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Imprenditore genovese rivela: Energia pulita il segreto custodito in fondazione in Liechtenstein PDF Stampa E-mail

Scritto da Marista Urru   
martedì 06 luglio 2010

Se quanto viene riportato dalle pagine del Il Giornale di oggi, a firma della Redazione, risulterà vero, saremmo ancora una volta, non solo di fronte ad uno scoop eccezionale, ma soprattutto di fronte ad un insieme di fatti che susciteranno un mare di domande le cui risposte non ci piaceranno, nemmeno un po', ma siamo abituati ai magheggi ed ai maneggi della razza padrona schiava dei mille condizionamenti del mondo della economia , quel mondo che sempre più ci appare una copia conforme dell'immaginario che abbiamo del mondo degli affari mafiosi,  e che, bene inteso è quasi sempre coperto da un bel vestitino convincente ed  accattivante.
Anche in questo caso: gli scrupoli , i c
asi di coscienza e quant'altro, guarda  che coincidenza , sarebbero stati i migliori alleati del sistema  del potere economico basato sulla truffa del petrolio , a danno della gente comune.




«Tutto è cominciato - racconta Remondini - dal contatto che nel 1999 ho avuto con il dottor Renato Leonardi, direttore della Fondazione Internazionale Pace e Crescita, con sede a Vaduz, capitale del Liechtenstein. Il mio compito era quello di stipulare contratti per lo smaltimento di rifiuti solidi tramite le Centrali termoelettriche polivalenti della Fondazione Internazionale Pace e Crescita. Non mi hanno detto dove queste centrali si trovassero, ma so per certo che esistono. Altrimenti non avrebbero fatto un contratto con me. In quel periodo, lavoravo con il mio collega, dottor Claudio Barbarisi. Per ogni contratto stipulato, la nostra percentuale sarebbe stata del 2 per cento. Tuttavia, per una clausola imposta dalla Fondazione stessa, il 10 per cento di questa commissione doveva essere destinata a favore di aiuti umanitari. Considerando che lo smaltimento di questi rifiuti avveniva in un modo pressoché perfetto, cioè con la ionizzazione della materia senza produzione di alcuna scoria, sembrava davvero il modo ottimale per ottenere il risultato voluto. Tuttavia, improvvisamente, e senza comunicarci il perché, la Fondazione ci fece sapere che le loro centrali non sarebbero più state operative. E fu inutile chiedere spiegazioni. Pur avendo un contratto firmato in tasca, non ci fu nulla da fare. Semplicemente chiusero i contatti».
Remondini ancora oggi non conosce la ragione dell'improvviso voltafaccia. Ha provato a telefonare al direttore Leonardi, che tra l'altro vive a Lugano, ma non ha mai avuto una spiegazione per quello strano comportamento. Inutili anche le ricerche per vie traverse: l'unica cosa che è riuscito a sapere è che la Fondazione è stata messa in liquidazione. Per cui è ipotizzabile che i suoi segreti adesso siano stati trasferiti ad un'altra società di cui, ovviamente, si ignora persino il nome. Ciò significa che da qualche parte sulla terra oggi c'è qualcuno che nasconde il segreto più ambito del mondo: la produzione di energia pulita ad un costo prossimo allo zero.
Nonostante questo imprevisto risvolto, in mano a Remondini sono rimasti diversi documenti strettamente riservati della Fondazione Internazionale Pace e Crescita, per cui alla fine l'imprenditore si è deciso a rendere pubblico ciò che sa su questa misteriosa istituzione. Per capire i retroscena di questa tanto mirabolante quanto scientificamente sconosciuta scoperta, occorre fare un salto indietro nel tempo e cercare di ricostruire, passo dopo passo, la cronologia dell'invenzione. Ad aiutarci è la relazione tecnico-scientifica che il 25 ottobre 1997 la Fondazione Internazionale Pace e Crescita ha fatto avere soltanto agli addetti ai lavori. Ogni foglio, infatti, è chiaramente marcato con la scritta «Riproduzione Vietata». Ma l'enormità di quanto viene rivelato in quello scritto giustifica ampiamente il non rispetto della riservatezza richiesta.
Il «raggio della morte», infatti, pur essendo stato concepito teoricamente negli anni Trenta, avrebbe trovato la sua base scientifica soltanto tra il 1958 e il 1960. Il condizionale è d'obbligo in quanto riportiamo delle notizie scritte, ma non confermate dalla scienza ufficiale. Non sappiamo da chi era composto il gruppo di scienziati che diede vita all'esperimento: i nomi non sono elencati. Sappiamo invece che vi furono diversi tentativi di realizzare una macchina che corrispondesse al modello teorico progettato, ma soltanto nel 1973 si arrivò ad avere una strumentazione in grado di «produrre campi magnetici, gravitazionali ed elettrici interagenti, in modo da colpire qualsiasi materia, ionizzandola a distanza ed in quantità predeterminate».




