Quella degli anni Novanta era molto
diversa dalla Lega di oggi. Era veramente la “voce nuova”,
culturalmente nuova, della politica italiana. E la gente lo capisce.
Questa è la Lega che, grazie ai
rimborsi elettorali, s’intasca 1400 euro ogni 100 spesi nelle
elezioni politiche e che, pur stando al governo da una decina d’anni,
ha abdicato a molte delle sue idee pur di “obbedire” a
Berlusconi. Ma ci sono altri movimenti leghisti che stanno prendendo
piede nel Nord: si riuniranno ai primi di ottobre nel Bergamasco
sotto lo slogan: “Ricominciare da Miglio”.
Alla Camera dei Deputati il 14
settembre quattro ex parlamentari della Lega Nord si sono seduti tra
il pubblico e, mentre il capogruppo della Lega Nord, Marco Reguzzoni,
illustrava il pensiero del partito sulla manovra finanziaria, hanno
richiamato l’attenzione dell’aula ed hanno esposto un vistoso
striscione con scritto "Basta Lega, Basta Roma, Basta Tasse".
Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, è intervenuto ed ha
fatto rimuovere lo striscione.
I quattro ex parlamentari non erano
quattro signori “qualunque”. Alle spalle hanno delle robuste
strutture. Roberto Bernardelli (Milano) e Giulio Arrighini (Brescia)
sono, rispettivamente, il presidente e il segretario generale di un
partito che ha già qualche anno di vita: la Lega Padana Lombardia.
Giovanni Ongaro (Gandino) e Francesco Formenti (Seregno) sono tra i
fondatori di un movimento più giovane, l’Unione Padana Alpina, che
a Bergamo e nelle valli bergamasche – mi dicono - sta raccogliendo
una quantità impressionante di iscritti, tutti fortemente delusi dai
risultati della alleanza della Lega Nord con il PDL e dalla
contestatissima “obbedienza” di Bossi e dei suoi parlamentari a
tutti i desideri di Berlusconi.
Dalla lettura dei giornali e delle
agenzie di stampa sembra che Bossi abbia commentato l’intervento
dei suoi quattro ex parlamentari dichiarando che sono «gente a cui
non daremo la possibilità di rientrare nella Lega». Devo confessare
che questa dichiarazione mi ha meravigliato e preoccupato. Si sentono
onnipotenti? Non capisco. Certo, per le elezioni politiche del 2008
le spese della Lega Nord accertate dalla Corte dei Conti sono state
di 2 milioni e 940 mila euro ma grazie alla assurda legge sui
“rimborsi elettorali” il Carroccio ha maturato il diritto di
ricevere dalla pubblica amministrazione 8 milioni e 277 mila euro
all’anno per cinque anni: in totale 41 milioni 385 mila euro
(fonte: Corte dei Conti, Collegio di controllo sulle spese elettorali
del 13 e 14 aprile 2008, pag 85) . Dunque 100 euro investiti dalla
Lega nella campagna elettorale del 2008 sono diventati 1.408 euro.
Neanche Bill Gates avrebbe saputo fare di meglio. Ma che io sappia
Bernardelli, Arrighini, Ongaro e Formenti non hanno nessunissima
intenzione di fare questo “investimento” e di rientrare nella
Lega. La reazione logica sarebbe stata quella di commentare i motivi
della loro protesta e dire se era o non era ragionevole. Insomma, ho
avuto la sgradevole sensazione di gente lontana mille miglia dai
problemi della gente e dalla realtà di tutti i giorni.
È la stessa sensazione che ho provato
quando il viceministro della Lega Nord, Roberto Castelli, si è
dichiarato “povero nel senso marxiano” (?). È successo la sera
del 15 settembre durante la trasmissione di "Piazzapulita",
il nuovo programma di Corrado Formigli su La7. Nella circostanza
Castelli ha detto che «ci sono politici di vecchia generazione che,
come me, dopo vent'anni sono poveri». Il pubblico in studio è
restato spiazzato. L’esponente della Lega Nord ha spiegato: «Io
facevo l'ingegnere, guadagnavo bene. Ho rinunciato alla mia pensione
e oggi sono povero, ho pochissimi soldi». Il sindaco di Firenze,
Renzi, ospite come Castelli alla trasmissione, ha allargato le
braccia. Il conduttore Formigli ha fiutato aria di gaffe ed ha
incalzato: «Ci dica quanto guadagna». La replica di Castelli è
stata: «145 mila euro». Ancora Formigli: «Quindi non è povero».
