Se
quanto viene riportato dalle pagine del Il Giornale di oggi, a firma
della Redazione, risulterà vero, saremmo ancora una volta, non solo
di fronte ad uno scoop eccezionale, ma soprattutto di fronte ad un
insieme di fatti che susciteranno un mare di domande le cui risposte
non ci piaceranno, nemmeno un po', ma siamo abituati ai magheggi ed
ai maneggi della razza padrona schiava dei mille condizionamenti del
mondo della economia , quel mondo che sempre più ci appare una copia
conforme dell'immaginario che abbiamo del mondo degli affari mafiosi,
e che, bene inteso è quasi sempre coperto da un bel vestitino convincente ed accattivante.
Anche in
questo caso: gli scrupoli , i c
asi di coscienza e quant'altro,
guarda che coincidenza , sarebbero stati i migliori alleati del sistema del potere economico basato sulla truffa del petrolio , a danno
della gente comune.
«Tutto
è cominciato - racconta Remondini - dal contatto che nel 1999 ho
avuto con il dottor Renato Leonardi, direttore della Fondazione
Internazionale Pace e Crescita, con sede a Vaduz, capitale del
Liechtenstein. Il mio compito era quello di stipulare contratti per
lo smaltimento di rifiuti solidi tramite le Centrali termoelettriche
polivalenti della Fondazione Internazionale Pace e Crescita. Non mi
hanno detto dove queste centrali si trovassero, ma so per certo che
esistono. Altrimenti non avrebbero fatto un contratto con me. In quel
periodo, lavoravo con il mio collega, dottor Claudio Barbarisi. Per
ogni contratto stipulato, la nostra percentuale sarebbe stata del 2
per cento. Tuttavia, per una clausola imposta dalla Fondazione
stessa, il 10 per cento di questa commissione doveva essere destinata
a favore di aiuti umanitari. Considerando che lo smaltimento di
questi rifiuti avveniva in un modo pressoché perfetto, cioè con la
ionizzazione della materia senza produzione di alcuna scoria,
sembrava davvero il modo ottimale per ottenere il risultato voluto.
Tuttavia, improvvisamente, e senza comunicarci il perché, la
Fondazione ci fece sapere che le loro centrali non sarebbero più
state operative. E fu inutile chiedere spiegazioni. Pur avendo un
contratto firmato in tasca, non ci fu nulla da fare. Semplicemente
chiusero i contatti».
Remondini ancora oggi non conosce la
ragione dell'improvviso voltafaccia. Ha provato a telefonare al
direttore Leonardi, che tra l'altro vive a Lugano, ma non ha mai
avuto una spiegazione per quello strano comportamento. Inutili anche
le ricerche per vie traverse: l'unica cosa che è riuscito a sapere è
che la Fondazione è stata messa in liquidazione. Per cui è
ipotizzabile che i suoi segreti adesso siano stati trasferiti ad
un'altra società di cui, ovviamente, si ignora persino il nome. Ciò
significa che da qualche parte sulla terra oggi c'è qualcuno che
nasconde il segreto più ambito del mondo: la produzione di energia
pulita ad un costo prossimo allo zero.
Nonostante questo
imprevisto risvolto, in mano a Remondini sono rimasti diversi
documenti strettamente riservati della Fondazione Internazionale Pace
e Crescita, per cui alla fine l'imprenditore si è deciso a rendere
pubblico ciò che sa su questa misteriosa istituzione. Per capire i
retroscena di questa tanto mirabolante quanto scientificamente
sconosciuta scoperta, occorre fare un salto indietro nel tempo e
cercare di ricostruire, passo dopo passo, la cronologia
dell'invenzione. Ad aiutarci è la relazione tecnico-scientifica che
il 25 ottobre 1997 la Fondazione Internazionale Pace e Crescita ha
fatto avere soltanto agli addetti ai lavori. Ogni foglio, infatti, è
chiaramente marcato con la scritta «Riproduzione Vietata». Ma
l'enormità di quanto viene rivelato in quello scritto giustifica
ampiamente il non rispetto della riservatezza richiesta.
