Ricorre oggi l'anniversario della notte dei cristalli, ed è una data spesso dimenticata,
spero che oggi i blog, tutti i blog e tutti i media riprendano
e rammentino questi fatti in tutto il loro dolore ed in tutta la loro enorme
mostruosità del tentativo di sopraffazione di un popolo; e che si evidenzi il valore umano e culturale degli uomini e delle donne
che furono attori di un dramma tanto grande da diventare spesso , specie per i
nostri giovani, incompreso ed
incomprensibile, tanto abnorme ed inimmaginabile il Male concepito ed attuato.
I fatti della notte dei cristalli presero spunto
dall’atto di un giovane a Parigi che avendo
chiesto un visto per il passaporto, vedendoselo per l’ennesima volta negare,
esplose dei colpi di pistola al consigliere Von Raft, lo ferì gravemente, tanto
che Von Raft morì il 9 Novembre1923.
La conseguenza fu una carneficina barbara certo orchestrata ad arte contro la comunità ebraica tedesca: migliaia di vetrine di negozi ebrei
furono infrante a colpi di mazze e
bastoni; sessanta sinagoghe incendiate; trentamila ebrei raggiunti nel cuore della notte, in parte ammazzati a bastonate mentre i superstiti vennero arrestati per essere inviati a morire a Dachau e a
Buchenwald.
Nelle piazze delle città ardevano i falò delle migliaia di libri che i nazisti non gradivano.
Iniziava così il calvario degli ebrei: milioni di uomini, donne, bambini, esseri umani
trucidati, torturati , eliminati.
Fatti sconvolgenti che dovremmo tenere sempre a
mente e mai dimenticare, chè indicano
fino a che punto la umana follia può arrivare e fino
a che punto si può arrivare a chiudere gli occhi di fronte all’orrore o per
indifferenza o per difesa, conta poco : molti, troppi , chiusero gli occhi.
In occasione di questo anniversario si suole ricordare il "miracolo"
iniziato a Leopoli: il salvataggio della Torah di Yanov nel campo di
concentramento , per poi arrivare a fare approdare il Sacro testo negli
stati Uniti
Dal Corriere di ieri a pa g. 13 , una rievocazione di Paolo Salom :
«L'omaggio alla Torah che sopravvisse all'Olocausto»
segue:
Un autentico miracolo avvenuto a Leopoli
— Il miracolo della «Torah di Yanov» viene
raccontato ogni anno in occasione dell'anniversario della Notte dei cristalli,
il primo pogrom organizzato su larga scala nella Germania nazista quando, tra
il 9 e il 10 novembre 1938, gli sgherri di Hitler rasero al suolo 267 sinagoghe,
devastarono migliaia di negozi e abitazioni, e uccisero 91 ebrei rinchiudendone
13 mila nei campi di concentramento.
Di lì a poco, il flagello dell'Olocausto avrebbe portato
morte e distruzione nei ghetti di tutta Europa. Ma il miracolo che viene raccontato
ancora oggi nella sinagoga di Los Angeles annessa all'Istituto religioso
ebraico — non lontano dall'Università di Southern California — è la
testimonianza di come, anche nei momenti più bui, la luce della speranza e
della fede siano ingredienti illimitati nella lotta per la sopravvivenza. È un
miracolo che chiama in campo il coraggio ma anche le più sofisticate credenze
ebraiche riassunte nella Cabbala, con il mito della dispersione nel mondo delle
dieci sefiroth (le espressioni divine) e l'urgenza di rimetterle insieme per
preparare l'avvento del Messia.
Qual è il miracolo? Facciamo un passo indietro. Zoom su
Lvov (Leopoli), allora parte della Polonia occupata. Come altrove, i nazisti
avevano costruito lì vicino il campo di concentramento di Yanov dove avevano
rinchiuso gli ebrei. Era un campo di lavoro, in cui i prigionieri erano
utilizzati fino allo sfinimento. Ma aveva una particolarità: anche le guardie
avevano fame. E dunque avevano incoraggiato i loro «schiavi» a farsi portare
pacchi dono da amici e parenti ancora in libertà. Un sistema che aveva
garantito qualche proteina in più e una speranza di arrivare alla fine della
giornata ai molti ridotti pelle e ossa. Ma che aveva spinto alcuni ebrei a
osare l'inosabile: trafugare una Torah, ovvero il Pentateuco (i primi cinque
libri dell'Antico Testamento), per poter mantenere viva la scintilla della fede
anche nell'inferno della persecuzione. I prigionieri — a rischio della vita —
avevano ricevuto pezzi della Torah nascosti sotto i vestiti, nelle scarpe, e li
avevano poi «sepolti» sotto le assi del pavimento nelle baracche, nei tubi
dell'aerazione, dentro i materassi.
Di notte venivano dissepolti i brani utili a celebrare il
Sabato e altre ricorrenze: un espediente che permetteva a molti di conservare durante
la prigionia nel Lager nazista la consapevolezza della propria umanità. «La Torah di Yanov è l'autentica
figlia dell'Olocausto, una sopravvissuta », ha detto al Los Angeles Times Agnes
Herman, 86 anni, vedova del rabbino Erwin Herman, l'uomo che ha contribuito a
perpetuare il miracolo del sacro libro fatto a pezzi. Fu proprio lui a ricevere
la «Torah di Yanov» da una coppia di ebrei giunta in America negli anni
Settanta con il loro fardello. Naum ed Emma Rit avevano raccontato a Rabbi
Herman di come quel rotolo era finito nelle loro mani. Un sopravvissuto del
campo, conosciuto solo come «Giuseppe il Sarto» li aveva chiamati al proprio
capezzale e aveva estratto la
Torah da un armadio: «Questa la dovete portare con voi negli
Stati Uniti». Ai due, increduli, Giuseppe il Sarto aveva spiegato quello che
era accaduto pochi decenni prima a Yanov. Di come gli ebrei erano riusciti a
beffare le guardie, utilizzando pezzi di vecchie Torah per celebrare le feste.
E di come lui, l'unico sopravvissuto, finita la guerra, era tornato nel campo e
aveva recuperato i pezzettini scritti in ebraico per legarli insieme a uno a
uno: la Torah
di Yanov.
Il libro sacro aveva quindi varcato l'oceano per finire
nelle mani di Rabbi Hermann, cui era stato ceduto perché i Rit erano troppo
poveri e avevano bisogno di denaro. Hermann, accettandolo, aveva probabilmente
pensato alle sefiroth e a quanto sostiene la Cabbala: che la dispersione porta il male e
l'unione il bene. Come la Torah
di Yanov, ricostituita da frammenti di sofferenza.
Il libro salvato
Dopo la
Shoah i pezzi furono ricomposti e negli anni Settanta un
emigrante la portò negli Stati Uniti
Il rito
Due fedeli srotolano la «Torah di Yanov» nella sinagoga
dell'Istituto religioso ebraico di Los Angeles.
La Torah, ovvero l'Antico testamento ebraico, era stata
fatta a pezzi e nascosta nel Lager di Yanov, nella Polonia occupata dai nazisti
Paolo Salom
Due
fedeli srotolano la «Torah di Yanov» nella sinagoga dell'Istituto religioso
ebraico di Los Angeles.
La Torah, ovvero l'Antico testamento ebraico, era stata
fatta a pezzi e nascosta nel Lager di Yanov, nella Polonia occupata dai nazisti
Paolo Salom
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