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GIANCARLO PAGLIARINI: C'ERA UNA VOLTA LA LEGA NORD PDF Stampa E-mail

Scritto da Marista Urru   
venerdì 23 settembre 2011

Giancarlo Pagliarini

Quella degli anni Novanta era molto diversa dalla Lega di oggi. Era veramente la “voce nuova”, culturalmente nuova, della politica italiana. E la gente lo capisce.

Questa è la Lega che, grazie ai rimborsi elettorali, s’intasca 1400 euro ogni 100 spesi nelle elezioni politiche e che, pur stando al governo da una decina d’anni, ha abdicato a molte delle sue idee pur di “obbedire” a Berlusconi. Ma ci sono altri movimenti leghisti che stanno prendendo piede nel Nord: si riuniranno ai primi di ottobre nel Bergamasco sotto lo slogan: “Ricominciare da Miglio”.







Alla Camera dei Deputati il 14 settembre quattro ex parlamentari della Lega Nord si sono seduti tra il pubblico e, mentre il capogruppo della Lega Nord, Marco Reguzzoni, illustrava il pensiero del partito sulla manovra finanziaria, hanno richiamato l’attenzione dell’aula ed hanno esposto un vistoso striscione con scritto "Basta Lega, Basta Roma, Basta Tasse". Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, è intervenuto ed ha fatto rimuovere lo striscione.

I quattro ex parlamentari non erano quattro signori “qualunque”. Alle spalle hanno delle robuste strutture. Roberto Bernardelli (Milano) e Giulio Arrighini (Brescia) sono, rispettivamente, il presidente e il segretario generale di un partito che ha già qualche anno di vita: la Lega Padana Lombardia. Giovanni Ongaro (Gandino) e Francesco Formenti (Seregno) sono tra i fondatori di un movimento più giovane, l’Unione Padana Alpina, che a Bergamo e nelle valli bergamasche – mi dicono - sta raccogliendo una quantità impressionante di iscritti, tutti fortemente delusi dai risultati della alleanza della Lega Nord con il PDL e dalla contestatissima “obbedienza” di Bossi e dei suoi parlamentari a tutti i desideri di Berlusconi.


Dalla lettura dei giornali e delle agenzie di stampa sembra che Bossi abbia commentato l’intervento dei suoi quattro ex parlamentari dichiarando che sono «gente a cui non daremo la possibilità di rientrare nella Lega». Devo confessare che questa dichiarazione mi ha meravigliato e preoccupato. Si sentono onnipotenti? Non capisco. Certo, per le elezioni politiche del 2008 le spese della Lega Nord accertate dalla Corte dei Conti sono state di 2 milioni e 940 mila euro ma grazie alla assurda legge sui “rimborsi elettorali” il Carroccio ha maturato il diritto di ricevere dalla pubblica amministrazione 8 milioni e 277 mila euro all’anno per cinque anni: in totale 41 milioni 385 mila euro (fonte: Corte dei Conti, Collegio di controllo sulle spese elettorali del 13 e 14 aprile 2008, pag 85) . Dunque 100 euro investiti dalla Lega nella campagna elettorale del 2008 sono diventati 1.408 euro. Neanche Bill Gates avrebbe saputo fare di meglio. Ma che io sappia Bernardelli, Arrighini, Ongaro e Formenti non hanno nessunissima intenzione di fare questo “investimento” e di rientrare nella Lega. La reazione logica sarebbe stata quella di commentare i motivi della loro protesta e dire se era o non era ragionevole. Insomma, ho avuto la sgradevole sensazione di gente lontana mille miglia dai problemi della gente e dalla realtà di tutti i giorni.


