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I MAGI E L’EPIFANIA PDF Stampa E-mail

Scritto da Marista Urru   
venerdì 02 gennaio 2009

La tradizione cristiana vuole che  ad onorare il Bambin Gesù oltre  gli umili vi fossero anche personaggi illustri, Re stranieri provenienti dal lontano Oriente, il racconto evangelico al proposito è scarno e la tradizione aggiunge poco,  solo  i nomi  ed i doni.

Scrive Matteo 2,1-6  …Ecco che i Magi da Oriente si presentarono a Gerusalemme dicendo:” Dov’è il nato  re dei Giudei? Vedemmo infatti la stella di lui nell’oriente, e venimmo ad adorarlo “ avendo udito ciò il re Erode si turbò, e tutta Gerusalemme con lui; ed avendo adunato tutti i sommi sacerdoti e gli Scribi del popolo, ricercava da essi dove il Cristo debba nascere…
Quindi una cosa è certa gli stranieri venivano da Oriente, si pensa dalla Persia e che fossero seguaci di Zarathushtra lo fa pensare l’appellativo di Magi. Essi quindi sapienti, piuttosto che Re , come  seguaci di Zarathushtra, aderivano alla idea che  la eterna lotta fra il Bene ed il Male sarebbe stata alla fine vinta dal Bene grazie al “saushyant”, il “soccorritore” che riporterà la umanità alla felicità originaria.

E negli antichi testi iraniani si trova traccia della credenza  secondo la quale  dopo due soccorritori discendenti di Zarathhushtra, si avrà un terzo soccorritore, l’ultimo, partorito da una fanciulla senza che nessun uomo la avvicini,  e solo con lui si avrà infine  la resurrezione dei morti ed il trionfo del Bene.

Quanto detto rende plausibile  quindi che l’aspettativa giudaica di un Re Messia fosse venuta a conoscenza dei magi di Persia  che la si sia identificata con la aspettativa dell’ultimo  saushyant.

Melchiorre, Baldassarre e Gaspare era il loro nome,  visto che siamo abituati a considerare tre re magi, ma  potrebbero esser stati di più o forse quattro, e del quarto poi ne parleremo, ha una storia troppo bella per  tralasciarla.

Quindi questi saggi zoroastriani , alla ricerca di una luce spirituale  che guidasse al trionfo del Bene sul Male,  riconobbero il neonato di Israele come unico Dio ed i doni che gli tributarono dimostrano questa convinzione : oro, incenso e mirra.

Oro, perché riconoscono quel bimbo cui una stella li ha guidati come Re dei Giudei.

Incenso : ne riconoscono la sacralità sacerdotale, Cristo viene come mediatore  fra uomo e Dio

Mirra: unguento con cui si preparava il corpo dei morti, simbolo della futura sofferenza redentrice del Cristo



Gesù, quindi, è stato riconosciuto dai magi nei suoi tre aspetti principali, ossia Re del mondo,  Sommo Sacerdote ed intercessore per tutti coloro che gli affidano la propria vita. Salvatore del mondo.

Quindi l’episodio dei Magi, la loro adorazione, i doni, ci ricordano in realtà la teofania o epifania di Gesù, la prima manifestazione della divinità di Cristo.
Questo è il senso religioso della Epifania, giorno in cui i bambini possono aggiungere le statuette dei magi al presepe in ricordo della epifania di Cristo, cioè della  manifestazione della divinità .

E allora la Befana che ci azzecca qualcuno si chiede. Ma tutto, volendo, si collega, una leggenda dice che  …
..una sera di un inverno freddissimo, bussarono alla porticina della casa di una vecchina tre personaggi elegantemente vestiti, i Re Magi che, da molto lontano, si erano messi in cammino per rendere omaggio al bambino Gesù.
Le chiesero dov’era la strada per Betlemme e le narrano del bimbo divino cui portavano doni,  e la vecchietta indicò loro il cammino ma, nonostante le loro insistenze lei non si unì a loro perché aveva troppe faccende da sbrigare.
Dopo che i se ne furono andati sentì che aveva sbagliato a rifiutare il loro invito e decise di raggiungerli.
Uscì a cercarli ma non riusciva a trovarli.
Così bussò ad ogni porta lasciando un dono ad ogni bambino nella speranza che uno di loro fosse Gesù.
Così, da allora ha continuato per millenni, nella notte tra il 5 e il 6 gennaio a cavallo della sua scopa …

Ed eccoci arrivati alla leggenda più bella forse e poco conosciuta, quella del quarto re zoroastriano, Artaban, e la riporto così come un illustre giornalista la ha scritta : Igor Man che  riporta il racconto   ascoltato dalla propria madre a proposito di una sua visita a  Giovanni Paolo II con queste parole :
A me, vecchio cronista, papa Giovanni Paolo II fa pensare al quarto dei Magi (lo dico con un misto di rispetto e di tenerezza). Mia madre, russa ortodossa, la cui fede cristiana era fatta di perplessità ma non di disperazione , mi raccontava la storia (incredibile) del quarto dei Magi. Si chiamava Artaban ed era un persiano sacerdote di Zoroastro.
Comparsa la stella cometa, si mette in viaggio per raggiungere gli altri tre re. Ma a poche ore dall’appuntamento (se non giungerà in tempo gli altri se ne andranno), Artaban si imbatte in un ebreo orribilmente ferito. Soccorre il moribondo e questi si riprende e lo ringrazia rivelandogli che il Messia sarebbe nato a Betlemme.
 Mancato l’appuntamento con Gaspar, Melchior e Balthasar, il quarto vende una delle pietre preziose che pensava di offrire al Bambino e allestisce una nuova carovana.
 Arriva a Betlemme ma in piena strage degli innocenti. Con un altro gioiello, un rubino, salva dalla morte un bimbo corrompendo i soldati che stavano per sgozzarlo. Gli anni passano e il vecchio Artaban li spende occupandosi del suo prossimo.
Conserva l’ultimo tesoro, una perla rara, mediante la quale spera di salvare il Messia dalla crocifissione.
Ma sul Golgota un ragazzo lo implora di riscattarlo dalla schiavitù e il vecchio re sapiente sacrifica l’ultimo suo bene: la perla.
 In quel preciso momento, tuttavia, «egli si avvede di essere stato ammesso, per primo, alla presenza del Re tanto atteso e cercato, quello vero: Gesù».
Conclusione: Artaban è giunto in ritardo a Betlemme ma è arrivato in anticipo sulla Pasqua di Risurrezione.
La notte di Natale, cogliendo il breve, impercettibile ritardo del Papa nell’aprire la Porta Santa, ho immaginato Karol Wojtyla come il quarto dei Magi. Ha sacrificato alla predicazione incessante del Vangelo il suo bene terreno più prezioso: la salute, ma ha fissato, con le sue mani già vigorose e ora fragili, il tempo della Pasqua di Risurrezione. ( Igor man )

L’amore per il prossimo ha impedito al quarto saggio di arrivare dal Re del mondo  insieme agli altri magi,  Artaban spende per amore tutto il tesoro che aveva riposto per il suo re, ma quando dà via il più prezioso, la perla più bella e dispera di veder mai il Re tanto aspettato e  moribondo si rammarica  :“Trentatre anni ti ho cercato, ma non ho mai visto la tua faccia, né mai ti ho servito, o mio re!"Una voce distintamente risponde:

"In verità io ti dico, in quanto tu lo hai fatto ad uno degli ultimi di questi miei fratelli, tu lo hai fatto a me".Il viaggio era finito! I suoi tesori erano accettati! "l'altro saggio" aveva trovato il Re.






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