E’ dunque possibile che “economisti” o presunti
tali, del calibro di Monti, ignorino le regole dell’economia
capitalista?
Come abbiamo dimostrato (leggasi la parte 1 di questa
intervista), con i dati ufficiali, il debito pubblico continua ad
aumentare ed il signor Monti lo sa bene.
A mio modo di vedere non si
tratta di persone che ignorano le regole del mercato, le regole del
capitalismo, ma proprio perchè conoscono bene come funziona il
mercato, stanno applicando tutto quanto in loro potere per far
aumentare il debito pubblico.
Ancora una volta arriviamo alla
conclusione che il fine della loro azione è trasformare in capitale
privato il patrimonio dello stato ed il mezzo attraverso cui avviene
questa trasformazione è il debito pubblico.
D) Fiscal Compact, MES - Meccanismo Europeo
di Stabilità, con essi si sono stretti i cappi attorno al popolo
italiano e a quelli europei, tranne i britannici s’intende,
un’ulteriore cessione di sovranità a favore delle banche, che
Monti ha prontamente avvallato, mentre il suo compare a capo della
BCE Draghi invoca l’Unione di Bilancio, lei che idea si è fatta in
merito?
L’Unione Europea, così come è stata impostata non
ha altro fine che favorire il capitale, in particolare il capitale
bancario. Col Meccanismo Europeo di Stabilità
si introduce la possibilità di aiutare direttamente gli Stati in
difficoltà, da parte delle istituzioni europee.
Non è altro che un
ennesimo meccanismo per accrescere il debito pubblico di un paese e
quindi accelerare i tempi per cedere a prezzi di saldi, per non dire
regalato, il patrimonio nazionale. Ancora una volta arriviamo al
fine: trasformare il patrimonio nazionale in capitale privato.
Fino ad oggi – ed è bene ripeterlo all’infinito
– in base all’articolo 123 del Trattato di Lisbona era proibito
qualsiasi tipo di aiuto diretto agli Stati. Il BCE, come abbiamo
detto in premessa, presta soldi alle banche private al tasso di
interesse di riferimento (oggi 0,75%) e le banche private prestano
soldi agli Stati, comprando titoli di stato al tasso di mercato. Per
esempio alla Grecia le banche prestano soldi, ossia comprano suoi
titoli ad un tasso di interesse del 20% ed oltre. Tutto
il meccanismo è stato studiato ad hoc per favorire le banche
private, le grandi multinazionali del credito. In questo modo,
in dieci anni di BCE, gli stati hanno accresciuto enormemente i loro
debiti e quindi adesso agli stati non rimane altra soluzione che
svendere il patrimonio nazionale. Però, all’interno degli stati ci
sono resistenze a svendere, a regalare il patrimonio ed è quindi
necessario la stoccata finale; un ulteriore indebitamento e questa
volta direttamente con la istituzione supernazionale. Questo
meccanismo non regala soldi agli stati in crisi, ma presta, anche se
a tassi molto bassi; prestare significa comunque aumentare i debiti.
Se uno stato non riesce a pagare (e non potrà mai farlo con le
misure adottate) i debiti fin qui accumulati, come mai potrebbe
pagare ulteriori debiti, anche se ad un tasso di interesse inferiore?
Con questo meccanismo, che continua a far aumentare
il debito degli stati, si sta cercando di vincere le resistenze di
quanti sono restii a svendere beni e servizi pubblici; non mi
riferisco solo alle imprese pubbliche (per intenderci le ferrovie, le
poste, i cantieri navali), ma anche i beni inalienabili del demanio
(ad esempio le spiagge), o i servizi pubblici che rientrano nei
diritti umani (come il diritto all’acqua), o le riserve auree. E’
sufficiente pensare al tentativo di Berlusconi di privatizzare le
spiagge: la resistenza è stata tale da dover fare marcia indietro.
Con tale meccanismo verranno a
cadere anche queste resistenze; sarà come dire: “Abbiamo tentato
tutto quello che era possibile fare; abbiamo adottato anche misure
proibite, come gli aiuti diretti agli Stati, ma non si è riusciti a
ridurre il debito, quindi adesso bisogna vendere tutto quello che si
può vendere, incluso i servizi pubblici connessi ai diritti umani”.