Ok dal governo Andreotti.


Fu a quel punto che il governo italiano cominciò ad interessarsi ufficialmente a quegli esperimenti. E infatti l'allora governo Andreotti, prima di passare la mano a Mariano Rumor nel luglio del '73, incaricò il professor Ezio Clementel, allora presidente del Comitato per l'energia nucleare (Cnen), di analizzare gli effetti e la natura di quei campi magnetici a fascio. Clementel, trentino originario di Fai e titolare della cattedra di Fisica nucleare alla facoltà di Scienze dell'Università di Bologna, a quel tempo aveva 55 anni ed era uno dei più noti scienziati del panorama nazionale e internazionale. La sua responsabilità, in quella circostanza, era grande. Doveva infatti verificare se quel diabolico raggio avesse realmente la capacità di distruggere la materia ionizzandola in un'esplosione di calore. Anche perché non ci voleva molto a capire che, qualora l'esperimento fosse riuscito, si poteva fare a meno dell'energia nucleare e inaugurare una nuova stagione energetica non soltanto per l'Italia, ma per il mondo intero. Tanto per fare un esempio, questa tecnologia avrebbe permesso la realizzazione di nuovi e potentissimi motori a razzo che avrebbero letteralmente rivoluzionato la corsa allo spazio, permettendo la costruzione di gigantesche astronavi interplanetarie.
Il professor Clementel ordinò quindi quattro prove di particolare complessità. La prima consisteva nel porre una lastra di plexiglass a 20 metri dall'uscita del fascio di raggi, collocare una lastra di acciaio inox a mezzo metro dietro la lastra di plexiglass e chiedere di perforare la lastra d'acciaio senza danneggiare quella di plexiglass. La seconda prova consisteva nel ripetere il primo esperimento, chiedendo però di perforare la lastra di plexiglass senza alterare la lastra d'acciaio. Il terzo esame era ancora più difficile: bisognava porre una serie di lastre d'acciaio a 10, 20 e 40 metri dall'uscita del fascio di raggi, chiedendo di bucare le lastre a partire dall'ultima, cioè quella posta a 40 metri. Nella quarta e ultima prova si doveva sistemare una pesante lastra di alluminio a 50 metri dall'uscita del fascio di raggi, chiedendo che venisse tagliata parallelamente al lato maggiore.
Ebbene, tutte e quattro le prove ebbero esito positivo e il professor Clementel, considerando che la durata dell'impulso dei raggi era minore di 0,1 secondi, valutò la potenza, ipotizzando la vaporizzazione del metallo, a 40.000 KW e la densità di potenza pari a 4.000 KW per centimetro quadrato. In realtà, venne spiegato a sperimentazione compiuta, l'impulso dei raggi aveva avuto la durata di un nano secondo e poteva ionizzare a distanza «forma e quantità predeterminate di qualsiasi materia».
Tra l'altro all'esperimento aveva assistito anche il professor Piero Pasolini, illustre fisico e amico di un'altra celebrità scientifica qual è il professor Antonino Zichichi. In una sua relazione, Pasolini parlò di «campi magnetici, gravitazionali ed elettrici interagenti che sviluppano atomi di antimateria proiettati e focalizzati in zone di spazio ben determinate anche al di là di schemi di materiali vari, che essendo fuori fuoco si manifestano perfettamente trasparenti e del tutto indenni».
In pratica, ma qui entriamo in una spiegazione scientifica un po' più complessa, gli scienziati italiani che avevano realizzato quel macchinario, sarebbero riusciti ad applicare la teoria di Einstein sul campo unificato, e cioè identificare la matrice profonda ed unica di tutti i campi di interazione, da quello forte (nucleare) a quello gravitazionale. Altri fisici in tutto il mondo ci avevano provato, ma senza alcun risultato. Gli italiani, a quanto pare, c'erano riusciti.




