I PUNTI OSCURI DI EQUITALIA ( da finanzanostop )
Vediamo come la cosa è un costo ed
un pericolo per il contribuente: la creazione di questo ente ha
portato ad un aumento della pressione fiscale, infatti essendo a
capitale pubblico ha un costo di gestione (più enti più costi).
Se avrà un attivo di bilancio saranno
i cittadini con le loro tasse ad averlo realizzato, se avrà un
passivo saranno i cittadini con le loro tasse a doverlo risanare.
La proprietà è di due “agenzie”
pubbliche che, per quanto attiene alle loro riscossioni, sono in
esemplare conflitto d’interessi.
Esempio pratico dell’aumento
della pressione fiscale e del conflitto d’interessi: negli anni
passati l’INPS comunicava ad un commerciante che dimenticava il
pagamento di una rata, un avviso bonario con la richiesta del saldo e
l’aggiunta degli interessi, il tutto prima di provvedere ad azioni
onerose per entrambi. Oggi, il contribuente che dimentica il
pagamento di una rata si vedrà recapitata dall’Equitalia una
cartella di pagamento con l’importo dovuto e l’aggiunta degli
interessi (come avveniva prima), ma con l’aggravio dell’aggio di
riscossione per l’esattore (circa il 5% dell’importo totale in
più, il 9% in caso di ulteriore ritardo). In questo caso il
creditore è anche esattore. Vediamo come un ente in conflitto
d’interessi (INPS) così facendo aumenta la pressione fiscale su
quel cittadino del 5% o più, fino al 100% e oltre: é usura di
stato.
Vediamo cosa
accade se il contribuente paga la cartella esattamente un anno dopo:
4% annuo all’ente impositore 6,8358%
annuo interessi di mora 0,615% annuo all’agente della riscossione
(cioè, il 9% sugli interessi di mora, pari al 6,8358% annuo); totale
interessi pari all’11,4508% annuo. Dobbiamo aggiungere la sanzione
amministrava del 30% e l’aggio nella misura del 9% per un totale
del 50,4508%. Probabilmente alcuni usurai sono meno onerosi.
Se nel frangente Equitalia avrà
iscritto un’ipoteca o un fermo amministrativo i costi di accensione
e chiusura saranno a carico del debitore e si aggiungeranno al
montante, facendo lievitare la spesa totale oltre il 100%. (i costi
per le trascrizioni nei registri sono altre tasse da pagare allo
Stato).
Questo caso evidenzia come nella migliore delle ipotesi,
quella della buona fede dell’ente, il cittadino sia comunque
taglieggiato; non parliamo di evasori fiscali, ma di contribuenti che
hanno dichiarato i propri redditi ed hanno semplicemente saltato un
pagamento per errore o per necessità dovuta alla contingenza
economica, malattia ecc.
I signori del fisco infatti
mettono nelle statistiche ed intendono evasori anche quelli che hanno
dimenticato una rata o che l’hanno pagata in ritardo, al solo fine
di giustificare azioni di recupero immorali e sproporzionate.
Molte tasse ed imposte devono
essere pagate in anticipo dai contribuenti, significa che lo Stato
obbliga alcune categorie ad un prestito forzoso in suo favore. Se non
riesco a pagare l’acconto iva (perché non ho denaro da prestare
allo stato), al momento in cui avrò incassato la tassa verserò il
50% in più di quanto dovuto. Ciò anche in caso di errore di
conteggio dell’importo dovuto: in questo caso l’unica via é un
costoso ricorso giudiziario (la letteratura giuridica dimostra che,
in caso di errore, il cittadino vince molto spesso la causa).
Fare
causa costa. La classe politica negli anni ha emanato norme e leggi
che diminuiscono fortemente le facoltà di difesa del cittadino
contro le richieste economiche sempre maggiori dello Stato,
costringendo i cittadini a pagare somme non dovute per evitare danni
irreparabili al proprio patrimonio, spaventati dalla possibilità di
un infruttuoso ricorso.
La vera ed illegittima forza di
Equitalia sta nella legge di riferimento per la riscossione (art. 17
comma 1 del d.lgs 112/1999) con la quale si autorizza l’ente
esattore a richiedere maggiori somme comprese tra il 4,65% ed il 9%
della somma dovuta.
E’ da evidenziare che anche l’aggio
è considerato una parte integrante della tassa da pagare.
