Il 6 Settembre 2008, tra pochi giorni, sarà un anno dalla
morte di Gigi Sabani, il conduttore televisivo che ebbe la carriera stroncata
da dichiarazioni fasulle di starlette pronte a tutto per aver visibilità e
strappare una qualche possibilità di carriera nel mondo dello spettacolo.
Ricordiamo come la vicenda si rivelò una bufala pazzesca,
una delle tante, come Sabani venisse infine risarcito e il Pubblico
Ministero sanzionato per aver rovinato
una vita, una carriera.. con un terribile trasferimento per abuso d’ufficio.
Il presentatore, esposto oltre ogni ragionevole limite alla
gogna mediatica , accusato di induzione alla prostituzione , vide sparire amici
e conoscenti, venne emarginato e ne usci’ distrutto.
Che dire: certo che
se qualcuno accusa qualcun altro di reato, si deve indagare, ma capirebbe anche un bimbo
che c’è modo e modo di indagare, e tutti sappiamo che non basta che una persona
venga accusata ed additata perché si possa affermare che essa è colpevole
davvero.
Esiste inoltre anche il rispetto della persona, che purtroppo
non sempre emerge da certi comportamenti
delle nostre Istituzioni, e che viene
dimenticato e calpestato chi sa quante volte, ma se si ha a che fare con persone famose, noi popolo bue, veniamo a saperlo e quella
stessa fama assicura un bel battage pubblicitario al composito mondo che di ciò
vive, però , forse per la legge del contrappasso, fa si che noi popolo
distratto e giocherellone, tenuto per decenni in condizione di inconsapevole
incoscienza, abbiamo cominciato a porci qualche domandina impertinente sul
funzionamento di certe Istituzioni.
Comunque Gigi Sabani,
vittima di crudeltà e insensibilità che ne hanno voluta distrutte la
immagine pubblica senza ritegno, a soli
54 anni è morto di infarto.
Consideriamo attentamente quanti
sconosciuti Gigi Sabani hanno avuto vita, lavoro, famiglia distrutte dalla
peste culturale che vuole la persona in
sé non aver nessun valore, e magari neanche sono stati economicamente
risarciti, grazie ad un cavillo sollecitamente inventato, senza neanche né mai aver ricevuto pubblica ammenda né
pubbliche scuse, in un sonnolento disinteresse della nostra crudele società .
La vicenda in effetti
si risolse con un nulla di fatto, Sabani
venne risarcito per l’ingiusta detenzione e il pubblico ministero sanzionato
con il trasferimento per abuso d’ufficio. Sabani a 54 anni muore di
infarto, fine della storia.
Ma una storia che si rispetti deve avere il lieto fine.
E il
lieto fine c’è stato, eccome, lietissimo,
non per la vittima , ma per chi aveva sbagliato dando tanto rilievo pubblico a fatti
non ancora accertati.
Ricordate il severo censore il PM che lo fece arrestare per induzione alla prostituzione,bene egli
agì sotto impulso di da una teste , una ragazza fidanzata di Sabani, quella che denunciò il presentatore con accuse che risultarono infondate.
Quella ragazza che
poi risultò aver denunciato un innocente, divenne la fidanzata del pubblico
ministero, i due si sposarono e , senza alcuna remora , lieti della visibilità
acquisita, vendettero anche in esclusiva le foto della cerimonia. Parteciparono a qualche seratina mondana, si
fecero vedere alle sfilate.. poi sparirono.
Sabani, una volta riconosciuta la sua innocenza, denunciò il suo inquisitore, accusandolo
d'avere abusato del suo ufficio. Il Consiglio Superiore della Magistratura, in
questo caso fu severo (si fa per dire)
avviò un severo procedimento per il trasferimento d'ufficio. Sembra strano a noi
comuni mortali che se risulta che un
pubblico dipendente
nell’esercizio delle sue delicate
funzioni ha commesso un abuso con effetti gravi oltretutto, basta che si allontani un
po’, e tutto va a posto , diventa meritevole di carriera e promozioni. A Gigi sabani invece la carriera fu stroncata.
A noi sembra strano, ma non conta un tubo quel che pensiamo, noi non contiamo, così funziona,
“vuolsi così colà ove si puote quel che si vuole..” e noi? Preghiamo, vivere in un Paese così è diventato pericoloso e difficile sotto troppi punti di vista ormai. Ci limitiamo a ricordare le tante
vittime di cui abbiamo conoscenza, con
la mente rivolta ai tantissimi signori nessuno ed ai loro familiari, con il dubbio spiacevole che già l'aver notato la stramberia dei fatti, sia troppo.
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