Il
«raggio della morte», infatti, pur essendo stato concepito
teoricamente negli anni Trenta, avrebbe trovato la sua base
scientifica soltanto tra il 1958 e il 1960. Il condizionale è
d'obbligo in quanto riportiamo delle notizie scritte, ma non
confermate dalla scienza ufficiale. Non sappiamo da chi era composto
il gruppo di scienziati che diede vita all'esperimento: i nomi non
sono elencati. Sappiamo invece che vi furono diversi tentativi di
realizzare una macchina che corrispondesse al modello teorico
progettato, ma soltanto nel 1973 si arrivò ad avere una
strumentazione in grado di «produrre campi magnetici, gravitazionali
ed elettrici interagenti, in modo da colpire qualsiasi materia,
ionizzandola a distanza ed in quantità predeterminate».
Ok dal
governo Andreotti.
Fu
a quel punto che il governo italiano cominciò ad interessarsi
ufficialmente a quegli esperimenti. E infatti l'allora governo
Andreotti, prima di passare la mano a Mariano Rumor nel luglio del
'73, incaricò il professor Ezio Clementel, allora presidente del
Comitato per l'energia nucleare (Cnen), di analizzare gli effetti e
la natura di quei campi magnetici a fascio. Clementel, trentino
originario di Fai e titolare della cattedra di Fisica nucleare alla
facoltà di Scienze dell'Università di Bologna, a quel tempo aveva
55 anni ed era uno dei più noti scienziati del panorama nazionale e
internazionale. La sua responsabilità, in quella circostanza, era
grande. Doveva infatti verificare se quel diabolico raggio avesse
realmente la capacità di distruggere la materia ionizzandola in
un'esplosione di calore. Anche perché non ci voleva molto a capire
che, qualora l'esperimento fosse riuscito, si poteva fare a meno
dell'energia nucleare e inaugurare una nuova stagione energetica non
soltanto per l'Italia, ma per il mondo intero. Tanto per fare un
esempio, questa tecnologia avrebbe permesso la realizzazione di nuovi
e potentissimi motori a razzo che avrebbero letteralmente
rivoluzionato la corsa allo spazio, permettendo la costruzione di
gigantesche astronavi interplanetarie.
Il professor Clementel
ordinò quindi quattro prove di particolare complessità. La prima
consisteva nel porre una lastra di plexiglass a 20 metri dall'uscita
del fascio di raggi, collocare una lastra di acciaio inox a mezzo
metro dietro la lastra di plexiglass e chiedere di perforare la
lastra d'acciaio senza danneggiare quella di plexiglass. La seconda
prova consisteva nel ripetere il primo esperimento, chiedendo però
di perforare la lastra di plexiglass senza alterare la lastra
d'acciaio. Il terzo esame era ancora più difficile: bisognava porre
una serie di lastre d'acciaio a 10, 20 e 40 metri dall'uscita del
fascio di raggi, chiedendo di bucare le lastre a partire dall'ultima,
cioè quella posta a 40 metri. Nella quarta e ultima prova si doveva
sistemare una pesante lastra di alluminio a 50 metri dall'uscita del
fascio di raggi, chiedendo che venisse tagliata parallelamente al
lato maggiore.
Ebbene, tutte e quattro le prove ebbero esito
positivo e il professor Clementel, considerando che la durata
dell'impulso dei raggi era minore di 0,1 secondi, valutò la potenza,
ipotizzando la vaporizzazione del metallo, a 40.000 KW e la densità
di potenza pari a 4.000 KW per centimetro quadrato. In realtà, venne
spiegato a sperimentazione compiuta, l'impulso dei raggi aveva avuto
la durata di un nano secondo e poteva ionizzare a distanza «forma e
quantità predeterminate di qualsiasi materia».
Tra l'altro
all'esperimento aveva assistito anche il professor Piero Pasolini,
illustre fisico e amico di un'altra celebrità scientifica qual è il
professor Antonino Zichichi. In una sua relazione, Pasolini parlò di
«campi magnetici, gravitazionali ed elettrici interagenti che
sviluppano atomi di antimateria proiettati e focalizzati in zone di
spazio ben determinate anche al di là di schemi di materiali vari,
che essendo fuori fuoco si manifestano perfettamente trasparenti e
del tutto indenni».
In pratica, ma qui entriamo in una
spiegazione scientifica un po' più complessa, gli scienziati
italiani che avevano realizzato quel macchinario, sarebbero riusciti
ad applicare la teoria di Einstein sul campo unificato, e cioè
identificare la matrice profonda ed unica di tutti i campi di
interazione, da quello forte (nucleare) a quello gravitazionale.
