Si sta dando sulla nostra stampa gran risalto non tanto alle
motivazioni della riduzione dell'orario da parte della GM in due
stabilimenti Opel in Germania , quanto alla riduzione degli stipendi
pur di non perdere posti di lavoro.. capito l'antifona? Nooo? Ci
arrivo.
Si è straordinariamante laconici, del tipo: si è avuto un
accordo con i sindacati tedeschi per ridurre l'orario e
conseguentemente la produzione in due impianti Opel in Germania, ma
questo permetterà di non perdere posti di lavoro.
E se fossimo ancora una volta di fronte alla italica furbata: “al
contadino non fare sapere.... “
In Germania sin dal 1910 la riduzione dell'orario di lavoro (
Kurzarbeit ) è regolamentata da una legge che permette una
integrazione del salario da parte dello Stato ( e si , alcuni in
Europa si cuccano tranquilli, zitti zitti gli aiuti di Stato ),
difficilmente i sindacati tedeschi permetterebbero riduzione orario
lavoro senza aiuti di Stato..
quindi la Germania, non so questa
volta come si siano accordati con la Opel, ma comunque da quando è
cominciata la crisi la ha potuta fronteggiare senza eccessivi
problemi evitando licenziamenti di massa grazie ad aiuti di Stato
che a noi sono severamente vietati dagli euroburokrati. Noi,
perdendo posti di lavoro per lunghi periodi invece, perdiamo
competenze e professionalità con un forte costo per le imprese che
pagheranno in competitività, ma certo essendo destinati a quanto si
dice , ad una deindustrializzazione selvaggia e da .. servaggio,
tutto bene così per le veline .. pardon, la stampa italiana
Di seguito una interessante paginetta sulla istituzione
Kurzarbeit: tanto di cappello Germania e sindacati tedeschi che pare
presentino anche disciplinatamente i loro bilanci!!
Comunque , cercando notizie su questa misura, ho appreso che
nella Repubblica Ceca si sono già dotati di un qualcosa di simile,
nel sito della Camera di Commercio ne danno conto, e da noi? Noi
dalla Europa, come dalla America, come dalla Francia, prendiamo solo
quello che costituisce un minus per gli Italiani, peggiorandolo. La nostra
classe dirigente è la peggiore in assoluto, colpa nostra che non la
pungoliamo e la subiamo da autentici brocchi!
KURZARBEIT
RIDUZIONE DELL’ORARIO LAVORATIVO IN
GERMANIA
Scheda
La Kurzarbeit (KUG) è la misura
attraverso cui lo Stato sostiene i lavoratori e le aziende che devono
ridurre l’orario lavorativo per far fronte a situazioni di crisi o
ristrutturazione. Il suo scopo è facilitare la conservazione dei
posti di lavoro e delle competenze professionali. Gestita dalla
Bundesagentur für Arbeit (BA), l’agenzia federale per l’impiego
della Germania, la Kurzarbeit prevede un’integrazione salariale per
compensare la perdita dovuta alla riduzione dell’orario di lavoro e
un rimborso parziale o totale dei contributi previdenziali dei
lavoratori colpiti da questo regime. Essa incentiva anche la
riqualificazione dei lavoratori nelle ore non lavorate.
La Kurzarbeit è stata introdotta per
la prima volta nel 1910 e nel tempo ha subito diverse modifiche. I
momenti di maggior ricorso a questa misura, e nei quali essa ha
dimostrato ampia funzionalità, sono il 1991, a seguito della
riunificazione tedesca, per sostenere il mercato del lavoro della
Germania dell’Est, e il 1993, durante la crisi del settore
manifatturiero e dell’industria dell’auto. L’attuale
congiuntura di crisi economica ed occupazionale rappresenta il terzo
momento di incremento eccezionale della richiesta di riduzione
dell’orario di lavoro. In questo contesto, la misura è stata
rafforzata nell’ambito del cosiddetto “II pacchetto contro la
crisi economica”, approvato dal governo nel febbraio 2009. In
particolare, sono stati resi più flessibili i requisiti di
eleggibilità delle imprese (per esempio possono usufruirne anche le
agenzie interinali) e vi è stato un aumento quantitativo dei benefit
(ampliamento dell’arco temporale da 18 a 24 mesi).
La misura, finanziata dai contributi dei datori di lavoro e dei
lavoratori per la disoccupazione ordinaria, prevede tre tipologie
di compensazione: Tipologia
|
Cause
|
KUG-Ciclica/ congiunturale
(§ 170 SGB III)
È la tipologia più diffusa
|
Perdita di lavoro per ragioni economiche o a causa di eventi
straordinari da cui derivano riduzioni salariali. Prevede il
mantenimento del posto di lavoro nella medesima azienda.
|
KUG-Stagionale
(§ 216b SGB III)
|
Perdita di lavoro in nuove aziende durante la stagione
invernale (dicembre-marzo) o per eventi meteorologici accidentali.
