e Termini Imerese: 3 settimane
  • G. B. Vico di Pomigliano: 4 settimane
  • FPT di verona: 2 settimane
  • CNH di Imola e San Mauro Torinese: 5 settimane

 

Il rientro per gli uomini della Fiat si vive dunque all'insegna della preoccupazione, in seguito alla congiuntura economica generale e soprattutto al difficile momento che sta attraversando il mercato dell'auto.
La decisione di fare ricorso alla cassa integrazione, come era stato spiegato nelle scorse settimane dall'amministratore delegato del gruppo, Sergio Marchionne, era stata presa "dopo aver visto l'andamento del mercato nel mese di giugno".

Certo che se ognuno che produce ed è in commercio potesse fare come lor signori e farsi pagare dai cittadini, tutti, pure da quelli che non mettono su il pranzo con la cena,  i prezzi delle crisi o peggio quelli delle loro scelte sbagliate, come per esempio pretendono di fare anche  i Banchieri,   molti di noi  si rivelerebbero grandi  imprenditori, con i soldi degli altri deve esseere maledettamente facile.

Che  amarezza: so per certo che  se infine sto gruppo di oligarchi la smettesse di mangiarsi il nostro danaro,  ne resterebbe un po' per noi,  girerebbe il danaro   anche  qua in basso tra i comuni mortali,  ne resterebbe qualche briciola in più anche per noi, che staremmo meglio, come sarebbe giusto che fosse,  checché ne dicano i banchieri che per i loro affarucci poco limpidi preferiscono fare di tutto perché il danaro non giri , ma resti sempre nelle stesse note mani e noi si crepi di fame.

 

 
E vedremo se basterà, o dovremo dare l’oro e le fedi  a santa famiglia Agnelli e Azionisti, con tutto il codazzo di banchieri, industriali, e chi più ne ha ne metta?

Penso  che non mi sembra affatto una cosa giusta, penso che è da quando sono nata che pago un poco anche io per far accumulare un gran patrimonio agli Agnelli e ad altri simili pseudo capitalisti.

Penso che forse la pressione fiscale in questo avido paese avrebbe potuto anche un po’ alleggerirsi al livello degli altri Paesi Europei, se non avessimo sul groppone questa e simili Imprese  , pronte a deviare fuori del Paese gli investimenti ed i patrimoni, per poi lasciare a noi troppo spesso il peso delle maestranze, che oltre tutto mi sembrano assai male in arnese.

Penso che siamo un Paese di servi sciocchi.

Penso che continuano a prenderci per il naso un po’ tutti

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  Commenti (3)
1. Fine dell'auto come status simbol.
Scritto da Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo , il 03-08-2010 15:35
L'industria dell'auto è necessaria in Italia. Quello che scrivevo è che bisogna prendere lezione dal mercato. Ci sono troppe case che fanno auto, troppi modelli che non si venderanno. Fatta la situazione zero si può ragionare sul futuro. Il futuro sarà ibrido e poi elettrico puro, poco inquinamento. Questo come tecnica e come numeri caleranno e si stabilizzeranno. Arrivare pronti a questo scenario è quello che vuole fare Marchionne e negli USA ci stà provando, pare con successo. Il problema sociale di questa situazione ricade su chi non l'ha prevista, era facile prevederla. Tutti che volevano "pocciare" 
sull'auto, ipocriti. Rimarrà la sensazione che l'auto dava, una certa libertà di muoversi e quella spero non riescano a sopprimerla. Ci sono già troppe auto, i grandi centri urbani ne sconsigliano l'utilizzo, tutto vero. Fare a meno di un auto per famiglia non sarà possibile nei prossimi decenni. C'è chi ce ne ha una per membro della famiglia e l'errore è evidente. Tutti con l'auto e la saturazione è inevitabile. Io posso avere un TV per stanza, due telefonini, ecc. Una volta presi non mi costano mantenerli, l'auto costa solo a guardarla. Ciao Marista.
2. Scritto da Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo , il 03-08-2010 13:17
Ciao Mario, investire nell'auto non ha senso anche perchè la crisi e le disfunzioni di uno stato predone hanno fatto sì che se prima dopo 10 anni ti cambiavi l'auto ora invece c'è una fascia che cresce sempre di più, che non se lo può permettere. Chi non può diventa invisibile in questo paese, ed è un errore: manca il ricambio delle auto, almeno una parte, come è successo per l'abbigliamento e le scarpe e molto altro. Non sono i consumi dei ricchi che tengono su il pese e questa antifona nella italianuccia cattocomunista, non la vogliono capire. Ne parlavo tanti anni fa con un prete tutto preso dal sociale e dall'amore per i poveri, purchè restassero poveri, e quando gli feci notare come l'aver interrotto la catena dei consumi quotidiani, si sarebbe riversato sui poveri, dopo qialche anno mi confessò che gli avevo dato daa pensare.. ma va, un prete super addottorato, non ci aveva pensato, come non ci pensano i compagnucci , come non ci pensa marpionne il genio, e tanti altri super furbi e super addottorati nelle università.. certo hanno da pensare agli incarichi e le consulenze da arraffare! Quindi io penso che se pure alla Fiat calano la testa ed accettano di non fare manco la pausa caffè per la famosa favola della produttività.. riempiranno solo magazzini di carcasse fiat invendute, che faranno pagare a noi tassati e gli italianucci non capirano un tubo, ma pagheranno o evaderanno a secondo della natura e delle opportunità
3. Il problema viene da lontano.
Scritto da Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo , il 03-08-2010 11:46
In tutti questi ragionamenti sociali manca un dato importante. La crisi auto è dovuta al fatto che abbiamo saturato il mercato, tutti hanno l'auto. Ora investire in questo settore non ha senso. 
Quello che si rimarca, dove la Fiat è ns è giusto, e ci si dimentica dei danni fatti in precedenza. La banda Agnelli, i governi e alla fine i sindacati. Tempi passati e ora Marchionne tenta di far capire che bisogna dimenticarli e partire con la situazione attuale e parlare di quella. Non si può fare niente con la vecchia mentalità. Reset e cominciare da nuovo. Non si possono produrre auto se non si vendono. Per farlo occorre qualità e quantità come negli altri paesi, Polonia e Serbia. Se i ns lavoratori sono preoccupati più della pausa caffè che d'altro credo che i conti negativi li faremo a breve e non si parla di CIG ma di licenziamenti. Chi si muoverà bene per primo si troverà meglio dopo. Un saluto.

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