Siamo alle solite, l'Europa che non c'è detta condizioni.
L'Europa
che non c'è si è ben presto rivelato un fantasmone ingombrante,
tedioso, burokratizzato e pretenzioso. Ieri era il responsabile Ue
dello sviluppo Andris Piebalgs che ha affermato che l'Italia dovrebbe
raddoppiare il suo contributo verso i Paesi dell'Africa a circa 4,3
miliardi di euro, certo tutti i Paesi Ue dovrebbero fare di più
per aiutare la transizione democratica in Africa, ma ha inviato un
appello speciale all'Italia affinché finanzi programmi allo sviluppo oltre
agli sforzi profusi per fermare l'immigrazione.
Queste le sue gentili parole:
"E' vero che l'Italia è molto concentrata sulla questione
dell'immigrazione, ma il mio messaggio è che dovrebbe dare uno
sguardo più ampio al suo contributo, che dovrebbe essere maggiore,
perché nessuno sosterrà il peso al posto dell'Italia", quindi
l'Italia dovrebbe aggiungere un altro pacchetto di 2 miliardi di
euro. ( Fonte Reuters)
La crisi dell' Africa dipende in massima parte da politiche di
rapina delle risorse dei Popoli africani, la crisi del cibo è stata
prodotta dalle grandi compagnie che hanno espropriato migliaia di
ettari alle popolazioni locali, certo contando sulla complicità di
dirigenti locali corrotti, ma da un corrotto si risale sempre ad un
CORRUTTORE, e sono coloro che stanno rovinando l'ecosistema, coloro
che inquinano l'ambiente, che privano dell'acqua i popoli, gli
impongono semi infertili e pesticidi, e che con big farma hanno
fatto anche peggio. Logica vorrebbe che a questi potentati, alle lobby, agli speculatori, ci
si rivolgesse per una qualche compensazione dei danni prodotti
irresponsabilmente e con sommo menefreghismo. Invece con somma faccia tosta si continua a chiedere ai popoli di pagare peri danni prodotti da altri. Questo è ormai dato evidente ed incontrovertibile per chiunque.
Intanto una somma di azioni irresponsabili, predatorie e
delinquenziali , sta provocando un immigrazione di massa che inizia
ora e non si sa se e e come finirà, immigrazione che trova naturale
primo approdo in l'Italia, ma che verso l'Italia viene anche spinta,
e si chiede all'Italia di farsi parte attiva e pagante di un
fenomeno che interesserebbe l'Europa, se questa esistesse bene
inteso. Esser approdo dell'Europa verso l'Africa dovrebbe
significare per lo meno garanzia di non venire abbandonati ed
irrisi, e invece dopo le affermazioni illuminanti di Pielbags
arrivano i dictat della Francia, che infischiandosene del passato e
delle sue storiche responsabilità verso i tunisini, rifiuta quei
tunisini che sbarcati da noi esprimono il desiderio di raggiungere
la Francia, dove pare abbiano conoscenti e parenti.
Gli immigrati che ci sono stati presentati come una ricchezza ,
finalmente si scopre che costano e molto, La Francia ce lo sbatte in
faccia quando nega di volersi occupare di questa emergenza che lascia
volentieri sulle nostre spalle; noi popolo che paga e non prende a
dire il vero ce ne siamo accorti da un pezzo di quanto costa fare
fronte a sbarchi di immigrati, sia economicamente che spesso anche
socialmente, ma questo è un altro discorso, del quale in Italia si
dovrebbe chieder conto al popolo della viziata imprenditoria
nostrana. Sta di fatto che la Francia non ha nessuna intenzione di
rendere ciò che in tempi andati ha preso dalla Tunisia.
Vediamo un po' che condizioni detta la Francia del piccolo
Napoleone:
Si parte da un richiamo a Schengen , ma si dimentica che il
trattato fa riferimento anche a regole che disciplinano la libera
circolazione nell'area Schenghen, quelle alla Francia non fanno
comodo e le esclude a piedi pari, spero che sapremo ricordarcene
smettendola di offrire le terga a questa gente.
Insomma questo il dictat:
Gli
immigrati
"possono
soggiornare in Francia per non più di tre mesi
a patto
che:
1)abbiano
un documento di soggiorno valido
2)dispongano
di un documento di viaggio riconosciuto dalle autorità
francesi
3) i
Paesi che hanno emesso la documentazione lo abbiano notificato alla
commissione europea
4) gli
stranieri dimostrino di avere risorse sufficienti
5) non
costituiscano una minaccia per l'ordine pubblico.
"In
ogni altro casogli stranieri vengono riconsegnati allo stato membro
di provenienza".
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