L'insabbiamento
In un Paese normale (ma tutti sappiamo che il nostro non lo è) una simile scoperta sarebbe stata subito messa a frutto. Non ci vuole molta fantasia per capire le implicazioni industriali ed economiche che avrebbe portato. Anche perché, quella che a prima vista poteva sembrare un'arma di incredibile potenza, nell'uso civile poteva trasformarsi nel motore termico di una centrale che, a costi bassissimi, poteva produrre infinite quantità di energia elettrica.
Perché, dunque, questa scoperta non è stata rivelata e utilizzata? La ragione non viene spiegata. Tutto quello che sappiamo è che i governi dell'epoca imposero il segreto sulla sperimentazione e che nessuno, almeno ufficialmente, ne venne a conoscenza. Del resto nel 1979 il professor Clementel morì prematuramente e si portò nella tomba il segreto dei suoi esperimenti. Ma anche dietro Clementel si nasconde una vicenda piuttosto strana e misteriosa. Pare, infatti, che le sue idee non piacessero ai governanti dell'epoca. Non si sa esattamente quale fosse la materia del contendere, ma alla luce della straordinaria scoperta che aveva verificato, è facile immaginarlo. Forse lo scienziato voleva rendere pubblica la notizia, mentre i politici non ne volevano sapere. Chissà? Ebbene, qualcuno trovò il sistema per togliersi di torno quello scomodo presidente del Cnen. Infatti venne accertato che la firma di Clementel appariva su registri di esame all'Università di Trento, della quale all'epoca era il rettore, in una data in cui egli era in missione altrove. Sembrava quasi un errore, una svista. Ma gli costò il carcere, la carriera e infine la salute. Lo scienziato capì l'antifona, e non disse mai più nulla su quel «raggio della morte» che gli era costato così tanto caro. A Clementel è dedicato il Centro ricerche energia dell'Enea a Bologna.




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  Commenti (6)
1. blog italiano
Scritto da Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo , il 07-07-2010 12:28
Ciao Franco, sai che non ci avevo pensato ad un ritorno dei giornali alle strisce di pedrito, di petronilla e di Bibì e bibò.. me li ricordo .. roba da matt, come dice l'amico Parpaiola! 
 
