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Marista
HomeArticoli Italiani mammoni ma chi bada ai genitori anziani?
Ricevimento di Napolitano al Quirinale, è tempo di sacrifici per tutti... un panino e via , siamo paese d'emigranti, si risparmia qui! ( marista)
La Cancellieri spara a zero: ma è fuori del mondo
Il governo continua con l’insulto gratuito e libero. Gli italiani? Sono
sfigati, monotoni e mammoni. Ma queste sono chiacchiere di chi dispone
di laute entrate mensili e non capisce le reale esigenze di un paese in
cui vi sono stipendi al limite della sussistenza, tasse elevate e zero
servizi .
Di Nadine Federici
Il ministro dell'Interno, Anna Maria Cancellieri deve essere
ribattezzata Maria Antonietta Cancellieri visto che dimostra di non
essere a conoscenza delle condizioni in cui versano i suoi sudditi.
Intervistata dal TgCom24, la svampita ministra definisce gli italiani
come "fermi al posto fisso nella stessa città, di fianco a mamma e
papà": insomma degli inguaribili mammoni.
L’attuale governo supera il fu Padoa Schioppa e i suoi bamboccioni e oramai insulta la cittadinanza almeno una volta a settimana. Ha cominciato il figlio di papà Martone: non proprio discendente di operai, ha detto che gli italiani che impiegavano troppo tempo a laurearsi erano degli “sfigati”. Dopo aver fatto retro marcia specificando che non voleva riferirsi a coloro che avevano avuto problemi economici, familiari o di salute ci ha pensato direttamente il premier a dire fesserie alla Berlusconi. Il posto fisso? È monotono. Il popolo della Rete non c’ha pensato due volte e ha subito risposto con immagini, status su Facebook e cinguettii su Twitter facendo notare che le banche, per accordare un prestito preferirebbero i monotoni col posto fisso. Allora Monti, non pago, ne tira fuori un’altra: i giovani? Se ne vadano dall’Italia. Che dire: un conto è la chiacchiera da bar, mentre altra cosa è quella che puzza come l’ammissione indiretta del fallimento del paese fatta direttamente da presidente del Consiglio.
Ora è il momento della Cancellieri che nel tentativo - assai goffo- di difendere il premier l’ha fatta fuori del vasino. "Monti ha voluto sdrammatizzare, non è stato fatto per mancanza di rispetto verso nessuno". Ma è un fatto che "il mondo moderno ha grande esperienza di mobilità", mentre "noi viviamo nella cultura del posto fisso", in un periodo storico in cui "il mondo sta cambiando, come avviene nei paesi emergenti". E quindi? Quindi basta stare "fermi al posto fisso nella stessa città, di fianco a mamma e papà".
Pronta la risposta della Rete della conoscenza, un network promosso dall’Unione degli studenti e Link-Coordinamento universitario. A detta degli studenti, infatti, il governo "ogni giorno insulta e si fa beffe di milioni di italiani, insultandoli con presunzione, dimostrando di non conoscere affatto la realtà del Paese".
In un certo senso hanno ragione entrambi, Cancellieri e studenti.
L’Italia è un bellissimo paese se si è giovani, si hanno abbastanza soldi e si è sani. Fino a ora l’indipendenza è stata raggiunta in maniera fasulla, da chi se lo poteva permettere. Molti lasciano la casa dei genitori, solo perché questi pagano loro l’affitto. A Roma, per esempio, un posto letto in condivisione costa (in nero) circa 500 euro al mese e non si parla di appartamenti in condivisione nel centro storico. A questi devono essere aggiunti i costi delle bollette e le spese per la sussistenza. Ecco che il giovane che lasciasse la casa dei genitori, in un modo o nell’altro, avrebbe bisogno dell’aiuto degli stessi. Se il ragazzo è fortunato guadagnerebbe 800 euro al mese, da cui dovrebbe far uscire l’affitto del posto letto e le bollette. Ecco allora che per cucinarsi un piatto di pasta due volte al giorno sarebbe necessario l’aiuto di mammà che spesso fanno la spesa al rampollo. Questa non è indipendenza. Criticare una parte di italiani solo perché non dispongono di genitori che li mantengano fuori casa pensando che la vera indipendenza sia un papà che firma un contratto d’affitto per il figlio è penoso e ridicolo. Stessa cosa può essere detta di chi fa distinzioni assurde fra italiani che non sono in grado di comprarsi casa e italiani che vanno ad abitare dentro gli immobili dei genitori o chiedono un mutuo facendo affidamento sulla busta paga dei genitori. Ancora: coloro che si fanno aiutare economicamente da mamma e papà per il mantenimento dei figli non possono essere definiti davvero indipendenti e sarebbe sbagliato fare una distinzione fra chi gioca ad avere una famiglia e chi invece non se la può permettere.
Altra questione è quella del rimanere a vivere vicino ai genitori. L’età media sta aumentando, ma non tutti hanno i soldi per una badante, da pagarsi in nero o peggio in regola. Chi avesse madri e padri anziani e poca disponibilità economica, dovrebbe rimanere per forza ad abitare vicino a questi allo scopo di assisterli durante la vecchiaia. Quindi: ha ragione la signora Cancellieri, per carità, ma quale sarebbe la soluzione che propone per contrastare queste abitudini che nascono dalle necessità e dalle lacune di uno Stato perennemente assente? In Francia, ad esempio, esiste un servizio di baby sitter comunali che sopperiscono al basso numero di asili nido: il servizio è destinato solo a genitori che lavorano, quindi una mamma disoccupata non avrebbe diritto a tale servizio. L’Italia è un paese vecchio anche (ma non solo) perché spesso è difficile badare a dei figli se si deve già curare i genitori. Servirebbero, a questo punto, delle badati statali alla francese, perché non tutti possono permettersi costosi servizi privati proprio in virtù di una diminuzione del potere di acquisto di stipendi già bassi e a fronte di tasse sempre più esose nonostante un welfare ogni giorno più assente e qualitativamente scarso. Le pensioni minime non possono certo bastare se si vuole che i figli si allontanino dalla città in cui vivono i genitori. Ma non bastano nemmeno i mille euro al mese degli stipendi dei figli precari, per pagare una badante anche solo in nero, senza contributi e assicurazione: figuriamoci ora che si inasprisce la lotta all’evasione fiscale e in cui il pagamento dei contributi è d’obbligo. Allora? Quale sarebbe la soluzione della Cancellieri? Un figlio (ingiustamente definito mammone) che si vedesse costretto a badare ai genitori dopo una giornata di lavoro, magari prima di far ritorno a casa dalla propria famiglia, come potrebbe mai allontanarsi se avesse a disposizione solo 500 euro di pensione del genitore e mille euro di stipendio?
Sarebbe bello avere una risposta a questa domanda.