È la stessa sensazione che ho provato quando il viceministro della Lega Nord, Roberto Castelli, si è dichiarato “povero nel senso marxiano” (?). È successo la sera del 15 settembre durante la trasmissione di "Piazzapulita", il nuovo programma di Corrado Formigli su La7. Nella circostanza Castelli ha detto che «ci sono politici di vecchia generazione che, come me, dopo vent'anni sono poveri». Il pubblico in studio è restato spiazzato. L’esponente della Lega Nord ha spiegato: «Io facevo l'ingegnere, guadagnavo bene. Ho rinunciato alla mia pensione e oggi sono povero, ho pochissimi soldi». Il sindaco di Firenze, Renzi, ospite come Castelli alla trasmissione, ha allargato le braccia. Il conduttore Formigli ha fiutato aria di gaffe ed ha incalzato: «Ci dica quanto guadagna». La replica di Castelli è stata: «145 mila euro». Ancora Formigli: «Quindi non è povero». Il rappresentante della Lega Nord: «Sono povero nel senso marxiano del termine, vivo solo del mio lavoro». In rete il video è diventato un cult e su YouTube i commenti sono impietosi: «Come si permette di definirsi povero quando ci sono famiglie che sopravvivono con 800 euro al mese?». Oppure: «Lui non vive del suo lavoro, ma del nostro lavoro».

Tutto ciò premesso credo valga la pena ricordare qualcosa, nel bene e nel male, del partito di Bossi. Anche perché penso che a breve ci sarà qualche novità. Il 16 settembre il presidente Napolitano , in visita a Bucarest, parlando del peso del debito pubblico della Repubblica italiana ha dichiarato che “…però abbiamo sottovalutato il fatto che quel peso potesse diventare un macigno …” (fonte Andrea Garibaldi sul Corriere della Sera del 17 settembre). È vero: nel nostro paese i detentori del potere (come li chiamava il prof. Miglio) hanno sempre governato, speso e accumulato debiti senza nessun rispetto per le finanze pubbliche e per le generazioni future. La crisi di questi mesi era prevedibilissima ed è tutta italiana: da anni ormai siamo costantemente agli ultimi posti nelle classifiche internazionali di crescita, di competitività e di libertà economica. Ma i detentori del potere (di tutte le parti politiche! ) hanno sempre detto che tutto va bene, che tutto è sotto controllo, e che le colpe sono tutte “di quelli che c’erano prima di noi”. La Lega Nord degli anni Novanta era diversa. Era veramente la “voce nuova” (culturalmente nuova) della politica italiana. Ecco due capitoli della “relazione di minoranza” della Lega Nord alla legge finanziaria del 1997 (fonte Atto Camera n 4356-A-bis del 7 dicembre 1997).


Capitolo 1: Il sistema-paese perde competitività.
Gli addetti ai lavori lo sanno e molti stanno vivendo questa situazione sulla loro pelle: l'economia sta andando a rotoli , le imprese scappano, emigrano, se ne vanno. Non ci sono investimenti. Non c'é sviluppo e il Paese è sempre meno competitivo. Questa situazione é caparbiamente ignorata dalla TV pubblica e da altri media , e la malafede di questo comportamento é veramente così evidente e così macroscopica che non si può non dare ragione a quelli, e sono tanti, che sempre più spesso parlano di "regime".
Signori del Governo, perché continuate a raccontare ai cittadini delle bugie così clamorose? Conosciamo tutti i pregi e i difetti della strategia del "clima di fiducia". Per certe situazioni questa é una buona strategia. Ma essa oggi non é assolutamente applicabile al nostro Paese, perché la situazione é troppo deteriorata ed il nostro problema, che é quello delle enormi risorse finanziarie bruciate in un assistenzialismo improduttivo, senza prospettive ed incapace di generare sviluppo , non é di quelli che si risolvono con piccoli interventi e con la eterna strategia "del rinvio ad oltranza, che tanto prima o poi tutto si aggiusta".
L’altro giorno, per fare un esempio, Vito Tanzi, del Fondo Monetario Internazionale, ha detto, e purtroppo ha ragione, che tra pochissimo dovremo rivedere pensioni e sistema previdenziale. Altrimenti il Paese, anche se ammesso all'Unione Monetaria, dovrà subito uscirne.
A questa dichiarazione tecnica, basata sui numeri e sulle proiezioni del rapporto tra la spesa per le pensioni e il Prodotto Interno Lordo, che con le leggi oggi in vigore passerà dall' 11,7% del 1997 al 13,9% del 2001, il leader della UIL Pietro Larizza ha reagito con questa incredibile dichiarazione, che è stata pubblicata dal Corriere della Sera di Venerdì 14 Novembre "Mi sono letteralmente rotto i "cosiddetti" di questi cittadini italiani che senza aver vinto alcun concorso sono stati mandati negli organismi internazionali e che, su impulso politico, passano il loro tempo a destabilizzare il sistema previdenziale italiano. Andrebbero richiamati in patria e collocati nei posti di loro competenza: negli archivi catastali di provincia".
Più signorilmente, allo stesso riguardo, il Ministro Treu ha dichiarato : "Basta con i profeti di sventura". Ma non è entrato nel merito della questione e nemmeno ha provato a dimostrare se e dove i calcoli del Fondo Monetario sono sbagliati.
E ancora : Business International ha pubblicato uno studio dal quale risulta che l'Italia non attira gli investimenti né imprese multinazionali.


