Consiglierei chiunque volesse tenersi
al corrente dello stato dell'arte in economia onde riuscire a capire agevolmente
e piacevolmente dove diavolo ci stanno conducendo i signori della
speculazione, di leggersi quotidianamente il blog di Andrea Mazzalai.
Oggi ci offre un bellissimo post
sulle " Leggende metropolitane Europee" alla luce dei
debiti della Grecia e delle rovinose ricette che i veri
responsabili della crisi , che ci sta ammazzando tutti, pretenderebbero
di applicare alla economia reale. Conclude con una esortazione e una sconsolata considerazione:
"E' ora che il popolo esca dal
lungo letargo in cui da tempo giace e si renda conto sino in
fondo di come in questi anni ha assecondato questo
monipolo di esaltati che ormai hanno sequestrato il futuro della
nazioni e quello delle giovani generazioni. Ma la sensazione è
che di questo non importi nulla a nessuno! "
LEGGENDE METROPOLITANE EUROPEE - Andrea Mazzalai
Quello che è assolutamente
affascinante in questa crisi, dove gli asini volano e i cavalli
parlano, è il poter ascoltare un numero imprecisato di illuminati
saggi che cercano di suggerire la migliore soluzione per uscire da
questa autentica tempesta perfetta, spesso e volentieri dimenticando
coloro che l'hanno originata.
Comprendo che è più
interessante scoprire come speculare sul debito greco ma qui non
troverete nulla di tutto ciò, qui troverete solo maggiore
consapevolezza per comprendere in quale inferno siamo finiti. Questa
è la mission principale di Icebergfinanza.
Al di la delle
degenerazioni politiche o populari greche, in molti dimenticano
ancora oggi che qualche grande istituzione finanziaria americana
aiutò la Grecia a falsificare i bilanci e a nascondere la realtà
attraverso la fantasia contabile strutturata.
Come scrive
Martin Wolf sul Financial Times tradotto dal SOLE24ORE ...
C'è una storia che racconta di un uomo
che era stato condannato a morte dal re. Il monarca gli disse però
che se avesse insegnato al suo cavallo a parlare nel giro di un anno,
avrebbe avuto salva la vita. Il condannato accettò. Quando gli
chiesero il motivo, rispose che tutto poteva succedere: il re poteva
morire, oppure poteva morire lui, o magari il cavallo avrebbe davvero
imparato a parlare.
Questo è stato l'approccio dei Paesi
dell'euro alla crisi che ha risucchiato nel baratro la Grecia,
l'Irlanda e il Portogallo, e che minaccia altri Stati membri. Le
autorità hanno deciso di provare a guadagnare tempo nella speranza
che i Paesi in difficoltà riuscissero a tornare credibili agli occhi
dei mercati del credito. Finora questi sforzi sono falliti: il costo
del debito non è diminuito, anzi è cresciuto. Nel caso della
Grecia, il primo degli Stati membri a ricevere aiuti, le possibilità
di tornare ad accedere ai mercati privati del credito a condizioni
sostenibili sono irrisorie. Ma rimandare il momento del redde
rationem non migliorerà le cose; al contrario, renderà più penosa
la ristrutturazione del debito quando sarà il momento.
Fin
qui tutto bene ma provate a leggere la seconda parte del pezzo di
Wolf in questa mia personale interpretazione...
Questo è
stato l'approccio delle banche centrali e della politica che ha
risucchiato nel baratro il destino delle nazioni e che minaccia il
futuro delle giovani generazioni. Le autorità hanno deciso di
provare a guadagnare tempo nella speranza che le banche in
difficoltà riuscissero a tornare credibili agli occhi dei mercati
del credito. Finora questi sforzi sono falliti: il costo del debito
non è diminuito, anzi è cresciuto. Nel caso delle grandi banche
internazionali , le prime a ricevere aiuti, le possibilità di
tornare ad accedere ai mercati privati del credito a condizioni
sostenibili sono irrisorie. Ma rimandare il momento del redde
rationem non migliorerà le cose; al contrario, renderà più penosa
la ristrutturazione del debito quando sarà il momento.
Si
sostituiamo la parola Grecia o le nazioni, con le principali
istituzioni finanziarie, che la politica non ha voluto nazionalizzare
alcuni anni fa facendo pagare il conto dei loro disastri agli
azionisti e in parte agli obbligazionisti e abbiamo il quadro di chi
deve pagare il conto di questa crisi ora e subito! Altro che
bonus o stock option, liquidazioni milionarie o miliardarie. Hanno
nascosto la polvere sotto il tappeto, hanno rimandato il momento del
redde rationem come è accaduto in Giappone, la storia si
dimentica facilmente ma le conseguenze quelle no non saranno
diverse.
Prosegue quindi Wolf... Con un debito del
genere, quante possibilità ci sono che un Paese con dei precedenti
come la Grecia riesca a finanziare il suo debito sul mercato a
condizioni compatibili con una riduzione del debito stesso? Molto
poche.
Con un sistema finanziario cosi mal messo quante
possibilità ci sono che la voragine da esso creata possa essere
ricoperta prima che l'economia reale muoia e le nazioni siano ridotte
sul lastrico? Un doppio decennio perduto ecco la possibilità che la
storia della crisi Giapponese ci racconta.