Il rappresentante della Lega Nord: «Sono povero nel senso marxiano
del termine, vivo solo del mio lavoro». In rete il video è
diventato un cult e su YouTube i commenti sono impietosi: «Come si
permette di definirsi povero quando ci sono famiglie che sopravvivono
con 800 euro al mese?». Oppure: «Lui non vive del suo lavoro, ma
del nostro lavoro».
Tutto ciò premesso credo valga la pena
ricordare qualcosa, nel bene e nel male, del partito di Bossi. Anche
perché penso che a breve ci sarà qualche novità. Il 16 settembre
il presidente Napolitano , in visita a Bucarest, parlando del peso
del debito pubblico della Repubblica italiana ha dichiarato che
“…però abbiamo sottovalutato il fatto che quel peso potesse
diventare un macigno …” (fonte Andrea Garibaldi sul Corriere
della Sera del 17 settembre). È vero: nel nostro paese i detentori
del potere (come li chiamava il prof. Miglio) hanno sempre governato,
speso e accumulato debiti senza nessun rispetto per le finanze
pubbliche e per le generazioni future. La crisi di questi mesi era
prevedibilissima ed è tutta italiana: da anni ormai siamo
costantemente agli ultimi posti nelle classifiche internazionali di
crescita, di competitività e di libertà economica. Ma i detentori
del potere (di tutte le parti politiche! ) hanno sempre detto che
tutto va bene, che tutto è sotto controllo, e che le colpe sono
tutte “di quelli che c’erano prima di noi”. La Lega Nord degli
anni Novanta era diversa. Era veramente la “voce nuova”
(culturalmente nuova) della politica italiana. Ecco due capitoli
della “relazione di minoranza” della Lega Nord alla legge
finanziaria del 1997 (fonte Atto Camera n 4356-A-bis del 7 dicembre
1997).
Capitolo 1: Il sistema-paese perde
competitività.
Gli addetti ai lavori lo sanno e molti stanno
vivendo questa situazione sulla loro pelle: l'economia sta andando a
rotoli , le imprese scappano, emigrano, se ne vanno. Non ci sono
investimenti. Non c'é sviluppo e il Paese è sempre meno
competitivo. Questa situazione é caparbiamente ignorata dalla TV
pubblica e da altri media , e la malafede di questo comportamento é
veramente così evidente e così macroscopica che non si può non
dare ragione a quelli, e sono tanti, che sempre più spesso parlano
di "regime".
Signori del Governo, perché continuate a
raccontare ai cittadini delle bugie così clamorose? Conosciamo tutti
i pregi e i difetti della strategia del "clima di fiducia".
Per certe situazioni questa é una buona strategia. Ma essa oggi non
é assolutamente applicabile al nostro Paese, perché la situazione é
troppo deteriorata ed il nostro problema, che é quello delle enormi
risorse finanziarie bruciate in un assistenzialismo improduttivo,
senza prospettive ed incapace di generare sviluppo , non é di quelli
che si risolvono con piccoli interventi e con la eterna strategia
"del rinvio ad oltranza, che tanto prima o poi tutto si
aggiusta".
L’altro giorno, per fare un esempio, Vito
Tanzi, del Fondo Monetario Internazionale, ha detto, e purtroppo ha
ragione, che tra pochissimo dovremo rivedere pensioni e sistema
previdenziale. Altrimenti il Paese, anche se ammesso all'Unione
Monetaria, dovrà subito uscirne.
