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Marista
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I veri barbari senza vergogna vogliono l'oro blu il vero tesoro dei libici l'acqua pura PDF Stampa E-mail

Scritto da Marista Urru   
venerdì 25 marzo 2011
libia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ora lo sappiamo, i predoni occidentali, crudeli e amorali, questo vogliono, l'acqua che Gheddafi ha saputo raccogliere, guidare, incanalare perchè il suo popolo non abbia a soffrire la mancanza dell'oro blu, acqua pura presa dal deserto per la agricoltura, una ricchezza incommensurabile che  andrà perduta, probabilmente nelle manacce delle multinazionali, ci faranno affari, la inquineranno, la sperderanno i libici se vorranno bere 1 bicchier d'acqua pagheranno salato, come noi.

 

Le antiche orde barbariche, ricordate, si muovevano per depredare , per raccogliere ricchi bottini, a quelle orde di primitivi le ricchezze dell'Impero Romano facevano gola, e non si fermarono finchè l'impero non fu distrutto, spargendovi povertà, desolazione e distruzione.

Oggi i barbari non arrivano a cavallo, ma pobabilmente arrivano dopo una bella risoluzione ONU, e bombardano "tiranni spietati" dall'alto dei cieli. Che poi non bombardino tutti i tiranni spietati, ma che, di fronte al popolo bue sbigottito o dormiente, a seconda dei casi, mostrino di fare una accurata cernita fra tiranni e tiranni, questo non meraviglia nessuno.




Per noi in Occidente la vita continua, i barbari ci hanno vinto da un pezzo e ci tengono in ostaggio, oppressi da gabelle e tasse, mentre i consumi alimentari diminuiscono, la recessione o deflazione, chi sa, auementa e patrimoni familiari sui quali si son pagate tasse e gabelle per generazioni, svaniscono come neve al sole, passano di mano, vengono succhiati e distrutti, tritati in mani barbare



E si preparano a toglierci tutto, l'acqua, l'aria, la salute, gli affetti, i valori, la civiltà. Intanto, dopo accurata propaganda contro Gheddafi, lo bombardano con accanimento sospetto, noi da poveri ciechi pensavamo al petrolio, invece era l'acqua pura, quella che permetterebbe di coltivare terreni ed arricchire i libici, quella sicuramente è il motivo assai poco onorevole di tanto accanimento guerresco, altro che diritti umani, altro che liberare un popolo!!



Qui sembra proprio che piuttosto i soliti colonizzatori , i predoni dell'Occidente, vogliano togliere risorse ad un popolo!! Non gli basta il male sparso per il globo, la oppressione dei popoli, lo sfruttamento, il dolore, la fame che regalano a piene mani. Ora vogliono apertamente e senza vergogna l'acqua dei libici! Una ricchezza inestimabile: gliela inquineranno, gliela ruberanno. Vergogna.




FONTE: RICHARD POOR’S BLOG

Nessuno ha notato che quel pazzo ha costruito un ENORME CONDOTTO DI ACQUA DOLCE fino alla regione di Bengasi?
Stavano aspettando che finisse?

Il Progetto Grande Fiume Artificiale Libico, 1 Settembre 2010

…Nel 1960 durante un’esplorazione petrolifera nel profondo sud del deserto Libico, vaste riserve di acqua di alta qualità furono scoperte sotto forma di falde acquifere. …

…In Libia ci sono quattro grandi bacini sotterranei, e cioè il bacino di Kufra, il bacino di Sirte, il bacino di Morzuk e quello di Hamada, di cui i primi tre messi insieme contengono una riserva di 35.000 chilometri cubi di acqua. Queste vaste riserve offrono una quantità quasi illimitata di acqua per il popolo libico.



Il 1 ° settembre segna l'anniversario della apertura della fase principale del Progetto Grande Fiume Artificiale Libico. Questo schema acquifero incredibilmente enorme e di successo e` praticamente sconosciuto in Occidente, tuttavia rivaleggia e addirittura supera tutti i nostri progetti di maggior sviluppo. Il leader dei cosiddetti paesi avanzati, gli Stati Uniti d'America si rifiuta di riconoscere il Fiume Artificiale Libico. L'Occidente si rifiuta di riconoscere che un paese piccolo, con una popolazione non più di quattro milioni di persone, possa costruire qualcosa di così grande senza prendere in prestito un solo centesimo da parte delle banche internazionali.