Capitolo 2: I numeri non sono né di destra né di sinistra.
Qui c'è poco da arrampicarsi sui vetri, perché i numeri non sono né di destra né di sinistra. E i numeri e le statistiche dimostrano che in questa Italia non investe più nessuno. E se non si investe non c'é sviluppo. E se non c'é sviluppo ci sarà sempre meno lavoro. Altro che 35 ore alla settimana : qui stiamo andando verso zero ore di lavoro all’anno, ve ne rendete conto? E non é difficile immaginare le conseguenze : prima non verrà rimborsato il debito pubblico. Poi non saranno pagate le pensioni. E dopo?
Signori Deputati della Repubblica italiana, questa é la situazione, e non rendersene conto, non dire la verità ai cittadini, non fare niente per correre ai ripari, non è onesto. Non fate come Larizza, non fate come Treu. Non fate come gli struzzi, non nascondete la testa sotto le migliaia di documenti della Ragioneria Generale. Rendetevi conto che la situazione è gravissima e che con questo approccio ideologico e non pragmatico del Governo e di molti Parlamentari la situazione del Paese continua e continuerà a peggiorare fino a un pericoloso punto di non ritorno. È più che mai necessario fare qualcosa per evitare una recessione ed una crisi finanziaria che metterebbe a rischio il pagamento delle pensioni, il rimborso del debito pubblico e un elevatissimo numero di posti di lavoro. Abbiamo il dovere di operare con serietà e pragmatismo per evitare che ciò accada. Allora, vediamo assieme se la Lega Nord per l'indipendenza della Padania ha ragione o ha torto quando accusa il Governo di non essere né trasparente né sincero. E, nel caso risultasse che abbiamo ragione, vediamo quali sono le cose da fare per migliorare questa situazione.


Dunque la considerazione del 16 settembre del presidente Napolitano non è applicabile alla Lega Nord degli anni Novanta: fino a qualche anno fa la Lega Nord era veramente qualcosa di “diverso”, e per quella Lega l’alleanza con Berlusconi era una operazione “contro natura”. Il 16 settembre Umberto Bossi, davanti ai leghisti che si sono raccolti alle sorgenti del Po per il rito dell'ampolla ha scoperto che “l’Italia va a picco”. Ma in tutti questi anni Bossi non ha contestato la pessima politica economica della copia Berlusconi –Tremonti e si è dimenticato che i suoi deputati lo dicevano e lo scrivevano 15 anni fa! In tutti questi anni la Lega Nord ha preferito la assurda, inutile e controproducente alleanza con Berlusconi. Le dichiarazioni di questi giorni hanno tutte le caratteristiche delle campagne elettorali: “in tutte le regioni bagnate dal Po c’è l'esercito padano”, “un referendum per fare la secessione”, ecc ecc.