A questa dichiarazione tecnica,
basata sui numeri e sulle proiezioni del rapporto tra la spesa per le
pensioni e il Prodotto Interno Lordo, che con le leggi oggi in vigore
passerà dall' 11,7% del 1997 al 13,9% del 2001, il leader della UIL
Pietro Larizza ha reagito con questa incredibile dichiarazione, che è
stata pubblicata dal Corriere della Sera di Venerdì 14 Novembre "Mi
sono letteralmente rotto i "cosiddetti" di questi cittadini
italiani che senza aver vinto alcun concorso sono stati mandati negli
organismi internazionali e che, su impulso politico, passano il loro
tempo a destabilizzare il sistema previdenziale italiano. Andrebbero
richiamati in patria e collocati nei posti di loro competenza: negli
archivi catastali di provincia".
Più signorilmente, allo
stesso riguardo, il Ministro Treu ha dichiarato : "Basta con i
profeti di sventura". Ma non è entrato nel merito della
questione e nemmeno ha provato a dimostrare se e dove i calcoli del
Fondo Monetario sono sbagliati.
E ancora : Business International
ha pubblicato uno studio dal quale risulta che l'Italia non attira
gli investimenti né imprese multinazionali.
Capitolo 2: I numeri non sono né di
destra né di sinistra.
Qui c'è poco da arrampicarsi sui
vetri, perché i numeri non sono né di destra né di sinistra. E i
numeri e le statistiche dimostrano che in questa Italia non investe
più nessuno. E se non si investe non c'é sviluppo. E se non c'é
sviluppo ci sarà sempre meno lavoro. Altro che 35 ore alla settimana
: qui stiamo andando verso zero ore di lavoro all’anno, ve ne
rendete conto? E non é difficile immaginare le conseguenze : prima
non verrà rimborsato il debito pubblico. Poi non saranno pagate le
pensioni. E dopo?
Signori Deputati della Repubblica italiana,
questa é la situazione, e non rendersene conto, non dire la verità
ai cittadini, non fare niente per correre ai ripari, non è onesto.
Non fate come Larizza, non fate come Treu. Non fate come gli struzzi,
non nascondete la testa sotto le migliaia di documenti della
Ragioneria Generale. Rendetevi conto che la situazione è gravissima
e che con questo approccio ideologico e non pragmatico del Governo e
di molti Parlamentari la situazione del Paese continua e continuerà
a peggiorare fino a un pericoloso punto di non ritorno. È più che
mai necessario fare qualcosa per evitare una recessione ed una crisi
finanziaria che metterebbe a rischio il pagamento delle pensioni, il
rimborso del debito pubblico e un elevatissimo numero di posti di
lavoro. Abbiamo il dovere di operare con serietà e pragmatismo per
evitare che ciò accada. Allora, vediamo assieme se la Lega Nord per
l'indipendenza della Padania ha ragione o ha torto quando accusa il
Governo di non essere né trasparente né sincero. E, nel caso
risultasse che abbiamo ragione, vediamo quali sono le cose da fare
per migliorare questa situazione.
Dunque la considerazione del 16
settembre del presidente Napolitano non è applicabile alla Lega Nord
degli anni Novanta: fino a qualche anno fa la Lega Nord era veramente
qualcosa di “diverso”, e per quella Lega l’alleanza con
Berlusconi era una operazione “contro natura”. Il 16 settembre
Umberto Bossi, davanti ai leghisti che si sono raccolti alle sorgenti
del Po per il rito dell'ampolla ha scoperto che “l’Italia va a
picco”. Ma in tutti questi anni Bossi non ha contestato la pessima
politica economica della copia Berlusconi –Tremonti e si è
dimenticato che i suoi deputati lo dicevano e lo scrivevano 15 anni
fa! In tutti questi anni la Lega Nord ha preferito la assurda,
inutile e controproducente alleanza con Berlusconi. Le dichiarazioni
di questi giorni hanno tutte le caratteristiche delle campagne
elettorali: “in tutte le regioni bagnate dal Po c’è l'esercito
padano”, “un referendum per fare la secessione”, ecc ecc.