L’iscrizione a ruolo consegnata agli agenti esattori Equitalia
costituisce titolo esecutivo per procedere alla riscossione, questo è
un “privilegio” ed una disparità di trattamento dai normali
cittadini, che per vedere un proprio credito diventare esecutivo
devono passare dal magistrato per la verifica (terzietà ed
imparzialità nel giudizio). Il titolo esecutivo è sufficiente per
procedere ad esecuzione forzata sui beni del debitore (ipoteca, fermo
amministrativo, pignoramento ecc.), ma nel caso in cui sia
Equitalia a procedere contro un contribuente, il credito è solo
presunto.
Con il D.L. n. 78/2010 convertito
con la Legge n. 122/2010 il legislatore ha rafforzato ulteriormente
le procedure di riscossione. In sostanza per gli accertamenti
notificati dopo il 1 luglio 2011 non sarà necessaria nemmeno
l’iscrizione a ruolo e l’emissione della cartella di pagamento,
sarà sufficiente la comunicazione dell’ente impositore. “l’agente
della riscossione procede ad espropriazione forzata con i poteri, le
facoltà e le modalità previste dalle disposizioni che disciplinano
la riscossione”.
Perchè non
viene considerato il fatto che spesso il credito vantato dallo Stato
è diventato insostenibile da parte del debitore grazie al meccanismo
“usuraio” evidenziato in precedenza
Come avviene nell’usura si rischia di
perdere tutto in presenza di un modesto debito lasciato pendente. Ma
l’usuraio in questo caso non può essere denunciato. Questa é
l’usura di stato.
Con questa simpatica legge viene
inasprita inoltre la condanna penale e la soglia per la quale si
considera “la sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte di
chi aliena i propri beni con l’intento di sottrarli al fisco”.
Se
il contribuente debitore di tributi (comprese spese, aggio ecc) ha
venduto una casa per pagare i fornitori e non ha più sostanze e beni
per il fisco, può essere accusato, lo stesso se ha versato del
denaro in un fondo pensione ecc. Chi andrà a comprare un bene del
valore superiore ad Euro 3.000 euro + iva, si vedrà chiedere dal
negoziante un documento ed il codice fiscale. Il commerciante infatti
sarà obbligato a registrare il CF dell’acquirente e a comunicare i
dati dell’acquisto all’Agenzia delle Entrate. Un aggravio
ingiustificabile di costi per gli esercenti ed una inaccettabile
invasione della privacy dei cittadini.
Viene portata inoltre a
1.000 euro la soglia per l’utilizzo del denaro contante e dei
titoli al portatore (assegni bancari e circolari, libretti bancari e
postali), con inasprimento delle relative sanzioni.
Soglia in palese contraddizione con
la norma citata in precedenza; se sono comunque segnalato perché non
posso pagare come preferisco?
Attraverso
il meccanismo innescato col il D.L. n. 78/2010, l’arma di
Equitalia, é possibile perdere tutto, solo per non aver fatto in
tempo a presentare un ricorso, anche nel caso le richieste fiscali
siamo completamente inventate.
La situazione é ancora peggio di
così. Con queso D.L. Viene prevista ed incentivata la partecipazione
dei Comuni alle attività di accertamento tributario, mediante
segnalazioni o tramite la trasmissione di informazioni che possano
consentire di individuare fenomeni di evasione fiscale e
contributiva, con il riconoscimento agli stessi di una quota pari al
33% delle maggiori somme accertate ed effettivamente riscosse. Dopo
quello che abbiamo visto con la truffa degli autovelox …possiamo
aspettarci di tutto. Pure i Comuni ci danno ora la caccia.
L’
Estorsione di Stato di Equitalia é quindi dovuta ai dispositivi di
legge in vigore, grazie ai quali può iscrivere a ruolo qualsiasi
tipo di credito: reale o inventato. Tanto loro lo sanno che molti
cittadini pagano anche quando le richieste sono “pazze”. Gli
italiani pagano lo stesso, non perché sono così scemi, ma perché
si sanno fare due conti: costo del ricorso, avvocato, tempo
necessario a vincere (dai 2 ai 10 anni) rischio di ulteriori sanzioni
accessorie…Inoltre il debito erariale è comunque immediatamente
esigibile, anche in presenza del ricorso giudiziario. Non sempre i
giudici concedono la sospensiva e quasi mai viene concessa in tempo
per evitare l’esecuzione forzata sui beni del debitore
(pignoramenti, ipoteche, fermi amministrativi).