Rivolta prevalentemente al settore edilizio.
|
KUG-Transfer
(§ 175 SGB III)
|
Perdita di lavoro dovuta a processi di ristrutturazione
aziendale. Si attiva mediante un atto bilaterale di risoluzione
del contratto lavorativo tra lavoratore ed azienda. Per un anno i
dipendenti vengono contrattualizzati a tempo determinato da una
società di transfer (equivalente ad una società di
somministrazione italiana), la quale ricerca una nuova
collocazione. Vige il divieto di essere ricontrattati dall’impresa
originaria.
|
Le imprese di qualsiasi dimensione e
settore possono accedere al regime di orario ridotto nei casi in cui
vi sia un forte calo della produzione con conseguente diminuzione dei
fabbisogni di mano d’opera; la mancanza di lavoro sia dovuta a
ragioni economiche ed abbia carattere temporaneo; l’azienda abbia
già provveduto a tutte le altre possibili forme di riduzione
dell’orario lavorativo; vi sia un accordo tra l’azienda e la
rappresentanza dei lavoratori
La misura è applicabile ad ogni
lavoratore, anche a progetto, di aziende in regime di orario ridotto
(fino a 0 ore) con una riduzione salariale superiore al 10% dello
stipendio mensile lordo. Non ci sono requisiti temporali relativi
all’anzianità dell’impiego.
La richiesta ufficiale di ricorso alla
Kurzarbeit deve essere presentata dall’impresa presso la sede
locale dell’agenzia pubblica per l’impiego. Una volta concessa
l’approvazione, l’impresa dovrà fornire alla BA dei resoconti
mensili sull’andamento della produzione finalizzati a rinnovare la
richiesta dei benefici
I benefici per le aziende ed i
lavoratori hanno una durata massima di 18 mesi (24 mesi fino alla
fine del 2009 e 18 per le aziende che accedono alla Kurzarbeit dal
2010). Lo Stato si fa carico per i primi 6 mesi del 50% dei
versamenti previdenziali dovuti ai lavoratori in regime di
Kurzarbeit, rimborsandoli all’azienda. Il rimborso ascende al 100%
dal 7 mese. La possibilità di rimborso totale è usufruibile anche
nei primi 6 mesi qualora l’azienda provveda ad organizzare corsi di
riqualificazione professionale. Il secondo benefit consiste nel
reintegro della quota parte di perdita salariale relativa alla
riduzione dell’orario di lavoro da parte dai Servizi Pubblici per
l’Impiego. La BA rimborsa il 60% (67% in caso di dipendente con
figli) della retribuzione netta decurtata per le ore non lavorate. In
questo modo l’azienda conserva la sua forza lavoro, non dovendo
sostenere gli oneri e le difficoltà relative alla
contrattualizzazione di nuovo personale una volta cessato il periodo
di crisi. Come nel caso precedente, anche se il titolare del
beneficio dell’integrazione salariale è il lavoratore, la
responsabilità di effettuare il pagamento ricade sull’impresa.
In quanto ai risultati, anche se non
esistono in Germania ricerche empiriche al riguardo, il parere
prevalente è che la Kurzarbeit sia un dispositivo adeguato per
fronteggiare situazioni di crisi congiunturali. La disoccupazione
registrata ufficialmente in Germania si attesta intorno ai 3.346.000
di unità1. In base ad una stima indipendente (luglio 2009) riportata
dall’agenzia federale del lavoro, la disoccupazione sarebbe
aumentata di 320.000 unità (raggiungendo 3.666.000 unità), se non
fosse intervenuto il regime di Kurzarbeit. Secondo la BA, l’adozione
della KUG è il secondo fattore ad avere contribuito ad arginare gli
effetti dell’attuale crisi occupazionale. Il primo e di gran lunga
più significativo è il buon funzionamento del dialogo sociale.
Un altro indicatore del riscontro
positivo della Kurzarbeit è l’alto numero di imprese e lavoratori
che vi hanno aderito: a livello nazionale, circa 3,8 dipendenti su
100 sono in regime di KUG. Si nota un maggior ricorso alla misura
nella Germania occidentale (4,1%), a fronte di circa il 2,6% nella
Germania orientale. A giugno 2009 circa 1.422.000 persone di oltre
36.000 imprese lavoravano secondo lo schema di orario ridotto,
ricevendo l’integrazione salariale dal governo.
Rispetto alla riqualificazione
professionale, solo il 5% delle aziende in KUG ha richiesto
interventi per il 3% dei lavoratori in KUG, per un valore complessivo
di 62.916 persone. La causa principale del mancato funzionamento
dell’incentivo alla formazione è da ricercare nella difficoltà
degli enti di organizzare le attività formative nelle ore e nei
giorni non lavorati.
In conclusione la Kurzarbeit è una
misura ampiamente collaudata per prevenire la disoccupazione in
contesti di crisi congiunturale la cui validità è ampiamente
riconosciuta da tutti gli attori del mercato del lavoro. Manca
tuttavia un sistema di monitoraggio che consenta un’analisi più
approfondita e a carattere longitudinale degli effetti della misura
nel medio e lungo periodo. In particolare, nell’attuale situazione
di crisi, esistono dubbi circa la possibilità di reintegrazione
nelle aziende di appartenenza da parte dei lavoratori beneficiari.
Anche per queste ragioni, si sottolinea nella BA, la vera sfida
consiste nella exit strategy, con particolare riferimento alla
capacità delle politiche del mercato del lavoro di accompagnare il
rilancio dell’economia con misure atte a sostenere la crescita
dell’occupazione, soprattutto delle fasce più deboli e nelle aree
più colpite dalla crisi
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