Il popolo della Libia, sotto la guida del loro leader, il Colonnello Muammar Gheddafi, ha avviato una serie di studi scientifici sulla possibilità di accedere a questo vasto oceano di acqua dolce. In principio si era presa in considerazione l’idea di sviluppare nuovi progetti agricoli vicino alle sorgenti d’acqua, nel deserto. Tuttavia, ci si rese conto che in scala necessaria a fornire i prodotti per l’autosufficienza, ci sarebbe voluta un’enorme organizzazione di infrastrutture. Oltre a questo, sarebbe stata necessaria una maggiore ridistribuzione della popolazione della fascia costiera. L’alternativa fu quella di “portare l’acqua alla gente”.



Nell’ottobre del 1983, fu creata l’ Autorità del Grande Fiume Artificiale e investita della responsabilità di prendere acqua dalle falde acquifere, nel sud, e convogliarla con i mezzi più economici e pratici per l’uso, prevalentemente per l’irrigazione, nella fascia costiera libica.

Nel 1996 il Progetto Grande Fiume Artificiale aveva raggiunto una delle sue fasi finali, lo sgorgare d’ acqua dolce non inquinata nelle case e nei giardini dei cittadini della capitale della Libia, Tripoli. Louis Farrakhan, che prese parte alla cerimonia di apertura di questa importante fase del progetto, descrisse il Grande Fiume Artificiale come “un altro miracolo nel deserto”. Parlando alla cerimonia di inaugurazione ad un pubblico che includeva libici e molti ospiti stranieri, il Colonnello Gheddafi disse che il progetto “ era la più grande risposta all’America…che ci accusa di avere a che fare con il terrorismo”.

Il Grande Fiume Artificiale, il più grande progetto di trasporto d’acqua mai intrapreso, e` stato descritto come “ottava meraviglia del mondo”. Trasporta più di cinque milioni di metri cubi al giorno alle aree costiere attraverso il deserto, incrementando enormemente la quantità di terra coltivabile. Il costo totale del grandioso progetto dovrebbe superare i 25 miliardi di dollari (USA).

Composto da una rete di tubi interrati per eliminare l’evaporazione, di quattro metri di diametro, il progetto si estende per 4.000 km all’interno del deserto. Tutto il materiale è progettato e prodotto localmente. Acqua sotterranea è pompata da 270 pozzi profondi centinaia di metri in serbatoi che alimentano la rete. Il costo di un metro cubo di acqua è pari a 35 centesimi. Il metro cubo di acqua desalinizzata è di $ 3,75. Gli scienziati stimano la quantità d’acqua equivalente al flusso di 200 anni di acqua del fiume Nilo.

L’obiettivo del popolo libico arabo, incarnato nel progetto del Grande Fiume Artificiale, è quello di rendere la Libia una fonte di ricchezza agricola, in grado di produrre cibo ed acqua adeguati al proprio fabbisogno e di dividerli con i Paesi confinanti. In breve, il Fiume è letteralmente il “buono pasto” per l’autosufficienza della Libia.

Autosufficienza?!? Non è assolutamente ammissibile. Ai bankster non piace per niente.

Questo progetto è stato in opera per molti anni. Ne avevate mai sentito parlare? Noi no, fino ad oggi.

“Acqua Fossile” Sotterranea in Esaurimento, National Geographic, Maggio 2010 . La Libia da` il via al Grande Fiume Artificiale, di Marcia Merry, pubblicato nell’ Executive Intelligence Review, Settembre 1991 .

Una cerimonia di gala si è svolta in Libia a fine agosto, in cui i leader libici hanno “aperto il rubinetto” del Grande Fiume Artificiale, il progetto di conduttura/viadotto d’acqua progettato per portare milioni di litri d’acqua da sotto al deserto del Sahara, a nord fino alla regione del Bengasi, sulla costa mediterranea. L’inaugurazione ha segnato la fine della Fase 1 del progetto, che si prevede sarà completato nel 1996.

In base al gigantesco sistema, l’acqua viene pompata da falde acquifere sotto il Sahara, nella zona meridionale del Paese, dove risorse idriche sotterranee si estendono fino all’Egitto ed al Sudan. Poi l’acqua viene trasportata dalle condutture in cemento armato fino alle destinazioni a nord. La costruzione della la prima fase cominciò nel 1984 e costò circa 5 miliardi di dollari. Il progetto completo potrebbe ammontare a 25 miliardi di dollari. Esperti sud coreani di costruzioni costruirono le enormi condutture in Libia, utilizzando alcune delle tecniche più moderne. La prodezza ingegneristica prevede la raccolta di acqua da 270 pozzi nella zona centro-est della Libia, ed il loro trasporto attraverso circa 2.000 km di condotti fino al Bengasi ed il Sirte. Il nuovo “fiume” trasporta 2 milioni di metri cubi di acqua al giorno. Al suo completamento, il sistema coinvolgerà 4.000 km di tubature, e 2 acquedotti di circa 1.000 km. A partecipare alle celebrazioni d’apertura del fiume artificiale sono stati dozzine di capi di stato arabi ed africani e centinaia di altri diplomatici e delegazioni straniere. Tra di essi vi erano il presidente egiziano Hosni Mubarak, re Hassan del Marocco, il capo del Sudan, gen. Omar El Beshir, ed il presidente del Gibuti Hassan Julied.