Esempio: un
professionista che ha una ditta con fido bancario ed autocarro, prima
di vedere vinte le sue ragioni nei tribunali per un importo non
dovuto di soli 3000 Euro, vedrà il proprio mezzo fermato “con le
ganasce fiscali”, dovrà noleggiare (non comprare per evitare la
stessa sorte) un mezzo uguale e si vedrà richiedere indietro il fido
dalla banca dopo l’accensione di un’ ipoteca da parte di
Equitalia. La vittoria giudiziaria non arriverà prima di 5 anni, le
spese sempre se saranno liquidate in sentenza, non copriranno nemmeno
il costo del legale. Il ricorso porta ad una spesa pari a oltre 5
volte l’importo non dovuto richiesto. Le spese che Equitalia
sostiene per le liti: avvocato, sentenza di condanna, cancellazioni,
sono a carico della fiscalità generale, quindi in quota allo stesso
contribuente cornuto e mazziato.
Il conflitto di interessi in
Equitalia
Noi tutti, quando parliamo di
Equitalia facciamo subito riferimento all’Agenzia delle Entrate,
con il colpevole silenzio di tutti gli organi di stampa, politica e
lo stesso governo, che manda in avanscoperta e tutela dei propri
interessi il Dott. Befera, qui sotto parlerò anche dell’altro
socio di Equitalia, ovverossia l’INPS.
Nel silenzio generale di tutti, nella
situazione di grave crisi e della scure di Equitalia ci sono anche le
somme dovute a questo Ente previdenziale che tutti conosciamo.
Ebbene del
conflitti di interessi che ha questo Ente in Equitalia, nessuno ne
parla.
Un conflitto di interessi in carne
e ossa, di cui è protagonista Antonio Mastrapasqua, numero
uno dell’Inps, un vero e proprio “re degli incarichi” come lo
chiamano in molti. La sua figura viene criticata da più parti da
qualche tempo a questa parte, soprattutto da quando il decreto Salva
Italia ha accorpato l’Inpdap e l’Enpals nello stesso ente
previdenziale, conferendo a Mastrapasqua ulteriori poteri, ma
soprattutto stipendi.
E non c’è dubbio che la nuova nomina
nei suoi confronti accentuerà la discussione;
il presidente dell’Inps sarà anche il titolare e punto di
riferimento di Idea Fimit, società di gestione del risparmio che era
alla ricerca di un personaggio che sostituisse il dimissionario Paolo
Crescimbeni. La società ha appena un anno di vita, ma
l’incorporazione citata in precedenza ha reso necessario l’incarico
di Mastrapasqua, visto che Enpals e Inpdap sono azionisti della
stessa Idea Fimit.
Si è persa ormai la conta di ruoli da
presidente e presenze in consiglio di amministrazione, con la novità
odierna dovremmo essere arrivati a quota 25 (in precedenza erano ben
cinquantacinque, poi si sono ridotti), per l’appunto un
conflitto di interessi di dimensioni spaventose.
Tanto più che pare che tanto potere abbia spinto il maxi-dirigente a
cimentarsi nell’invio di tantissime ingiunzioni di pagamento
ingiustificate per alcuni mancati versamenti, senza andare a
verificare se gli avvisi stessi fossero fondati o meno.
Il senatore Elio Lannutti, il quale è
anche presidente dell’Adusbef, sta lamentando questa situazione
grave e paradossale da tempo, soprattutto i metodi di ingiunzione,
definiti pesanti ed estorsivi.
Ma in quali enti e società primeggia
il nome di Mastrapasqua? La presidenza dell’Inps è soltanto quella
più prestigiosa, ma si possono annoverare anche quelle di Equitalia
Gerit, Equitalia Etr e Equitalia Esatri, controllate dalla famigerata
Equitalia, senza dimenticare i ruoli da vicepresidente all’interno
di Equitalia Nomos e gli incarichi come liquidatore, revisore dei
conti, presidente dei collegi sindacali e consigliere semplice. I
cittadini vanno tutelati e una figura così controversa mette
sicuramente paura.
