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La crisi in GRECIA i nodi vengono al pettine Euro comincia a sgretolarsi?
Scritto da Marista Urru
venerdì 22 gennaio 2010
FONTE: MOVISOL. ORG
Il modo in cui l'Unione Europea sta gestendo la crisi finanziaria greca ricorda
la dinamica di un'automobile che finisce sul ghiaccio. Una volta iniziato a
slittare, qualsiasi cosa faccia il guidatore, col volante, l'acceleratore o il
freno, accelererà o aggraverà l'unico esito possibile del testacoda: uno
schianto. E così l'UE, minacciando la
Grecia di multe, negando gli aiuti finanziari ed esigendo
un'austerità feroce, peggiora la crisi e incoraggia l'esito che teme
maggiormente: un'insolvenza sovrana che porterà allo sfascio del sistema
dell'Euro.
Quando Fitch ha declassato il debito greco a BBB+,
segnalando la possibilità di un'insolvenza sovrana, gli investitori
internazionali hanno iniziato a vendere titoli greci, scatenando le scommesse
al ribasso degli hedge funds.
Poi, il presidente della BCE Jean-Claude Trichet
ha fatto la voce grossa, dichiarando che la Grecia non deve attendersi alcun trattamento
speciale, così provocando un'altra caduta dei titoli greci.
Il tutto si risolve
in un aumento dei costi di rifinanziamento, aumentando la difficoltà di ridurre
il deficit. Mentre Trichet chiede tagli brutali della spesa sociale e la Commissione UE
accusa il governo greco di ostacolare una verifica dei conti pubblici, un team
del governo tedesco è alacremente alla ricerca di una scappatoia giuridica che
permetta un salvataggio della Grecia.
Come ha dichiarato Marco Annunziata di Unicredit, l'UE sta giocando al rialzo,
esercitando enormi pressioni sulla Grecia per operare i tagli al bilancio,
mentre allo stesso tempo sta preparando un salvataggio in caso di emergenza.
Il Presidente del Movimento Solidarietà tedesco (BüSo), Helga Zepp LaRouche, ha
descritto il dilemma dell'UE il 16 gennaio: "Se l'UE non concede aiuti
alla Grecia, questa potrebbe dichiarare insolvenza e uscire dall'UME".
Reintroducendo una moneta nazionale, la Grecia guadagnerebbe spazio di manovra, perlomeno
a breve termine. Ma un'uscita della Grecia dall'Eurozona avrebbe conseguenze
devastanti per l'Euro, aumentando drammaticamente i costi di finanziamento
degli altri paesi ad alto debito, come la Spagna, il Portogallo, l'Irlanda e l'Italia.
Prima o poi altri seguirebbero la
Grecia, segnando la fine della moneta unica.
D'altro canto, "se l'UE o il governo tedesco trovano un modo per dare
aiuti finanziari alla Grecia, ciò segnerà un precedente e gli altri paesi ad
alto debito chiederanno lo stesso trattamento. Non è dato sapere quanto il
contribuente tedesco sia disposto a sopportare".
Il pericolo di uno sgretolamento dell'Euro ha spinto la Banca Centrale
Europea a commissionare uno studio sulle conseguenze legali della decisione di
un membro singolo dell'UE di uscire dall'Euro. Questo studio, visionato dal
Telegraph, è un esempio magistrale di come funzioni il sistema giuridico
neofeudale dell'UE.
Esso sostiene che se uno stato abbandona l'Euro sarà
automaticamente espulso dall'UE.
"L'autore", scrive il Telegraph del 18 gennaio, "fa una serie di
affermazioni contorte, gesuitiche e maligne, come fanno spesso i legali
dell'UE". Mezzo secolo di unione sempre più stretta avrebbe creato un
"nuovo ordine giuridico" che trascende un "concetto di sovranità
largamente obsoleto" e impone una "limitazione permanente" sui
diritti degli stati. L'autore sostiene che l'uscita dall'eurozona comporta
l'espulsione dall'Unione Europea.
Tutti i membri dell'UE devono far parte
dell'Unione Monetaria, tranne la Gran Bretagna e la Danimarca che hanno
ottenuto i cosiddetti "opt-out".
Sono argomenti ovviamente mirati all'opinione pubblica greca, per convincerla
ad accettare sacrifici incredibili per restare nell'UE, dove la Grecia è ricevitore netto.
Però la loro efficacia è dubbia, specialmente alla luce del fatto che i
sacrifici richiesti peggioreranno le cose.
"Se la Grecia
e altri paesi ad alto debito", scrive Helga Zepp LaRouche, "sono
costretti a fare i tagli e allo stesso tempo a onorare i debiti, ciò accelererà
il loro declino.
Dal punto di vista della Tripla Curva di Lyndon LaRouche, ciò
condurrebbe ad un'ulteriore, drammatica caduta dei valori che hanno a che fare
con la produzione fisica, con l'occupazione e le capacità industriali e
agricole. Allo stesso tempo, la curva che descrive la crescita dei titoli
monetari si impennerebbe ulteriormente verso l'alto, accelerando un'esplosione
di iperinflazione come nella Germania del 1923".
Helga Zepp LaRouche ricorda che ella fu tra coloro che fin dall'inizio si
opposero all'abbandono della sovranità monetaria e al ricatto imposto sulla
Germania per la riunificazione nel 1989. Tra le conseguenze di quell'accordo,
non solo la Germania
è stata costretta a finanziare "obliquamente" tutti gli altri membri
dell'UE, tramite la moneta unica, ma anche ad adottare l'ideologia verde
anti-scientifica imposta dall'Unione Europea. "Se l'attuale politica UE
non viene sostituita con una politica industriale ragionevole, orientata alla
scienza", ad esempio abbandonando la fobia anti-nucleare, le nazioni
atlantiche "saranno popolate da cavernicoli", mentre le nazioni del Pacifico,
che oggi applicano "quelli che una volta erano i valori delle nazioni
industriali europee", si svilupperanno e plasmeranno il XXI secolo.
La presidentessa del BüSo chiede di "tornare all'Europa pre-Maastricht, o
meglio ancora, all'Europa delle Patrie, delle repubbliche sovrane", e di
"reintrodurre un sistema di cambi stabili, che è comunque
necessario".
"Solo se l'attuale sistema in bancarotta irreversibile
verrà sostituito da un sistema di credito e se verrà ricostruita l'economia
fisica, le nazioni europee avranno la possibilità di riprendere il destino
nelle proprie mani. Si ascoltino, ora, le soluzioni offerte da coloro che hanno
avuto ragione con i loro avvertimenti".