Il colonnello Muammar Gheddafi ha detto ai partecipanti: “Dopo questo risultato, le minacce americane contro la Libia raddoppieranno…. Gli Stati Uniti inventeranno scuse, [ma] la vera ragione sarà quella di fermare questo risultato, per mantenere il popolo libico oppresso”. Gheddafi ha presentò il progetto davanti alla folla esultante quale dono al Terzo Mondo.

Mubarak parlò alla cerimonia e sottolineò l’importanza regionale del progetto. Gheddafi ha fatto appello ai contadini egiziani affinché andassero a lavorare in Libia, dove ci sono solo 4 milioni di abitanti. La popolazione dell’Egitto e` di 55 milioni di abitanti, sovraffollati in zone ristrette lungo il fiume Nilo e la regione del delta. Negli ultimi 20 anni, i progetti idrici di miglioramento previsti per l’Egitto, che potrebbe fornire più acqua e più ettari di terreni agricoli e residenziali, sono stati ripetutamente sabotati dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Banca Mondiale, e gli interessi finanziari anglo-americani alle loro spalle.

Nel 1970, Gheddafi espulse molte famiglie egiziane dalla Libia, ma negli ultimi mesi I due paesi sono diventati nuovamente uniti. Ci sono piani di costruire una ferrovia per facilitare i viaggi da uno all’altro. C'è anche una commissione permanente tra il Sudan e la Libia per l’integrazione dell’attività economica.

Oltre il 95% della Libia è occupato dal deserto, e le nuove risorse idriche possono creare migliaia di ettari di terre agricole irrigate. Al momento, circa l’ 80% della produzione Agricola del paese viene dalle regioni costiere, dove le falde acquifere locali sono state eccessivamente sfruttate, e vi sono infiltrazioni di acqua salata. Il Grande Fiume Artificiale risolverà questo problema. L’acqua che ora scorre sopperirà ai bisogni domestici ed industriali del Bengasi e del Sirte. Ma i funzionari libici hanno in mente di utilizzare l’ 80% del flusso complessivo per irrigare vecchie fattorie, e bonificare alcune terre deserte. Poiché il 20% delle importazioni della Libia sono prodotti alimentari, le forniture espanse di acqua sono un mezzo per raggiungere una maggiore autosufficienza. Il Progetto del Grande Fiume Artificiale ed i suoi obiettivi vanno contro gli schemi di controllo idrico sanciti dalla Banca Mondiale ed il Fondo Monetario Internazionale. Queste istituzioni hanno bloccato i lavori si altri “grandi progetti” come il Canale di Jonglei – l’enorme fossato progettato come canale diritto sul Nilo Bianco superiore, nel Sudan meridionale. Il Canale di Jonglei, rimasto incompiuto ed abbandonato, al momento, avrebbe prosciugato paludi, aiutato l’agricoltura, i trasporti, le risorse energetiche e la sanità, ed ampliato il flusso del fiume Nilo fino all’Egitto. La Banca Mondiale e il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti stanno supportando un “Summit sull’acqua nel Medio Oriente” che avrà luogo in Turchia il prossimo novembre, con lo scopo di promuovere solo progetti politicamente favoriti come gli impianti di desalinizzazione in Arabia Saudita, e le carenze d’acqua altrove.

I circoli di Londra e Washington furono furiosi per l’inaugurazione del nuovo progetto idrico libico. Il Financial Times londinese mosse critiche al progetto da Angus Henley del londinese Middle East Economic Digest. Il canale, disse, è il “progetto prediletto di Gheddafi. Egli vuole essere visto come qualcosa di diverso dal flagello d’occidente”. Il Financial Times chiamo` il progetto “l’utopia” di Gheddafi, affermando che i critici possono provare ammirazione per l’ingegneria coinvolta, “Ma considerano il sogno come un monumento alla vanità, che ha poco senso economico in un paese dove il Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite considera il 94.6% del territorio una landa desertica desolata”.

Se è stata la vanità a motivare il progetto, almeno quella del capo di stato libico viene incanalata verso la produttività, in questo caso, che è più di quello che si può dire dei leader della Gran Bretagna e degli Stati Uniti.


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