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La bolla del petrolio come quella delle cipolle, sgonfiamola senza pietā PDF Stampa E-mail

Scritto da Marista Urru   
sabato 15 agosto 2009
bolla_petrolio.jpgSu Panorama di questa settimana un articolo interessantissimo di Guido Fontanelli che riprende l’argomento più caldo di questo Ferragosto, quello riguardante l’aumento ingiustificato del prezzo del petrolio proprio in questo periodo di vacanze.

Normale che il dito sia stato puntato da subito contro i petrolieri, sempre pronti ad approfittare del volo della mosca per ritoccare i prezzi al rialzo, ma, fa notare l’articolista, come il mercato mondiale del petrolio in realtà sia in ribasso mentre i prezzi indifferenti alla legge della domanda e della offerta, lievitano.

La spiegazione è quella di sempre, la speculazione distorce la realtà. Nei primi sei mesi dell’anno il consumo del petrolio è diminuito del 2% nel mondo e del 9% in Italia; i consumi di benzina e gasolio sono diminuiti del 5%, le quotazioni del greggio invece sono raddoppiate.

Il sistema è sempre quello dei Derivati, Futures scambiati sui mercati, Nymex ed Ice Futures Europe di Londra. In sostanza gli speculatori scambiano scommesse sull’andamento futuro dei prezzi con scadenze che partono dal prossimo ottobre fino al dicembre 2017, come sempre scambiano contratti sul nulla, nel senso che ogni giorno nel mondo si producono 85 milioni di barili, ma in questi mercati si “scommette” il prezzo di petrolio che non c’è, le transazioni sul nulla nel Nymex sono per oltre 500 milioni di barili, mentre nell’Ice sono di 200 milioni di barili al giorno, ed il prezzo lievita ovviamente: un grande imbroglio.

Due mondi, uno reale di petrolio prodotto e consumato, ed uno virtuale, di petrolio inesistente. Il prezzo lo fa il mondo virtuale, cioè le Banche internazionali, sempre là si arriva, al potere di speculatori senza scrupoli che a quanto pare non si stancheranno mai, se non li fermeremo seriamente, di danneggiare l’economia reale con i loro trucchetti e giochini. Questa scommessa sul nulla dovrebbe essere proibita, ma non lo si fa e questo ci deve fare capire quanto è grave la situazione, in che mani siamo, le solite che ci hanno condotto allo sfascio, Goldman Sachs, Ubs, Jp Morgan, Barclays. Abbiamo a quanto pare un mare di petrolio invenduto grazie alla crisi, e costoro preparano una nuova rovinosa bolla speculativa a proprio esclusivo uso e consumo.

Andrebbero fermati, ma in realtà nemmeno ci pensano: ascoltiamo ciangottii stupidi a proposito. Chi potrebbe intervenire si limita a lavarsi l’anima proponendo mezze misure, pannicelli caldi, che serviranno a tener buono il popolo bue insieme alla solita serie di articoli ed intervistine fuorvianti... e tutto continuerà come se niente fosse.

Si studiano in America dei limiti per i futures, quelli che esistono già per le materie prime agricole, ma si potrebbe fare di più se lo si volesse abbandonando finalmente l’oscena politica delle finte soluzioni.

Fanno finta di dimenticare che nel 1957, per esempio, in presenza di una bolla speculativa sui prezzi ortofrutticoli, di fronte alla crisi degli agricoltori, Gerald Ford, allora senatore, fece vietare emissione dei futures sulle cipolle (perché poi solo su questo bulbo, non lo so... già che c’era...). Comunque ancora è proibito scommettere sulle cipolle. A mio modesto ed incolto avviso, dovrebbe esser proibito scommettere su tutto, e per noi comuni mortali mi sembra che il gioco d’azzardo sia proibito (a meno che il biscazziere vincente non sia lo Stato), proibiamo anche a  questi squali di usare quella che è la ricchezza degli Stati, cioè dei popoli, per scommesse e giochetti volti a rovinare i popoli stessi. Chi sa, forse esagero, ma rovinare l’economia di intere popolazioni, provocare disoccupazione e guerre, non è che per caso potrebbe esser considerato un crimine contro l’umanità

Immagine tratta da "Una bolla di petrolio" di Daniele Battaglia

 

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