La strana situazione di Torino. Nelle sedici
società satellite dell’agenzia che curano le riscossioni in sede
locale, ci sono diversi ex politici. Anche il deputato pdl Marco
Milanese, imputato nella storia della P4, vi ha sistemato alcuni suoi
amici
Come racconta l’avvocato Alberto Goffi (l’udc piemontese
che da tempo denuncia gli abusi dell’agenzia), l’implacabile
macchina da guerra Equitalia porta dentro di sé diversi conflitti
d’interesse. La presidente di Equitalia Nomos (la struttura
sovrintende Torino e provincia, ora inglobata in Equitalia Nord) è
Matilde Carla Panzeri. Già funzionario della Banca d’Italia, oggi
la Panzeri è presidente di una società pubblica che cura il
recupero dei crediti dello Stato e degli enti locali. Ha quindi
possibilità di accesso alle informazioni sullo stato patrimoniale
dei torinesi, sulla solvibilità degli imprenditori della provincia e
– tra l’altro – negli ultimi quattro anni la Panzeri
attraverso i suoi dirigenti ha firmato 43mila ipoteche sulle case di
Torino e il suo hinterland. La manager, però, dal 2008 è anche
presidente di una società privata, la Npl spa (sede a Milano), che
cura per statuto l’acquisizione di immobili, la riscossione di
crediti in sofferenza, il finanziamento terzi, ed è leader nella
cartolarizzazione dei crediti bancari. Solo la disponibilità dei
dati pubblici, si comprende, è un chiaro vantaggio per una società
privata, in questo caso la sua Npl
Alcune inchieste
giornalistiche e di magistratura hanno già messo in evidenza come
spesso nei consigli di amministrazione delle società satellite di
Equitalia (oggi in via di scioglimento) vi siano ex politici che
controllano come nel collegio di riferimento i controlli fiscali non
siano troppo serrati. L’inchiesta della Procura di Napoli sulla P4,
poi, ha rivelato come il braccio destro di Giulio Tremonti, il
deputato pdl Marco Milanese, ha usato anche la società pubblica di
riscossione per sistemare uomini a sè vicini. Tra questi, Guido
Marchese, commercialista del sindaco di Voghera Carlo Barbieri (Pdl).
Marchese è stato figura di riferimento in Equitalia Esatri (la
struttura che cura la riscossione a Milano e provincia). Entrambi, il
sindaco di Voghera e il suo commercialista Marchese, oggi sono agli
arresti domiciliari per corruzione (l’inchiesta, appunto, su
Milanese).
E spulciando negli elenchi del personale di Equitalia,
si scopre che dal 2008 vi lavora Flavio Pagnozzi, figlio del
segretario generale del Coni, Lello. Più o meno nello stesso
periodo, ai servizi legali del Comitato Olimpico è stato
contrattualizzato Marco Befera, figlio di Attilio. Potrebbe sembrare
un caso di “assunzioni incrociate”.
Le ovvie conseguenze della cecita’
del governo e dell’insensibilita’ dei soci di Equitalia
Sentiamo
giornalmente episodi di suicidio ed attacchi ad Equitalia, senza che
il Governo, i proprietari di Equitalia ed i Politici approfondiscano
i motivi alla base del dramma, o lo fanno in modo superficiale.
In
un quadro come questo (che in questo periodo di crisi “nera” è
frequentissimo) ovvero dinnanzi all’impossibilità di far fronte
alle spese “ordinarie”, le richieste di pagamento da parte di
Equitalia (che in base alle normative recentemente può pignorare e
svendere all’asta le case dopo soli 2 mesi dall’ingiunzione)
costituiscono la definitiva rovina. Uno stato serio dovrebbe aiutare
le aziende a superare le difficoltà, per esempio
dilazionando/posticipando il pagamento delle tasse.
Dovrebbe
essere nell’interesse dello stato aiutare la loro “sopravvivenza”,
visto che se chiudono perdono definitivamente gettito fiscale (e
posti di lavoro). Ma invece accade l’esatto opposto. Lo stato, che
negli anni ha devoluto alle aziende come la FIAT capitali immensi,
provento delle tasse imposte ad aziende come questa, che contribuisce
ad affossare.
Suicidi, ma non solo. Anche senza arrivare a
tanto, sono centinaia di migliaia i cittadini che non vivono
tranquilli, perché riescono a far fronte alle cifre richieste dagli
“strozzini di stato”.
Equitalia non vuole storie: pretende
soldi anche da chi non ce li ha, e come se non averceli fosse una
colpa, punisce i “malcapitati di turno” con penali e tassi di
interessi assurdi, tali da raddoppiare l’importo dovuto in breve
termine. Bastano cifre modeste per far scattare il fermo
amministrativo dell’automobile del “debitore”, rendendo così
impossibile, in alcuni casi, persino recarsi al lavoro. E se
qualcuno, nell’impossibilità di farne a meno, si azzarda a usare
il mezzo sequestrato, scattano sanzioni persino più alte
dell’importo dovuto!
