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Marista
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INDIGNATI in Italia cresce il numero e tu sei contento? LEGGI PDF Stampa E-mail

Scritto da Marista Urru   
mercoledì 25 maggio 2011
Indignati



Inutile girarci intorno, non siamo contenti e in molti vorremo dirlo, urlarlo. Bene facciamolo anche noi Italiani per una volta in prima persona  , anche a noi non sta bene la tosa continua e non solo
Marcello Mazzilli ha   raccolto  con brevità e chiarezza  gli argomenti che più ci fanno stare male,  LEGGI e se condividi  FIRMA LA PETIZIONE un primo passo per fare sentire la tua voce di INDIGNATO, ci vuole un attimo 

http://www.petitiononline.com/INDIGNAT/petition.html







PETIZIONE per dare voce agli Italiani INDIGNATI. il testo:

Presidenza della Repubblica, Parlamento, Governo


Siamo INDIGNATI perché in Italia la pressione fiscale, se si sommano IRPEF, IVA e gli obblighi contributivi, raggiunge (fonte OCSE) il 68%. Oltre due terzi delle nostre risorse finisce nelle mani dello Stato, di una classe politica incompetente ed autoreferenziale.

Siamo INDIGNATI perché lo stato si comporta come il crimine organizzato, esigendo un "pizzo" sulle nostre attività, ponendo tassi usurai sulle tasse non corrisposte e scavalcando ogni norma di diritto al momento dell'esazione, permettendosi di sequestrare beni ai propri cittadini senza alcuna pronuncia del sistema giudiziario.

Siamo INDIGNATI perché la casta che ci governa lo fa attraverso una legge elettorale che certifica le posizioni acquisite e impedisce ogni ricambio. Perché da ai partiti il potere di finanziarsi attraverso falsi rimborsi elettorali, nonostante la maggioranza degli italiani si sia espressa contro, e attraverso quotidiani di partito pagati anch'essi con le nostre tasse.

Siamo INDIGNATI perché i nostri parlamentari sono i più pagati d'Europa, cumulano incarichi e non abbandonano la professione precedente. Pensiamo che 945 tra deputati e senatori e che due camere gemelle sia un'inutile spese e crediamo che l'intero regolamento parlamentare che premia gruppi minuscoli sia da rivedere. Crediamo che non è possibile che il Quirinale costi 3 volte Buckingham Palace a Londra.

Siamo INDIGNATI perché la nostra classe politica ha svenduto la sovranità nazionale all'Unione Europea senza chiederci nulla. E ora una classe di burocrati, non eletti da noi e spesso non eletti da nessuno, legifera sopra le nostre teste condizionando consumi, costumi e sistema giuridico.

Siamo INDIGNATI perché lo stato continua a foraggiare una classe di giornalisti ai quali non solo riconosce diritti sulla libertà di parola dei quali il resto dei cittadini è privato, ma con le nostre tasse stampa quotidiani sempre più soggetti al potere politico che la finanzia.

Siamo INDIGNATI perché in questo paese il mondo delle imprese si è piegato ad una logica di amicizie con la politica che ha completamente distrutto il concetto di merito. Le imprese che vanno avanti lo fanno attraverso una rete di collusioni e vicinanze con il sistema di potere, che spesso elargisce loro fondi o contratti e appalti strategici.

Siamo INDIGNATI perché il mondo del lavoro è bloccato da un sistema controllato da sindacati parassitari e da leggi collettiviste che mortificano la libertà del lavoratore e dell'imprenditore, che premiano comportamenti disonesti che vanno contro la nostra idea di merito e capacità, e ciò avviene sempre più spesso con la complicità di un sistema giuridico del lavoro asservito allo status quo. Un sistema che iper tutela e garantisce i vecchi lavoratori inseriti nel sistema e che chiude la porta in faccia a giovani ignorando valori come imprenditorialità, rischio, merito, competizione, innovazione.

Siamo INDIGNATI perché il mondo delle professioni è bloccato da un sistema di albi della professione di stampo medievale che cristallizza le tariffe impedendo la concorrenza e l'ingresso dei giovani... un sistema da abolire.

Siamo INDIGNATI perché il mondo del commercio è vincolato da un sistema di licenze commerciali che impedisce la libera iniziativa imprenditoriale impedendo una libera programmazione delle zone, degli orari di apertura, della scelta delle merci, dei periodi  saldi e di quant'altro dovrebbe costituire una prerogativa del singolo commerciante.

Siamo INDIGNATI perché se da una parte si invocano gli investimenti degli stranieri dall'altra si prosegue con una politica protezionista ed antimeritocratica a difesa di aziende nazionali senza alcuna logica di libero mercato e competizione. Spesso poi questa difesa viene fatta in modo estemporaneo legiferando su misura andando così a creare ulteriore incertezza tra gli investitori esteri che non trovano in Italia un quadro legislativo coerente.