Qualcuno, magari dubita che si possa arrivare a
questo! Per chi avesse dei dubbi, invito a
documentarsi su quello che è successo in America Latina, in Bolivia,
dove si è arrivati a privatizzare l’acqua; per i più poveri il
prezzo dell’acqua privatizzata arrivò a tetti impagabili e non
potendo pagare, per risposta le imprese private li staccavano
dall’acquedotto. Queste persone erano costrette a camminare
chilometri e chilometri a piedi per arrivare ad una fonte e potersi
approvvigionare dell’acqua necessaria alla sopravvivenza.
D) Prof Folliero, che futuro prevede per
l’Italia se dovesse perdurare questo stato di cose, le tasse
aumentano sempre più, le imprese chiudono, il lavoro manca e il
governo prepara l’ennesima svendita di ben immobili e settori da
privatizzare. In nome dell’ipotetico pareggio di bilancio dovremmo
morire di fame? Oppure c’è una via di uscita?
Gli italiani possono stare
tranquilli... il peggio deve ancora arrivare! L’Italia e l’Europa
non hanno futuro. Per dirla con una frase del romanzo “La danza
immobile” dello scrittore peruano Manuel Scorza: “L’Europa è
morta!”.
Secondo uno studio sulla situazione economica
mondiale al 2050 di Goldman Sachs, pubblicato in Global Economics
Paper N. 153 del 28/03/2005, la Cina, nel 2050 appunto, arriverà ad
un PIL di circa 70.000 miliardi di dollari, India ed Usa a 40.000
miliardi, Brasile, Russia, Indonesia e Messico a circa 10.000; tutti
i paesi europei cresceranno pochissimo: Germania, Regno Unito e
Francia avranno un PIL di 5.000 miliardi e l’Italia con un PIL meno
che raddoppiato rispetto ad oggi non arriverà nemmeno a 3.000
miliardi di dollari, superata oltre che dai paesi già citati, anche
da Iran, Turchia, Vietnam, Corea, ai quali mi permetto di aggiungere
il Venezuela, non preso in considerazione dagli stregoni di Goldman
Sachs. Secondo miei calcoli, il Venezuela, prima che finisca questo
decenio entrerà nel club dei paesi con PIL superiore a mille
miliardi e nel 2050 avrà superato sicuramente il PIL italiano.
Insomma l’Italia, altro che grande potenza del G7, fra qualche
decennio sarà un anonimo paese di media classifica. Personalmente
credo che i dati di Goldman Sachs vadano rivisti al ribasso per le
attuali potenze occidentali e faccio questa affermazione basandomi
sul fatto che a 7 anni di distanza da questo studio, i paesi
emergenti crescono a tassi superiori a quelli previsti ed i paesi
occidentali a tassi inferiori. La crisi che sta vivendo l’Italia,
l’Europa e gli Stati Uniti, è più profnda di quello che poteva (o
voleva) immaginare Goldman Sachs nel 2005.
E’ d’obbligo porsi una domanda, perchè l’Italia
e l’Europa non hanno futuro?
La principale causa della crisi economica è dovuta
alla caduta del tasso di profitto; cadono i profitti nei paesi
altamente sviluppati ed il capitale, al fine di mantenere i tassi
raggiunti, va o verso la speculazione, o verso altri paesi. In Italia
per esempio, per decenni la FIAT è stata la più importante
industria del paese, che impiegava in maniera diretta o indiretta
milioni di italiani. Ebbene la FIAT sta chiudendo progressivamente
tutti i suoi impianti di produzione in Italia, perchè in altri
paesi, ad esempio in Brasile, produce con tassi di profitto più
alti. Piaccia o no, la FIAT chiuderà i suoi impianti in Italia! E’
la storia del capitalismo che si sviluppa in Europa, nel centro-nord
e quando i profitti cominciano a diminuire, il capitale va verso gli
USA; oggi il capitale sta lasciando anche gli USA, per posizionarsi
in paesi che garantiscono maggiori tassi di profitto. Nel 1929, ad
esempio, quando un capitalista investiva un dollaro in USA, dopo un
anno oltre al dollaro investito, aveva un guadagno di 70 centesimi;
oggi ad 83 anni di distanza il profitto è sceso di quasi la metà,
per cui il capitale va ad investire dove gli si garantisce tassi di
profitto superiori. Per fare un esempio concreto, lo scorso anno sono
passato da Roma ed ho notato che due dei più importanti negozi della
McDonalds (Pantheon e Corso Vittorio, dietro Piazza Navona) erano
chiusi; al contrario passeggiando nel centro di Caracas giorno dopo
giorno i McDonalds spuntano come funghi, ad ogni angolo della città!