Ho l’impressione che nei prossimi
mesi ci saranno novità interessanti e che “ne vedremo delle
belle”. Abbiamo visto che rappresentanti della Lega Padana
Lombardia e della Unione Padana Alpina hanno protestato contro la
“non politica” della Lega Nord. Per la cronaca, la Lega Padana
Lombardia ha già dei sindaci e numerosi consiglieri comunali mentre
la sezione di Palazzago della Unione Padana Alpina è guidata da
Cristiano Forte, che fino a cinque anni fa era il segretario
provinciale della Lega Nord a Bergamo , e molti degli aderenti sono
persone che avevano ricoperto incarichi importanti nel partito di
Bossi. Ma ci sono anche altri movimenti: l’Unione Federalista (il
presidente è Paolo Bonacchi di Pistoia), la Lega Sud Ausonia guidata
da Gianfranco Vestuto, ed altri ancora. Sui siti di questi movimenti
si parla di federalismo, della Costituzione Svizzera, dell’importanza
dei referendum legislativi, dell’obiettivo di “essere padroni a
casa nostra” e di tante altre cose interessanti e costruttive.
Riportiamone qualcuna:
Il razzismo. Noi pensiamo che c’è
una sola razza, ed è la razza umana. Non ci piacciono quelli che
dividono l’umanità in bianchi, neri o gialli. Viviamo e ci
spostiamo sulla superficie di una sfera, non abbiamo altro posto in
cui andare e dunque siamo destinati a vivere sempre in reciproca
contiguità e compagnia. Una perfetta unificazione civile nel genere
umano è il destino che la Natura ha scelto per noi. Per lo stesso
motivo non ci piacciono quelli che dividono l’umanità in due: da
una parte chi è italiano e dall’altra chi non è italiano. Anche
questo secondo noi è razzismo. Ciò premesso, non ci piacciono
quelli che non rispettano la legge e tendono a scaricare i loro
problemi sugli altri. Se un extracomunitario viene in Lombardia
perché ha un lavoro è il benvenuto. Ma non vogliamo che venga in
Lombardia a “cercare” un lavoro, per lo meno se la “ricerca”
del lavoro e’ a tempo indeterminato e, nel frattempo, la persona in
questione deve “arrangiarsi come può” . Il motivo è semplice:
se uno di noi si trovasse in un paese straniero senza lavoro e senza
quattrini potrebbe fare solo due cose. O lasciarsi morire di fame
oppure, per sopravvivere, rubare e dedicarsi ad attività poco
lecite. Questa è una situazione che vogliamo evitare. Come si fa a
dire che questo è razzismo, egoismo o cose del genere? Si tratta
semplicemente di stabilire regole semplici ed umane di accoglienza e
residenza, tali da evitare però che mezzo mondo si approfitti dei
generosi servizi sociali e pubblici che ci siamo venuti costruendo
nei decenni e permettendo a chi vuole venire qui a lavorare di farlo
senza essere confuso con quelli che vengono qui a cercare guai o ad
approfittare.
I politici di professione. Non ci piacciono i
politici di professione. Noi siamo gente che “per campare” ha
sempre lavorato. Quelli di noi che sono impegnati nella politica ne
farebbero volentieri a meno. Diffidiamo e diffideremo sempre di
quelli che in vita loro non hanno mail lavorato confrontandosi con le
difficoltà del mercato. Di quelli che non sanno cosa vuol dire la
soddisfazione di quando alla fine del mese ti arriva lo stipendio e
te lo sei sudato. Oppure che non sanno cosa significa aspettare di
incassare i tuoi crediti. Perché tu gli stipendi, i contributi
sociali e l’affitto li devi sempre pagare puntualmente, e con
questo sistema fiscale folle devi pagare tasse anche su redditi che
non ci sono. Devi pagare, devi trovare i soldi, anche se i rimborsi
IVA dallo Stato ormai li aspetti da anni e non arrivano mai e anche
se quella tua fattura è scaduta da più di sei mesi e il tuo cliente
promette e tu telefoni in banca ma i soldi non sono ancora arrivati.