(...) La Grecia,
insomma, è in un circolo vizioso: i creditori sanno che non ha la
credibilità necessaria per indebitarsi a tassi sostenibili, e che
continuerà a dover fare affidamento su quantità ancora maggiori di
finanziamenti da parte degli altri Stati e delle istituzioni
internazionali. Ma tutto questo crea una trappola ancora più
insidiosa.
Elementare Watson, come si può pretendere di
uscire da una potentissima trappola deflattiva come è la "debt
deflation" privata o pubblica che è in corso a vari livelli
mondiali, come si può pretendere di avere una crescita economica
quando l'unica ricetta è quella di lacrime e sangue per i soliti
noti, ovvero la classe media. Serve una nuova redistribuzione dei
redditi non esiste alternativa. E' inutile che le banche centrali
foraggino la speculazione e distruggano il concetto di risparmio con
livelli di tassi che distruggono il potere di acquisto.
Se si
parla di ristrutturazione del debito sovrano allora è meglio che si
incominci a ristrutturare tutta la massa di debito delle
istituzioni finanziarie quello si decisamente tossico, stimato a
valori che mai saranno recuperati alla scadenza.
(Roma) - A
parlare della situazione preoccupante della Grecia è anche Josef
Ackermann, amministratore delegato di Deutsche Bank. Il dirigente
della banca tedesca, afferma che sarebbe "un grande errore"
procedere alla ristrutturazione del debito del paese. Un errore che
potrebbe far materializzare il rischio contagio.
"La
Grecia non ristrutturerà il debito, sarebbe un grosso errore che
potrebbe danneggiare l’intero sistema", ha detto Ackermann,
intervistato durante una conferenza a St. Gallen, in Svizzera,
secondo quanto riportato da Bloomberg. "Le perdite sarebbero
troppo alte e potrebbero provocare un contagio generale". la
soluzione proposta è quella dunque di aumentare il pacchetto di
aiuti per i prossimi due anni, non c’è altra
alternativa".(WSItalia)
Figurarsi se qualche
interessato non interveniva a sottolineare come non vi sia altra
alternativa ad un'ulteriore socializzazione delle perdite ad
un'ulteriore trasferimento del fallimento dei privati al
pubblico.
Datevi un'occhiata alla tabella qui sotto guardate
come secondo la Banca internazionale dei regolamenti le banche
tedesche e francesi erano esposte al debito greco. Ecco il conflitto
di interesse di questi squali che non conoscono più il concetto di
assunzione di un rischio. Noi siamo esposti alla Grecia per un decimo
di Germania e Francia e finiamola di piangerci addosso!
Credo che l'unico che abbia proposto
una soluzione seria, per quanto ancora limitativa nell'assunzione di
responsabilità del mondo finanziario in questi ultimi
giorni sia Barry Eichengreen professore di economia e scienze
politiche alla Berkeley in California. Ascoltiamo cosa ha da dirci
su ProjectSyndacate del quale riporto solo
alcuni pezzi ma che consiglio di leggervi.
BERKELEY – I
mercati finanziari sono sempre più sicuri dell’imminenza di una
ristrutturazione del debito greco con gran timore dei policymaker
europei che temono il peggio. “Nel caso peggiore”, come ha
affermato Juergen Stark membro della Banca Centrale Europea,
“un’eventuale ristrutturazione del debito di un paese membro
dell’eurozona potrebbe addirittura superare le conseguenze della
bancarotta della Lehman”.
Ma c’è anche uno scenario migliore,
ovvero quello in cui il processo di ristrutturazione del debito greco
avviene in modo tale da non minacciare il sistema bancario.
Il modo più semplice per impiegare lo
scenario migliore implicherebbe richiedere alle banche esposte al
debito dei paesi del sud dell’Europa di aumentare il capitale. Il
secondo round di stress test portato avanti dall’Autorità bancaria
europea sembra mirare proprio a questo. Mostrando chi è forte e chi
è debole, degli stress test portati avanti in modo efficace
limiterebbero anche i rischi delle controparti. I prestatori
disporrebbero di informazioni adeguate sulle aziende con cui fare
business e su quelle da evitare.
Ma i precedenti europei non ispirano
fiducia sul fatto che i prossimi stress test saranno più rigorosi
degli ultimi. Aumentare il capitale implica costi importanti, il che
porta gli attori interessati a negare i problemi piuttosto che a
riconoscerli.(...)
Pertanto, invece di preoccuparsi
dell’avvicinarsi di conseguenze simili a quelle della bancarotta
della Lehman Brothers, i policymaker europei farebbero meglio a
definire un accordo adatto per il debito greco, come il piano Brady,
per evitare un simile scenario.(...)
Sul sito di Project Syndacate c'è
la spiegazione del piano Brady ma al di là di questi aspetti tecnici
è ora che il popolo esca dal lungo letargo in cui da
tempo giace e si renda conto sino in fondo di come in questi
anni ha assecondato questo monipolo di esaltati che ormai hanno
sequestrato il futuro della nazioni e quello delle
giovani generazioni. Ma la sensazione è che di questo non
importi nulla a nessuno!
http://icebergfinanza.splinder.com/
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