Prima della grande crisi del 1873, la principale
potenza del mondo era l’Inghilterra; la causa della caduta
dell’Inghilterra fu precisamente la caduta dei tassi di profitto e
pertanto il capitale scelse gli USA. L’Inghilterra, dopo la caduta
dal piedistallo, ha continuato ad essere un paese importante, ma
ovviamente in decadimento. E’ quanto sta succedendo agli USA,
all’Europa ed in generale con tutti i paesi sviluppati. Il capitale
va verso paesi che garantiscono maggiori tassi di profitto ed
ovviamente i paesi anteriormente avanzati continuano ad esistere ed
avere un ruolo, ma il loro ruolo va progressivamente scemando.
A questo punto, prima di parlare delle misure che
andrebbero adottate, è necessario soffermarci a capire l’Europa
dei banchieri, di cui nessuno parla.
Che significa Europa dei banchieri?Partiamo dalla
Banca Centrale Europea (BCE). Chi è il proprietario della BCE? Sono
gli stati, i popoli europei? Niente affatto! I proprietari della BCE
sono le Banche Centrali Nazionali (BCN). La BCE è stata istituita il
primo giugno del 1998, in base al Trattato sull'Unione europea e allo
"Statuto del sistema europeo di banche centrali e della Banca
centrale europea" ed ha iniziato a funzionare il primo gennaio
del 1999 (vedasi
la normativa, direttamente nel sito della BCE).
I 27 paesi della Unione Europea, o meglio tutte le
BCN hanno sottoscritto il capitale di partecipazione, sia pure con
quote differenti; i paesi che non fanno parte dell’Euro, ossia le
loro banche centrali, non hanno diritto agli utili e non hanno
l’obbligo di corrispondere eventuali perdite. I principali
sottoscrittori, ossia i principali proprietari sono la Banca
Centrale Tedesca, con il 18,94% del capitale, la Banca d’Inghilterra
con il 14,52%, la Banca di Francia con il 14.22% e la Banca d’Italia
con il 12,50%; queste 4 banche controllano il 60,18%; se aggiungiamo
la Spagna arriviamo a circa il 70%; le altre 22 banche centrali si
spartiscono il restante 30% circa. Fin qui apparentemente niente di
strano, salvo il fatto che alla fine in Europa comandano solo e
sempre tedeschi, inglesi e francesi, con l’aggiunta di italiani e
spagnoli a fare da spalla. Chi è il
propietario, o meglio chi sono i proprietari delle banche centrali
nazionali? Per
esempio, chi è il proprietario della Banca d’Italia?
La maggioranza degli italiani ignora chi sono i proprietari della
Banca d’Italia e molti pensano che sia dello stato, del popolo
italiano! La Banca d’Italia, cosi come tutte le altre banche
centrali nazionali, è una impresa privata, una Spa, in cui i
proprietari sono altre banche.
La Banca d’Italia, per esempio, è posseduta
(vedasi
la partecipazione azionaria, direttamente nel sito della Banca
d’Italia) per oltre il 52% da Intesa San Paolo e Unicredit;
l’unica differenza rispetto ad una normale Spa, a parte qualche
formale meccanismo di controllo, sta nel fatto che alla maggioranza
del capitale non corrisponde la maggioranza dei voti; infatti i due
principali azionisti, pur detenendo la maggioranza assoluta del
capitale, hanno diritto solo al 20% circa dei voti. In ogni caso è
un problema da poco, visto che in realtà i proprietari sono: 5
imprese assicuratrici, 12 Banche Spa, 42 Casse di Risparmio Spa, 3
Banche cooperative e 2 Enti pubblici (l’INPS e l’INAIL, che
insieme sommano il 6% circa del capitale e l’8% circa de voti). In
conclusione la Banca d’Italia è un impresa privata di proprietà
delle banche e dei banchieri. Lo stesso succede con tutte le altre
banche centrali dei paesi della Unione Europea, cosi come negli USA e
nella stragrande maggioranza dei paesi del mondo. Per conseguenza i
proprietari della BCE sono le varie imprese bancarie Spa presenti nei
vari paesi della UE. La domanda dovrebbe sorgere spontanea, ma a
quanto pare a nessun politico e legislatore è mai venuta in mente:
quando una Banca centrale nazionale o la BCE deve prendere una
decisone di política economica importante, pensa agli interessi del
popolo, dei popoli o agli interessi dei propri azionisti? La risposta
è scontata ed è facilmente individuabile nei meccanismi creati ad
hoc nell’Unione Europea per favorire le banche private. Perchè
il Trattato di Lisbona ha previsto gli articoli 123 e 124?