La differenza non è tra destra e
sinistra. Se ci troviamo senza lavoro noi ce lo inventiamo o ce lo
cerchiamo in tutto il mondo. Non riusciamo a pensare che ce lo debba
trovare uno Stato lontano e che non puoi nemmeno telefonargli. E lo
stesso vale per la casa e per mille altre cose. Lo Stato amministri
con onestà quello che non riusciamo a fare individualmente, non
ficchi il naso dappertutto, garantisca la sicurezza dei cittadini,
faccia in modo che i processi si svolgano in fretta e tenga in galera
i ladri. Al resto ci pensiamo noi. Siamo convinti che la differenza
non è tra destra e sinistra ma tra statalisti e liberisti. Ci sono
statalisti di destra e statalisti di sinistra, ma per noi sono la
stessa cosa: gente che vuole solo il potere per poterselo gestire.
La Repubblica federale italiana. I
danni generati negli ultimi anni dai governi degli "statalisti"
di sinistra (Prodi, D’Alema, ecc) e degli “statalisti” di
destra (Berlusconi, Tremonti , Bossi, ecc) sono stati enormi e sono
sotto gli occhi di tutti. Siamo convinti che cambiare periodicamente
un governo centralista e statalista con un altro formalmente diverso
ma in realtà con le stesse caratteristiche di fondo è inutile. È
invece necessario cambiare il sistema politico nel suo insieme. È
necessario scrivere una nuova Costituzione in modo che la “Repubblica
italiana” diventi la "Repubblica Federale italiana".
L’essenza di una Costituzione federale, come ci ha insegnato
Miglio, non sta tanto nel numero di funzioni decentrate, quanto nella
capacità delle unità territoriali (che devono essere sovrane a
tutti gli effetti sul proprio territorio, con competenze
irrevocabili) di resistere alla naturale tendenza espansiva del
potere centrale.
I panettoni di Stato. L’estensione
dei servizi resi direttamente dallo Stato va drasticamente ridotta,
almeno qui da noi in Lombardia. Le altre Regioni facciano quello che
vuole la maggioranza dei soggetti residenti. Oggi il settore pubblico
fornisce un’infinità di servizi che potrebbero essere svolti, con
una qualità superiore e a un costo inferiore, dal mercato.
Partiti politici o uffici di
collocamento? A Londra sul Sunday Times e sul Guardian del martedì
si possono leggere offerte di lavoro per rettori, presidi e docenti
nelle migliori università e per primari e medici degli ospedali. Noi
invece leggiamo sui giornali dichiarazioni di questo genere: "Abbiamo
convenuto sul fatto che sia giusto arrotondare lo stipendio di alcuni
consiglieri, quelli che hanno già fatto una legislatura e che sono
impegnati a tempo pieno, affidando loro alcuni incarichi in enti
esterni. Questo anche per garantire qualche soddisfazione ad alcuni
di loro, che potevano legittimamente aspirare a un posto di assessore
e non l’hanno avuto" (Corriere della Sera, 27 febbraio 07).
Questa incredibile dichiarazione è dell’onorevole Gelmini. Noi
vogliamo diventare portavoci di un messaggio innovatore, che
interpreti il desiderio delle “persone normali” di non sentir più
parlare di nomine “in quota” a questo o a quel partito. Noi
vogliamo che ogni nomina della Regione, dei Comuni e degli altri enti
locali lombardi sia effettuata esclusivamente sulla base di criteri
di meritocrazia, di indipendenza e di professionalità. A nostro
giudizio i soggetti nominati dalle nostre istituzioni presso enti,
aziende ed istituzioni dovranno essere selezionati esclusivamente per
le loro competenze e sempre a prescindere dalle loro preferenze
politiche personali. Dichiariamo che a noi interessa che lavorino
bene. Chi se ne frega per chi votano. Votino per chi vogliono.
