Morire soli in casa, una ipotesi del
genere mette i brividi a chiunque, e brividi ne deve aver provati
parecchi la vicina di casa di Yvette Vickers, ex playmate di Playboy,
quando, incuriosita
dalle ragnatele che coprivano la buca delle lettere della vecchia
attrice, ha finalmente “aperto quella porta” e si è trovata di
fronte i resti mummificati della ottantatreenne Yvette.
E' accaduto
in California, e la polizia ritiene che la donna fosse morta da
almeno un anno.
Se non fosse stato per le ragnatele sulla buca delle lettere nessuno se ne
sarebbe accorto. La morta evidentemente non aveva rapporti con i vicini.
Ogni tanto leggiamo di gente che muore così,
abbandonata. Viene da chiedersi coma possa accadere di passare per il
mondo come meteore, senza che nessuno per tutto un anno si chieda che
fine hai fatto. Ma è un fatto, nelle città, nella società
moderna,capita e capiterà sempre più spesso. Si vive accalcati, si
fanno lunghe code, si cammina su marciapiedi affollati, e si è
perdutamente soli. Si diventa anziani e poi vecchi, e siamo o un
peso o un nulla da dimenticare.
Un anno soli e mummificati, lo trovo
agghiacciante, anche se certo la morta aveva in realtà raggiunto,
presumo, un invidiabile stato di pace. Penso piuttosto alla
solitudine di quella vita passata senza lasciare un affetto, una
amicizia, un rimpianto. Si può vivere così, senza nememno un amico,
un conoscente?
Eppure così a quanto pare deve aver
vissuto ad un certo punto della sua esistenzaYvette Vickers. Nella
Bibbia si dice che Dio non volle che l'uomo fosse solo " Non è
bene che l'uomo sia solo" (Gn.2,8), infatti siamo animali
sociali per natura , ma il mondo moderno ci sta snaturando, noi che
avremmo bisogno di interagire per sentirci vivi, attivi, sereni, ci
ritroviamo in una società che non lascia margine né tempo per chi
non è utile. Anziani, bambini e malati non appaiono utili,
quindi vengono emarginati o per lo meno marginalizzati. Si vive
sempre più chiusi in nicchie di solitudine.
Sparita la rete della solidarietà,
finito il buon vicinato, cade ormai ogni attenzione verso il
prossimo che non sia produttore di un qualche vantaggio. Danno
solo fastidio coloro che hanno bisogno di un aiuto quale che sia,
magari solo la possibilità di scambiare due parole. Non si fa nulla
per nulla in questo mondo patrigno, non ci si sente paghi di un
semplice contatto umano, non se ne intuisce il valore, non se ne
sente la necessità.
Un tempo nelle città c'era il
negozietto, il mercatino, il piccolo bar di quartiere. I quartieri
erano un microcosmo di attività, il ciabattino, il lattaio, il
giornalaio, il negozietto per il pane.. Uscire di casa voleva dire
non solo fare una passeggiata, ma soprattutto socializzare, vivere.
Ora tutto questo muore: abbiamo grandi
centri commerciali, impersonali, ingrugniti e gelidi. I bar sono o
grandi e frettolosi o piccoli ed immusoniti. In realtà tutto quello
che un tempo aiutava a socializzare viene man mano distrutto. Gli
artigiani eliminati dal centro, manco fossero pericolosi
terroristi, o comunque ghettizzati in periferie sempre più desolate
e pericolose.
Non credo ci sia consapevolezza di quello che si sta
provocando, credo piuttosto nella gelida rozzezza del sentire da
parte di coloro che dovrebbero pensare le città, le periferie, i
Paesi, costoro li pensano solo in base al massimo guadagno per
architetti, amministratori, sindaci. Gente per la quale la
socializzazione è esigenza non sentita, le città dormitorio a
questi cretini piacciono molto, rendono bene, costruisci intensivo,
magarli costosi loculi che forniscono clienti sicuri per la grande
distribuzione. Ogni minima parte del loro cervelleto psicotico è
volta al guadagno ed all'arricchimento, nella migliore delle ipotesi.
Non che ci sia niente di male nel voler guadagnare, ma diventa
atteggiamento psicotico e asociale quando l'esigenza di incamerare
ricchezze supera ogni remora morale e sociale e porta alla negazione
ed alla distruzione di tutto ciò che non porta guadagno ed
arricchimento, comprese le persone, alla fine, il tessuto sociale ,
grazie a questa evoluzione malsana della società, lasciata in mani
malsane, è morto e prosciugato come la povera mummia della ex
coniglietta di Play Boy, simbolo di questo mondo che muore di
cemento, di avidità, di fumi velenosi, di radiazioni, di solitudine
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