A causa di queste vessazioni, moltissime
persone cadono nel tunnel della depressione, non dormono la notte,
come se non bastassero i problemi economici a minarne la serenità!
Il 26 Febbraio 2012 un europarlamentare del gruppo PPE (partito
popolare europeo) ha presentato una “interrogazione scritta” alla
commissione: “oggetto: crescenti episodi di “suicidi per
insolvenza” da parte di imprenditori“. Ecco la risposta della
commissione, datata 19 Aprile 2012, che prometteva di aver intrapreso
e di star intraprendendo interventi in questa direzione di cui non si
è visto l’ombra, un anno dopo.
Per un debito di 10.000 Euro
arrivano a togliere dieci volte tanto: non si tratta di un “esempio
esagerato” ma della PURA REALTA’: il meccanismo lo abbiamo
illustrato in questo articolo.
Una vera e propria persecuzione di
stato. MAGARI FOSSERO COSI’ INTRANSIGENTI CON I “GRANDI EVASORI”…
che spesso “contrattano” e riescono a pagare una parte modesta
del dovuto.
Questa situazione colpisce più persone di quante si
possa immaginare: è difficile percepirlo, poiché GRAZIE AL MODELLO
CULTURALE IMPOSTO DAI MASS MEDIA, CHI HA PROBLEMI ECONOMICI SI
VERGOGNA DI AVERLI. Come se avere problemi a causa della crisi CHE
HANNO CAUSATO LORO, fosse “qualcosa di cui vergognarsi”. Basta
pensare che nella sola provincia di Lucca, secondo i dati del
Codacons, sono più di 22.000 le cartelle esattoriali spedite ai
cittadini per capire quanto questo fenomeno allarmante sia diffuso.
Probabilmente la maggioranza di loro è riuscita a pagare: ma alcune
migliaia sicuramente no.
Non riescono a pagare 5 e loro
gli chiedono 7: poi 8, infine 10. E poi SVENDONO i beni all’asta.
Svendono, non vendono. Perché una casa che vale 200.000 Euro (che
con gli interessi del mutuo è stata pagata 350.000) viene svenduta
all’asta per poche decine di migliaia di Euro.
Il problema
riguarda prevalentemente piccoli imprenditori, artigiani e
commercianti: per chi lavora “in proprio” spesso cessare la
propria attività, significa aver contratto debiti. In alcuni casi
invece, è proprio Equitalia a dare il “colpo di grazia” alle
aziende che riescono ad evitare la chiusura “sul filo di lana”.
Ma le vessazioni non riguardano solo gli imprenditori. Nella rete di
Equitalia ci finiscono anche lavoratori dipendenti non in regola con
i pagamenti dell’Irpef (magari a causa di un errore del
commercialista che fa le buste paga) e tutti coloro che, a qualsiasi
titolo, devono qualche cosa allo stato.
A Ottobre 2011 il governo
Berlusconi ha persino aumentato i poteri di Equitalia, che adesso può
pignorare e svendere una casa all’asta a distanza di appena 2 mesi
dal procendimento. PDL e Lega Nord hanno fornito nuove armi a
equitalia, in barba alle promesse fatte agli elettori. Tra l’altro
a Giugno 2011, tre mesi prima dell’approvazione di questa legge, in
occasione del “raduno di Pontida” i dirigenti leghisti avevano
promesso di porre un freno ad equitalia ai militanti leghisti che lo
chiedevano a gran voce. Matteo Salvini, in un’intervista del 20
Giugno 2011, parlava di strozzinaggio: evidentemente riconoscere che
si tratti di strozzinaggio non basta per indurli a ripristinare una
situazione di democrazia: anzi, hanno inasprito le regole…
dopotutto – siamo pronti a scommettere – che a casa Salvini (e di
tutti i politici vicini al governo) le “cartelle esattoriali” non
sono arrivate.
Quello che suscita ancora più indignazione, sono
poi alcuni “particolari” riguardanti l’agenzia:
Nei mesi
scorsi, emerse un vero e proprio scandalo: una società che comprava
(a prezzi stracciati) le case svendute all’asta, era di proprietà
di una manager di equitalia. Un conflitto di interessi gravissimo,
nonostante ciò la notizia non ha trovato spazio sulla maggior parte
dei giornali: per non parlare della TV, dove non ha trovato la minima
menzione.