Altri fisici in tutto il mondo ci avevano provato, ma senza alcun
risultato. Gli italiani, a quanto pare, c'erano riusciti.
L'insabbiamento
In
un Paese normale (ma tutti sappiamo che il nostro non lo è) una
simile scoperta sarebbe stata subito messa a frutto. Non ci vuole
molta fantasia per capire le implicazioni industriali ed economiche
che avrebbe portato. Anche perché, quella che a prima vista poteva
sembrare un'arma di incredibile potenza, nell'uso civile poteva
trasformarsi nel motore termico di una centrale che, a costi
bassissimi, poteva produrre infinite quantità di energia
elettrica.
Perché, dunque, questa scoperta non è stata rivelata
e utilizzata? La ragione non viene spiegata. Tutto quello che
sappiamo è che i governi dell'epoca imposero il segreto sulla
sperimentazione e che nessuno, almeno ufficialmente, ne venne a
conoscenza. Del resto nel 1979 il professor Clementel morì
prematuramente e si portò nella tomba il segreto dei suoi
esperimenti. Ma anche dietro Clementel si nasconde una vicenda
piuttosto strana e misteriosa. Pare, infatti, che le sue idee non
piacessero ai governanti dell'epoca. Non si sa esattamente quale
fosse la materia del contendere, ma alla luce della straordinaria
scoperta che aveva verificato, è facile immaginarlo. Forse lo
scienziato voleva rendere pubblica la notizia, mentre i politici non
ne volevano sapere. Chissà? Ebbene, qualcuno trovò il sistema per
togliersi di torno quello scomodo presidente del Cnen. Infatti venne
accertato che la firma di Clementel appariva su registri di esame
all'Università di Trento, della quale all'epoca era il rettore, in
una data in cui egli era in missione altrove. Sembrava quasi un
errore, una svista. Ma gli costò il carcere, la carriera e infine la
salute. Lo scienziato capì l'antifona, e non disse mai più nulla su
quel «raggio della morte» che gli era costato così tanto caro. A
Clementel è dedicato il Centro ricerche energia dell'Enea a Bologna.
CONTINUA
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1. blog italiano Scritto da
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, il 07-07-2010 12:28 Ciao Franco, sai che non ci avevo pensato ad un ritorno dei giornali alle strisce di pedrito, di petronilla e di Bibì e bibò.. me li ricordo .. roba da matt, come dice l'amico Parpaiola! Bravo l'idea del blog italiano in Germania mi piace, resta ancor più interessata l'offerta di cui si parlò giorni fa, l'interessato sarebbe interessatissimo ad affacciarsi da quelle parti, parlatevi e vedete se si può fare intanto . Qui il caldo è folle, io taccio sulle correzioni.. perchè avevo perso col danno del pc il lavoro fatto, ma credo sia stato meglio così, mi sembra che venga meglio ora cambiando poco o nulla , tra stasera e domani mattina al massimo ti mando il tutto, meglio tardi che mai.. è forte come la hai messa la storia, è davvero forte ciao
|
2. eppur si muove Scritto da
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, il 07-07-2010 05:59 Salve Marista Quello che tu riporti è vero, a suo tempo anche qui in Germania si parlava di questo raggio della Morte. Un concentramento di impulsi cosi potenti a lungo raggio, (inteso come distanza), però richiede una fonte energetica troppo elevata per poter avere un impiego tecnico/industriale o militare. 40.000 KW sono quattro volte la potenza energetica reale, (non termica) dell'Impianto di Monopoli. Quello di Siracusa lo fece con le lenti e bruciò l’intera Flotta romana di allora. Da noi negli anni 70 quì in Germania, c’erano certuni che volevano ionizzare il Combustibile con dei capi magnetici che sarebbero stati creati o per induzione elettrica in appositi avvolgimenti nei tubi di alimentazione dei Motori Diesel delle nostre Navi. Nessuno diede peso alla notizia e la cosa fini li. I vari Istituti di ricerca esperimentano su tutto, da idea nasce cosa, e se nasce cosa, da cosa nasce cosa ancora, che non sempre però trova un impiego pratico e commercializzabile, ma aiuta a perfezionare altre cose già esistenti e utili, sia in campo industriale, sia medico/farmaceutico e perché no, anche militare, come il Laser ad esempio già usato in meccanica, in chirurgia e in campo militare. Il Padreterno non ha dato al Homo sapiens la