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Il Papa a Parigi accolto da Sarkozy e i nostri similculturalcattocomunisti tacciono PDF Stampa E-mail

Scritto da Marista Urru   
sabato 13 settembre 2008


E l'Italietta pseudoculturalcattocomunista, tace.

Il rapporto tra religione e politica al centro dell’incontro con le autorità dello Stato all’Eliseo. Alcune frasi riportate dalla Stampa: “Cercare Dio ha spinto la nostra cultura”. Sarkozy: follia fare a meno delle fedi…

«La laicità - ha detto il Papa - non è in contraddizione con la fede, ma è un frutto della fede». «I cristiani - ha quindi sottolineato - devono poter contribuire ai valori che sono fondamentali per la costruzione della società». «La religione non è identificabile con uno Stato, la religione non è politica e la politica non è una religione», ha poi specificato il Pontefice. Bene, parole chiare che non dovrebbero fare venire l’orticaria a nessuno nemmeno nel bel Paese..ma non ci giurerei


il Papa inoltre ha visitato l’Institut de France, per incontrare gli Accademici: “Non potevo venire a Parigi senza salutarvi personalmente - ha affermato Benedetto XVI - Nel mio percorso intellettuale il contatto con la cultura francese ha avuto una particolare importanza. Colgo quindi volentieri l’occasione per esprimere la mia gratitudine verso di essa, sia a titolo personale che come successore di Pietro. La targa che abbiamo appena scoperto conserverà il ricordo del nostro incontro”. Già.. gli Accademici diFrancia non se lo son sognato di non incontrare il rappresentante di una cultura religiosa, un fatto di cultura appunto, è come la educazione , o la hai o non la hai, inutile amareggiarsi per la barbarie italica .

Non dobbiamo dimenticare nel valutare l’incontro il fatto che la Francia ha una responsabilità particolare al momento , detiene il semestre di presidenza dell’Unione Europea e si è impegnata in una strenua difesa dei diritti umani fondamentali, a cominciare dalla libertà religiosa.

Credo che sia bene che il principio della difesa della libertà religiosa parta da uno Stato laico, la Francia, che ha saputo non tacere di fronte alle violenze contro i monaci tibetani o quelle contro i cristiani in alcune regioni dell’India. E’ bene che il Pontefice abbia affermato in Francia che la laicità non è contro la fede.
Ma resta la considerazione amara di chi laico fino in fondo , nè succube né ingabbiato in alcun Verbo Politico, deve assistere nel proprio Paese allo spettacolo un po’ ridicolo ed un po’ squallido di un paese arretrato, culturalmente ingessato e zavorrato, preda di una pseudointellighenzia autorefente , arretrata ed ignorante che si finge progressista e copre le sue manchevolezze impedendo l’ingresso alla Sapienza al Papa, quasi timorosa di accettare un confronto col pensiero non laico, incapace come un qualunque liceale incolto, di professare la propria laicità accettando e sostenendo il confronto con il pensiero religioso nel comune rispetto.

Era possibile e facile farlo, e non hanno saputo, e La Francia glielo ha dovuto mostrare anzi nei fatto glielo ha sottilmente sbattuto in faccia che niente avrebbero avuto da temere i laici dal confronto con il pensiero Religioso.
Italietta della pseudocultura quella che si evidenziò con il ridicolo episodio della Sapienza, espressione debole di una pseudocultura che intuendosi appunto debole e frallocca teme il confronto, e si trova ancora una volta nei fatti umiliata oltre Alpe: la Francia, lo Stato più laico, con gli accademici più laici che si possano concepire ha trovato normale , come è, accogliere ed interloquire con il Pontefice, evidenziando ancora meglio, ove ve ne fosse bisogno, il comportamento risibile dei Professori di Università di Roma che, autodefinitisi “scienziati”sono secondo me scesi nei fatti all’altezza di quanti saltellati e ballonzolanti nelle piazze , preferirebbero vederci tutte in nikab pur di soddisfare quel certo desiderio di “vendetta” che proprio in questi giorni Sofri ha resuscitato come valido strumento in mano di persone “non malvage”.

E lo capisco bene, visto che i malvagi sono sempre e solo gli altri, si fa presto a stabilire chi non essendo malvagio è sempre in qualche modo legittimato dal fine “nobile”,.

La nobiltà del fine è roba vecchia, altro non è che quella discrepante che da sempre giustifica i peggiori atti di terrorismo, serviti da tutti i terroristi di ogni fattezza e colore, sul tappeto rosso delle rispettive ideologie, le quali appunto dettano i “nobili fini”agli assassini di sempre.

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