L’importante è che lavorino bene. Le preferenze politiche dei
candidati non dovranno avere assolutamente nulla a che fare con
l’attività professionale. Il nostro movimento dichiara ad alta
voce che in Lombardia oggi non è così, e questa “invadenza della
politica” è sicuramente uno dei motivi della decadenza economica
della nostra Regione e del nostro Paese, della sua continua perdita
di competitività e del pessimo funzionamento della nostra burocrazia
e di alcune nostre pubbliche amministrazioni”.
Trasparenza. I bilanci dello Stato,
delle Regioni, dei Comuni e degli altri enti pubblici sono
caratterizzati da tantissimi dettagli ma ai cittadini non vengono
offerti dati di sintesi significativi. Il nostro movimento ritiene
sia nostro dovere informare in modo chiaro, sintetico e comprensibile
i cittadini, indipendentemente dagli schemi non razionali e non
trasparenti imposti dalle leggi.
Conti pubblici. Chi viaggia sa che
ormai molti (troppi!) strizzano l’occhio e dicono che “Grecia”
in realtà è un nome in codice che significa “Italia”. Questo,
purtroppo, è lo “scenario” del nostro paese. La situazione
economica è ogni giorno meno sostenibile e non abbiamo ancora
affrontato “il mostro dei mostri, quello dei derivati, della follia
del rischio incalcolabile e degli effetti collaterali non
prevedibili” (fonte: Tremonti, Novembre 08, intervenendo a Milano
all’apertura dell’anno accademico dell’Università Cattolica).
La verità è che avremmo dovuto dichiarare bancarotta anni fa. E che
in assenza di una seria riforma federale presto saremo obbligati a
farlo. E quando dovremo farlo non sarà più bancarotta semplice ma
sarà bancarotta fraudolenta. In questa grave situazione i “detentori
del potere” (come li chiamava Gianfranco Miglio) hanno tirato fuori
dal cilindro due “soluzioni”: la vendita del patrimonio pubblico
alienabile e il federalismo fiscale.
L’assurda lotta per il potere.
Continuare a criticare Berlusconi per qualsiasi cosa ci sembra una
cosa da asilo Mariuccia. Diamine, per la legge dei grandi numeri ogni
tanto farà qualcosa di giusto anche lui, non vi pare? Invece no: per
la sinistra Berlusconi e i suoi governi sbagliano sempre, qualsiasi
cosa facciano o dicano. Famiglia Cristiana ha addirittura accusato di
razzismo il buon Maroni che sta cercando di fare il ministro
dell’Interno nel modo più decente possibile. D’altronde anche la
destra quando era all’opposizione diceva che Prodi sbagliava sempre
su tutto. L’ultimo governo Prodi ne ha veramente combinate di tutti
i colori (vi ricordate le pensioni?) ma anche quel governo qualcosa
di giusto l’avrà pur fatta. Anche un orologio scassato e con le
molle fuori che vanno da tutte le parti, due volte al giorno segna
l’ora esatta. Il guaio è che la politica in Italia non ha
l’obiettivo di amministrare nel modo migliore. L’unico obiettivo
sembra sia quello di “combattere” contro l’avversario politico.
E’ assurdo. Anche per questo ogni giorno che passa siamo tutti più
poveri, ci sono più disoccupati e il paese è meno competitivo!
Evitare inutili polemiche. Tutti i
nostri militanti sono convinti che la prassi di denigrare gli
avversari sia assolutamente vergognosa. Da anni tutti noi ci siamo
imposti di guardare avanti, di fare proposte, di ascoltare con
rispetto e attenzione chi non la pensa come noi e di evitare inutili
e incivili polemiche, troppo spesso figlie dell’assenza di proposte
costruttive. Lega Padana Lombardia e Unione Padana Alpina hanno
organizzato un convegno per sabato 8 ottobre . Il titolo è
“Ricominciare da Miglio. L’attualità degli insegnamenti del
Professore nell’attuale crisi dello Stato italiano” (Hotel
Cristallo Palace a Bergamo in via Betty Ambiveri n 35. Inizio alle
9.30).