Non credo esista argomento più esplicito di questo per capire il più
grande “conflitto d’interesse” esistente: in base agli articoli
123 e 124, è proibito qualsiasi aiuto, qualsiasi facilitazione
creditizia e qualsiasi acceso privilegiato alle istituzioni
finanziarie da parte degli organismo pubblici. Gli stati, in caso di
bisogno di denaro cosa possono fare? Possono emettere titoli di stato
ad un tasso d’interesse regolato dal mercato. Ma chi compra questi
titoli, ossia chi presta I soldi agli stati? Chi stabilisce i tassi
d’interesse nel mercato?
Le banche sono i principali acquirenti dei titoli di
stato, che li acquistano perchè i tassi di interesse, stabiliti dal
mercato, sono notevolmente superiori a tassi a loro riservati per
prendere soldi in prestito dalla BCE; in sostanza la BCE
stabilisce i tassi con cui presta i soldi alle banche private,
proprietari della BCE, ossia le banche stabiliscono i tassi con cui
prestare a se stessi i soldi ed ovviamente i tassi di interesse sono
bassissimi (oggi è 0,75%); però le banche prestano soldi agli
stati, ovvero acquistano titoli di stato con tassi di interesse che
possono arrivare al 20% ed oltre, come nel caso della Grecia, o al
5/6/7% nel caso dell’Italia o della Spagna! Se a tutto questo
aggiungiamo che chi contribuisce a formare il tasso d’interesse nel
mercato sono i giudizi negativi preparati dalle agenzie di rating,
cui pacchetti azionari spesso sono controllati dalle stesse banche e
assicurazioni. Questa è l’Europa dei banchieri.
Altro che conflitto d’interesse! Hanno creato un
meccanismo perfetto per favorire unicamente le banche, a danno dei
popoli: la BCE presta denaro alle banche private (che sono i veri
proprietari della BCE), stabilendo tassi d’interesse bassissimi e
queste a loro volta, in virtù della proibizione prevista per gli
stati di accedere al denaro della BCE, prestano i soldi agli stati ad
un tasso d’ interesse altissimo, stabilito dal mercato; a formare i
tassi di interesse nel mercato contribuiscono le stesse banche,
attraverso i giudizi delle agenzie di rating.
Nessuno ne parla e nessun media mostra la realtà
però.
Qui la risposta scontata: i
proprietari delle banche, o gruppi a questi vicini, sono spesso
proprietari anche dei media.
Europeanphoenix.com
Attilio Folliero, italiano, residente a
Caracas, laureato in Scienze Politica all'università "La
Sapienza", due corsi annuali post laurea alla Libera Università
San Pio V di Roma in operatore della Pubblica Amministrazione ed un
altro in Job Creation presso Elea SPa, società del gruppo Olivetti.
Nel 2001 si trasferisce in Venezuela, dove nel 2002, vince un
concorso presso il Consolato Generale d'Italia di Caracas; dopo due
anni di lavoro è licenziato, assieme ad oltre 400 funzionari
consolari sparsi nei differenti consolati italiani del mondo; da
allora inizia una lunga vertenza giudiziaria con il Ministero degli
Esteri, tuttora in corso. Dopo l'esperienza consolare riprende
l'attività di comunicatore sociale; fonda un sito web di grande
successo, collabora a programmi radiofonici e televisivi nelle piu
importanti reti nazionali del Venezuela lavora giornalistica;
contemporaneamente svolge attività d'insegnamento (lingua italiana
ed economia), in differenti istituti ed università di Caracas.
Attualmente è docente contrattato presso l'Università Militare di
Caracas (UMBV) e la facoltà di "Scienze delle comunicazioni"
(Escuela de Comunicacion social) dell'Università Centrale di Caracas
(UCV).
I post precedenti:
1)
Intervista al Prof E. Folliero la miseria prossima ventura dopo il colpo di Stato dei banchieri
2)
F, dal Cortivo intervista al Prof E. Folliero: quale giudizio su Mr Monti
3)
Intervista ad E. Folliero : ecco come si approprieranno di tutte le nostre ricchezze
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