Bravo l'idea del blog italiano in Germania mi piace, resta ancor più interessata l'offerta di cui si parlò giorni fa, l'interessato sarebbe interessatissimo ad affacciarsi da quelle parti, parlatevi e vedete se si può fare intanto . 
Qui il caldo è folle, io taccio sulle correzioni.. perchè avevo perso col danno del pc il lavoro fatto, ma credo sia stato meglio così, mi sembra che venga meglio ora cambiando poco o nulla , tra stasera e domani mattina al massimo ti mando il tutto, meglio tardi che mai.. è forte come la hai messa la storia, è davvero forte 
ciao
2. eppur si muove
Scritto da Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo website, il 07-07-2010 05:59
Salve Marista 
Quello che tu riporti è vero, a suo tempo anche qui in Germania si parlava di questo raggio della Morte.  
Un concentramento di impulsi cosi potenti a lungo raggio, (inteso come distanza), però richiede una fonte energetica troppo elevata per poter avere un impiego tecnico/industriale o militare. 
40.000 KW sono quattro volte la potenza energetica reale, (non termica) dell'Impianto di Monopoli.  
Quello di Siracusa lo fece con le lenti e bruciò l’intera Flotta romana di allora. Da noi negli anni 70 quì in Germania, c’erano certuni che volevano ionizzare il Combustibile con dei capi magnetici che sarebbero stati creati o per induzione elettrica in appositi avvolgimenti nei tubi di alimentazione dei Motori Diesel delle nostre Navi. Nessuno diede peso alla notizia e la cosa fini li.  
I vari Istituti di ricerca esperimentano su tutto, da idea nasce cosa, e se nasce cosa, da cosa nasce cosa ancora, che non sempre però trova un impiego pratico e commercializzabile, ma aiuta a perfezionare altre cose già esistenti e utili, sia in campo industriale, sia medico/farmaceutico e perché no, anche militare, come il Laser ad esempio già usato in meccanica, in chirurgia e in campo militare. 
Il Padreterno non ha dato al Homo sapiens la possibilità di distruggere la materia, e tanto meno, bontà Sua, di crearla dal nulla, possiamo solo cambiarne la forma di quella che ci ha messo a disposizione e meno male che le cose stanno così, perche altrimenti certi sapientoni avrebbero già fatto sparire il Creato o ne avremmo creati chissà quanti ancora. 
Quello che tu hai riportato mi dimostra una cosa sola, mi dice che i ricercatori Italiani, quelli seri, non sono secondi a nessuno.  
Quello che ai nostri scienziati in Itala manca, sono i Fondi necessari per le loro ricerche, è la volontà e serietà politica dei signori ai vari governi, e Partiti (tutti) di lasciarli lavorare in Pace come succede negli Stati Uniti con il MIT, (Massachusetts Istitute of Technology) e non solo, ad esempio. 
Congratulazioni, ne hai fatto un bel post ben ponderato e interessante. 
Ciao 
PS 
Penso che sui Giornali Italiani in un prossimo futuro, se passa la legge bavaglio ne leggeremo delle belle, già ora non li leggo quasi più, ti garantisco che se passa quella Legge rispolvereranno le puntate di Mandrake e Pedrito el Dritto e sua moglie Paquita e di Tamarindo, te li ricordi, di qualche cosa i Giornalisti dovranno per campare, non ti pare? Ora voglio fare u Blog in Italiano qui in Germania, e poi che i signori questurini, si azzardino a venire qua a rompere…..
3. ritardo
Scritto da Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo , il 06-07-2010 18:49
Paolo, io il Giornale lo ho letto oggi ed era il quotidiano del giorno, tu 97 giorni fa hai letto la comunicazione chi sa dove, beato te... ma ti faccio notare che questo è un blog, non un giornale ed io non sono una giornalista, scrivo per informare, ma delle cose che mi incuriosiscono e man mano che le leggo, non ho mica una redazione, ed è meglio così 
ciao 
marista
4. link a repubblica
Scritto da Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo , il 06-07-2010 18:46
Grazie del link Lorenzo, ma la prego sia meno partigiano. Oggi il Giornale ha pubblicato un discreto dossier su questa faccenda, alla luce di alcune novità emerse. Io mi sono limitata a rinviare all'articolo di redazione che informa e non dà giudizi. Io come blogger mi ritengo più libera di una giornalista , credo di poter esprimere la mia nel dubbio che qualcosa di vero, come credo, vi sia. Lei dice bene, da sempre la nostra republica funziona in un certo modo e tutti i mezzi di informazione sono ben inzuppati nella stessa broda, il giornalismo di repubblica, pregevole per molti versi, ciononostante non è Vangelo, come non lo è quello del Giornale. Io quando lavoravo , nel mio piccolo, mi tenevo informata su vari quotidiani. Ero nel pieno centro di  
Roma, i telefoni facevano interessanti contatti, ho potuto seguire interessanti ed illuminanti dialoghi mattutini , ordini alle redazioni da questo o da quello,interessi chiari da un verso, opachi dall'altro, due redazioni romane che andavano e vanno per la quale, .. fu amaro capire, sapere come funziona, da sempre il vapore. Non faccio distinzioni, so che non ne vale la pena, se mai posso dire chi non era al soldo di nessuno allora in quegli anni : Montanelli e pochi altri. Chiamai presto i tecnici per non avere più la tentazione di ascoltare quella mondezza nei suoi particolari, ormai sapevo e non lo avrei mai più dimenticato. Resta interessante l'articolo al link che lei mi fornisce ed ottimo il suo consiglio di pubblicarlo, grazie 
marista
5. Scritto da Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo , il 06-07-2010 18:18
comunicazione ritardata di 97 giorni
6. ONDE EVITARE...
Scritto da Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo , il 06-07-2010 17:38
Se lei legge questo articolo di Repubblica del 1984 forse evita di riprodurre il tipo di giornalismo tipico del quotidiano succitato. E magari, pubblicandolo, rende più chiaro come funzioni da sempre la nostra cara Res Publica. 
 
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1984/11/27/tredici-miliardi-per-mercanti-armi-con.html

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