Ho l’impressione che nei prossimi mesi ci saranno novità interessanti e che “ne vedremo delle belle”. Abbiamo visto che rappresentanti della Lega Padana Lombardia e della Unione Padana Alpina hanno protestato contro la “non politica” della Lega Nord. Per la cronaca, la Lega Padana Lombardia ha già dei sindaci e numerosi consiglieri comunali mentre la sezione di Palazzago della Unione Padana Alpina è guidata da Cristiano Forte, che fino a cinque anni fa era il segretario provinciale della Lega Nord a Bergamo , e molti degli aderenti sono persone che avevano ricoperto incarichi importanti nel partito di Bossi. Ma ci sono anche altri movimenti: l’Unione Federalista (il presidente è Paolo Bonacchi di Pistoia), la Lega Sud Ausonia guidata da Gianfranco Vestuto, ed altri ancora. Sui siti di questi movimenti si parla di federalismo, della Costituzione Svizzera, dell’importanza dei referendum legislativi, dell’obiettivo di “essere padroni a casa nostra” e di tante altre cose interessanti e costruttive. Riportiamone qualcuna:

Il razzismo. Noi pensiamo che c’è una sola razza, ed è la razza umana. Non ci piacciono quelli che dividono l’umanità in bianchi, neri o gialli. Viviamo e ci spostiamo sulla superficie di una sfera, non abbiamo altro posto in cui andare e dunque siamo destinati a vivere sempre in reciproca contiguità e compagnia. Una perfetta unificazione civile nel genere umano è il destino che la Natura ha scelto per noi. Per lo stesso motivo non ci piacciono quelli che dividono l’umanità in due: da una parte chi è italiano e dall’altra chi non è italiano. Anche questo secondo noi è razzismo. Ciò premesso, non ci piacciono quelli che non rispettano la legge e tendono a scaricare i loro problemi sugli altri. Se un extracomunitario viene in Lombardia perché ha un lavoro è il benvenuto. Ma non vogliamo che venga in Lombardia a “cercare” un lavoro, per lo meno se la “ricerca” del lavoro e’ a tempo indeterminato e, nel frattempo, la persona in questione deve “arrangiarsi come può” . Il motivo è semplice: se uno di noi si trovasse in un paese straniero senza lavoro e senza quattrini potrebbe fare solo due cose. O lasciarsi morire di fame oppure, per sopravvivere, rubare e dedicarsi ad attività poco lecite. Questa è una situazione che vogliamo evitare. Come si fa a dire che questo è razzismo, egoismo o cose del genere? Si tratta semplicemente di stabilire regole semplici ed umane di accoglienza e residenza, tali da evitare però che mezzo mondo si approfitti dei generosi servizi sociali e pubblici che ci siamo venuti costruendo nei decenni e permettendo a chi vuole venire qui a lavorare di farlo senza essere confuso con quelli che vengono qui a cercare guai o ad approfittare.

I politici di professione. Non ci piacciono i politici di professione. Noi siamo gente che “per campare” ha sempre lavorato. Quelli di noi che sono impegnati nella politica ne farebbero volentieri a meno. Diffidiamo e diffideremo sempre di quelli che in vita loro non hanno mail lavorato confrontandosi con le difficoltà del mercato. Di quelli che non sanno cosa vuol dire la soddisfazione di quando alla fine del mese ti arriva lo stipendio e te lo sei sudato. Oppure che non sanno cosa significa aspettare di incassare i tuoi crediti. Perché tu gli stipendi, i contributi sociali e l’affitto li devi sempre pagare puntualmente, e con questo sistema fiscale folle devi pagare tasse anche su redditi che non ci sono. Devi pagare, devi trovare i soldi, anche se i rimborsi IVA dallo Stato ormai li aspetti da anni e non arrivano mai e anche se quella tua fattura è scaduta da più di sei mesi e il tuo cliente promette e tu telefoni in banca ma i soldi non sono ancora arrivati.

