Questo romanzo di Cassola, premio
Strega nel 1960, sollevò come è facile immaginare mille e mille polemiche. Di
fatto è il racconto di una storia vera vissuta da un ex partigiano e del suo amore per Mara. Tramite un delicato e lineare racconto di una delle più belle storie d'amore scritte, mette in luce alcune contraddizioni della Resistenza e di molti che vi parteciparono.
Leggerlo ora, o rileggerlo a seconda
dei casi, a mio avviso aiuterà
molti a ricordare ed i giovani a comprendere , per quanto è
possibile, in che clima i giovani della
Resistenza si erano trovati coinvolti, spesso loro malgrado, e come la ideologia della violenza in cui erano stati assorbiti alla fine avesse
lasciato molti di loro , e spesso i più
idealisti e “puri”, amareggiati, delusi e con la percezione di essere stati in
qualche modo traditi, come se fossero stati privati della giovinezza.
E' vero che loro stessi hanno si son rovinati , come Bube
stesso comprende, ma la
rabbia nasce dalla tardiva comprensione di essere stati inconsapevoli
strumenti di amici, politica, e del
clima di odio che inevitabilmente il fascismo aveva portato.
Ma al di là di queste considerazioni storico – politiche, il personaggio che
più interessa del libro , è Mara, “la ragazza di Bube”, una adolescente che si
trova legata ad un “eroe romantico” e gigione di periferia più per gioco che
per convinzione.
Mara è tanto giovane da voler ancora giocare con l’amore, provare il
suo potere sull’innammorato e civetta , curiosa, ed un po’ egoista, lo considera anche come un mezzo per vantarsi con le amiche.
Però quando poi Bube, preso dal suo ruolo, si trova praticamente spinto ad
uccidere il figlio di un maresciallo con cui insieme ai suoi amici
aveva avuto una rissa, convinti che fosse un fascista, ( si seppe poi dopo anni
che era un eroe della resistenza), l’amore
di Mara subirà un a trasformazione
Questo delitto porterà il ragazzo in carcere per molti anni, ed è a
questo punto che Mara si lega a lui e
diventa indissolubilmente la “ragazza di Bube”,
di quel ragazzo che da eroe di guerra, si trasforma in un giovane
consapevole di essere stato usato come
strumento di violenza dal partito che non lo ha poi difeso come lui
pensava fosse giusto, fino a prender consapevolezza di quello che il suo gesto implica: capisce che è irrimediabilmente un assassino, e non si sente neanche giustificato
dalla giovane età o dalla vita difficile
condotta, ed a Mara che lo consola
::”eri così giovane.. non potevi capire” Bube ormai maturo e consapevole
risponde : “ Non vuole dire essere giovane. Tanti altri erano giovani come me,
eppure non hanno mica fatto quello che ho fatto io”.
Poi in un secondo momento, arriverà a considerare le responsabilità degli
amici più maturi ed istruiti di lui che lo spinsero all’atto inconsulto e dopo non lo
consigliarono di andare costituirsi, se avesse avuto allora la coscienza del
male fatto, lui di certo si sarebbe costituito.. il giovane scanzonato, timido ed inconsapevole, si trasforma in un
uomo amareggiato, deluso dagli amici e dalla politica, sconfitto. Ed è a questo
uomo che Mara si lega indissolubilmente, anche lei diventata, attraverso il
dolore , donna matura, forte che guarda alla vita con coraggio. Dirà parlando
della gente che trincia giudizi superficiali: “È cattiva la gente che non ha provato dolore.
Perché quando si prova il dolore, non si può più voler male a nessuno”
Un romanzo famoso, ripreso da un film altrettanto famoso , in cui
Claudia Cardinale impersona Mara
La copia in foto è edita da Mondadori - Collana "gli Oscar"
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