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Marista
HomeArticoli La Pasqua 2010 Ortodossi e Cattolici insieme
Voglio esprimere qui la gioia che i Cattolici provano per il fatto che
quest'anno celebreranno la Pasqua
nello stesso giorno: degli Ortodossi: il 4 di Aprile.
Parecchie Chiese ortodosse infatti
per il calcolo del giorno di Pasqua utilizzano il calendario giuliano invece di
quello gregoriano e questo fa si che
normalmente la Pasqua venga celebrata in giorni diversi. Molti
cristiani sarebbero felicissimi di poter unificare la data di questa
importante festa. Alcuni fanno notare che la cosa sarebbe possibile se invece di usare algoritmi
complessi per determinare la data della Pasqua, ci si limitasse ad eseguire i
calcoli in base al momento esatto dell'equinozio e dei pleniluni.
Dal sito culturaromena, ottimo per
chi voglia accostarsi alla comprensione del popolo Romeno, delle sue
tradizioni, della sua storia e della sua spiritualità, riporto un articolo sulla Pasqua
ortodossa, credo sia bene imparare conoscere questi nuovi amici, quindi di tanto intanto
attingerò alle belle pagine di questo sito ricco di tradizioni, racconti,
poesia, cultura.
Per l'Ortodossia, la Pasqua
è la festa delle feste, tanto da non essere neppure annoverata
tra le dodici grandi feste del ciclo cristologico, e da occupare un
posto a parte, di assoluta centralità. Secondo il Cristianesimo ogni Domenica è
Pasqua. Questa comprensione è vissuta in modo particolare all'interno
dell'Ortodossia.
Per il cristiano ortodosso, Cristo ha sofferto veramente come uomo e, come
tale, è morto e risorto. Tale morte e resurrezione non riguarda solo Lui ma, in
Lui, viene associata tutta l'umanità passata e futura. La morte viene
distrutta.
Il fatto riveste un significato profondo e permanente nella vita. I cristiani
non divennero tali perché erano più morali o pii dei pagani. Non divennero tali
per riscattare l'umanità dai dispotismi politici o da eventuali ingiustizie
economico-sociali. Lo divennero semplicemente perché Cristo portò loro la
liberazione dalla morte.
La Pasqua ortodossa comincia in chiesa a luci spente, alle ore 23.00. Il
sacerdote esce dalle porte centrali dall'iconostasi sul presbiterio con una
candela ed invita a prendere la luce. Tutti escono dalla chiesa con un lumino
ed ascoltano il vangelo di Matteo 23,1-16. Si intona il canto Cristo è
risorto e si ritorna in chiesa per proseguire la messa.
Le parole del tropario pasquale - l'inno di Pasqua - ripetute moltissime volte
in tono sempre più esultante, ripetute fino ad una travolgente ma composta
gioia mistica - con la tua morte hai calpestato la morte - sono il
grande messaggio della Chiesa Ortodossa: la gioia di Pasqua, l'aver bandito l'antico
terrore che assediava la vita dell'uomo.
Questa gioia Pasquale si affaccia perfino durante la celebrazione della
Passione di Cristo. Così il Venerdì Santo ai vespri, nel momento stesso in cui
Cristo rese lo spirito, già risuonano i primi inni di resurrezione: La
mirra conviene ai morti, ma Cristo si è mostrato libero dalla corruzione.
E' per tale gioia pasquale che l'icona di Cristo in croce non ha alcun segno di
tragicità ma rappresenta un uomo serenamente addormentato. Il trionfo sulla
morte, nascosto ma decisivo, permea pure la celebrazione liturgica del Sabato
Santo: Benché il tempio del tuo corpo fosse distrutto al momento della
passione, pure anche allora unica era l'ipostasi della tua divinità e della tua
carne (Sabato Santo, Mattutino, Canone, Ode 6).
Questa radiosa prospettiva ha creato nei paesi di fede cristiano-ortodossa una
cultura nella quale non si riflette alcun terrore della morte. Ad esempio nei
tradizionali canti popolari greci la morte viene semplicemente canzonata e la
si considera in modo sereno. Nello stesso modo a Sapanta, in Romania, esiste un
cimitero allegro. Questa memoria collettiva di Sapanta, questo insieme
di tombe piene di colori dove ogni persona morta racconta ironicamente la sua
esistenza con le relative gioie e dispiaceri, genera serenità e un'atmosfera
allegra, una specie di sfida alla morte, un inno alla vita. Simpatia e
curiosità si impossessano immediatamente di chi ci entra, con una strana
sensazione di allegria e gioia, che generalmente poco s'addice ad un cimitero.