La differenza non è tra destra e sinistra. Se ci troviamo senza lavoro noi ce lo inventiamo o ce lo cerchiamo in tutto il mondo. Non riusciamo a pensare che ce lo debba trovare uno Stato lontano e che non puoi nemmeno telefonargli. E lo stesso vale per la casa e per mille altre cose. Lo Stato amministri con onestà quello che non riusciamo a fare individualmente, non ficchi il naso dappertutto, garantisca la sicurezza dei cittadini, faccia in modo che i processi si svolgano in fretta e tenga in galera i ladri. Al resto ci pensiamo noi. Siamo convinti che la differenza non è tra destra e sinistra ma tra statalisti e liberisti. Ci sono statalisti di destra e statalisti di sinistra, ma per noi sono la stessa cosa: gente che vuole solo il potere per poterselo gestire.

La Repubblica federale italiana. I danni generati negli ultimi anni dai governi degli "statalisti" di sinistra (Prodi, D’Alema, ecc) e degli “statalisti” di destra (Berlusconi, Tremonti , Bossi, ecc) sono stati enormi e sono sotto gli occhi di tutti. Siamo convinti che cambiare periodicamente un governo centralista e statalista con un altro formalmente diverso ma in realtà con le stesse caratteristiche di fondo è inutile. È invece necessario cambiare il sistema politico nel suo insieme. È necessario scrivere una nuova Costituzione in modo che la “Repubblica italiana” diventi la "Repubblica Federale italiana". L’essenza di una Costituzione federale, come ci ha insegnato Miglio, non sta tanto nel numero di funzioni decentrate, quanto nella capacità delle unità territoriali (che devono essere sovrane a tutti gli effetti sul proprio territorio, con competenze irrevocabili) di resistere alla naturale tendenza espansiva del potere centrale.

I panettoni di Stato. L’estensione dei servizi resi direttamente dallo Stato va drasticamente ridotta, almeno qui da noi in Lombardia. Le altre Regioni facciano quello che vuole la maggioranza dei soggetti residenti. Oggi il settore pubblico fornisce un’infinità di servizi che potrebbero essere svolti, con una qualità superiore e a un costo inferiore, dal mercato.

Partiti politici o uffici di collocamento? A Londra sul Sunday Times e sul Guardian del martedì si possono leggere offerte di lavoro per rettori, presidi e docenti nelle migliori università e per primari e medici degli ospedali. Noi invece leggiamo sui giornali dichiarazioni di questo genere: "Abbiamo convenuto sul fatto che sia giusto arrotondare lo stipendio di alcuni consiglieri, quelli che hanno già fatto una legislatura e che sono impegnati a tempo pieno, affidando loro alcuni incarichi in enti esterni. Questo anche per garantire qualche soddisfazione ad alcuni di loro, che potevano legittimamente aspirare a un posto di assessore e non l’hanno avuto" (Corriere della Sera, 27 febbraio 07). Questa incredibile dichiarazione è dell’onorevole Gelmini. Noi vogliamo diventare portavoci di un messaggio innovatore, che interpreti il desiderio delle “persone normali” di non sentir più parlare di nomine “in quota” a questo o a quel partito. Noi vogliamo che ogni nomina della Regione, dei Comuni e degli altri enti locali lombardi sia effettuata esclusivamente sulla base di criteri di meritocrazia, di indipendenza e di professionalità. A nostro giudizio i soggetti nominati dalle nostre istituzioni presso enti, aziende ed istituzioni dovranno essere selezionati esclusivamente per le loro competenze e sempre a prescindere dalle loro preferenze politiche personali. Dichiariamo che a noi interessa che lavorino bene. Chi se ne frega per chi votano. Votino per chi vogliono. L’importante è che lavorino bene. Le preferenze politiche dei candidati non dovranno avere assolutamente nulla a che fare con l’attività professionale. Il nostro movimento dichiara ad alta voce che in Lombardia oggi non è così, e questa “invadenza della politica” è sicuramente uno dei motivi della decadenza economica della nostra Regione e del nostro Paese, della sua continua perdita di competitività e del pessimo funzionamento della nostra burocrazia e di alcune nostre pubbliche amministrazioni”.

