Da Giustizia Giusta- fonte Alice Notizie
La foto ritrae un caso clamoroso e doloroso, il trionfo dell'assurdo , il caso Tortora.
Eccomi al secondo nome della lista dei Gladiatori vittime di giustizia e vittime della “opinione pubblica” e delle sue belve sempre bisognose di nuovo cibo.
Questa storia come altre simili ha dell’assurdo, son certa nessuno o
quasi ha mai sentito parlare di Rocco Meloni, Sardo di 56 anni,
imprenditore e consigliere comunale a Lanusei.
Questo moderno eroe, o martire, fate voi, dagli anni ‘90 ad oggi è
stato arrestato due volte, messo sotto inchiesta per vari reati
relativi alla pubblica amministrazione e assolto 12 volte.
Ha pagato 80mila euro agli avvocati, “ma sono condannato dalla gente”, dice con rammarico.
Rocco Meloni, nei primi anni ‘90 - riporta il quotidiano regionale
l’Unione Sarda - guidava l’Asl numero 9 e la Comunità montana, era socialista, di stretta osservanza craxiana.
L’articolo non lo dice, ma credo che aver simpatizzato per Craxi sia
una delle colpe che deve avere spinto chi di dovere a desiderare di
approfondire, chi sa che qualcosa prima o poi salti fuori.. Si perdona
a cuor leggero in questo paese strano e grigio, la simpatia per gli ex
terroristi, anche se pluriomicidi, ma aver simpatia per Craxi, no…
A mio modo di vedere ( di ex radicale non Craxiana), questa
stranezza tutta italiana rivela il grado zero della maturità della
nostra democrazia e di un buon 30% di Italiani.
Comunque: il primo avviso di garanzia, ha raccontato al giornale
regionale Rocco Meloni, l’ha ricevuto nel 1992 per abuso d’atti
d’ufficio e turbativa d’asta per la fornitura di carni all’ospedale di
Lanusei.
Poi è stato indagato, nell’ordine:
- per un appalto del poliambulatorio di Tortolì,
- l’acquisto di due telefonini per l’Asl,
- selezioni e assunzioni di ausiliari,
- l’incarico per progettare una strada tra l’Ogliastra e il Sarcidano,
- una doppia trasferta in un giorno, rimborsata con 92mila lire.
- È stato indagato anche per circonvenzione di incapace,
- corruzione nei confronti dell’assessore all’urbanistica di Barisardo,
- per una licenza edilizia, che Meloni - precisa l’Unione Sarda - “non ho mai ottenuto”.
L’imprenditore riferisce di aver sempre rifiutato le prescrizioni e di avere, per 16
anni, ( manco ad un assassino danno 16 anni di pena ) atteso il
pronunciamento dei giudici che lo hanno assolto con formula piena in
tutti i procedimenti, con richiesta dello stesso pubblico ministero.
Fu arrestato per l’appalto legato al poliambulatorio di Tortolì,
fece tre mesi di isolamento, facendo due giorni di cella in più. La
seconda volta fu fermato per circonvenzione di incapace, se la cavò con
15 giorni. Si dimise dagli incarichi, racconta, ma per evitare di
essere indagato per qualche omissione, presentò il certificato di uno
psichiatra che sosteneva l’impossibilità di presenziare alle riunioni
degli organismi dei quali faceva parte.
Non ha mai attaccato i magistrati, ma ripensando al passato ritiene
di aver vissuto il rapporto con la Procura della Repubblica di Lanusei
“in maniera pesantissima, la sproporzione di forze era abissale, vali
meno di un numero. Esercitavano una pressione psicologica fortissima
per ottenere informazioni che non avevo”.
Giudica equilibrati e privi di condizionamento i collegi giudicanti
e i pubblici ministeri successivi: “Grazie a loro - dice Meloni - mi
sono riappacificato con la giustizia”. Con lui non hanno utilizzato mai
le manette. Il primo arresto è stato discreto, la seconda volta invece
“fui fatto uscire davanti a telecamere e giornalisti in auto a sirene
spiegate. Che senso aveva?”. Il figlio aveva 16 anni quando fu
incarcerato due volte in sei mesi, e “la cosa non gli fece certo
piacere.
La mia prima moglie - ricorda l’imprenditore - mi sostenne molto”.
Dopo un mese e mezzo di isolamento chiese una radiolina ad un agente
della Polizia penitenziaria. La ricevette due giorni dopo, “non capiva
quanto fosse importante per me, mi sono sentito una nullità”.
La Asl pagò parcelle per 50mila euro, oltre 25mila uscite dalle
tasche di Meloni, “le intercettazioni per uno solo dei processi -
sostiene l’imprenditore - costarono allo Stato 92 milioni di lire”.
Viene da pensare a quanti danari sprecati, viene da pensare che se
non avesse avuto i soldi per difendersi, sarebbe in carcere da
innocente, viene da pensare a come certi assassini vengano coccolati e
con quanta cura ci si accerti che i loro diritti non vengano violati,
non si può fare a meno di ipotizzare che davvero esistano individui di
serie A ed individui di serie B, colpevoli a prescindere ed a
prescindere meritevoli di aver rubata la vita dalle Istituzioni .
Rocco Meloni, per un capriccio del destino, destino che ha nomi e
responsabilità precise, ha avuto distrutta la vita , la professione,
l’onorabilità . Anche questo è l’Italia purtroppo
Fonte Alice Notizie
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