possibilità di distruggere la materia, e tanto meno, bontà Sua, di crearla dal nulla, possiamo solo cambiarne la forma di quella che ci ha messo a disposizione e meno male che le cose stanno così, perche altrimenti certi sapientoni avrebbero già fatto sparire il Creato o ne avremmo creati chissà quanti ancora. Quello che tu hai riportato mi dimostra una cosa sola, mi dice che i ricercatori Italiani, quelli seri, non sono secondi a nessuno. Quello che ai nostri scienziati in Itala manca, sono i Fondi necessari per le loro ricerche, è la volontà e serietà politica dei signori ai vari governi, e Partiti (tutti) di lasciarli lavorare in Pace come succede negli Stati Uniti con il MIT, (Massachusetts Istitute of Technology) e non solo, ad esempio. Congratulazioni, ne hai fatto un bel post ben ponderato e interessante. Ciao PS Penso che sui Giornali Italiani in un prossimo futuro, se passa la legge bavaglio ne leggeremo delle belle, già ora non li leggo quasi più, ti garantisco che se passa quella Legge rispolvereranno le puntate di Mandrake e Pedrito el Dritto e sua moglie Paquita e di Tamarindo, te li ricordi, di qualche cosa i Giornalisti dovranno per campare, non ti pare? Ora voglio fare u Blog in Italiano qui in Germania, e poi che i signori questurini, si azzardino a venire qua a rompere…..
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3. ritardo Scritto da
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, il 06-07-2010 18:49 Paolo, io il Giornale lo ho letto oggi ed era il quotidiano del giorno, tu 97 giorni fa hai letto la comunicazione chi sa dove, beato te... ma ti faccio notare che questo è un blog, non un giornale ed io non sono una giornalista, scrivo per informare, ma delle cose che mi incuriosiscono e man mano che le leggo, non ho mica una redazione, ed è meglio così ciao marista
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4. link a repubblica Scritto da
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, il 06-07-2010 18:46 Grazie del link Lorenzo, ma la prego sia meno partigiano. Oggi il Giornale ha pubblicato un discreto dossier su questa faccenda, alla luce di alcune novità emerse. Io mi sono limitata a rinviare all'articolo di redazione che informa e non dà giudizi. Io come blogger mi ritengo più libera di una giornalista , credo di poter esprimere la mia nel dubbio che qualcosa di vero, come credo, vi sia. Lei dice bene, da sempre la nostra republica funziona in un certo modo e tutti i mezzi di informazione sono ben inzuppati nella stessa broda, il giornalismo di repubblica, pregevole per molti versi, ciononostante non è Vangelo, come non lo è quello del Giornale. Io quando lavoravo , nel mio piccolo, mi tenevo informata su vari quotidiani. Ero nel pieno centro di Roma, i telefoni facevano interessanti contatti, ho potuto seguire interessanti ed illuminanti dialoghi mattutini , ordini alle redazioni da questo o da quello,interessi chiari da un verso, opachi dall'altro, due redazioni romane che andavano e vanno per la quale, .. fu amaro capire, sapere come funziona, da sempre il vapore. Non faccio distinzioni, so che non ne vale la pena, se mai posso dire chi non era al soldo di nessuno allora in quegli anni : Montanelli e pochi altri. Chiamai presto i tecnici per non avere più la tentazione di ascoltare quella mondezza nei suoi particolari, ormai sapevo e non lo avrei mai più dimenticato. Resta interessante l'articolo al link che lei mi fornisce ed ottimo il suo consiglio di pubblicarlo, grazie marista
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5. Scritto da
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, il 06-07-2010 18:18 comunicazione ritardata di 97 giorni
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6. ONDE EVITARE... Scritto da
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, il 06-07-2010 17:38 Se lei legge questo articolo di Repubblica del 1984 forse evita di riprodurre il tipo di giornalismo tipico del quotidiano succitato. E magari, pubblicandolo, rende più chiaro come funzioni da sempre la nostra cara Res Publica. http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1984/11/27/tredici-miliardi-per-mercanti-armi-con.html
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