Trasparenza. I bilanci dello Stato, delle Regioni, dei Comuni e degli altri enti pubblici sono caratterizzati da tantissimi dettagli ma ai cittadini non vengono offerti dati di sintesi significativi. Il nostro movimento ritiene sia nostro dovere informare in modo chiaro, sintetico e comprensibile i cittadini, indipendentemente dagli schemi non razionali e non trasparenti imposti dalle leggi.

Conti pubblici. Chi viaggia sa che ormai molti (troppi!) strizzano l’occhio e dicono che “Grecia” in realtà è un nome in codice che significa “Italia”. Questo, purtroppo, è lo “scenario” del nostro paese. La situazione economica è ogni giorno meno sostenibile e non abbiamo ancora affrontato “il mostro dei mostri, quello dei derivati, della follia del rischio incalcolabile e degli effetti collaterali non prevedibili” (fonte: Tremonti, Novembre 08, intervenendo a Milano all’apertura dell’anno accademico dell’Università Cattolica). La verità è che avremmo dovuto dichiarare bancarotta anni fa. E che in assenza di una seria riforma federale presto saremo obbligati a farlo. E quando dovremo farlo non sarà più bancarotta semplice ma sarà bancarotta fraudolenta. In questa grave situazione i “detentori del potere” (come li chiamava Gianfranco Miglio) hanno tirato fuori dal cilindro due “soluzioni”: la vendita del patrimonio pubblico alienabile e il federalismo fiscale.

L’assurda lotta per il potere. Continuare a criticare Berlusconi per qualsiasi cosa ci sembra una cosa da asilo Mariuccia. Diamine, per la legge dei grandi numeri ogni tanto farà qualcosa di giusto anche lui, non vi pare? Invece no: per la sinistra Berlusconi e i suoi governi sbagliano sempre, qualsiasi cosa facciano o dicano. Famiglia Cristiana ha addirittura accusato di razzismo il buon Maroni che sta cercando di fare il ministro dell’Interno nel modo più decente possibile. D’altronde anche la destra quando era all’opposizione diceva che Prodi sbagliava sempre su tutto. L’ultimo governo Prodi ne ha veramente combinate di tutti i colori (vi ricordate le pensioni?) ma anche quel governo qualcosa di giusto l’avrà pur fatta. Anche un orologio scassato e con le molle fuori che vanno da tutte le parti, due volte al giorno segna l’ora esatta. Il guaio è che la politica in Italia non ha l’obiettivo di amministrare nel modo migliore. L’unico obiettivo sembra sia quello di “combattere” contro l’avversario politico. E’ assurdo. Anche per questo ogni giorno che passa siamo tutti più poveri, ci sono più disoccupati e il paese è meno competitivo!

Evitare inutili polemiche. Tutti i nostri militanti sono convinti che la prassi di denigrare gli avversari sia assolutamente vergognosa. Da anni tutti noi ci siamo imposti di guardare avanti, di fare proposte, di ascoltare con rispetto e attenzione chi non la pensa come noi e di evitare inutili e incivili polemiche, troppo spesso figlie dell’assenza di proposte costruttive. Lega Padana Lombardia e Unione Padana Alpina hanno organizzato un convegno per sabato 8 ottobre . Il titolo è “Ricominciare da Miglio. L’attualità degli insegnamenti del Professore nell’attuale crisi dello Stato italiano” (Hotel Cristallo Palace a Bergamo in via Betty Ambiveri n 35. Inizio alle 9.30).