E’ di qualche tempo fa la notizia – che
ovviamente, come al solito, non è stata diffusa dai media – che
Equitalia a Torino ha acquistato un vero e proprio palazzo di lusso,
vincolato dal ministero dei “Beni Culturali” per la “modica
cifra” di 31.000.000 di Euro, di cui 29 milioni 920 mila per
l’acquisto dello stabile e un altro milione per aggiudicarsi 45 box
auto destinati ai dirigenti, a cui forniscono un garage privato per
ciascuno.
SVENDONO LA PRIMA CASA AI
CITTADINI E FANNO CHIUDERE LE AZIENDE INSOLVENTI PER ACQUISTARE
LUSSUOSE SEDI? EVIDENTEMENTE, SI!
Vorrei potervi dire
quanti soldi spende globalmente questa “agenzia” per il
“mantenimento” di se stessa: dall’acquisto delle sedi, alle
eventuali “auto di servizio”, fino agli stipendi di dipendenti,
manager, responsabili vari e impiegati: purtroppo però, nonostante
tante ricerche fatte non sono in grado di dare una risposta a questo
quesito……….. e di questo vi chiedo umilmente venia !!
E’
praticamente impossibile fare i conti in modo preciso, come per la
politica. Forse queste risposte dovrebbero darcele le molte testate
giornalistiche che vivono di finanziamenti pubblici, che in alcuni
casi non sarebbero necessarie per la loro sopravvivenza, visto che
alcune hanno ottimi introiti pubblicitari. Ma considerando l’importo
speso da Equitalia per comprare una sede a Torino, è facile
immaginare che buona parte dei soldi che “recuperano” rovinando
le famiglie, vengano bruciati per il mantenimento della struttura
organizzativa.
Lo stipendio dell’Amministratore Delegato di Equitalia, Attilio
Befera, ammonta a 456.733 Euro all’anno.
Fonte agenzia delle
Entrate
Ps: a questi 4 soldi vanno aggiunti altri 300.000 e passa
mila euro come direttore dell’Agenzia delle Entrate.
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1. Chiarissimo Scritto da Anna
\n Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo
' target='_blank'>, il 18-03-2013 23:35 Tutto vero quello che avete scritto, ma la cosa sconvolgente è che non si può fare niente. Un debito con equitalia di 130.000,00 con procedura di vendita all'asta di un capannone è diventato di € 158.000,00 rateizzato per due volte e avendo pagato nell'arco di sei anni € 88.000,00. Non potendo pagare per mancanza di lavoro 4 giorno sono arrivate le notifiche e siamo ancora a 137.000,00. con sicuramente la vendita all'asta dell'unico bene che abbiamo la nostra azienda, nata nel 1974.Scusate il mio sfogo e vi ringrazio delle informazioni. Anna
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3. Tutto chiaro. Scritto da Alvaro, il 23-05-2012 08:05 Ciao Maria Stella, il tuo articolo e' esattamente quello che volevo dire, in parole povere molto povere io, l'ultima volta che ho' postato nel tuo blog. Volevo mettere in evidenza, cosa che tu hai fatto benissimo, che Equitalia societa' e' l'ultimo anello della catena e che lei agisce in nome e per conto dell'INPS, e dello stato in generale. Quindi il problema non e' Equitalia in valore assoluto, ovvero la societa' Equitalia, ma lo Stato di poco diritto che ci troviamo a dover sopportare che si nasconde dietro a quel nome. La storia di quel mio amico non e' ancora finita e un giorno, se potremo di nuovo incontrarci, te la raccontero' per intero perche' l'INPS, e qui smetto perche' mi sta venendo il voltastomaco quindi preferisco andare a dormire visto che qui sono le 02,05am. Ciao Alvaro.
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4. Ringraziamento Scritto da Samuele, il 18-05-2012 11:47 Grazie per l'articolo. Mi stupisce sempre che queste cose non vengano mai dette o pubblicizzate amiamente. Le dobbiamo sapere tutti. E' nostro dovere di cittadini e speriamo che alle prossime elezioni finalmente si cambi radicalmente tutto ciò!
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6. Scritto da Loris , il 17-05-2012 10:47 grazie per l'articolo molto dettagliato, fa chiarezza sui molti lati oscuri di Equitalia, anche noi come azienda ne subiamo le conseguenze assurde di quest'ente imposto con la forza e da oggi, anche con le armi dell'esercito.
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