Fin qui le idee di questi due
movimenti. Ricordo che ai primi incontri della Lega Nord a Milano,
nella vecchia sede di piazza Massari, avevamo letto, riletto ,
discusso e apprezzato un articolo che Marco Vitale aveva pubblicato
sul Sole 24 Ore di domenica 9 dicembre 1990. Il titolo era: “Una
Costituzione per rifare l’Italia. Alcune riflessioni in margine
all’ultimo saggio di Gianfranco Miglio”. Più di 20 anni fa il
prof. Vitale scriveva: “La prima Costituzione, quella dei 1948, è
morta e sepolta, dice Miglio con molti altri. Ed è un punto di
partenza essenziale. Chiunque abbia l’onestà di guardare i fatti
per quello che sono, ben difficilmente può negare questa evidenza.
Noi viviamo da tempo nella seconda Repubblica, in un sistema di fatto
sostanzialmente alegale, dominato dal principio del potere senza
responsabilità, un sistema della irresponsabilità
istituzionalizzata e quindi dell’immobilismo. La necessità di
riformare profondamente l’assetto dello Stato, da pensiero di
isolati intellettuali sta diventando consapevolezza comune e quindi
sta diventando forza politica reale o potenziale. Chi saprà cogliere
e incanalare verso indirizzi razionali e positivi questa spinta che
viene dai fatti e dalla società sarà partecipe della costruzione
della nuova Costituzione. Chi a essa si opporrà contribuirà ad
alzare il costo del cambiamento, a renderlo più traumatico e
costoso. Non vi è dubbio che il successo delle leghe sia anche
manifestazione sia pure confusa e contradditoria di questa spinta
verso una nuova Costituzione”.
Da allora sono passati più di 20 anni
senza risultati apprezzabili: nei posti giusti si sono seduti gli
uomini sbagliati. Ma non è mai troppo tardi. Ecco perché l’8
ottobre vale senz’altro la pena di andare a Bergamo a ricordare gli
insegnamenti del prof. Miglio.
Giancarlo Pagliarini
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1. Basta che se magni. Scritto da
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, il 24-09-2011 15:39 Salve Marista. Che altro c'è da dire? Che altro si può dire Marista? In Italia per impostare un discorso sulle varie Leghe e sul concetto di una Nazione civile o su qualsivoglia altra discussione democratica e socialmente evoluta, mancano le fondamenta. Le Strutturale italiane sono basate su un discorso politico astratto e non sulle Leggi di fondo che regolano qualsiasi Repubblica Democratica, ricca o povera che sia. La Repubblica Italiana è un’anomalia politica basata sulla corruzione e sul tornaconto personale, da dove ogni tanto spuntano voci che incitano ad un comportamento civico e leale verso la Nazione, né più né meno che questo. Vien da bestemmiare solo a pensare che manigoldi politici come un Bossi e un Di Pietro, seguiti a ruota da tutti gli altri magnacci politici e sociali italiani, naturalmente senza dimenticare tutto il resto della delinquenza sociale, finanziaria, sindacale nelle infrastrutture italiane, magistratura inclusa, impongano con lauti vitalizzi, i loro mocciosi al Paese, come già fecero i vari Mubarak e Gheddafi e Dittatori vari in giro pel Mondo. Ti ricordi di Baby Doc dei Caraibi? Und gli italiani, senza prendere un Bastone e sfasciare tutto, stanno zitti, tanto, basta che se magni, non è vero? L'Italia comincia veramente a farmi ribrezzo, trovo però divertente, anche se veramneta penoso, osservare la tragedia buffa della Politica italiana. Gli attori di qzesta tragica farsa meritano veramnete un Oska. I Bersani i Franceschi, i pm, i sidnacalisti, tutti, la Emma und la Bindi incluse, tutti insieme meritano un Oskar, Nemmenoi più grandi attori di Hollywood potrebbereo imitare la loro faccia tosta e senso di criminalità sociale. Perchè permettete tutto questo? Perch?e vi lasciate offendere e prendere in giro in un modo così atroce e offensivo alla vostra dignità di esseri Umnai?
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