Fin qui le idee di questi due movimenti. Ricordo che ai primi incontri della Lega Nord a Milano, nella vecchia sede di piazza Massari, avevamo letto, riletto , discusso e apprezzato un articolo che Marco Vitale aveva pubblicato sul Sole 24 Ore di domenica 9 dicembre 1990. Il titolo era: “Una Costituzione per rifare l’Italia. Alcune riflessioni in margine all’ultimo saggio di Gianfranco Miglio”. Più di 20 anni fa il prof. Vitale scriveva: “La prima Costituzione, quella dei 1948, è morta e sepolta, dice Miglio con molti altri. Ed è un punto di partenza essenziale. Chiunque abbia l’onestà di guardare i fatti per quello che sono, ben difficilmente può negare questa evidenza. Noi viviamo da tempo nella seconda Repubblica, in un sistema di fatto sostanzialmente alegale, dominato dal principio del potere senza responsabilità, un sistema della irresponsabilità istituzionalizzata e quindi dell’immobilismo. La necessità di riformare profondamente l’assetto dello Stato, da pensiero di isolati intellettuali sta diventando consapevolezza comune e quindi sta diventando forza politica reale o potenziale. Chi saprà cogliere e incanalare verso indirizzi razionali e positivi questa spinta che viene dai fatti e dalla società sarà partecipe della costruzione della nuova Costituzione. Chi a essa si opporrà contribuirà ad alzare il costo del cambiamento, a renderlo più traumatico e costoso. Non vi è dubbio che il successo delle leghe sia anche manifestazione sia pure confusa e contradditoria di questa spinta verso una nuova Costituzione”.

Da allora sono passati più di 20 anni senza risultati apprezzabili: nei posti giusti si sono seduti gli uomini sbagliati. Ma non è mai troppo tardi. Ecco perché l’8 ottobre vale senz’altro la pena di andare a Bergamo a ricordare gli insegnamenti del prof. Miglio.


Giancarlo Pagliarini







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  Commenti (1)
1. Basta che se magni.
Scritto da Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo website, il 24-09-2011 15:39
Salve Marista. 
Che altro c'è da dire? 
Che altro si può dire Marista? 
In Italia per impostare un discorso sulle varie Leghe e sul concetto di una Nazione civile o su qualsivoglia altra discussione democratica e socialmente evoluta, mancano le fondamenta. 
Le Strutturale italiane sono basate su un discorso politico astratto e non sulle Leggi di fondo che regolano qualsiasi Repubblica Democratica, ricca o povera che sia. 
La Repubblica Italiana è un’anomalia politica basata sulla corruzione e sul tornaconto personale, da dove ogni tanto spuntano voci che incitano ad un comportamento civico e leale verso la Nazione, né più né meno che questo. 
Vien da bestemmiare solo a pensare che manigoldi politici come un Bossi e un Di Pietro, seguiti a ruota da tutti gli altri magnacci politici e sociali italiani, naturalmente senza dimenticare tutto il resto della delinquenza sociale, finanziaria, sindacale nelle infrastrutture italiane, magistratura inclusa, impongano con lauti vitalizzi, i loro mocciosi al Paese, come già fecero i vari Mubarak e Gheddafi e Dittatori vari in giro pel Mondo. 
Ti ricordi di Baby Doc dei Caraibi?  
Und gli italiani, senza prendere un Bastone e sfasciare tutto, stanno zitti, tanto, basta che se magni, non è vero? 
L'Italia comincia veramente a farmi ribrezzo, trovo però divertente, anche se veramneta penoso, osservare la tragedia buffa della Politica italiana. Gli attori di qzesta tragica farsa meritano veramnete un Oska. I Bersani i Franceschi, i pm, i sidnacalisti, tutti, la Emma und la Bindi incluse, tutti insieme meritano un Oskar, Nemmenoi più grandi attori di Hollywood potrebbereo imitare la loro faccia tosta e senso di criminalità sociale. 
Perchè permettete tutto questo? 
Perch?e vi lasciate offendere e prendere in giro in un modo così atroce e offensivo alla vostra dignità di esseri Umnai?

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