I casi sono due: o siamo davanti ad una superficiale mancanza di professionalità crassa , o siamo di fronte a manifesta malafede, dovuta forse tra l'altro alla vulgata provincialotta per cui Francia uguale "cultura". In ogni caso c'è da vergognarsi si, di essere così rappresentati come una Italietta ignorante e acritica.
Non intendo entrare nel merito, le fuffe e le chiacchere son già tanto che aggiungerne è poco utile, spero che se ancora c'è chi sa leggere in questo infelice e dissennato Paese, legga e cerchi di capire, poi ognuno è padrone di pensarla come crede, ma nessuno è padrone di stravolgere le parole altrui
Traduzione letterale della parte di Intervista a Mons. Celestino Migliore,
Osservatore Permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite riguardante la
omosessualità- segue testo originale in
Francese
Da parte sua la Francia ha intenzione di presentare all'Onu una
proposta per chiedere la depenalizzazione dell'omosessualità nel mondo intero a
nome dei 25 Paesi dell'Unione Europea. Come reagisce a questa proposta?
Tutto ciò che va in favore del rispetto e della tutela delle persone fa
parte del nostro patrimonio umano e spirituale. Il Catechismo della Chiesa
cattolica, dice, e non da oggi, che nei confronti delle persone omosessuali si
deve evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione. Ma qui, la questione è
un'altra. Con una dichiarazione di valore politico, sottoscritta da un gruppo
di paesi, si chiede agli Stati ed ai meccanismi internazionali di attuazione e
controllo dei diritti umani di aggiungere nuove categorie protette dalla
discriminazione, senza tener conto che, se adottate, esse creeranno nuove e
implacabili discriminazioni. Per esempio, gli Stati che non riconoscono
l'unione tra persone dello stesso sesso come "matrimonio" verranno
messi alla gogna e fatti oggetto di pressioni.
La Dichiarazione Universale dei diritti dell'uomo è stata approvata nel
1948 dai 58 Stati membri che costituivano all'epoca l'Assemblea Generale delle
Nazioni Unite. L'Onu conta oggi 192 Stati membri. Di conseguenza la Dichiarazione del
1948 deve essere modificata dopo 60 anni?
E' vero che il numero dei paesi è più che triplicato dal momento dell'adozione
della Dichiarazione universale. Tuttavia, è anche vero che tutti gli altri, man
mano che sono entrati a far parte dell'Onu, hanno egualmente adottato il testo,
impegnandosi a informare dei suoi dettami le proprie Costituzioni e leggi. Per
cui, oggi, la
Dichiarazione è patrimonio dell'umanità. Che essa enunci
principi uguali per tutti, non va affatto contro il pluralismo di culture,
tradizioni, filosofie e religioni. Il successo dei redattori della
Dichiarazione fu quello di aver potuto mettersi d'accordo in tempi non troppo
lunghi su un testo comune, proprio perché convinti che esistono principi così
fondamentali da essere presenti in tutte le culture e civiltà. Dire che i
diritti umani sono universali non esclude un sano pluralismo nella loro
attuazione. Gli estensori della Dichiarazione furono accorti nel predisporre un
testo abbastanza flessibile per permettere sfumature diverse di accenti e
attuazione, ma per niente malleabile ad un approccio selettivo.
Agence I.MEDIA - 1er décembre 2008 –
……Pour sa part, la
France a l'intention de présenter à l'ONU un projet de
déclaration pour demander la dépénalisation de l'homosexualité dans le monde
entier, au nom des 25 pays de l'Union européenne. Comment réagissez-vous à
cette proposition ?
Tout ce qui est fait en faveur du respect et de la protection des personnes
fait partie de notre patrimoine humain et spirituel. Le Catéchisme de l'Eglise
catholique affirme, et cela ne date pas d'hier, qu'il faut éviter toute forme
injuste de discrimination contre les homosexuels. Mais ce n'est pas là la
question. Dans une déclaration ayant une valeur politique et signée par un
groupe de pays, il est demandé aux Etats et aux mécanismes internationaux
d'application et de contrôle des droits de l'homme d'ajouter de nouvelles
catégories devant être protégées contre la discrimination, sans tenir compte
que, en cas d'adoption, elles créeront de nouvelles et terribles
discriminations. Par exemple, les Etats qui ne reconnaissent pas l'union entre
personnes du même sexe comme 'mariage' seront mis au pilori et feront l'objet
de pressions.
La Déclaration universelle des droits de l'homme a été adoptée en 1948 par les
58 Etats membres qui constituaient alors l'Assemblée générale des Nations
unies. L'ONU compte
aujourd'hui 192 Etats membres... En conséquence, la déclaration de 1948
doit-elle être modifiée 60 ans plus tard ?
Il est vrai que le nombre de pays a plus que triplé depuis l'adoption de
la Déclaration
universelle. Cependant, il est également vrai que tous ceux qui sont entrés peu
à peu à l'ONU ont, de la même façon, adopté le texte, s'engageant à introduire
ses préceptes dans leurs propres constitutions et lois. C'est pourquoi,
aujourd'hui, la
Déclaration universelle des droits de l'homme fait partie du
patrimoine de l'humanité. Le
fait qu'elle énonce des principes qui s'appliquent à tous ne va absolument pas
contre le pluralisme des cultures, des traditions, des philosophies et des
religions. Les rédacteurs de la
Déclaration ont réussi à se mettre assez rapidement d'accord
sur un texte commun, précisément parce qu'ils étaient convaincus qu'il existe
des principes fondamentaux au point d'être présents dans toutes les cultures et
toutes les civilisations. Affirmer que les droits de l'homme sont universels
n'exclut pas un pluralisme sain dans leur application. Les auteurs de la
déclaration sont parvenus à mettre au point un texte suffisamment flexible pour
permettre différentes nuances d'accents et d'application, mais en rien
adaptable à une approche sélective.
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