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Graffitari, una sub cultura? Perch? allora cercare di elevarli al rango di Kultura? PDF Stampa E-mail

Scritto da Marista Urru   
domenica 16 settembre 2007

Mi rendo conto  che i miei dubbi nel mondo degli akkulturati faranno sorridere, ma credo che siano i dubbi di molti  Italiani di fronte alle macchie di colore che imbrattano i muri delle città,  le luride carrozze dei nostri treni,  degli autobus, a volte addirittura  i monumenti.

 Ne scrivo sollecitata da una notizia “duplice” sull’argomento : esce nelle sale il film " Scrivilo sui muri ", e quasi in contemporanea ,  Veltroni ha promosso a Roma un progetto curato  dall'ufficio Decoro Urbano, Assessorato Politiche Giovanili del Comune di Roma e dall'assessorato alla Scuola della Provincia di Roma. - Si chiama 'Cromiae Roma Magistra Artis'
Ottomila metri quadrati di muri legali a disposizione dei graffitari che dal 15 al 16 settembre potevano legalmente esser  scarabocchiati con gli spray.

 



L’iniziativa mi ha decisamente ricordato quando in prima elementare una scarmigliata, stanca Suor Lucia, spossata dalla vivacità mia e di altri bimbi  ammessi alla “primina”, e ovviamente per niente interessati al dettato,  torno’ dall’ufficio della preside con un enorme ( per noi ) foglio tipo bristol, lo attacco’ al muro con puntine e ci intimo’ di disegnare sopra come meglio sapevamo, il più bravo avrebbe avuto un regaletto. Vedi, facevamo dell’arte a 5 anni senza saperlo!

 Scherzi a parte, torniamo ai graffiti ed al filmetto che è stato  sponsorizzasto con  danari  del Fondo della Cultura. La interprete precisa che il film non vuole  sponsorizzare i graffiti, ma vuole far conoscere il mondo dei graffitari e far riflettere. Speriamo, di riflessione c’è bisogno, specie a Roma.

 Prendo delle frasi riportate dalla stampa, tanto so che io non vedrò il film.

 Dice  un  personaggio :“tu pescheresti in un lago dove hanno buttato i pesci? Dove ci pare e quando ci pare!”, questo  per spingere gli amici ad impadronirsi della città, per  riempirla di ghirigori. Un altro “artista” sostiene :” le bombolette vano rubate! È un fatto di coerenza!  Il regista fa sapere si propone di dare “visibilità” ai graffitari. . Per il regista «non si tratta di un film sui writer, ma  di storie di una generazione e ci tiene a  fa sapere  che “ I murales sono opere che viaggiano per le città, un modo di comunicare dei giovani. E i writer non sono vandali, ma il prodotto della nostra società, perché se oggi non appari non sei nessuno.” .. appunto anche molti serial killer cercano la visibilità. Non mi sembra un argomento serio.

  L’idea, continua il regista, “è nata dal desiderio di indagare il mondo invisibile dei writer, tutti vedono i loro segni ma nessuno sa cosa c’è realmente sotto e quale mondo si nasconda dietro le quinte di quei graffiti”. Esatto, e come  membri di una subcultura  usano differenziarsi dal resto della società, con uno stile di vita o un modo di vestire simbolici e alternativi a quelli dominanti. Nei graffiti troviamo infatti  spesso ripetute le lettere ZKT che sta per " zozzamo tutto kuanto", mi rendo conto del supremo sforzo intellettuale occorso per trovarsi tale simbolo!

Ci sono appunto sigle e regole,  come quella di rubare le bombolette per principio,  abitudine che che vige a quanto pare nel  “branco” de bombolettari; tutti questi  comunque possono esser letti come segnali di una vera e propria   sub cultura.  Ci troviamo, di fronte a giovani che voglion fare “quello che mi pare e dove mi pare”, in opposizione alla cultura dominante.

E qui vengon i miei dubbi che credo di condividere con molti, è vero che dobbiamo spendere per i giovani, che dobbiamo incentivare  i giovani artisti.  Ma è anche vero che spendere per quelli che vengon percepiti dai più come vandali e zozzoni,  non ultimo a causa dei molti danari pubblici che  vengono spesi per ripristinare il decoro di muri e monumenti, non mi sembra un grande esempio, né un grande incentivo per i “ragazzi per bene”.

Si parla  tanto di legalità e si premia la illegalità, un vecchio vezzo delle classi dirigenti nostrane

Comunque di sub cultura stiamo parlando a proposito dei bombolettari o graffitari che sia, e di fronte alla sub cultura l’acculturato è indifeso. La cultura racchiude valori, sapere, ideali di una società, la sub cultura si pone come antitetica ai valori della cultura dominante. Infatti chi ama disegnare, dipingere per esprimere sentimenti, valori, amore , stati d’animo o anche virtuosismo delle  tecniche, chi insomma è acculturato,  è anche  educato alla conoscenza e al rispetto di quello che molti altri artisti  hanno fatto prima di lui, difficilmente avrà in spregioi monumenti, o la  proprietà privata, e di certo  sarà interessato al bello  e non a  ZTK  zozziamo tutto kuanto.!!!

Si tende a giustificarli notando che sono in cerca di visibilità. Ci posso credere pure, ma benedetti signori , chiedete a un normale e serio professionista : il bambino grandicello che cerca la visibilità dei genitori facendo pipi’ a letto, lo si cura standogli vicino, non procurandogli un altro materasso per fare pipi’, continuando a farsi i “casi” propri.

Come giudichereste il genitore che si comportasse in questo modo ?  Certo un genitore distratto che sta rifuggendo dalle sue responsabilità

Allora, basta con  le leggerezze sulla pelle dei nostri figli, responsabilizziamoci  e   togliamo i ragazzi dall’abbandono di strade e centri sociali dove vagano in cerca di visibilità, cambiamola sta cultura – non cultura perdente che tende a mantenere in crisi di adolescenza per finto buonismo “giovani” di trenta e più anni, spinellanti e inzozzanti muri , strade e quant’altro.

Parliamo meno di giovani, ma facciamo per essi cose concrete, anzi tutto diamogli vera attenzione e affetto, aiutiamoli a crescere , ma  evitiamo di arrivare a proporre elettorato passivo per ragazzini di diciotto anni che  alcuni in malafede di sicuro, propongono di fare senatori. Non così si aiutano  a diventare adulti, dandogli la patente a sedici anni  ( chi sa perché .. )  o fingendo di voler fare senatori imberbi  giovani che ancora non hanno finito di fare i conti con le crisi adolescenziali, un minimo di serietà e di onestà intellettuale da chi ha responsabilità di governo, la si pretenderebbe

Basta di fare finta di fare per non fare ! spero che chi ha orecchie per intendere : intenda

 

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