Siamo INDIGNATI perché il sistema economico che ci è imposto, fatto di banche centrali e istituti di credito ai quali è concessa la leva finanziaria, crea credito dal nulla imponendo su tutti i cittadini italiani la tassa nascosta della inflazione e rendendo possibile una economia basata sul debito in cui non si favorisce chi produce e risparmia ma piuttosto chi, vicino al potere, ottiene il credito per primo. Un sistema che incentiva il debito pubblico e che ha permesso fin'ora al governo e ai politici di spendere risorse che non ci sono fornendo un assistenzialismo che non vogliamo in cambio di consensi.

Siamo INDIGNATI perché in Italia con l'illusione di un welfare per tutti si vogliono indottrinare i nostri ragazzi nelle scuole di stato permettendo solo ai ricchi di cercare proposte alternative. Si vuole monopolizzare l'offerta di salute con il Servizio Sanitario Nazionale quando sempre più forte cresce la domanda di terapie alternative. Si vuole regalare all'INPS il monopolio della previdenza quando in un mondo globalizzato non ha senso che un sistema pensionistico "a contribuzione" venga monopolizzato dallo Stato.

Siamo INDIGNATI perché se da una parte siamo costretti con la forza a contribuire a questa idea di welfare dall'altra lo stato apre le frontiere agli ultimi arrivati in nome di una accoglienza che non fa altro che regalare servizi a chi non ha pagato per crearli. In mancanza di una riforma in senso privato del sistema del welfare in cui ciascuno paga per i servizi che usa non è possibile aprire indiscriminatamente le frontiere.

Siamo INDIGNATI perché in Italia il finanziamento alla cultura premia i soliti noti, coloro che sono vicini alle stanze del potere, nell'illusione che esista un ruolo educativo dello Stato. Noi chiediamo l'abolizione di tutti i finanziamenti al mondo della cultura (teatri, cinema, enti lirici, musei, etc...) sia perché essi sono antidemocratici (in quanto genericamente vanno a chi sul mercato fallirebbe, cioè a chi la maggioranza della gente non darebbe i propri soldi) sia perché piegano la cultura al potere politico che così la controlla.

Siamo INDIGNATI perché le nostre scuole e le nostre università rilasciano titoli che non hanno alcun valore nel mondo del lavoro e non certificano realmente la preparazione dei nostri studenti. L'abolizione del valore legale dei titoli di studio introdurrebbe nel un sistema scolastico il seme della competizione e della meritocrazia.

Siamo INDIGNATI perché invece di liberalizzare e deregolamentare l'attività in internet dei cittadini italiani si sta gradualmente ma inesorabilmente procedendo a limitare la libertà di parola in quello che si sta dimostrando essere uno dei pochi spazi di democrazia e libertà che ci sono rimasti.

Siamo INDIGNATI perché nonostante gli italiani si siano espressi per una privatizzazione della RAI, lo stato continua a mantenere la proprietà del network Rai spartendoselo con logiche politiche che portano tutti noi a retribuire personaggi di dubbie capacità e certamente non rappresentativi di tutte le posizioni. Al tempo stesso sempre con i nostri soldi si finanziano spettacoli di puro intrattenimento avvantaggiando la Rai sul mercato nel confronto competitivo con altri soggetti.

Siamo INDIGNATI perché lo stato italiano è piegato alle esigenze della Chiesa di Roma alla quale ogni anno devolve (a vario titolo) enormi quantità di denaro e alla quale si permette di interferire nella politica e nel settore della ricerca italiani.

FATE GIRARE E FIRMATE se condividete e se davvero siete stufi !

http://www.petitiononline.com/INDIGNAT/petition.html



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  Commenti (1)
1. E te pareva.
Scritto da Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo , il 27-05-2011 15:37
Siamo indignati;bene, giusto, condivisibile ma, intanto non sarebbe male conoscere, sapere cosa fanno, come vivono le persone che, giustamente, sono indignate e ci invitano a firmare la nostra indignazione. Cosi', sai, tanto per non prendere un'altra fregatura e dalla padella attuale, cadere nella brace di qualche altro personaggio che si vuole abbeverare al grande fontanile della politica. Quanto descritto e' uno spaccato veritiero dell'attuale Italia, forse direi del mondo, ma e' abbastanza semplice farlo il difficile verrebbe dopo. Il difficile non e' mettere in evidenza le problematiche di questa nazione, e' proporre delle soluzioni ma anche questo potrebbe poi non essere cosi' difficile, il difficile si presenta quando le soluzioni proposte debbono essere messe in pratica. E allora sono dolori, arrivano gli amici, gli amici degli amici, le varie corporazioni, le varie intoccabili caste e, tutti sappiamo quello che succede. Comunque, auguri di buona riuscita, e specialmente se gli indignati sono dei giovani un invito; non vi fermate alle prime difficolta' chi la dura la vince. Alvaro. 
P.S. Il mio "E te pareva" si riferisce ai soldi dati alla chiesa, ragazzi questo e' populismo di bassa cultura, nei nostri guai la Chiesa non c'entra nulla o almeno pochissimo a livello economico.

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