Il contadino romeno non ha mai temuto la morte, perché morire é come
attraversare un cancello verso l'eternità e quindi verso la vita eterna. La
morte è un fenomeno naturale che deve accettare nella prospettiva della
resurrezione.
Sei settimane di Quaresima
La Pasqua
ortodossa viene preceduta da un periodo di sei settimane di Quaresima precedute
da altre due domeniche speciali in cui si lascia il consumo della carne e poi
anche quello dei latticini, escludendo ogni prodotto di origine animale. La
culinaria si è sbizzarrita in mille ricette a base di erbe e farine che
permettono di avere una dieta variata, pur rispettando rigorosamente il digiuno
quaresimale.
Ancora oggi la Pasqua,
festa delle feste, ha una solennità particolare. Lungo tutto il periodo della
Grande e Santa Settimana che precede la Domenica di Resurrezione la Chiesa Ortodossa
celebra ogni giorno delle lunghe liturgie nelle quali commemora con alta poesia
e pathos la passione e morte del Signore. I segni e i simboli presenti sono pieni
di forza e di significato. Fiori, foglie, acqua, processioni, incensazioni,
canti, prosternazioni sono solo alcuni degli elementi inseriti nella liturgia
che chiunque può osservare visitando una chiesa ortodossa nel periodo della
Grande e Santa Settimana.
Così recita la bellissima preghiera di S. Efrem Siro che si ripete ogni giorno
di Quaresima: Signore della mia vita, allontana da me lo spirito di
perdizione, di possesso, di dominio e del vano parlare; dona invece al tuo
servo lo spirito di purezza, del pensiero umile, di pazienza e di amore. Re e
Signore benedetto nei secoli dei secoli, permetti che mi accorga delle mie
cadute e che non condanni il mio fratello.
La Quaresima si termina con il ricordo di Lazzaro richiamato alla vita e con la Domenica delle Palme che
ci introduce nella Settimana Santa di Passione del Cristo. Teodoro Studita così
riassume: Ogni giorno imitando il Signore celebriamo la resurrezione delle
virtù attraverso la morte delle passioni.
A partire dalla notte di Pasqua, per quaranta giorni, fino all'Ascensione
del Signore, la gente saluta con la formula Cristo è risorto ricevendo
come risposta Veramente è risorto.
Tradizioni popolare di Pasqua
Nel lungo periodo di attesa della Pasqua uno dei simboli che viene preparato e
donato come augurio è l'uovo decorato: di per sé simbolo di vita e di
fertilità, è sempre stato visto come segno di resurrezione. La tradizione
contadina dice che le uova prodotte a Pasqua hanno un potere speciale di
proteggere gli animali della fattoria e la famiglia che vi abita. I bambini si
lavano il viso in un catino d'acqua con delle uova colorate di rosso. Le uova
rosse (colorate coi pigmenti delle foglie di cipolla) sono su tutti i tavoli
per essere donate. Nella regione di Suceava, in Romania, soprattutto si
preparano le famose uova decorate (incondoiate) per le quali si usa una tecnica
con strati di cera colorati, che alla fine del processo lasciano elegantissimi
ornamenti sul guscio vuoto dell'uovo destinato ad essere omaggio pasquale.
L'importanza della Pasqua ortodossa in Europa
Di recente, grazie alle loro insistenze, gli europarlamentari rumeni hanno
ottenuto che le sessioni di lavoro del Parlamento Europeo, a partire dal 2009,
siano sospese nel secondo giorno della Pasqua ortodossa, un segno che le Chiese
ortodosse dell'Europa dell'est cominciano a essere attivamente presenti a
livello continentale là dove la grande festa della Resurrezione di Cristo
continua a segnare il ritmo del tempo e a caratterizzare la cultura, le
tradizioni, gli usi e i costumi di molti popoli.
Gabriel Popescu
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1. la pasqua ortodossa Scritto da
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, il 05-04-2010 23:15 io sono cattolica,ma conosco una signora rumena che mi ha parlato delle tradizioni della pasqua ortodossa. anche lei osserva il digiuno. auguri a tutti gli ortodossi -buona pasqua -che cristo,luce delle luci,illumini il mondo.